giovedì 13 ottobre, alle 16,30, alla biblioteca “V. Bellini”

13 ottobre 2016 2giovedì 13 ottobre, alle 16,30, alla biblioteca “V. Bellini” di  via Antonino di Sangiuliano,  307  si parlerà del libro di Guglielmo Manitta, “L’eruzione dell’Etna del 1879, problema dell’Italia unita” con Sonia Calvari (Dirigente di ricerca, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Catania) e Giuseppe Manitta
(Direttore editoriale de Il Convivio Editore).

Niscemi, inizia il campeggio No MUOS da: argo catania

manifestazione NOMUOSNiscemi ritorna al centro dell’attenzione nazionale. Dal 6 al 12 agosto, infatti, in contrada Ulmo, si svolgerà il Campeggio No Muos, ricco di dibattiti e iniziative (come si può leggere nel programma ufficiale che pubblichiamo in fondo all’articolo).

Il corteo di sabato 9 (in allegato l’appello per aderire) dovrebbe rappresentare, secondo gli organizzatori (il Coordinamento Regionale dei Comitati) l’ennesima manifestazione con la quale verrà ribadito il no popolare all’utilizzo delle “parabole della morte”, visto che l’installazione è stata sostanzialmente completata.

L’anno scorso, caso sostanzialmente unico nel nostro Paese, una parte del corteo entrò all’interno della base per “riportare a casa” alcuni attivisti che avevano passato la notte su alcune delle 41 antenne NRTF presenti nella base.

Probabilmente, per evitare altre azioni ‘eclatanti’ è iniziata una ‘campagna di dissuasione’. Qualcuno potrebbe definirla, addirittura, una campagna di odio, che, evidentemente, ha fatto proseliti.

Infatti, nel pomeriggio di sabato 2 agosto, alla luce del sole, il Presidio permanente No MUOS di Niscemi è stato saccheggiato; ogni oggetto e suppellettile presente dentro la baracca è stato distrutto o reso inservibile.

Un gesto vandalico che segue le denunce e le multe salate comminate (come già applicato contro i No Tav) a chi ha ostacolato i lavori di installazione e, infine, il divieto di dimora per 29 attivisti, provenienti da varie parti dell’Isola, protagonisti insieme con migliaia di altri cittadini, della ricordata ‘invasione della base’ e della manifestazione del 25 aprile 2014, quando, dopo aver tagliato la rete di recinzione, venne restituito agli abitanti di Niscemi un pozzo di acqua inglobato nel territorio della base.

Un provvedimento, quest’ultimo, contestato Nello Papandrea, Goffredo D'Antona e Paola Ottaviano, avvocati dei coordinamenti No Muosda Goffredo D’Antona, Paola Ottaviano e Nello Papandrea (avvocati del Coordinamento) che ricordano che il MUOS “è un qualcosa che nei prossimi mesi potrebbe essere definito illegittimo se non addirittura illecito dai Giudici amministrativi e da quelli penali questo è un aspetto che passa troppo spesso in secondo ordine”.

Gli avvocati ricordano ancora che “il MUOS è ubicato in un area protetta, ma di questo non è mai importato a nessuno. Prova ne sia che dal 1991 questa splendida sughereta è stata massacrata e violentata dagli americani, nel silenzio di troppi”.

Veniamo, così, all’ultimo assurdo divieto: il corteo non potrà attraversare la sughereta. La motivazione? Potrebbe turbare l’equilibrio ecologico del territorio.

Avete letto bene, stiamo parlando dello stesso territorio nel quale è ubicata la base, evidentemente quest’ultima è ‘ a basso’ o ‘nullo’ impatto ambientale.

Di fronte a tutto ciò il Coordinamento regionale dei Comitati No MUOS ribadisce che il movimento ha “il dovere di rispondere adeguatamente, di continuare la battaglia, di organizzare al meglio il campeggio di lotta dal 6 al 12 agosto e la manifestazione di giorno 9.

Ogni atto repressivo, ogni provocazione, ogni intimidazione ci conferma di essere nel giusto e ci rafforza nella convinzione di portare sino in fondo questa lotta, fino allo smantellamento del MUOS e della base NRTF, per una Sicilia senza basi di morte, per un mondo senza guerra”.

