Paterno’ 8 maggio 2013: presentazione del libro di Enzo Barnabà ” Il partigiano di Piazza dei Martiri”

Paternò

Condanna dell’ANPI di Catania dell’attentato davanti a Palazzo Chigi ai due carabinieri Giangrande e Negri e di una passante.

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L’ANPI Provinciale di Catania esprime la sua ferma condanna del gravissimo attentato avvenuto Domenica 28 aprile davanti a Palazzo Chigi che ha provocato il ferimento di due carabinieri e di una passante, proprio nel giorno del giuramento del nuovo governo.

L’attentato che dalle prime notizie sembrerebbe opera di un singolo individuo, avvenuto in una delicatissima fase attraversata dal Paese, costituisce un fatto gravissimo e si pone in aperto contrasto con le regole e i principi sui quali è fondata la nostra democrazia.

L’ANPI nell’esprimere la propria solidarietà alle Forze dell’Ordine così duramente colpite chiama i cittadini, i democratici, gli antifascisti alla massima vigilanza per respingere qualsiasi pericolosissimo attacco alla convivenza civile, alla legalità repubblicana, ai valori sanciti dalla Costituzione nata dalla Resistenza.

Santina Sconza Presidente Provinciale ANPI

Orazio Costarella il nostro eroe misterbianchese dalla Liberazione-25 Aprile 2013 -presente Giusi Milazzo componente segreteria ANPi catania

Acireale, Forza Nuova in piazza il 25 aprile Una cittadina: «Ignorarli è la cosa migliore»Di Claudia Campese da<. ctzen

Un banchetto per raccogliere le firme contro la Serit e l’immigrazione. Con tanto di lutto al braccio e bandiere con la croce celtica alla mano. In piazza Garibaldi, nel Comune acese, nel giorno della ricorrenza della liberazione nazionale dal fascismo. Una provocazione secondo centinaia di cittadini che si sono riversati a discuterne sul popolare social network Facebook. Ma il presidio è stato regolarmente autorizzato dall’amministrazione e dalla polizia

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«Camerati con il lutto». Così recita la didascalia della foto che ritrae un gruppo di esponenti di Forza Nuova Acireale – con fascia nera al braccio e bandiera con la croce celtica alla mano – intenti a raccogliere firme contro la Serit e l’immigrazione in un banchetto appositamente allestito in piazza Garibaldi, nel Comune acese. A far discutere i cittadini online non è però l’attività in sé, quanto il giorno scelto: ieri, 25 aprile, festa della liberazione nazionale dal Fascismo. Una provocazione, secondo molti, che non si spiegano come le autorità locali non siano intervenute. Eppure il banchetto risulta essere in regola, con tutte le autorizzazioni del caso richieste e approvate.

Il gruppo locale di Forza Nuova lo aveva annunciato già il giorno prima attraverso la sua pagina Facebook: a partire dalle 9.30 e fino alle 12, una delegazione del partito sarebbe stata presente per la «raccolta firme nell’ambito della petizione che il movimento sta portando avanti a livello nazionale contro Equitalia, Riscossione Sicilia nel caso specifico siciliano, e per il blocco del flusso dell’immigrazione». «Del resto è notorio il nesso tra le due cose. Si sa», commenta ironico Alessandro V., partecipando a una conversazione che ha coinvolto centinia di cittadini acesi sulle pagine del social network. Tra chi impreca e chi cita la band napoletana 99 posse – «C’ho un rigurgito antifascista, se vedo un punto nero ci sparo a vista» -, c’è anche chi fa professione di indifferenza. Come Licia A. che scrive: «Che razza di ignoranti… Ignorarli è la cosa migliore».

«Camerati con il lutto». E' la didascalia alla foto pubblicata sulla pagina Facebook di Forza Nuova Acireale

«Camerati con il lutto». E’ la didascalia alla foto pubblicata sulla pagina Facebook di Forza Nuova Acireale

Ma nella discussione intervengono anche alcuni cittadini acesi perplessi – «Vorrei capire, che fastidio danno? Non sono loro a fomentare odio ma certi commenti di chi la pensa diversamente» – e alcuni simpatizzanti del partito di estrema destra. «Demonizzate una classe lavoratrice non di banchieri – commenta Antonio Q. – Se difendere i propri diritti e assicurare un futuro in Italia ai nostri figli significa essere fascista, beh, sono fiero di esserlo». Ai commenti online, infine, prende parte anche chi cerca di capirne di più: «Ma hanno fatto domanda per l’uso del suolo pubblico? E gliel’hanno concessa?», chiede Rossano B.

