Scuola, Bernocchi (Cobas) lancia un appello a nome degli insegnanti: “Il 24 ottobre a Roma per travolgere Renzi” autore fabrizio salvatorida:controlacrisi.org

“Il popolo della scuola pubblica chiede ai sindacati che hanno indetto i grandi scioperi di maggio-giugno di convocare una manifestazione nazionale e uno sciopero generale contro gli effetti nefasti della legge 107 – la cattiva scuola di Renzi – e per un forte recupero salariale”. Il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi, propone che “il 24 ottobre si svolga a Roma una oceanica manifestazione nazionale e che lo sciopero della scuola venga effettuato nella prima parte di novembre, dopo la presentazione della Legge di stabilità”.
“Nonostante la straordinaria lotta del popolo della scuola pubblica (e in primo luogo di docenti ed Ata con i grandi scioperi del 5, 6 e 12 maggio e il plebiscitario blocco degli scrutini dal 3 al 14 giugno), il governo, – denuncia Bernocchi in una nota – pur vacillando, ha imposto dittatorialmente la legge 107/2015. Ma, contrariamente alle previsioni governative, nelle scuole non c’è stata la resa e l’abbandono del conflitto!”. Bernocchi fa presente che “nella seconda parte di ottobre sarà nota la Legge di Stabilità, da cui apparirà chiaro che, pur obbligato dalla Corte Costituzionale a rinnovare il contratto, il governo non ha alcuna intenzione di restituire neanche una parte del salario perso nell’ultimo decennio da docenti ed Ata: ci saranno solo ridicole briciole, in cambio delle quali Renzi vorrebbe imporre nel contratto l’applicazione normativa della 107; dunque, la volontà dei lavoratori/trici di recuperare il maltolto salariale potrà aggiungere altra benzina nella macchina del conflitto. Perciò, si può impostare la lotta su due giornate, una di manifestazione nazionale e una di sciopero generale”.L’appello è volto a fare sì che “si possa lanciare insieme la manifestazione nazionale a Roma per il 24 ottobre e lo sciopero generale nella prima parte di novembre; e invitiamo tutti i lavoratori/trici della scuola, i comitati locali e nazionali – nonché gli studenti che sciopereranno e manifesteranno già nella prima decade di ottobre – affinché si lavori congiuntamente per la realizzazione unitaria di questi due momenti cruciali di lotta”.

L’ANPI aderisce alla manifestazione ” PROTEGGERE LE PERSONE NON I CONFINI” FERMIAMO LA STRAGE SUBITO!

“Proteggere le persone non i confini”, con questa parola d’ordine il 20 giugno a Roma – l’appuntamento è alle 15 al Colosseo – si svolgerà una manifestazione nazionale per sollecitare una svolta nella politica europea fondata sulla solidarietà e la difesa delle vite umane.
Tantissime le adesioni già pervenute all’appello per chiedere all’Europa che non ci siano più stragi e che vengano salvate le vite umane. Tra i firmatari – tra i primi l’ANPI – associazioni culturali e politiche, espressioni della società civile, sindacati.
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Ordine del giorno del Comitato nazionale ANPI sulla manifestazione indetta dalla Lega per il 18 ottobre 2014 a Milano

Il Comitato nazionale dell’ANPI, apprendendo che la Lega, con la
partecipazione di CasaPound, ha indetto per il 18 ottobre 2014 una
manifestazione nazionale a Milano dal titolo “Stop invasione”:
rileva la gravità di questa iniziativa che nega quei princìpi di solidarietà e
di eguaglianza che sono alla base del nostro sistema costituzionale;
ne sottolinea il carattere tipicamente razzista e xenofobo, ma anche di
negazione dei fondamentali diritti umani;
chiede che le Autorità adottino provvedimenti opportuni e necessari
diretti ad evitare che manifestazioni del genere assumano contorni e
significati contrari alla Carta costituzionale ed alla legge Mancino;
impegna iscritti, militanti e cittadini alla vigilanza democratica perché
nel Paese non si instauri un clima di odio razzista e, nella sostanza,
fascista, promuovendo azioni ed iniziative di sensibilizzazione sui valori
della Costituzione democratica e antifascista;
invita tutto coloro che credono nei diritti umani a dissociarsi da questo
tipo di manifestazione;
invita il Governo ad assumere le misure necessarie – d’intesa con
l’Unione europea – per affrontare con umanità e solidarietà un problema
di proporzioni ormai gigantesche e tali da non poter essere affrontate con
i toni e le modalità di cui si servono la Lega e le singolari alleanze che
queste manifestazioni rivelano.
15 ottobre 2014