Ecco IL PROGRAMMA DEL CAMPEGGIO NO MUOS

6/8
ore 18, Apertura del campeggio
ore 20,30, Cena sociale (a cura de Lotto con l’Orto)
ore 22,30, Festa di accoglienza: Dj Set

7/8
ore 9, volantinaggio nel paese (mercato ecc.)
ore 11, assemblea dei gruppi di lavoro (accoglienza, informazione, cucine, campeggio, eventi)
ore 13, pranzo sociale
ore 16, Assemblea di lavoro del campeggio
ore 17, Incontro dibattito servitù militari /fronti d guerra + forum Palestina
ore 20,30 cena sociale
ore 21,30 Concerto
dalle 24 “fuori onda”

8/8
Ore 11, Assemblea dei gruppi di lavoro
ore 13 pranzo sociale
ore 16, assemblea di campeggio
ore 17,30, Assemblea delle realtà impegnate nelle lotte territoriali
ore 20,30, cena sociale
ore 22,30, spettacolo Soc Italia
ore 24, “fuori onda”: proiezione alle reti della base

9/8
Ore 10, assemblea dei gruppi di lavoro
ore 11, assemblea di campeggio
ore 12/14 pranzo sociale
ore 14,30, Concentramento manifestazione
Festa serale

10/8 Ore 12, sede coordinamento Niscemi: conferenza stampa e volantinaggio in paese
ore 12, pranzo sociale (a cura del comitato di Ragusa)
ore 16, assemblea di campeggio
ore 17, niscemi, zona Trappeto, iniziativa su questioni di genere
ore 20,30, cena sociale (a cura del comitato di Ragusa)
ore 22, Spettacolo sulla Palestina – segue concerto
dalle 24, “fuori onda”

11/8
Ore 11, Assemblea gruppi di lavoro
ore 13 pranzo sociale
ore 16, assemblea di campeggio
ore 17,30, dibattito sulle prospettive del movimento
ore 20,30, cena sociale
ore 21,30 With Love Festival con sorteggio (riffa del comitato di Palermo)

12/8 Ore 13, pranzo di chiusura del campeggio.

Mercoledì 23 aprile 2014 – ore 17.00- Biblioteche Riunite “Civica” e “A. Ursino Recupero-Giornata Mondiale del Libro

Mercoledì 23 aprile 2014 – ore 17.00

Giornata Mondiale del Libro
(UNESCO)
Rassegna “Maggio dei Libri 2014”
(Centro per il Libro e la Lettura)
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Biblioteche Riunite “Civica” e “A. Ursino Recupero”
Tel. 095.316883 – email: biblct@virgilio.it
(via Biblioteca N° 13 – Catania)

Presentazione del libro:

DOPO IL DILUVIO
Sommario dell’Italia contemporanea

A cura di Salvatore Silvano Nigro (Sellerio Editore)

con:
– Antonio Di Grado
– Massimo Maugeri
– Salvatore Silvano Nigro

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Il ritratto del nostro Paese affidato a trenta scrittori italiani, fra gli altri: Moravia, Piovene, Carlo Levi, Soldati, Savinio, Ungaretti, Noventa, Palazzeschi, Emilio Cecchi, Zavattini, Bernari, Bigiaretti. Ognuno di loro venne incaricato di redigere una voce – città, chiesa, borghesia, teatro, musica, paesaggio, contadini etc. – e di svilupparla a suo piacimento dal punto di vista letterario. Ne venne fuori un autentico sommario, una testimonianza dell’Italia dell’immediato dopoguerra scritta ancora a caldo, sotto l’impressione dell’orrore del conflitto mondiale e la coscienza della ritrovata libertà.

