‘Episodio grave e spregevole’, l’accusa di Anpi Rimini dopo le manifestazioni di sabato in centro da: altarimini.it

‘Episodio grave e spregevole’, l’accusa di Anpi Rimini dopo le manifestazioni di sabato in centro

'Episodio grave e spregevole', l'accusa di Anpi Rimini dopo le manifestazioni di sabato in centroAttualitàRimini
11:50 – 18 Maggio 2015

Anpi Rimini commenta i fatti di sabato pomeriggio. In un centro storico blindato per due manifestazioni di segno diverso, si sono avuti attimi di tensione. Da una parte Forza Nuova e dall’altra Anpi Rimini. Il culmine del confronto si è verificato in piazza Tre Martiri.
Anpi Rimini in una nota definisce “grave ed esecrabile” l’episodio che ha visto coinvolto il presidente Vallicelli, invitato ad allontanarsi dalla piazza. Mentre, recita il comunicato “una ventina di forzanuovisti venivano lasciati sfilare – scortati da 100 agenti e da una decina di mezzi blindati – per Corso D’Augusto, Piazza Tre Martiri e Piazza Cavour, fino alla Vecchia Pescheria, sotto gli sguardi allibiti di centinaia di Riminesi.”

“Contro simili manifestazioni non vanno tenuti da nessuno atteggiamenti ambigui e preoccupanti, non accettabili in una città Medaglia d’Oro al Valor Civile”.

Di seguito la nota stampa di Anpi Rimini

I fatti avvenuti sabato pomeriggio nel centro storico di Rimini rappresentano un episodio grave ed esecrabile: mentre all’ ​A.N.P.I.​

veniva proibito di presidiare Piazza Tre Martiri, decine di neofascisti di Forza Nuova venivano lasciati liberi di scorrazzare per il centro storico, in luoghi a loro interdetti (Piazza Cavour, Piazza Tre Martiri, Corso D’Augusto, Porta Montanara). Mentre il Presidente dell’Anpi comunale di Rimini – il partigiano Valter Vallicelli ​C​
roce al merito della Resistenza – veniva insistentemente invitato da un poliziotto ad allontanarsi, una ventina di forzanuovisti venivano lasciati sfilare – scortati da 100 agenti e da una decina di mezzi blindati – per Corso D’Augusto, Piazza Tre Martiri e Piazza Cavour, fino alla Vecchia Pescheria, sotto gli sguardi allibiti di centinaia di Riminesi. Una scena surreale, senza precedenti nella storia recente della Città di Rimini; svoltasi oltretutto nel 70° della Liberazione dal nazifascismo.
Contro simili manifestazioni non vanno tenuti da nessuno atteggiamenti ambigui e preoccupanti, non accettabili in una città Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Ci chiediamo peraltro, se gli antifascisti riminesi avessero osato promuovere un corteo non autorizzato, avrebbero ottenuto gli stessi riguardi riservati ai militanti di Forza Nuova?

La città di Rimini non deve apparire connivente con le forze più reazionarie, violente e razziste rappresentate da Forza Nuova; ha fatto perciò bene il Sindaco a tentare personalmente di dissuadere i manifestanti di Forza Nuova dal transitare nei luoghi della memoria storica cittadina.
Nella gestione di questa situazione tutti devono assumersi le proprie responsabilità. L’Anpi di Rimini lo ha sempre fatto tentando di porsi alla testa di un movimento democratico e pacifico, che ha l’obiettivo di salvaguardare la dignità dei luoghi che hanno visto, con il sangue dei Partigiani, consegnare la Libertà alla città di Rimini.

Nel denunciare con forza l’accaduto, richiamiamo pertanto alle loro responsabilità i rappresentanti delle istituzioni locali, a partire da Prefetto e dal Questore, oltre ai partiti politici antifascisti che devono impegnarsi nella difesa dei valori della Città.
L’Anpi non accetta di essere equiparata – da alcuni politici in malafede e da alcuni organi di stampa, che in questo caso hanno fatto di disinformazione – ai neofascisti di Forza Nuova in una logica mistificante degli “opposti estremismi”: Fascismo ed Antifascismo non sono uguali!
L’antifascismo non è un vezzo ideologico, è il valore fondante della nostra Democrazia, della nostra Costituzione, della libertà di tutti.
L’antifascismo non è liturgia e cerimoniale, è pratica quotidiana e costante in difesa dei diritti di tutti, diritti erroneamente ritenuti scontati ed ai quali oggi organizzazioni violente e retrive – come Forza Nuova – vogliono attentare.

Sono passati pochi giorni dalle grandi celebrazioni del 70° della Liberazione, che hanno visto un’indiscussa ampia partecipazione popolare dei riminesi; qualcuno se n’è già dimenticato

Sicilia nera, il ritorno degli estremisti di destra e l’escalation di Forza Nuova da: l’ora quotidiano

Dal numero verde in difesa della famiglia tradizionale di Siracusa, alle marce anti migranti di Scicli, fino ai volantini anti Gender a Palermo. Il partito di Roberto Fiore sta vivendo un continuo aumento di iscritti e militanti, soprattutto nella parte orientale dell’isola. “Qui non c’è l’estrema destra, perché ci siamo noi” aveva detto Beppe Grillo. E adesso che il Movimento 5 Stelle sembra implodere giorno dopo giorno, il movimento estremista cresce sempre di più. E in agenda ha l’abolizione delle leggi abortiste e la lotta senza quartiere ad omosessuali e immigrati. GUARDA IL VIDEO

di Giuseppe Pipitone

2 febbraio 2015

A Siracusa hanno lanciato un numero verde in difesa della famiglia tradizionale e contro “l’aggressione da parte dei gay nelle scuole pubbliche”. A Palermo si sono fermati a diffondere volantini contro l’educazione alla diversità. A Scicli, invece, hanno approfittato della vigilia di Natale per regalare duemila e cinquecento statue di Gesù bambino ai ragazzi delle scuole. Ed è sempre nel ragusano che hanno imbarcato mezzo Movimento Cinque Stelle, piazzando anche la prima pedina in un consiglio comunale: quello di Noto. Crescono silenziosi, soprattutto nei piccoli centri, in particolare in Sicilia orientale: controllano il territorio, piazzano i loro rappresentanti nelle scuole, aprono nuove sedi, fanno proselitismo e puntano a presentarsi alle elezioni. Guadagnando ogni giorno consensi su consensi. È un escalation silente quella dell’estrema destra in Sicilia. Un aumento continuo di iscritti e militanti, che ha preso il sopravvento negli ultimi mesi. A profetizzarla, poco tempo fa, era stato il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo. “Qui non c’è l’estrema destra, perché ci siamo noi” aveva detto l’ex comico, alla vigilia delle elezioni greche.