manifestazione indetta dalla CGIL per il 25 ottobre 2014 a Roma da: A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E P A R T I G I A N I D ’ I T A L I A COMITATO NAZIONALE

manifestazione indetta dalla CGIL per il 25 ottobre 2014 a Roma
Il Comitato nazionale dell’ANPI, presa visione del documento base
della CGIL per la manifestazione nazionale del 25 ottobre 2014, pur
non entrando – doverosamente – nel merito delle proposte specifiche,
che sono di competenza delle Organizzazioni sindacali, condivide
pienamente le parole d’ordine “lavoro, dignità, uguaglianza per
cambiare l’Italia” e l’obbiettivo di fondo, che è quello di creare lavoro
(dignitoso) per attuare il principio consacrato dall’art. 1 della
Costituzione (l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro) e da altre norme della stessa Carta Costituzionale (artt. 4 – 35,
etc.).
Questi princìpi vanno sostenuti sempre, in ogni momento e in ogni
forma, considerandoli prioritari rispetto ad ogni altra esigenza.
L’ANPI nazionale augura, dunque, pieno successo alla manifestazione
del 25 ottobre 2014.
15 ottobre 2014

Cgil, decine le iniziative contro Jobsact e l’azzeramento dell’Art. 18 Autore: paolo andruccioli da: controlacrisi.org

In vista della manifestazione della Cgil di piazza San Giovanni a Roma del 25 ottobre si registrano già le prime risposte nei territori. Interruzioni del lavoro, prese di posizione delle Rsu, volantinaggi e ordini del giorno votati dai delegati aziendali: sono alcune delle “prime risposte” che i luoghi di lavoro di molti territori si stanno dando al voto di fiducia sul Jobs act. In Emilia Romagna è stata la Cgil di Bologna a fornire ieri una sorta di mappa della protesta, con la pubblicazione su Facebook delle fotografie dei lavoratori in piazza per il “No al Jobs act”. “ragioni e modalita’ dello sciopero” di otto ore indetto per giovedi’ 16 ottobre con manifestazione regionale e cortei a Bologna saranno illustrate oggi in conferenza stampa dal segretario della Cgil Emilia-Romagna, Vincenzo Colla. Scioperi, cortei, presidi, documenti, anche la Cgil in Toscana si mobilita contro il Jobs Act del governo Renzi.

Ieri ci sono state decine di iniziative in tutte le provincie toscane, dalle fabbriche agli uffici. “La mobilitazione verso il 25 ottobre- scrive in una nota il sindacato-, quando ci sarà la manifestazione nazionale a Roma contro i piani dell’esecutivo sul mercato del lavoro, continua: in programma altre iniziative di lotta. Per domani la Fiom di Lucca ha indetto uno sciopero (presidi alla Kme di Fornaci di Barga e alla Darsena di Viareggio), e avrà al fianco la Cgil di Lucca. Tra le mobilitazioni di ieri: a Piombino, alcuni lavoratori si sono vestiti da schiavi-carcerati, all’interno di un presidio di 24 ore; a Pistoia e’ stato messo in atto un flash mob in città dalla Camera del lavoro; nel senese, sciopero a Trigano, Sea e Whirlpool, oltre a scioperi spontanei di due ore, presidi e volantinaggi. Anche la Camera del Lavoro Metropolitana di Genova ha proclamato per mercoledì 15 ottobre a Genova e Provincia quattro ore di sciopero generale contro le scelte del Governo in materia di mercato del lavoro. Lo sciopero è indetto dalle 8 alle 12. Sono previsti presidi e mobilitazioni su tutto il territorio. Intanto la Filcams nazionale, il sindacato del commercio e dei servizi rilancia l’allarme ammortizzatori sociali. “Stiamo parlando potenzialmente -spiega il sindacato in una nota- di più di 1 milione di lavoratrici e lavoratori che il decreto di riordino sugli ammortizzatori in deroga, pubblicato lo scorso agosto, taglia brutalmente fuori da ogni possibilità di tutela. I dipendenti degli studi professionali, delle associazioni, delle fondazioni, dei servizi sono stati deprivati da suddetta normativa dalla possibilità di accedere a qualsivoglia strumento di salvaguardia in caso di difficoltà delle proprie imprese”.