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L’Italia dopo il diluvio Una radiografia del Paese fatta da 31 letterati nel 1947: ma sembra scritta oggi

Un «sommario dell’Italia contemporanea», intitolato Dopo il diluvio e pubblicato nel 1947 da Garzanti, viene riproposto ora da Sellerio, a cura di Salvatore Silvano Nigro, che ne ricostruisce la travagliata vicenda editoriale. Il libro raccoglie ben 31 voci scritte da altrettanti letterati, da Palazzeschi a Savinio, passando per nomi oggi pressoché dimenticati. Il proposito era, secondo il suo curatore originario Dino Terra, quello di disegnare «i tratti, la fisionomia, le qualità di una nazione smarrita» dopo il diluvio fascista: un documento radiografico del Paese all’indomani della guerra. C’è di tutto: la città, il mare, lo Stato, il linguaggio, i partiti, le autonomie regionali, gli operai, il teatro… Non sempre l’obiettivo è centrato. Alcuni argomenti vengono presi sottogamba e trattati in modo troppo vago e astratto, non all’altezza del compito assegnato (Soldati sulla libertà, Bontempelli sulla musica, Zavattini sul cinema…). Quel che colpisce è che molte delle lacune che si avvertivano allora sono rimaste tali quasi settant?anni dopo. E quanti auspici si potrebbero sottoscrivere con la stessa convinzione. Vedi, per esempio, alla voce «Città», autore Carlo Levi: «Un piano regolatore è insieme un’opera di critica storica, di previsione politica, di creazione sociale e di critica artistica. Partendo dai bisogni attuali e regolandoli, si pone un’ipoteca sull’avvenire». L’avvenire delle città «regolate» deve ancora realizzarsi. O vedi alla voce «Regioni», dove il vecchio saggista e narratore Bonaventura Tecchi (che era stato compagno di prigionia di Gadda nella Grande Guerra) si poneva domande su cui ancora ci interroghiamo: «Quali rapporti delle regioni con lo Stato centrale…?». Arrivando poi a ipotizzare che le Province si trasformassero in un «consorzio provinciale dei Comuni», senza nascondere il timore eterno di «una nuova rete di uffici e di burocrati, di permessi e di divieti». Ma il più lucido è Alberto Moravia, che ebbe il compito di compilare la voce «Borghesia» e ne fece una diagnosi impietosa, definendola «al tempo stesso superficiale e tetra», così come superficiale e tetro era stato il costume morale del Ventennio. Diversamente da quel che era in altri Paesi e da ciò che fu in Italia dal Trecento fin verso il Settecento (il Decameron «è il libro fondamentale per comprendere questa borghesia»), la borghesia attuale aveva, per Moravia, «una rozza e volgare maniera di intendere il fatto etico», una «edonistica e vegetativa indifferenza» per la società. In Italia, diceva Moravia, «le professioni prevalgono sulla società», cioè l’interesse privato sul senso della collettività. Per questo, secondo lui, la borghesia aveva davanti due vie per il futuro: l’una era la via della libertà, «libertà dal proprio interesse» che si ottiene con una «paziente educazione politica»; l’altra era il ritorno al fascismo (intendendosi per fascismo non necessariamente dittatura o parate in camicia nera). Insomma, nonostante gli anni trascorsi, sembra che il diluvio sia appena finito. ©

(Paolo Stefano – Corriere della sera)

Mostra “donne & mafie”. Catania 15 dicembre – 15 gennaio

Mostra “donne & mafie”. Catania 15 dicembre – 15 gennaio

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15 dicembre – 15 gennaio 2013

Palazzo della Cultura Catania

 

 

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mostra a cura di Rita Margaira e Laura Noce

 

La narrazione del ruolo che tante donne hanno avuto in questi anni nella lotta alla mafia e per la legalità, ma anche il ruolo assunto da altre donne che delle organizzazioni mafiose sono state e sono protagoniste.

Una mostra voluta dall’UDI, offerta alla riflessione della città e delle sue scuole con la consapevolezza che la lotta alla mafia e ai modelli di relazione personale e sociali fondati sulla violenza che essa propone, ha costituito e costituisce terreno prioritario della nostra azione.

La mostra è stata organizzata insieme al Comune e alla Provincia Regionale di Catania.

 

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

 

mercoledì 11 dicembre ore 10.30 – Sala Giunta del Comune di Catania

 

INAUGURAZIONE

 

domenica 15 dicembre ore 10.30

 

INTERVENGONO

 

Enzo Bianco, Sindaco di Catania

Orazio Licandro, Assessore ai Saperi e alla Bellezza Condivisa

Adriana Laudani, UDI Catania

Antonella Liotta, Commissaria Straordinaria Provincia di Catania

 

GUIDE ALLA MOSTRA

 

guideranno alla mostra le donne dell’UDI e le principali associazioni impegnate nella lotta alla mafia quali:

Associazione delle Donne Siciliane Contro la Mafia – Addio Pizzo – Associazioni Antimafie Rita Atria – Casablanca – Centro Siciliano Di Documentazione Giuseppe Impastato – Fondazione Giuseppe Fava – I Siciliani giovani – Libera.

