29 luglio 2015

In questa lunga estate di intercettazioni rivelate e smentite, di crisi di governo improvvisamente rientrate, di telefonate (queste mai smentite) nelle quali il medico personale del presidente della Regione disserta di poltrone da assegnare, restano almeno cinque domande inevase. Sono quelle che da sabato scorso pubblichiamo sul nostro giornale.

Cinque domande che, a nostro parere, potrebbero chiarire parecchie cose sull’inchiesta che terremotando per l’ennesima volta la sanità siciliana e, soprattutto, sul modo in cui Rosario Crocetta governa la Regione. Perché una cosa va detta: l’indagine sugli affari privati di Matteo Tutino , medico personale del governatore assunto come primario a Villa Sofia con una deroga alla disposizione che prevedeva il blocco delle assunzioni, rivela – a voler essere generosi- una sudditanza di Crocetta nei confronti del chirurgo plastico da lui elevato al rango di luminare, che mal si concilia con il ruolo. Hanno svelato, le telefonate che costituiscono la spina dorsale dell’indagine giudiziaria, l’esistenza di un cerchio magico del quale faceva parte anche l’ex commissario straordinario di Villa Sofia, Giacomo Sampieri. I colloqui tra Sampieri e Tutino e tra quest’ultimo e il presidente della Regione svelano, almeno alla lettura, il ripetersi di un metodo di amministrazione della cosa pubblica non dissimile da quelli del passato. Proprio per questo nella prima delle cinque domande che poniamo giornalmente a Crocetta chiediamo che il governatore chiarisca: ha mai dato seguito alle indicazioni di Tutino e Sampieri sulle nomine dei manager? I due, parlando al telefono, anticipano le scelte di alcuni manager poi effettivamente nominati dal governo. E’ stata una scelta autonoma e limpida? Oppure le indicazioni del cerchio magico hanno fatto effetto?

Su tutta questa vicenda e, soprattutto sull’immagine rivoluzionaria di Crocetta pesano le dimissioni di Lucia Borsellino e la lettera che l’ex assessore mandò ai pm di Palermo rivelando che due deputati regionali del Megafono, il movimento messo in piedi dal governatore e da Beppe Lumia, fecero pressioni su di lei, spendendo il nome dello stesso governatore, per ottenere un incarico per Sampieri? E se lo sapeva perché non è intervenuto a rassicurare Lucia Borsellino sulla sua assoluta indipendenza? Così come sarebbe utile sapere- e siamo alla terza domanda- se il presidente della Regione era a conoscenza dei rapporti tra Tutino e la titolare del centro privato al quale il chirurgo-manager voleva affidare la partnership nel progetto della banca dei tessuti. Il progetto, che in un primo momento aveva ottenuto il via libera, venne successivamente bloccato dall’assessorato. Il governatore appoggiò questa scelta?

Nell’intervista che ha rilasciato qualche giorno fa a Emanuele Lauria l’ex assessore regionale Salvatore Morinello, lo “scopritore” di Crocetta, ha sostenuto che il governatore è propenso a cedere a chi ne vellica la vanità e, per questo, indulge a creare cerchi magici intorno a sé. Si tratta di notazioni psicologiche da relegare in un eventuale dibattito da salotto sulle “debolezze” dei politici se non fosse per il fatto che il rapporto di confidenza tra Crocetta e Tutino, almeno per quanto emerge dalle intercettazioni, sembra incidere, e non lievemente, nell’azione di governo. Proprio per questo e siamo alle ultime due domande che rivolgiamo a Crocetta- il governatore deve spiegare se era a conoscenza del fatto che il procedimento disciplinare avviato nei confronti del suo medico di fiducia era stato bellamente dimenticato in un cassetto dalla direzione di Villa Sofia e, soprattutto, deve chiarire perché quando Tutino

al telefono si lamentava di una funzionaria che ne aveva messo in dubbio (a ragione stando alle indagini) i titoli professionali, lui lo assecondava. Promettendogli che la funzionaria sarà “sbagnata in un altro posto”. Crocetta ha ragione: in passato nelle stanze della sanità siciliana si agiva in nome e per conto di Bernardo Provenzano, ma proprio per questo il governatore rivoluzionario ha il dovere di essere più chiaro degli altri. E di rispondere.