La rete ECO – Ebrei Contro l’Occupazione – ha aderito e ha partecipato alla manifestazione nazionale a sostegno del popolo palestinese, indetta dal Coordinamento delle Comunità Palestinesi d’Italia il 27 settembre scorso a Roma. da:tutti icolori del rosso

La rete ECO – Ebrei Contro l’Occupazione – ha aderito e ha partecipato alla manifestazione nazionale a sostegno del popolo palestinese, indetta dal Coordinamento delle Comunità Palestinesi d’Italia il 27 settembre scorso a Roma. Ecco il testo del loro documento:

“Aderiamo in solidarietà ai nostri fratelli e sorelle palestinesi che, a partire dalla grande catastrofe del 1948 (che ha reso profughi oltre due terzi della popolazione), continuano a subire quotidianamente varie forme di pressione per mano dello Stato di Israele: dalle “semplici” discriminazioni, alle incarcerazioni senza processo; dall’espropriazione delle terre all’assedio ed altro ancora, fino ad arrivare ad aggressioni omicide com’è recentemente accaduto a Gaza, e non per la prima volta. Tutte queste forme di pressione hanno come risultato una continua e strategica pulizia etnica della Palestina.

Questa manifestazione, così vicina al capodanno ebraico, cade in una stagione di particolare importanza nel nostro calendario: un periodo in cui ogni individuo ha il dovere, ma anche il privilegio, di esaminare criticamente le proprie azioni passate, per correggere il proprio comportamento nell’anno a venire. Ci auguriamo che numerosi cittadini israeliani, anch’essi nostri fratelli e sorelle, riescano a rendersi conto di questi terribili misfatti e, al di là della propaganda, oltre le paure reali e indotte, si uniscano ai dissidenti e spingano il proprio governo a cambiare radicalmente strada per trovare nella giustizia e la riconciliazione una soluzione che avvicini la pace anziché alimentare la violenza ad oltranza. Invitiamo inoltre gli esponenti delle Comunità ebraiche costituite a considerare le conseguenze del loro sostegno incondizionato alle politiche e alle azioni dei governi israeliani.

Purtroppo negli anni, nonostante, o anche a causa di prolungati ma futili negoziati di facciata, la situazione dei palestinesi continua a peggiorare, la colonizzazione della Palestina procede a gonfie vele, e la fattibilità di una soluzione giusta e duratura ai problemi della regione si riduce. Ciò avviene anche perché, finora, Israele è rimasto non solo incensurato e impunito, ma addirittura armato e assistito sia dagli USA sia dall’Europa.

Aderiamo per rimarcare l’assoluta urgenza di una forte pressione internazionale che ponga fine a questo stato di cose. Aderiamo per ribadire l’importanza di imporre sanzioni politiche ed economiche contro Israele, di fermare il rifornimento di armi allo stesso e revocare tutti gli accordi militari con esso. Ci appelliamo anche a tutti i membri della società civile in Italia, in altri paesi europei, in USA e ovunque, a tutti coloro che si impegnano per la pace, i diritti umani e la giustizia, affinché sollecitino i propri governi e le organizzazioni internazionali a far valere i diritti dei palestinesi e il diritto internazionale, ripetutamente violato dallo Stato di Israele.

Costringere Israele a fermare la colonizzazione dei territori palestinesi, cessare l’assedio e le offensive militari contro Gaza, smantellare il muro, revocare il perenne “stato d’assedio” causa di numerose violazioni di diritti umani, tra cui le incarcerazioni senza processo, garantire completa uguaglianza ai suoi cittadini palestinesi, e il diritto al ritorno dei profughi”.