 

GUIDA AI PANNELLI DI TOPONOMASTICA FEMMINILE

 

Le alunne e gli alunni del liceo G.B. Vaccarini

Un anno di presidio permanente in contrada Ulmo a Niscemi

Per una resistenza popolare permanente contro il Muos e le 46 antenne

Per la smilitarizzazione della Sicilia e del Mediterraneo

Dal 22 novembre 2012 , dopo il successo della prima manifestazione nazionale NoMuos del 6 ottobre, i comitati e gli attivisti NoMuos hanno iniziato un’ininterrotta presenza di monitoraggio e di azioni dirette per bloccare il lavori di costruzione dell’ecoMUOStro .

In questi intensi mesi di lotta la partecipazione popolare è cresciuta , nonostante la crescente repressione ed i violenti sgomberi dei blocchi : dalla grande manifestazione del 30 marzo alla riuscita dello sciopero generale autorganizzato a Niscemi il 31 maggio, fino al 9 agosto con l’ingresso di migliaia di persone dentro la base della morte per liberare i 10 attivisti NoMuos, che erano saliti sulle antenne NRTF. Soprattutto dopo l’arrivo delle autogru della ditta COMINA di Belpasso l’11 gennaio si sono moltiplicati i blocchi ( che hanno visto la partecipazione, oltre degli attivisti dei comitati, delle mamme NoMuos) per praticare la revoca dal basso dei lavori. Contemporaneamente sul piano legale ci si batte nelle sedi giudiziarie, su quello scientifico si smontano gli studi pseudo-indipendenti dell’ Istituto Superiore di Sanità e su quello parlamentare si è presentata una nostra proposta di mozione: tutto ciò dimostra che il movimento sta costruendo solide radici , e non solo a Niscemi ,come dimostra la presenza dei comitati NoMuos nel resto d’Italia e la partecipazione alle manifestazioni di lotta contro il governo dell’austerità e della guerra a Roma il 18 e 19 ottobre,ma deve ulteriormente rafforzare la sua capacità di mobilitazione popolare. Oramai tanti falsi amici (passato il periodo elettorale) hanno gettato la maschera, non bastano più le petizioni e le chiacchiere.

Nello scorso fine settimana siamo stati protagonisti dell’occupazione dell’assessorato al Territorio a Palermo, delle contestazioni a Crocetta a Gela ed a Forza Nuova a Pozzallo contro una manifestazione razzista, domenica scorsa sempre a Pozzallo si è tenuta una manifestazione interetnica con numerosi migranti; la progettualità di lotta del movimento NoMuos si sta estendendo oltre alla smilitarizzazione dei nostri territori, anche alla lotta per la chiusura delle galere etniche ed alla solidarietà attiva ai migranti.

Ad un anno dall’inizio del presidio permanente, prezioso laboratorio di democrazia diretta e di rapporti umani (con le fisiologiche luci ed ombre), tutto il movimento NoMuos deve riprendere le iniziative di lotta nella Sughereta ed a Niscemi (dove tra pochi giorni inaugureremo una sede in via 20 settembre n.36 ) , in vista dell’accelerazione dei lavori di completamento del Muos.

SABATO 23 novembre

 

 

ore 10,30 Passeggiata con mostre e musica

ore 13,00 Pranzo Sociale+Mercatino Sinergico al Presidio

ore 16,00 Assemblea Popolare (P.zza Vittorio Emanuele II)

ore 20,00 Cena Popolare al Presidio

ore 21,00 Concerto

Coordinamento regionale dei comitati NoMuos www.nomuos.info/

Presidio permanente NoMuos c/da Ulmo

 

 

Don Milani e l’insegnamento di Barbiana-Venerdì 20 settembre 2013 aula magna liceo classico Cutelli -Catania

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Comunicato conferenza stampa No Muos Catania