Lo spauracchio, sullo sfondo della vittoria di Alexis Tsipras e di Syriza, era il rischio di un’imponente affermazione di Alba Dorata, il partito nazionalista di estrema destra, per anni capace di guadagnare percentuali minime alle elezioni, e da due anni entrato nel parlamento ellenico con ben diciassette deputati. Un’affermazione, quella di Grillo, che rischia di essere una profezia al rovescio: la fortuna elettorale dei Cinque Stelle, infatti, risiede nella capacità di inglobare un elettorato di estrazione mista, dall’estrema sinistra, all’estrema, estremissima destra. E adesso che il Movimento di Grillo sembra implodere giorno dopo giorno, perdendo pezzi e voti tra fuoriusciti ed espulsi, c’è un partito, per anni rimasto ai margini delle cronache che inizia ad ingrossare le proprie fila: si chiama Forza Nuova, ed è stato fondato nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello.

Le origini del fondatore

E’ una storia complessa quella del fondatore di Forza Nuova. Una storia che il diretto interessato non vuole sia resa pubblica integralmente: sarà per questo motivo che Fiore ha ottenuto l’oscurazione della pagina Wikipedia a lui dedicata. La biografia di Fiore, però, non era presente solo su Wikipedia, ma anche negli atti della commissione d’inchiesta sul terrorismo e sulle stragi, presieduta da Giovanni Pellegrino. Nato a Roma nel 1959, Fiore inizia sin da giovane a militare in gruppi di estrema destra come Lotta Studentesca e poi in Terza Posizione, associazione dissolta. La vita di Fiore cambia il 26 agosto del 1980, quando la procura di Bologna emette un ordine di cattura per lui e altri 33 componenti dei Nar, i nuclei armati rivoluzionari. Il futuro leader di Forza Nuova fugge a Londra dove conosce Nicholas John Griffin, un politico di estrema destra, con il quale fonda il partito Terza Posizione Internazionale. Il 12 settembre del 1982 Fiore viene arrestato da Scotland Yard a Londra: su di lui pende una richiesta d’estradizione a seguito di un mandato di cattura per associazione sovversiva emesso dalla magistratura italiana. La richiesta di estradizione però viene bocciata dalle autorità britanniche perché ritenuta di natura politica. Fiore torna libero, latitante in Inghilterra, e con Nicholas Griffin e Massimo Morsello fonda, nel 1986, Meeting Point (poi chiamata Easy London) azienda che fornisce lavoro e alloggio a giovani che vogliono trasferirsi a Londra. Un vero affare: in poco tempo l’azienda comincia a fruttare milioni di sterline. Nel 1997, quindi, Fiore e Morsello fondano Forza Nuova: nel 1999, poi, il leader dell’estrema destra torna in Italia, dato che i reati che pendono sulla sua testa vanno in prescrizione. Ma non ci sono solo gli affari londinesi nel curriculum del leader nero. Il nome di Fiore figura anche agli atti della Commissione d’inchiesta del Parlamento Europeo sul razzismo e la xenofobia: nel 1991 Fiore è infatti considerato un agente dell’MI6, uno dei reparti dell’Intelligence Service britannico. Nel giugno del 1999, una nota del Sisde, segnala invece un accordo tra Forza Nuova e gli estremisti cattolici di Militia Christi: le due associazioni vorrebbero mettere in atto iniziative violente contro l’aborto.

Il ritorno dei neri

I rivoli del passato del fondatore, però, incidono probabilmente molto poco con la nuova ondata di supporter che Forza Nuova raccoglie giorno dopo giorno. Un’ondata che ha nella Sicilia orientale la sua roccaforte. Tradizionalmente legata al Movimento Sociale e ad altri movimenti di estrema destra, la provincia di Ragusa e quella di Catania si candidano probabilmente ad essere capitale di un ritorno dell’estremismo di destra. “Non si tratta di estrema destra: è solo una categoria giornalistica” sbotta a più riprese Giuseppe Provenzale, vice segretario di Forza Nuova e luogotenente siciliano di Fiore. Per i leader forzanuovisti, infatti, è essenziale non apparire legati al passato, più o meno recente dell’estremismo nero.

È a Noto che infatti Forza Nuova ha conquistato il primo consigliere comunale siciliano: si chiama Giovanni Ferrero ed era stato eletto in una lista civica alleata del Partito Democratico. A Scicli, invece, Forza Nuova è andata a pescare adepti nel Movimento Cinque Stelle: Gianluca Savà, noto commerciante cittadino, ha lasciato il meet up di Beppe Grillo che lui stesso aveva fondato, per aderire al partito di Fiore. Non il primo grillino ad aver compiuto una scelta simile. In Calabria, a Vibo Valentia, il fondatore del locale Movimento Cinque Stelle ha abbandonato i grillini per aderire, insieme a decine di attivisti, al partito di Fiore. In Sicilia, Scicli sembra candidarsi a capitale di Forza Nuova. Sono diverse le azioni messe in atto da partito di Fiore, che alla vigilia di Natale hanno donato 2.500 statue di Gesù Bambino ai ragazzi delle scuole. Sempre nella cittadina in provincia di Ragusa, nei mesi scorsi il partito di estrema destra aveva marciato per protestare contro l’apertura di un centro d’accoglienza per immigrati da parte della chiesa metodista. “La presenza di un centro per immigrati stravolgerà in peggio il tessuto sociale della città a favore di pochi che ne possono trarre un beneficio personale” tuonava la leader cittadina di Forza Nuova Maria Borgia, in passato principale animatrice della onlus Migrantes, nata nel 2006 proprio per occuparsi dei migranti, già responsabile immigrazione del piano sociale di zona della provincia di Ragusa. Un’esperienza conclusa nel 2012, quando la Faro – network di associazioni rappresentata dalla stessa Borgia – viene esclusa dall’elenco delle organizzazioni che ricevono il beneficio del 5 per mille. Un anno dopo e la Borgia si scoprirà convinta sostenitrice di Forza Nuova: e sotto le bandiere del partito di estrema destra dichiarerà guerra alle iniziative d’accoglienza per i migranti. Le stesse di cui si occupava lei.