L’autunno della Lista Tsipras Fonte: Il Manifesto | Autore: Riccardo Chiari

In piazza il 18 ottobre con la Fiom. A novembre una manifestazione nazionale. Ma alle regionali, in Calabria e in Emilia Romagna, ‘rispetto’ per le condizioni peculiari. In attesa che la base di Sel decida se correre con l’Altra europa o con il centrosinistraLa cam­pa­gna d’autunno dell’Altra Europa per Tsi­pras pog­gia su un documento-manifesto da pre­pa­rare, discu­tere e appro­vare nei pros­simi 60–90 giorni, per avviare il pro­prio svi­luppo orga­niz­za­tivo. Anche in vista delle future ele­zioni nazio­nali, dove pre­sen­tarsi come forza alter­na­tiva al Pd di Mat­teo Renzi. Poi una mani­fe­sta­zione fis­sata per il 29 novem­bre e da orga­niz­zare sul tri­no­mio diritti-reddito-lavoro, in totale con­tra­sto con le poli­ti­che della Com­mis­sione Ue e di un governo ita­liano «che al di là degli slo­gan sta docil­mente seguendo le diret­tive di Bruxelles».

Infine un veloce pas­sag­gio sulle sca­denze elet­to­rali più vicine, regio­nali in pri­mis, con una sin­te­tica «presa d’atto» della pecu­liare realtà cala­brese e dell’attivismo dei comi­tati ter­ri­to­riali emiliano-romagnoli. Che sul punto, ricorda Cor­rado Oddi, «pre­sen­te­ranno can­di­dati che erano sulla lista dell’Altra Europa, con un pro­gramma che si richiama a quello con­ti­nen­tale». Lasciando al tempo stesso a Sel, alle prese con il refe­ren­dum fra gli iscritti per deci­dere o meno il soste­gno al can­di­dato vin­ci­tore delle pri­ma­rie Pd, l’elementare diritto alla con­sul­ta­zione della pro­pria base.

Dal comi­tato ope­ra­tivo dell’Altra Europa, una sorta di ese­cu­tivo prov­vi­so­rio che si ritrova a Firenze per sti­lare un pro­gramma di lavoro per i mesi a venire, escono più volti sod­di­sfatti di quanto ci si aspet­tasse, in una vigi­lia che era stata segnata dalle ten­sioni elet­to­ra­li­sti­che. Alla prova dei fatti invece la riu­nione viene giu­di­cata posi­ti­va­mente, sia dai rap­pre­sen­tanti delle forze poli­ti­che (Deiana e Cento di Sel, Fan­tozzi e Acerbo di Rifon­da­zione), che dagli altri pro­ta­go­ni­sti dell’Altra Europa, da Marco Revelli a Roberto Musac­chio e Mas­simo Torelli, fino agli espo­nenti dei tanti comi­tati locali per Tsi­pras che hanno lavo­rato pan­cia a terra nella scorsa pri­ma­vera, per sen­si­bi­liz­zare l’elettorato e far supe­rare alla lista il quo­rum del 4% con l’elezione di tre europarlamentari.

A que­sto punto, osserva Revelli intro­du­cendo la discus­sione, occorre però un nuovo documento-manifesto, che da un lato con­fermi il radi­ca­mento con l’esperienza euro­pea, e dall’altro avvii una fase di con­so­li­da­mento orga­niz­za­tivo. La stra­te­gia d’azione è quella di costi­tuire un’associazione che rac­colga ade­sioni indi­vi­duali, e che quindi non si trovi in con­trad­di­zione con l’appartenenza a que­sta o quella forza già orga­niz­zata. Va da sé peral­tro che, in pro­spet­tiva, le deci­sioni che saranno prese, in par­ti­co­lare sulle deli­cate que­stioni elet­to­rali, dovreb­bero com­por­tare una ces­sione di sovra­nità. Un pro­cesso aiu­tato dai tempi medio-lunghi che l’esecutivo di Renzi si è dato – i «mille giorni» — per l’attuale legi­sla­tura. E dalla pro­gres­siva con­sta­ta­zione da parte dell’elettorato, come osserva fra gli altri anche Paolo Cento, che «il cen­tro­si­ni­stra è morto».