Come confermato dall’ufficio stampa del Comune di Acireale, la domanda di concessione dello spazio è stata presentata e accettata. Un passaggio burocratico quasi di routine, che segue la vera e propria autorizzazione rilasciata invece dalla Questura e inoltrata attraverso il commissariato acese, necessaria in caso di manifestazioni politiche.

[Foto di Alessandro Vigo]

 

Macchia 19 maggio 2013; Teatro verde di Macchia una giornata di musica, parole e altro.

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25 Aprile, Lidia Adorno: “Stiamo per liberare Catania” di Roberta Fuschi da: livesiciliacatania

Giovedì 25 Aprile 2013 – 16:58 Al corteo per la festa della liberazione organizzata dall’Anpi in prima fila il procuratore di Catania Giovanni Salvi: “Sono qui per ricordare chi si è sacrificato per la democrazia

Catania. Da Piazza Stesicoro a Piazza Dante: la città celebra la Resistenza. Un lungo serpentone, colmo di bandiere rosse, ha sfilato per il centro cittadino per ricordare il sacrifico dei partigiani che sessantotto anni fa liberarono il Paese dal nazifascismo. Uomini e donne di tutte le età hanno popolato il corteo che, tra un canto partigiano e uno slogan, ha attraversato il centro cittadino. Tanti gli esponenti delle associazioni e dei partiti. Sel, Rifondazione, Pdci, Pd e, per la prima volta, il Movimento Cinque Stelle. La candidata a sindaco, Lidia Adorno, approfitta dell’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Oggi siamo in piazza perché viviamo sotto un regime. Stiamo per liberare Catania come allora i partigiani hanno liberato il Paese dal nazifascismo”. E ancora ” Bianco e Stancanelli sono due facce della stessa medaglia, ci hanno condotti allo sfascio”. ” Rivendichiamo il nostro diritto a stare in piazza, – prosegue Adorno- come figli della lotta di Liberazione, siamo assolutamente antifascisti”.

Presente anche un altro candidato sindaco: Matteo Iannitti di Rifondazione. “Non sono qua come candidato sindaco perché il 25 Aprile non è una occasione per fare campagna elettorale. Sono qui come antifascista e militante della sinistra catanese come ci sono stato ogni anno”. “Davanti a un governo nazionale che si ripropone come dittatura delle banche e della grande finanza – afferma Iannitti- c’è ancora più bisogno di resistenza. Soprattutto a Catania, una città che non ha rimosso il pericolo dei neofascisti, del razzismo e dell’omo/transfobia.Non è una semplice ricorrenza ma un momento di lotta per i diritti”.

Al corteo non c’è Enzo Bianco, ma non mancano esponenti dei partiti che lo sostengono. Del resto, anche la prossemica del corteo, con l’Anpi e i partiti in testa e l’Experia e Rifondazione dietro (nello spezzone anticoncertativo che a più riprese ha attaccato Bianco), raccontano la spaccatura profonda che caratterizza la sinistra catanese. Una divisione che non sempre ricalca gli schemi nazionali. Orazio Licandro del Pdci parla di “una presenza obbligatoria ancora di più oggi, dove il ceto politico per legittimare le proprie alchimie ritiene che tra destra e sinistra non c’è nessuna differenza perché devono fare insieme il governo dell’inciucio ma non si può dire secondo il Presidente della Repubblica”.

Giovanni Burtone, parlamentare del Pd, racconta così la sua presenza al corteo: “Sono qui per celebrare coloro i quali si impegnarono per rendere l’Italia libera dal nazifascismo ma anche per un fatto familiare. Mio padre partecipò direttamente alla lotta di liberazione nell’Ossola tra le fila delle truppe cattoliche guidate dai fratelli Di Dio, anche loro siciliani: quindi un legame ideale e familiare”. Secondo Luisa Albanella, parlamentare del Pd:”La resistenza è stata un momento fondamentale per il nostro paese, oggi commemorare il 25 aprile diventa fondamentale in un momento in cui il Paese, ma anche il mio partito, sta vivendo un momento difficile. Bisogna ripartire dalla Resistenza e riprendere il cammino, farlo con la lotta e con la speranza”. Dello stesso avviso Concetta Raia, parlamentare regionale del Pd: “Sono qui come ogni anno. Questa è la festa della nostra Repubblica. Dobbiamo ricordare ogni giorno di difendere la nostra Costituzione nata dalla Resistenza”.