Lobby gay e leggi abortiste: i nemici disegnati da Forzanuovisti

Ma non ci sono solo i migranti al centro delle battaglie di Forza Nuova in Sicilia. Tra gli otto punti, che rappresentano in pratica il programma del partito di Fiore un ruolo principale lo giocano le azioni in difesa della cosiddetta famiglia tradizionale e quelle contro la legge che rende legale l’aborto. Emblematico, nel primo caso, ciò che è avvenuto a Siracusa, e cioè l’apertura di un numero verde per “rispondere all’aggressione della teoria gender e di offrire un servizio alle madri e ai padri che rivendicano il diritto ad essere i primi educatori dei loro figli”. Che cos’è la teoria gender? Il riferimento di Forza Nuova è ad alcuni progetti varati nelle scuole per combattere la discriminazione di genere. E se a Siracusa è spuntato un numero verde, a Palermo Provenzale ha promosso la distribuzione di volantini nelle scuole. “In Italia esistono delle potentissime lobby gay” accusa il vice segretario Provenzale. Cosa sono le lobby gay? Provenzale fornisce una definizione quantomeno discutibile “Esistono delle lobby che riescono a portare i propri rappresentanti ai vertici della politica: mi riferisco al governatore della Sicilia, a quello della Puglia, al sottosegretario Scalfarotto che sono dichiaratamente omosessuali. Se i gay fossero discriminati in quanto tali ci sarebbe certamente qualcosa di scritto che gli impedirebbe di arrivare a simili incarichi tali”. Il primo punto in agenda dei forzanuovisti però è un altro: l’abolizione delle leggi abortiste. Per Forza Nuova la cosiddetta “rinascita dell’Italia” passa appunto da un ritorno al passato. E non è neanche detto che l’abolizione della legge che disciplina l’aborto debba passare da un referendum “Il popolo ha un’importanza notevole ma non sempre le elezioni, le leggi elettorali permettono al popolo di esprimersi. Oggi il popolo non si esprime attraverso le elezioni” continua il leader dei forzanuovisti.

Perché torna la destra

Argomentazioni che sembrano pescate direttamente dal 1925, attacchi diretti alle associazioni omosessuali, azioni contro l’immigrazione: il programma politico di Forza Nuova sembra fermarsi solo a questo. Eppure il consenso continua a crescere. “Perché ci seguono? Perché la gente cerca movimenti che siano fuori del sistema. Noi seguiamo una formazione culturale estranea a questo mondo post illuminista” continua Provenzale, glissando su particolari del mondo post illuminista da lui citato. “La crescita dell’estrema destra fascista in Sicilia non va sottovalutata. Le aggressioni verbali e non solo verbali, un diffuso proselitismo che fa presa in una società dominata dalla paura e incattivita, il diffondersi anche sui social di richiami espliciti al fascismo e al nazismo sono tutti segnali inquietanti e preoccupanti” dice Sergio Lima, dirigente di Sinistra Ecologia e Libertà. “Non bisogna sottovalutare poi – continua Lima – anche l’appeal su internet basta andare a guardare la gestione dei profili social. Un mezzo che permette ai movimento come Forza Nuova, ma anche Casa Pound di trovare supporto nelle fasce giovani della società”. “Il fatto che crescano nella Sicilia orientale si spiega col fatto che quella zona è tradizionalmente legata alla destra. Più in generale credo che franata l’ideologia di sinistra, l’unico corpo ideologico rimasto solido, in un periodo di crisi della rappresentanza e crisi della democrazia, è quello di estrema destra. Hanno un’identità monolitica, che passa da temi semplici come la religione e la lotta all’immigrazione di destra. Un’identità forte e semplice che passa dallo scontro” spiega il politologo Pietro Violante.

Alba Dorata made in Sicily?

Il giornalista Gianni Cipriani, uno dei maggiori esperti di terrorismo e servizi segreti , avverte. “Si potrebbe affermare – scriveva già due anni fa – rimandando a successive e più approfondite analisi, che con l’avanzare della crisi e delle paure ad essa connessa, con il riaffiorare del complottismo post nazista e post fascista sulle varie congiure internazionali causa di tutti i mali e con la crisi del leghismo, partito di governo corresponsabile dei disastri economici e sociali, a destra si stia per creare un nuovo spazio politico ed eversivo. Un passaggio, per esemplificare al massimo, da un razzismo protestatario e qualunquista che ha fatto (anche) le fortune della Lega e di qualche politico “italiano” che ha disinvoltamente cavalcato il tema dell’insofferenza anti-rumena, anti-rom, anti-islam e così via, ad un razzismo più scientifico e più marcatamente fascista ed ideologizzato. Fenomeno, ripeto, largamente minoritario, ma di grande appeal all’interno di piccoli gruppi”. Come dire che Alba Dorata in Italia c’è già, e a breve rischia d’entrare in parlamento

Roma, destra e leghisti ancora insieme nella protesta razzista all’Infernetto Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

Il caso del centro di accoglienza immigrati assaltato a Tor Sapienza si sposta all’Infernetto, estremo sud della città prima del mare, e oggi in piazza sono scese alcune decine di abitanti e alcuni manipoli di ultradestra. Un sit in razzista in cui erano più consiglieri comunali e rappresentanti politici, e relativi codazzi, che cittadini. L’unica cosa che si è capita è il “No” al trasferimento di una parte dei migranti nel quartiere. Un sit-in di Forza Nuova si era svolto davanti a X Municipio di Roma, alla stazione Vecchia di Ostia, con la parola d’ordine ‘Prima gli italiani’. In via Salorno all’Infernetto, invece, davanti alla struttura dove si trovano i minori trasferiti da Tor Sapienza, ha manifestato CasaPound con l’europarlamentare leghista Mario Borghezio, appoggiato dal movimento alle ultime elezioni. “Qui c’è gente pronta ad intervenire – ha detto l’esponente della Lega Mario Borghezio -, ci sono braccia, cuori, bandiere e aste più pesanti di queste pronte a difendere il territorio”.