A Revelli viene affi­dato il com­pito di ini­ziare l’elaborazione del documento-manifesto, e di coor­di­nare un lavoro di gruppo per la ste­sura defi­ni­tiva. Il comi­tato ope­ra­tivo decide inol­tre di soste­nere la cam­pa­gna per la revi­sione dell’articolo 81, e ade­ri­sce alla mobi­li­ta­zione Fiom, e alle altre ini­zia­tive di lotta dei comi­tati ter­ri­to­riali. «L’Altra Europa con Tsi­pras – dice il docu­mento con­clu­sivo — lavora per costruire l’opposizione sociale e poli­tica alle poli­ti­che di Renzi e della Com­mis­sione Euro­pea. Il pro­cesso pro­se­gue den­tro le lotte e le mobi­li­ta­zioni: l’Altra Europa ade­ri­sce alla mani­fe­sta­zione della Fiom del 18 otto­bre, e pro­pone per il 29 novem­bre una mani­fe­sta­zione nazio­nale a Roma con­tro Renzi e la Com­mis­sione Euro­pea di Junc­ker e Katai­nen. E’ fon­da­men­tale che, men­tre Renzi gioca a divi­dere e con­trap­porre i sog­getti sociali col­piti dalle poli­ti­che neo­li­be­ri­ste, l’Altra Europa pro­pone di unire i mille ‘No’ a quelle poli­ti­che: una mani­fe­sta­zione per dire no al Jobs Act e alla can­cel­la­zione di quel che è rima­sto dell’articolo 18, e al tempo stesso per riven­di­care l’introduzione di un red­dito minimo garantito».

Art. 18,la Fiom anticipa la manifestazione a sabato 18 ottobre. Landini: “Reintegra con soldi follia pura” Autore: fabrizio salvatorida :controlacrisi.org

La Fiom anticipa la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato. Un’accelerazione in risposta alla decisioni che, secondo il sindacato, impatterebbero sull’articolo 18. Le modalita’ della mobilitazione, che si svolgera’ a Roma, verranno definite a breve. Resta il pacchetto di 8 ore di sciopero.“Siamo di fronte a proposte del Governo che cancellano interi articoli dello Statuto dei lavoratori, provocando il peggioramento dei diritti, delle tutele e della dignità di tutte le persone nei luoghi di lavoro. Se i provvedimenti dell’Esecutivo diventeranno legge, si renderanno possibili i licenziamenti per giusta causa, il demansionamento dei lavoratori e il loro controllo a distanza.”, si legge nel comunicato stampa che sposta la data dell’iniziativa.

“Lo Statuto dei lavoratori va esteso perché è l’applicazione dei principi della nostra Costituzione.” L’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati Fiom-Cgil – che si terrà il 26 e 27 settembre a Cervia – deciderà in dettaglio le modalità della manifestazione. “Definirà, inoltre, le proposte per la difesa e la qualificazione del nostro sistema industriale e manifatturiero. Proposte che saranno sostenute con la mobilitazione e sottoposte al Governo ed al Paese per chiedere le riforme necessarie – anche nel rapporto con l’Europa – al fine di far ripartire una nuova crescita ed una vera e stabile occupazione.”

”Sull’art. 18 Renzi deve dimostrare quanto e’ ‘figo’ all’Europa. Forse qualcuno gli ha fatto credere che in cambio puo’ sforare dello 0,1 o 0,3%, e Draghi gli dara’ qualcosa”, ha detto il segretario Fiom Maurizio Landini, parlando a Ancona ai delegati Rsu della cancellazione della reintegra dopo un ingiusto licenziamento.  ”Cancellare la reintegra in caso di licenziamento ingiusto, sostituendola con un po’ di soldi – ha aggiunto Landini – e’ una follia pura ed e’ contro i principi della nostra Costituzione. Lo Statuto dei lavoratori ha significato far entrare la Costituzione nelle fabbriche: perche’ il lavoro e’ un diritto e uno deve avere la dignita’ di poterlo fare, senza essere licenziato per le idee che ha, o perche’ fa il sindacalista, o per il sesso che ha ecc”.
”Dire che in Europa l’art. 18 non c’e’ e’ un’altra sciocchezza” secondo Landini. ”La cosa vera e’ che il Governo sta cedendo ad un ricatto” e continua a ”non affrontare il vero problema del Paese. Non e’ che le imprese non assumono perche’ c’e’ l’art. 18: non assumono perche’ non hanno da lavorare, e di questo si dovrebbe preoccupare il Governo”.

Terra, pace e diritti per il popolo palestinese. Fermiamo l’occupazione. Appello per una manifestazione nazionale a settembre Autore: Coordinamento delle Comunità Palestinesi in Italia

Appello per una manifestazione nazionale in sostegno al popolo palestinese il 27 settembre a Roma

L’aggressione Israeliana contro il popolo palestinese continua, dalla pulizia etnica del 1948, ai vari massacri di questi decenni, dal muro dell’apartheid, all’embargo illegale imposto alla striscia di Gaza e i sistematici omicidi mirati, per finire con il fallito tentativo di sterminio perpetuato in questi ultimi giorni sempre a Gaza causando più di 2000 morti ed oltre 10.000 ferite.