Tra i manifestanti c’è pure il Procuratore capo, Giovanni Salvi che commenta così l’importanza del giorno della liberazione: “Sono qui per partecipare a una bella festa di gente, di popolo, di cittadini per ricordare il sacrificio di chi ha sacrificato la propria vita per conquistare la democrazia”. Numerosi momenti commemorativi hanno segnato la giornata di oggi, come la corona depositata in via Bellia davanti alla casa della staffetta partigiana Graziella Giuffrida o il ricordo degli omosessuali catanesi spediti al confino. “Questa mattina siamo andati all’arvuru rossu di via Dusmet, – racconta Giovanni Caloggero, Presidente di Arcigay- un vecchio platano dove negli anni trenta gli omosessuali si riunivano ma anche teatro degli arresti disposti dal questore Molina finalizzati alla deportazione. Molina li suddivideva in maschi attivi e passivi, ulteriore persecuzione figlia di una becera visione maschilista. Noi siamo andati lì per ricordare che la guerra di liberazione ha riguardato anche noi, ieri ci siamo ribellati al fascismo, oggi allo stesso modo lottiamo per liberarci dalle sovrastrutture e dalla dittatura che ci nega quella libertà di cui abbiamo diritto”.

Il corteo si è sciolto in Piazza Dante, dove la Presidentessa dell’Anpi, Santina Sconza ha ribadito l’importanza e l’attualità dei valori nati dalla Resistenza perchè “Il 25 Aprile del 1945 siamo diventati cittadini e abbiamo smesso di essere sudditi”.

Regione Sicula vs Stato italo-americano, Muos: Crocetta smentisce il Ministero della Difesa! da: ienesicule

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Nuovo “capitolo” dell’incredibile vicenda che va avanti nella “nevrosi” del Potere, che vuole fare quello che vuole… Peccato che il presidente della Regione Siciliana, a norma dell’articolo 31 dello Statuto Siciliano, ha queste prerogative:

“ARTICOLO 31
1. Al mantenimento dell’ordine pubblico provvede il Presidente della Regione a
mezzo della polizia dello Stato, la quale nella Regione dipende disciplinarmente, per
l’impiego e l’utilizzazione, dal Governo regionale. Il Presidente della Regione può chiedere
l’impiego delle forze armate dello Stato.
2. Tuttavia il Governo dello Stato potrà assumere la direzione dei servizi di
pubblica sicurezza, a richiesta del Governo regionale congiuntamente al Presidente
dell’Assemblea e, in casi eccezionali, di propria iniziativa, quando siano compromessi
l’interesse generale dello Stato e la sua sicurezza…”

di iena antitruffa

La vicenda sul Muos è ormai una drammatica farsa. Dove si gioca sulla pelle della popolazione. Che non conta nulla.

E il governatore non utilizza i poteri che gli riconosce lo Statuto: vergogna!

Oggi sono arrivate dichiarazioni “di fuoco” di Saro Schiumazza Crocetta:

“Il ricorso al Tar da parte del Ministero della Difesa è totalmente infondato e non rispetta l’accordo col Governo nazionale. Trovo veramente singolare che il Ministero abbia deciso di ricorrere al Tar avverso la decisione di revoca da parte della Regione per l’istallazione dell’impianto Muos Niscemi, anche perchè lo stesso Ministro, ha partecipato all’incontro tra i governi regionale e nazionale, che ha deciso la sospensione dell’istallazione delle parabole, subordinando il proseguimento di tali lavori alla realizzazione dello studio sulla salute umana e la valutazione sull’impatto ambientale”.
Così Crocetta: il 10 maggio al Tar sarà il momento dell’incredibile ricorso della Difesa (o del Pentagono?) contro le scelte della Regione.
“E’ ovvio che, nel redigere quel comunicato stampa congiunto tra i governi – ha affermato il governatore – lo stesso governo nazionale, abbia ammesso che quegli studi sono inesistenti e quindi eventualmente è la Regione siciliana che dovrebbe casomai chiedere i danni, qualora proseguano lavori non autorizzati a Niscemi. Trovo veramente assurdo questo comportamento, e trovo assurdo che un Ministero pretenda da una Regione comportamenti contrari alle normative vigenti. E’ pacifico infatti che, prima che possa realizzarsi qualsiasi impianto industriale, debbano essere effettuati studi sull’impatto ambientale e sulla salute umana”.
“Se poi -ha continuato– ci si riferisce al rispetto dei trattati internazionali, siamo completamente fuori strada. Non esiste infatti alcun trattato tra Italia e U.S.A. sul Muos di Niscemi, c’è un accordo politico istituzionale che non ha valore di trattato e che pertanto non è obbligatorio, ma attiene soltanto alle politiche delle buone relazioni. Il diritto costituzionale alla salute, inoltre, è uno dei diritti fondamentali dell’uomo e pertanto, anche gli accordi tra stati assumono valenza minore rispetto a quel diritto”.

“Mi dispiace sinceramente -ha concluso Crocetta- che il Ministero della Difesa abbia fatto un passo indietro rispetto accordi con il governo, e che lo faccia in una fase in cui l’attuale governo, è alla fine del suo mandato. Difenderemo gli interessi dei siciliani, confido nella giustizia, poiché non si può imporre a nessun territorio, di accettare istallazioni di alcun tipo, senza garantire il rispetto e la tutela della salute umana”.

CATANIA 25 APRILE 2013. L’ANPI DI CATANIA RINGRAZIA A TUTTI I PARTECIPANTI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE.ARAZIONE

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Comizio per il 25 Aprile 2013 da parte della Presidente ANPI provinciale di Catania Santina Sconza

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Oggi 25 aprile, festa della Liberazione, siamo qui dopo 68 anni dall’avvenimento, a ricordare quei giorni indimenticabili. Il 25 aprile  è nata la democrazia,  è nata la costituzione,  siamo diventati cittadini e non più sudditi.

Il 25 aprile giorno della Liberazione è la festa più cara al cuore di tutti noi, non a caso oggi ci troviamo insieme in questa piazza, dopo un corteo partecipato come non mai.

Oggi  questa festa assume connotati del tutto particolari, andando al di là del ricordo e della memoria,  per trasformarsi in un grande momento d’impegno, per due distinte ragioni:

La prima è che nell’anno trascorso e soprattutto negli ultimi mesi abbiamo assistito a un crescendo di iniziative neofasciste, da quelle più squallide a quelle più “forti” e davvero insopportabili. Penso all’invasione di alcuni licei romani, alle manifestazioni di violenza, soprattutto all’infausta idea di dedicare un sacrario a Rodolfo Graziani oppure a quella del tentativo di ricollocare a Brescia, nei pressi di piazza della Loggia, una statua di netto aspetto e significato fascista; a un’altra inconcepibile iniziativa, quella di  far parlare un fascista come Mario Merlino  di fronte agli allievi di una scuola militare, la difesa da parte del sindacato Co.I.S.P. e politici fascisti dell’uso della violenza da parte di alcuni componenti delle forze dell’ordine come nel caso del giovane Federico Aldrovandi, all’infiltrazione di CasaPound nel movimento 5 stelle, e infine d’intitolare una strada a Catania al fascista Almirante segretario di redazione de  ” La Difesa della Razza”  la rivista del razzismo italiano.

 

20 anni di regime Berlusconiano, hanno portato il peggio del fascismo al potere, questi ne hanno approfittato per voler cambiare la storia; ricordiamo  il grave tentativo di modifica della carta costituzionale che portò all’esito vittorioso del referendum del 2006, ricordiamo anche  il progetto di legge 1360 con cui volevano equiparare i repubblichini di Salò (un esercito irregolare oltreché subordinato ai nazisti e ai loro crimini) ai partigiani. Questi due progetti furono osteggiati e bloccati dal duro intervento  della nostra associazione. Questo regime ha avuto un’opposizione debole e a volte complice.