Ieri Borghezio – che alle ultime Europee ha fatto campagna nelle periferie romane – era stato contestato al corteo dell’Eur contro la prostituzione e pregato di mettersi in coda. Tra i manifestanti anche esponenti del centrodestra, come il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, l’ex vicesindaco del Pdl Sveva Belviso – ora leader di Altra Destra – e Luciano Ciocchetti di Forza Italia. Un avvicinamento tra il centrodestra e il Carroccio dimostrato pure dall’attivismo di Marco Pomarici, ex presidente Pdl dell’Assemblea capitolina e ora consigliere comunale a Roma della ‘Lega dei Popoli con Salvini’. Ha annunciato la costituzione del gruppo anche ad Anzio e Albano, in provincia di Roma.
“Qui oggi in piazza ci sono gli italiani stanchi che non si arrendono – sottolinea Simone Di Stefano, già candidato alle scorse
regionali con Casapound -. Non accettiamo di essere continuamente additati come razzisti, siamo solo incazzati”. “Alcuni italiani non si arrendono”, si legge sul grosso striscione tricolore, mentre i manifestanti hanno urlato slogan come “Difendiamo la nazione, non vogliamo immigrazione” e “Il centro accoglienza non lo vogliamo”.

Forza Nuova ieri ha fatto parlare di sé per il manichino impiccato trovato sul cavalcavia adiacente la stazione di Lido Nord, a Ostia. “Il blitz di Forza Nuova a Ostia è un gesto ignobile che va condannato con fermezza da tutti. Si tratta di pura istigazione all’odio e al razzismo, che non affronta in alcun modo i temi dell’immigrazione e dell’integrazione. Sono certo che nessun cittadino dell’Infernetto si senta rappresentato da chi strumentalizza situazioni di disagio per veicolare contenuti razzisti inaccettabili.”, ha dichiarato il vicesindaco di Roma Capitale Luigi Nieri.

Da Beppe Grillo a Roberto Fiore: mezzo meet up di Vibo Valentia passa a Forza Nuova da: il manifesto

Il sin­daco di Comac­chio, pre­veg­gente, lo aveva detto, una volta messo alla porta del movi­mento diret­ta­mente da Beppe Grillo: «E’ in atto una deriva fasci­sta del 5 stelle. E’ Grillo a dover essere espulso per que­sto». Qual­cuno deve averlo preso alla let­tera. Anzi, più di qual­cuno. Visto che si tratta di mezzo Meet-up, quello di Vibo Valen­tia. A par­tire dal suo fon­da­tore Edoardo Ven­tra. Che diventa, da un giorno all’altro, com­mis­sa­rio pro­vin­ciale di Forza nuova.

E’ la segre­te­ria regio­nale di Fn ad annun­ciare la nascita nella pro­vin­cia vibo­nese di un pro­prio «nucleo mili­tante» in cui viene nomi­nato, diret­ta­mente dai diri­genti nazio­nali, come com­mis­sa­rio poli­tico Ven­tra. A cui «è stato affi­dato il com­pito di orga­niz­zare il par­tito in tutta la pro­vin­cia di Vibo. La carica di com­mis­sa­rio avrà durata di sei mesi al ter­mine del quale si pro­ce­derà con la crea­zione della fede­ra­zione pro­vin­ciale che sul ter­ri­to­rio sarà strut­tu­rata ed orga­niz­zata con cari­che e nomine come pre­vi­sto dal nostro sta­tuto. A lui e a tutti gli ormai ex atti­vi­sti M5S vanno i migliori auguri di buon lavoro. Grande sod­di­sfa­zione viene espressa dal segre­ta­rio nazio­nale Roberto Fiore».

In che cosa con­si­sta il «lavoro» poli­tico di Forza nuova è roba nota. Appena due set­ti­mane fa un cen­ti­naio di mili­tanti sco­raz­za­vano libe­ra­mente per Cro­tone (senza che il sin­daco Pd facesse nulla per impe­dirlo) al grido: «Via i clan­de­stini. L’Italia agli ita­liani» e altre ame­nità del genere. D’altronde che nella pan­cia del 5 stelle alber­ghino rigur­giti xeno­fobi ed idee di destra è altret­tanto noto­rio. Basta farsi un giro in rete e dare uno sguardo ai com­menti sulle spa­rate di Grillo in tema di immi­gra­zione. Il movi­mento è spac­cato in due. Da una parte, quelli più a sini­stra, irri­tati dai toni «modello Farage» del capo.

Ven­tra ha così spie­gato in rete la sua ade­sione a Fn : «Molti poli­tici non hanno nulla di ono­re­vole per­ché non ono­rano con le loro azioni le cari­che pub­bli­che che rico­prono, sono inde­gni degli ita­liani one­sti Per que­sto motivo gli ita­liani one­sti hanno il dovere di orga­niz­zarsi. Ade­rire, ade­rire, ade­rire». Qua­lun­qui­smo abbor­rac­ciato e pil­lole di popu­li­smo di pro­vin­cia. Che fa il paio con il finale della nota con cui Fn comu­nica la fuo­riu­scita dei gril­lini: «La coe­renza con la quale Fn affronta da sem­pre tema­ti­che quali il blocco dell’immigrazione,il ritorno alla piena sovra­nità poli­tica, eco­no­mica e mone­ta­ria e la lotta con­tro i veri spre­chi, a comin­ciare dall’abolizione delle regioni, dà i suoi frutti; molto pre­sto, infatti, daremo noti­zia di altre impor­tanti ade­sioni in varie parti d’Italia.

Chi è dav­vero ani­mato da spi­rito rivo­lu­zio­na­rio sce­glie sem­pre più Fn come unica, radi­cale, valida alter­na­tiva al sistema par­ti­to­cra­tico asser­vito alla grande finanza inter­na­zio­nale». Se cam­bias­simo le sigle e al posto di Forza nuova ci fosse scritto M5S, par­rebbe un comu­ni­cato scritto da Grillo. Invece è ver­gato da Roberto Fiore.