Il Coordinamento delle comunità palestinesi in Italia indice una manifestazione nazionale di solidarietà:

– per il diritto all’autodeterminazione e alla resistenza del popolo palestinese:

– per mettere fine all’occupazione militare israeliana;

– per la libertà di tutti i prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane;

– per la fine dell’embargo a Gaza e la riapertura dei valichi;

– per mettere fine alla costruzione degli insediamenti nei territori palestinesi.

– per il rispetto della legalità internazionale e l’applicazione delle risoluzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

– per uno stato democratico laico in Palestina con Gerusalemme capitale (come sancito da molte risoluzioni dell’Onu).

– l’attuazione del dritto al ritorno dei profughi palestinesi secondo la risoluzione 194 dell’Onu e la IV Convenzione di Ginevra.

Chiediamo a tutte le forze democratiche e progressiste di far sentire la loro voce contro ogni forma di accordi militari con Israele.

Chiediamo al Governo italiano e in qualità di presidente del “semestre” dell’UE di adoperarsi per il riconoscimento europeo dei legittimi diritti del popolo palestinese e mettere fine alle politiche di aggressione di Israele, utilizzando anche la pressione economica e commerciale su Israele.

Il coordinamento delle Comunità palestinesi in Italia chiede a tutte le forze politiche e sindacali e a tutti le associazioni e comitati che lavorano per la pace e la giustizia nel mondo di aderire alla nostra manifestazione inviando l’adesione al nostro indirizzo mail comunitapalestineseitalia@gmail.com

Call Center, domani a Roma la manifestazione dei lavoratori del settore Fonte: adnkronos/labitalia | Autore: redazione

Sono attesi in migliaia, a Roma, gli operatori di call center che domani incroceranno le braccia per chiedere il rilancio del settore, dove lavorano circa 80.000 addetti. Ad indire lo sciopero e la manifestazione nazionale (che interessa il mondo outsourcing delle telecomunicazioni e che partirà alle 9,30 da piazza della Repubblica per arrivare alle 12,30 circa a piazza Santi Apostoli) sono stati i sindacati di settore Slc-Cgil Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. I lavoratori chiedono il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Il settore è reduce da una lunga stagione di crisi e vertenze e per questo il sindacato chiede un cambio dipasso. “Chiediamo – sottolinea Azzola, sindacalista della Slc Cgil- di consolidare il settore garantendo alle aziende ‘serie’ che lavorano in regola di poter competere sulla qualità, sull’efficienza e sull’innovazione. E di poter vincere le gare di appalto”.
Per far questo, secondo i sindacati, occorre allineare l’Italia a quanto già fatto dagli altri Paesi europei che hanno recepito puntualmente i contenuti della direttiva 2001/23/CE a tutela dei lavoratori, con il fine anche di non delocalizzare le attività nei paesi extra Ue e nel rispetto delle regole per le gare e le trattative commerciali con la logica ‘perversa’ del massimo ribasso e contenimento del costo del lavoro.
Il ‘dumping’ con le società estere è molto forte, spiega Azzola: “Occorre tenere presente che all’estero ci sono colossi da 100-200.000 persone che gestiscono società che si occupano sia di outbound che di inbound. E che hanno tarato le loro strategie aziendali sull’efficienza e sull’economia di scala. In Italia, invece, abbiamo 2.270 aziende: di queste solo 10 sono medio-grandi. Le altre sono realtà piccole se non polverizzate”. Per questo, dice Azzola, “molti imprenditori del settore in una qualche maniera hanno appoggiato questa protesta: perché noi vogliamo garantire anche alle nostre aziende la sopravvivenza”.
“In Campania – ricorda la Uil – ci sono sedi strategiche di importanti aziende del settore come Almaviva Contact, Visiant, Assist, ComData e Gepin Contact, che negli anni passati hanno beneficiato prima della circolare Damiano, stabilizzando migliaia di lavoratori a progetto, e poi del Piano lavoro dell’assessore Nappi. Pensare che questi lavoratori possano, dall’oggi al domani, ritrovarsi senza lavoro è una prospettiva che ci spaventa come sindacato e che tutti, istituzioni e parti sociali, dobbiamo scongiurare con ogni mezzo”.