Il fascismo ha pervaso la nostra società, inconsapevolmente molti hanno assorbito il disprezzo fascista verso i gay, i migranti, i diversi in genere quelli che il nazifascismo voleva nei campi di sterminio. La strage di donne uccise dai loro fidanzati, mariti o ex è dovuta a una mentalità che fa del possesso un surrogato dell’amore, una mentalità caratteristica del ventennio fascista.

Tutto questo non solo ci fa riflettere e indignare, ma ci assegna il compito e il dovere di reagire con tutte  le nostre forze, coinvolgendo tutti i cittadini, le istituzioni, i partiti, in una grande operazione culturale e politica, che faccia finire questo scempio, che oltretutto è anche pericoloso per il futuro del paese.

 

La seconda ragione di particolare impegno di questo 25 aprile, deriva dall’eccezionale situazione di crisi politica e morale. L’impossibilità per le forze politiche antifasciste di trovare punti di convergenza sia in campagna elettorale sia successivamente al momento di proporre un governo e un nuovo presidente della repubblica,  è stata una brutta pagina di cronaca politica, che ricorda gli anni precedenti all’avvento del fascismo.  Ancor più grave è che questa crisi politica si sia innestata su una  altrettanto grave crisi economica e sociale.  

 

Il quadro che si presenta davanti a noi  è davvero fosco;  l’ articolo 1° della costituzione “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul Lavoro” è stato già nei fatti cambiato  in “L’Italia è una repubblica forse democratica fondata sul denaro”  il lavoro e i lavoratori sono stati sacrificati per gli interessi dei grandi capitali e delle banche oggi il profitto e la finanza contano  più  degli uomini e delle donne e dei loro diritti.

La corruzione e le mafie  investono ogni angolo della nostra società e falsano la nostra economia, rubandoci diritti e speranze,  la politica non riesce a trovare risposte e soluzioni adeguate perché da questi è inquinata.

Quando non hai più il lavoro, quando non hai più una pensione dopo anni di lavoro, quando sarai un precario a vita  senza diritti, quando le speranze dei tuoi figli diminuiscono, quando pensi che un cappio è l’unica  soluzione,  è l’ora della RESISTENZA!   Non si resiste da soli.

 

In questa situazione di estrema incertezza e di grande precarietà, abbiamo il dovere di richiamarci ai valori e ai principi della Costituzione nata dalla Resistenza, ponendo al centro di ogni

azione e di ogni richiesta il bene comune. Come diceva un grande giurista, le costituzioni non sono fatte per i tempi buoni, quelli in cui le istituzioni lavorano bene con il consenso dei cittadini; sono fatti invece per i tempi bui, quando si prospettano pericoli di autoritarismo esplicito o strisciante, perché è allora che bisogna stringersi fortemente attorno ai quei principi generali, che sono la vera garanzia della nostra convivenza civile.

C’è da ricostruire il tessuto sociale, economico, politico e morale del paese, e noi dobbiamo mettere a disposizione le nostre  energie, la nostra volontà,  la nostra storia.

E’ il momento che i diritti sociali citati nella nostra costituzione e che ancora non hanno trovato applicazione, ma hanno subito duri attacchi e profondi tagli (Sanità, Scuola, Università, Cultura….),  devono essere esercitati non solo nell’interesse delle persone ma nell’interesse  della collettività. Senza salute, lavoro e istruzione non ci può essere superamento della crisi economica.

Per ultimo non per importanza cito l’articolo 11 della costituzione “L’Italia ripudia la Guerra” dobbiamo schierarci contro la costruzione di nuovi insediamenti militari come a Niscemi e contro l’acquisto di nuovi strumenti di morte.

Dobbiamo dire NO al MUOS e NO agli F35 e chiedere il ritiro delle cosiddette missioni di pace!

I nostri caduti sognavano certamente un’Italia ben diversa da questa.

Nel festeggiare il 25 aprile dobbiamo assumere l’impegno di fare il possibile perché quei sogni stroncati, quelle attese distrutte trovino finalmente applicazione  in un paese che abbia la forza e la capacità di rinnovarsi.

Guardando con speranza al futuro  sarà il modo più degno per “festeggiare”,  il 25 aprile

 

ORA E SEMPRE RESISTENZA.

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