Palermo, Ancona, Bologna: polizia all’opera contro antagonismo e antifascismo Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

Mano pesante della polizia contro l’antagonismo e l’antifascismo. Dopo la due giorni di Torino dove la polizia si è scatenata in ben due occasioni contro l’antagonismo: al Caat durante un presidio e al corteo della Fiom, a Bologna, le forze dell’ordine ed un corteo dei centri sociali si sono violentemente scontrati, prima quando i manifestanti volevano andare a contestare il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, poi quando hanno cercato di raggiungere un presidio di Forza Nuova. Ma manganellate sono volate anche a Palermo, per un corteo di studenti che protestava, chiedendo di parlare, contro il ministro Stefania Giannini e ad Ancona sempre per un corteo contro una manifestazione di Forza Nuova. E’ stata una giornata ad alta tensione in diverse piazze italiane.

A Bologna un corteo che ha raccolto diverse centinaia di attivisti aveva due obiettivi dichiarati: Banca d’Italia e Forza Nuova. Il movimento di estrema destra aveva organizzato un presidio in una piazza del centro, un paio di ore dopo, ma a poche centinaia di metri di distanza dall’aula di Santa Lucia dove era atteso il governatore della Banca d’Italia.
In via Castiglione, a pochi passi dal luogo dove Visco stava tenendo una lettura per i 60 anni del Mulino, manifestanti e forze dell’ordine si sono fronteggiati una prima volta. C’è stata una violenta carica della polizia. Stesso copione, ma con maggiore intensità, in via Garibaldi, poco dopo le 19, in una zona abitualmente piena di gente per lo shopping e l’aperitivo. Qua la pressione del corteo per raggiungere il presidio di Forza Nuova si è fatta più insistente. Anche qui è partita una carica che ha impedito al corteo dei centri sociali di raggiungere la piazza di Forza Nuova. Il bilancio è stato di una decina di feriti, fra forze dell’ordine e manifestanti, un esponente dell’antagonismo bolognese portato in Questura, e poi arrestato, e il “salotto buono” della città con i segni di una giornata di scontri.
In mattinata, c’erano invece stati scontri a Palermo, fra polizia e studenti, in occasione di una visita del ministro dell’istruzione Stefania Giannini, davanti al liceo Regina Margherita.
Ad Ancona, invece, il motivo dello scontro è stato ancora una volta un corteo di Forza Nuova al quale una contro-manifestazione organizzata dai centri sociali, alla quale hanno partecipato anche Anpi, Sel e Pdci. E’ stato arrestato un ragazzo, condotto presso la propria abitazione per l’esecuzione della misura cautelare dei domiciliari. Non sono ancora note le imputazioni, lunedì si terrà il processo per direttissima. Convocato per lunedì un presidio davanti al tribunale di Ancona.Momenti di tensione a Milano, dove però non si è arrivati agli scontri, per il corteo antirazzista organizzato in opposizione ad una manifestazione della Lega Nord. Anche in questo caso le forze di polizia hanno impedito alle due iniziative contrapposte di entrare in contatto.
Manifestazioni anche a Napoli e a Reggio Calabria. Il tema dell’immigrazione in prima piano per i cortei delle due città del Sud, che hanno visto in piazza da Fratelli d’Italia ai centri sociali.
ABergamo, infine, oltre 500 militanti antifascisti, contro i divieti della questura, hanno conquistato il diritto di manifestare costringendo lo sparuto ritrovo nazifascista in un’area periferia va della città, nella zona del cimitero comunale

Anpi, Cdl e Zona 3 denunciano per apologia del fascismo gli organizzatori di una manifestazione in camicia nera da: anpi provinciale milano

L’ANPI Provinciale di Milano, la Camera del Lavoro di Milano e il Presidente del Consiglio di Zona 3 hanno presentato formale denuncia alla Procura della Repubblica di Milano, per apologia di fascismo e istigazione a delinquere, nei confronti degli organizzatori della manifestazione svoltasi a Milano il 29 aprile scorso, in memoria di Ramelli e Pedenovi.

Questo il testo della denuncia.

Queste le principali manifestazioni e provocazioni neofasciste verificatesi negli ultimi quattro anni a Milano e nei Comuni   della Regione Lombardia.

29 aprile 2011 – provocazione di Forza Nuova nel corso di una iniziativa antifascista svoltasi al Centro Guicciardini per ricordare il 35° anniversario dell’uccisione del giovane Gaetano Amoroso da parte dei fascisti;

8 Luglio 2011 – Aggressione neofascista alla Camera del Lavoro di Milano;

29 Ottobre 2011 – ore 17,30 – Presidio Comitato Permanente Antifascista alla Loggia dei Mercanti per rispondere al raduno nazionale di Forza Nuova;

4 Marzo 2012 ore 10,00 – Presidio Comitato permanente Antifascista alla Loggia dei Mercanti contro iniziativa nazionale della Fiamma Tricolore;

29 Aprile 2012 –  presidio del Comitato Permanente Antifascista alla Camera del Lavoro di Milano. A pochi passi nella sala Congressi della Provincia in via Corridoni, iniziativa neofascista a ricordo di Ramelli e Pedenovi;

6-7 Luglio 2012 – raduno estrema destra europea a Milano all’Hotel Michelangelo;

2 Dicembre 2012 – aggressione e grave ferimento di  un militante di un Centro sociale da parte di un gruppo di naziskin;

5 gennaio 2013 – imbrattamento lapide in via Guerzoni a Milano  e lapide a Sesto San Giovanni, dedicata ai fratelli Casiraghi. Gli imbrattamenti delle lapidi o le asportazioni delle corone sono purtroppo molto numerosi nella nostra città e nei comuni della Provincia;

20 aprile 2013 – raduno neonazista europeo a Malnate, in provincia di Varese, nella ricorrenza del compleanno di Hitler;

29 Aprile 2013 – Sfilata neofascista in piazzale Susa che, strumetalizzando il doveroso ricordo di Ramelli e Pedenovi, fa aperta apologia di fascismo;

15 Giugno 2013 –  raduno europeo nazifascista a Milano, in un capannone di Rogoredo;

23 Giugno 2013 –  partita di calcetto, a Niguarda, organizzata da Lealtà e Azione “Diamo un calcio alla pedofilia”;

14-15 Settembre 2013 – a Cantù, in Provincia di Como, Festival Boreal, organizzato da Forza Nuova, con delegazioni provenienti da tutta Europa;

19 Ottobre 2013 – bombe incendiarie vengono fatte esplodere nella sede dell’Anpi di Legnano, danneggiando la Sezione. Compaiono anche scritte ingiuriose contro i partigiani;

2 Novembre 2013 – profanazione neofascista del sacrario del Monte San Martino (Varese). L’episodio ha assunto una particolare gravità perchè avviene, fra l’altro, proprio in coincidenza con il settantesimo anniversario di quella battaglia ricordata come l’episodio che diede inizio alla lotta partigiana nel Nord Italia e come uno dei primi e significativi esempi di opposizione all’occupazione nazifascista;

17 gennaio 2014 – convegno promosso dal gruppo Alpha, organizzazione giovanile di Lealtà e Azione all’interno del Politecnico di Milano;

21 aprile 2014 – ritrovamento volantini in via Moscova, inneggianti al compleanno di Hitler. Uno di essi è stato infilato nella cassetta postale della sede dell’ANPI Provinciale di Milano in via San Marco 49;

25 aprile 2014 – in mattinata parata neofascista al campo 10 di Musocco, dove sono sepolti i resti di esponenti della Repubblica di Salò, tra cui Alessandro Pavolini, Francesco Colombo, fondatore della Muti, alcuni gerarchi fucilati a Dongo, diversi militanti della X Mas;

25 aprile 2014 – sempre in mattinata, nella sede Aler di via Palmieri1, affittata ad una associazione che fa da prestanome ai neofascisti, Forza Nuova che una sentenza della Suprema Corte di Cassazione, ha definito come formazione nazifascista, espone uno striscione offensivo nei contronti della Resistenza. L’ANPI di Milano ha per ben due volte chiesto all’Aler, la revoca del contratto di affitto concesso alla società che fa da prestanome a Forza Nuova, senza ricevere alcuna risposta;

29 aprile 2014 – nonostante la diffida scritta del Questore di Milano, da piazzale Susa parte la  consueta sfilata, con ostentazione di simboli e slogans di aperta apologia di fascismo; ?

8 giugno 2014 – torneo di calcetto “diamo un calcio alla pedofilia” a Niguarda, organizzato da Lealtà e Azione, con il patrocinio di Provincia e Regione;

14 giugno 2014 – nel pub discoteca della zona industriale di Brugherio concerto degli Hammerskin indetto per finanziare Alba Dorata, con  delegazioni provenienti da Ungheria e Francia

Forza Nuova a Catania manifesta contro gli immigrati da: sud giornalismo d’inchiesta

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Forza Nuova a Catania manifesta contro gli immigrati

di Antonio Torrisi

Forza Nuova  ha sfilato ieri per le vie di Catania manifestando contro l’immigrazione: tra i presenti anche bambini e adolescenti, “forze nuove” del partito.

Il corteo, autorizzato dalla questura di Catania, aveva come titolo: “Stop immigrazione, fermiamo l’invasione!”

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Forza Nuova lancia chiaro il proprio messaggio e in un comunicato Stampa afferma:

“L’operazione “Mare Nostrum” è una mostruosità che sta sperperando solo in questi mesi 100 milioni di euro per agevolare l’invasione incontrollata della Sicilia e di tutta Italia, chi la ha concepita e la sostiene è un nemico della Patria ed andrebbe messo al muro per alto tradimento .
Basta solo pensare quanti aiuti, opere pubbliche ed infrastrutture potevano essere costruite in Africa con quei soldi ( 100 milioni di euro) e che invece sono utilizzati per alimentare disperazione, diffusione di mugiati politici” perché questa eventuale qualifica potrebbe essere applicata forse al 5% di questi immigrati clandestini che giornalmente sbarcano sulle nostre coste”.

Partito alle 18 di Sabato da Piazza Roma, tra polemiche e critiche, il corteo del movimento nazionalista ha sfilato per la Via Etnea di Catania accompagnato dagli sguardi perplessi dei passanti.

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Attività illegali come lo spaccio di droga, lo sfruttamento della prostituzione e l’evasione fiscale, diventano così opera, da quanto si legge nel testo della protesta, dell’immigrazione clandestina.

Il clima respirato ieri al corteo era surreale, quasi paranormale, da film post-apocalittico: per due ore, infatti, sono riemersi vecchi fantasmi dall’oltretomba, di un’Italia che non c’è più da un pezzo.

Tra le bandiere del movimento sventolate in strada spicca, infatti, anche una croce celtica: fortuna che, almeno stavolta, le camicie fossero bianche.

Le  Forze dell’ordine presenti al corteo e  alcuni esponenti del partito, hanno invitato i passanti ad allontanarsi e mettere giù le macchine fotografiche.

Tra i presenti anche una minoranza di bambini e ragazzi, adolescenti ad urlare contro chi ha un diverso colore di pelle al ritmo di “boia chi molla”.

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Tra le espressioni “smarrite” dei cittadini che, in un sabato pomeriggio, avrebbero voluto godersi una passeggiata in centro, il corteo si avvia alla fine.

Un episodio divertente, in conclusione: in Via Umberto, punto d’arrivo della manifestazione, un’anziana signora si è affacciata e ha buttato giù un secchio d’acqua. Forse può servire ad alcuni a rinfrescare le proprie idee.

Ma intanto il Sindaco di Catania Enzo Bianco, commentando la manifestazione di Forza nuova contro i migranti, ha detto:

“Quello dell’immigrazione è un dramma e non un’invasione, le manifestazioni di ispirazione xenofoba rappresentano la maniera peggiore di rispondere alla catastrofe umanitaria che si sta consumando tra le due sponde del Mediterraneo”.

“Catania – ha aggiunto Bianco – è la città dell’accoglienza, dell’integrazione, del confronto tra diverse culture provenienti da tutto il Mediterraneo. La città che non si è mai tirata indietro nel momento del bisogno, durante gli sbarchi sul nostro territorio, con momenti tragici come la morte di bambini, donne e uomini che hanno attraversato il mare per cercare una vita migliore e giusta. Catania ha voluto dare il suo ultimo saluto a queste vittime innocenti con i funerali interreligiosi del 28 maggio scorso”.

“Per tutte queste ragioni – ha concluso Bianco – non possiamo accettare manifestazioni razziste e xenofobe.

Catania promuove la cultura della solidarietà e della tolleranza ed è orgogliosa di aiutare, in sinergia con le autorità nazionali e locali, chi fugge dalla fame e dalle guerre”.

Ma intanto il corteo continuava in via Etnea…

La Lega della terra costola di Forza nuova Il “dialogo” con gli enti locali, gli uomini, i programmi e le amministrative di maggio Redazione – Osservatorio democratico – 09/05/2014

Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova, così si esprimeva il 23 settembre 2013 a Legnago in provincia di Verona: «In Italia moltissimi sono tornati a coltivare il proprio orto, hanno preso dallo zio o dal nonno quello che aveva e se lo stanno iniziando a gestire. C’è una vera e propria rivoluzione in atto». Visto che «l’Italia va verso il baratro», affermava, «l’unica possibilità è il ritorno alla terra». Però ci vuole «una forza politica che spinge questa rivoluzione». Questa forza, aggiungeva Fiore, è la Lega della Terra, a cui prevedeva uno «sviluppo importante».
Nei mesi seguenti la Lega della terra, nata da una costola di Forza Nuova, ha fiancheggiato il movimento “9 dicembre”, che aveva in programma di «fermare l’Italia», insieme ai Forconi e ai Comitati Agricoli di Danilo Calvani (quello che voleva cacciare Presidente della Repubblica e Parlamento e dare «tutto il potere ai militari»). Daniele Spairani, già coordinatore di Forza nuova della Provincia di Pavia e presidente della Lega stessa, nell’occasione dichiarava orgogliosamente che «nessuno tra coloro che scenderà in strada il 9 dicembre, ha le idee così chiare come le nostre per il rilancio e la valorizzazione dell’agricoltura italiana». E citava a dimostrazione di ciò il proprio Piano Agricolo Nazionale, che a suo dire era l’unico progetto organico esistente nel nostro paese.
Il movimento “9 dicembre” in effetti è andato come è andato, ma la Lega della Terra ha sviluppato la sua attività. Nel marzo del 2014 si è costituita come Federazione nell’ambito del Sicel (Sindacato italiano – confederazione europea del lavoro), con presidente il già citato Daniele Spairani. Il Sicel è un sindacato che si autodefinisce «rivoluzionario ma soprattutto libero», che «si riserva di utilizzare tutti i mezzi di lotta sindacale (convenzionali e non) per il raggiungimento dei propri obbiettivi e per tutelare tutti i lavoratori». Al suo vertice, come segretario, Dario Miccheli. Sulle sue pagine di Facebook costui si scaglia contro l’immigrazione portatrice dell’ebola e ospita appelli per ricostruire un movimento «di opposizione di stampo nazional-popolare, identitario, tradizionale e sociale che rialzi la bandiera della Destra politica». Una proposta «che sia tra la gente e con la gente, andando a prendere posto nella politica sindacale che oramai la triplice e la Ugl hanno abbandonato. Una nuova unione politico-sindacale solo di destra, solo sociale». Ma il Sicel firma anche insieme alla Lega della Terra una specie di manifesto in cui si preconizza il «Ritorno al Borgo»: un luogo in cui si possa ricreare «un tessuto sociale, che va dal mondo degli artigiani a quello dei laureati in materie applicabili alla agromensia e a quello zoologico». Una «opportunità per tutti quelli che vogliano aprire attività commerciali che diventeranno necessarie per i nuovi insediati, come il barbiere, il macellaio, ecc.». Insomma, «tutte le arti e i mestieri». Secondo la più “autentica” e “organica” tradizione italiana. E a valorizzare tutto ciò che è “italiano” si dedica in effetti la Lega della Terra. Lo fa con un linguaggio, dei toni e delle immagini che vogliono essere tanto tranquillizzanti quanto suggestive, anche per occultare la propria origine. In questa veste “schiettamente e sanamente rurale” si dà un gran daffare a intavolare rapporti con gli enti locali, un po’ in tutta la penisola, proponendo tra l’altro un marchio d’origine dei prodotti locali agricoli (DeCo), perché, come afferma Nicola Gozzoli, vicepresidente e fondatore della Lega, «la rinascita economica parte dai Comuni». Così a Maser (Treviso) discute dei propri programmi con il Comune e a San Nicandro Garganico (Foggia) partecipa a un incontro con gli esponenti del locale Partito Democratico presso la sede del partito stesso. Per allacciare queste relazioni si presenta con una “Lettera aperta” «a tutte quelle amministrazioni che credono fermamente nell’agricoltura e al fatto che essa possa rappresentare lo strumento più idoneo ad affrontare la crisi e a superarla». Non per nulla, afferma, è stata «premiata nel 2013 come associazione agricola dell’anno» per i suoi meriti nella tutela del Made in Italy.
Con questa faccia “rispettabile” sta anche partecipando alla campagna elettorale delle amministrative del prossimo maggio. A Piadena (CR) Annamaria Panzeri, candidata a sindaco per Forza Nuova, prendendo posizione sul piano di rilancio agricolo, ha proposto non a caso l’attuazione del marchio di origine comunale dei prodotti studiato dalla Lega della Terra. Il che suona come una vera e propria sfida, visto che Piadena è la sede della Lega di Cultura fondata e animata per tanti anni da Mario Lodi. A Pavia, Mauro Manfrinato, candidato sindaco con la lista Ricostruire Pavia, dal canto suo, posta Bella Ciao dei Modena City Ramblers e subito sotto aggiunge: «Beh, che male c’è se ho letto il Mein Kampf?». Nel suo programma la riapertura delle case chiuse e l’introduzione della moneta pavese. Nella sua squadra compare anche il presidente della Lega della Terra, Daniele Spairani, che in un suo post spiega che «il Fascismo fu grande perché rappresentò la novità e la rottura degli schemi, proiettandosi cioè verso il futuro», prendendosela con l’antifascismo che «continua ad imperversare impunemente nel tessuto sociale, rendendolo insano e caotico». Tifa per lui Nicola Gozzoli, vicepresidente dell’associazione stessa. A Gemona del Friuli, invece, si presenta come candidato sindaco tale Dino Cargnelutti, col sostegno di Terra Domani, gruppo civico nato in seno alla Lega della Terra. In effetti il suo programma amministrativo ricalca esplicitamente quello della Lega della Terra, per uno sviluppo economico sostenibile, la filiera corta per i produttori locali e l’approvazione del progetto De.Co. Dino Cargnelutti ha militato in Forza Nuova e ne La Destra, ma non disdegna di dichiarare anche affinità di pensiero con la Lega Nord. Nella sua squadra figura Dario Calligaro che della Lega della Terra è responsabile della comunicazione. A sostenere la sua campagna elettorale a Gemona nei giorni scorsi si è anche presentato Gabriele Leccisi, vicesegretario del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, figlio di un padre orgogliosamente rivendicato, Domenico Leccisi, repubblichino, colui che nel 1946 trafugò la salma di Mussolini dal cimitero di Musocco a Milano.
A questo punto, le “sane tradizioni” della Lega della Terra sono chiare. Resta da osservare che il suo nome non è altro che la traduzione letterale di Landbund, il partito agrario tedesco che appoggiò l’ascesa di Adolf Hitler, ma anche ricordare che le immagini idilliache della campagna che sfornano sui suoi siti sono le stesse che illustravano il mito della ruralità nel nazismo, incentrata sul legame fra Suolo e Sangue, Blut und blund, secondo l’ecologia ariana e razzista teorizzata da Walther Darré.
È bene che lo tengano presente tutti coloro che, nelle amministrazioni locali, anche democratiche, si prestano a dialogare con loro sul “ritorno alla terra” e sulla “rinascita del borgo”.

Fantocci e volantini Fn contro Kyenge

Fantocci e volantini Fn contro KyengeAltro caso di razzismo firmato Forza Nuova. Tre fantocci ricoperti di vernice rossa sono stati trovati a pochi passi dall’ingresso del museo archeologico San Nicola, ad Agrigento. I fantocci sono ricoperti da volantini firmati ‘Forza Nuova’, indirizzati al ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. Si legge: “L’immigrazione uccide. No ius soli. Kyenge dimettiti”. Al museo, nel pomeriggio, si è tenuta la consegna del trentasettesimo premio “Telamone per la pace”, che quest’anno è stato assegnato proprio al ministro.

Pestaggi e raid squadristi, è il “Bangla tour” “Così l’ultradestra va a caccia di immigrati” da: repubblica.it roma

Da Torpignattara al Casilino, spedizioni di militanti contro i bengalesi. “Siamo camerati ed è nostro dovere combattere i clandestini con questi massacri”

di FEDERICA ANGELI e GIUSEPPE SCARPA

“Dai andiamoci a fare un bengalino”. Inizia così il gioco degli adolescenti della destra romana. Partire in squadre, al grido di “Camerata della destra romana, azione”, per andare a massacrare di botte uno straniero. Il ciak di un film surreale che ha ormai centinaia di proseliti, si chiama “Bangla Tour” e comincia davanti alle sedi di Forza Nuova. Una di queste si trova all’Appio, ai civici 52 e 54 di via Lidia.

È da lì che le baby squadre partono “per sconfiggere il nemico”, ovvero lo straniero, ovvero in bengalese, soggetto che, a dire dei sedicenni patecipanti, è perfetto per le spedizioni punitive. Perfetto perché non reagisce e non denuncia. Perfetto perché incarna l’immigrato debole su cui si può infierire senza timore di essere perseguiti. Quindi, con l’adrenalina a mille, si lascia la sede di Forza Nuova tappezzata da bandiere con croci celtiche e da poster inneggianti il Duce, si sale tutti insieme in una macchina, dove l’unico maggiorenne è colui che guida, si scegli il quartiere dove andare a fare il raid  –  Torpignattara, Casilino, Prenestino, Acqua Bullicante, zone dove la comunità del Bangladesh ha la sua più alta concentrazione  –  e una volta individuato il soggetto, si passa all’azione. Un pestaggio “terapeutico” e “ideologico”. Un massacro che “ti scarica i nervi e la tensione” e che racchiude un credo, quello di combattere l’immigrazione.

“Noi siamo camerata e combattiamo l’immigrazione clandestina”, non hanno neanche tentato di giustificarsi i due giovani che sono stati fermati dalla polizia dopo il colpo. Quel “Bangla Tour” per cui sono stati arrestati e processati un diciannovenne e un sedicenne iniziò una notte di maggio. Non era il primo e forse non sarebbe stato l’ultimo se uno dei due “camerata” non avesse smarrito, dopo il pestaggio di un minorenne del Bangladesh finito in ospedale col labbro e il sopracciglio spaccati, il proprio cellulare. La notte del 18 maggio infatti in via Oddi una testimone vide tutto dal suo balcone: i ragazzi che chiesero d’accendere al bengalese, lui che cercò l’accendino nella tasca e i due che lo scaraventarono a terra picchiandolo a sangue e con una violenza inaudita. Il minorenne massacrato, pensando a un pestaggio a scopo di rapina anche se mentre le prendeva di santa ragione venne insultato per il colore della sua pelle, tirò fuori il suo cellulare mentre tentava di ripararsi dai colpi e lo consegnò. Ennesimo segno di una resa incondizionata.

I due lo presero, per poi gettarlo nel primo cassonetto. Non era un bottino quello che volevano. Era picchiare il “bengalino” il loro scopo. Peccato però che nella fuga persero il loro cellulare che fu ritrovato appunto dalla polizia, avvertita dalla testimone. Rintracciati nel quartiere i ragazzi coi vestiti sporchi di sangue furono portati in commissariato. “Dietro queste spedizioni punitive  ha dichiarato l’avvocato Massimiliano Scaringella, difensore del sedicenne romano  –  a mio avviso c’è un vero e proprio indottrinamento. Il mio assistito rispondeva alle mie domande come un invasato. Picchiare i bengalesi per lui non era solo un modo per divertirsi, mi spiegò, ma era una vera e propria crociata, una battaglia che doveva combattere a tutti i costi. Qualcuno, più grande di lui, lo aveva attirato a frequentare la sede di Forza Nuova e l’idea che mi sono fatto è che il Bangla Tour fosse una sorta di iniziazione per essere accettato nel gruppo. Ma su di lui, sono certo, c’è stato un vero e proprio lavaggio del cervello. Ritengo sia una vittima inconsapevole di un sistema che tende comunque ad approfittarsi dei più

deboli. Ora il ragazzo, grazie all’affetto e all’impegno della famiglia, sta uscendo, con fatica, dall’incubo in cui era finito”.

La caccia al bengalese per il sedicenne arrestato è finita con un percorso di riabilitazione psicologica. Per gli altri continua al grido di “camerata, azione”. Come nella brutta copia di una pellicola già vista che, ciclicamente, torna in voga, con buona pace di chi, per paura e per debolezza, non sporge mai denuncia.