Si è da poco conclusa la conferenza stampa NoMuos alla quale sono intervenuti l’avvocato Sebastiano Papandrea del collegio legale del Coordinamento regionale dei comitati NoMuos , Nino Romeo ed Alfonso Di Stefano del comitato di base NoMuos/NoSigonella. Sono stati esaminati i controversi aspetti giuridici della vicenda Muos e sono state presentate le iniziative in corso con l’occupazione dei Comuni contro la revoca della revoca di Crocetta e la seconda settimana di lotta contro la militarizzazione della Sicilia (5/11 agosto al presidio permanente in c/da Ulmo a Niscemi)), che culminerà l’8 agosto a Comiso , a 30 anni dalle lotte contro gli euromissili ed il 9 a Niscemi con la manifestazione fino alla base Usa per la smilitarizzazione della Sughereta.

Ct 3/8/2013 Comitato di base NoMuos/NoSigonella

http://www.nomuos.info/comunicato-conferenza-stampa-indetta-dal-comitato-di-base-nomuosnosigonella/

 http://www.nomuos.info/mobilitazione-manifestazione/

12 luglio 2013 ore 17 aula magna scienze politiche Catania- convegno: Sicilia 1943 -Stragi alleate e tedesche nell’isola

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Luglio 1943: “Momento di liberazione per la nostra terra” da: cgilct.it

CGIL CATANIA – Dibattito nel Salone “Russo” di Via Crociferi, tra sindacato e Anpi, sullo sbarco ’43 in Sicilia. Presenti all’incontro il segretario generale della Cgil Angelo Villari, la segretaria confederale Pina Palella, Santina Sconza presidente provinciale Anpi Catania, Giuseppe Mazzaglia componente commissione culturale provinciale Anpi Catania
“Vogliamo rimarcare con forza il nostro credo storico”
Guardare e riguardare con lucidità alla storia significa anche leggere con rispetto i valori della democrazia. La Camera del lavoro di Catania non solo non si sottrae al dibattito di questi giorni sullo sbarco degli americani nel luglio del 1943, ma tiene a ricordare ai cittadini catanesi un preciso messaggio che travalica tutte le complessità e le eventuali contraddizioni di quell’evento: si tratta di una della pagine più importanti della seconda guerra mondiale. Che per il sindacato è stata, ed è ancora, anche la fine di una dittatura durata venti anni. Per la Cgil il fascismo è stato annichilimento delle libertà politiche, civili, e dunque anche sindacali.
Tra dibattito, confronto ed esigenza di non dimenticare, stamattina in via Crociferi si è tenuto un breve dibattito tra sindacato e Anpi, l’associazione dei partigiani. Presenti all’incontro il segretario generale della Cgil Angelo Villari, la segretaria confederale Pina Palella, Santina Sconza presidente provinciale Anpi Catania, Giuseppe Mazzaglia componente commissione culturale provinciale Anpi Catania. All’incontro sono intervenuti anche Nino Milazzo, giornalista (che ha ricordato il duro ma bellissimo episodio della sua gioventù, quando in quegli anni rischiò di morire tra Valdagno e Collecchio, in un clima di vera e propria guerra civile) , e il ricercatore e storico dell’Università di Catania, Tino Vittorio, che ha posto l’accento sui tanto storicamente dibattuti rapporti tra mafia e sbarco degli alleati.
Per la Cgil di Catania, come sottolineato da Villari, “È stata la politica economica fascista a aggravare in maniera decisiva il divario economico tra nord e sud del Paese. E rispetto alla nostra regione, sono state proprio le scelte del regime a deprimere i settori più dinamici del nostro sistema produttivo, favorendo invece il blocco agrario e latifondista. Non bisogna dimenticare, poi, che gli ultimi anni del regime sono stati caratterizzati da un’evidente ostilità verso l’isola, tanto da giustificare, nel 1941, l’allontanamento dalla Sicilia di un migliaio di funzionari pubblici perché siciliani, e in quanto tali ritenuti sospetti e poco affidabili” . Per Villari non è solo una questione di date e di valutazioni coniugate al passato. “Questa parabola discendente è culminata con la guerra, con l’allineamento al nazismo, con l’affermazione di un progetto bellicista, espansionista, totalitario che ha avuto nell’olocausto la sua più drammatica espressione. Per queste ragioni il luglio 1943 è stato un momento di liberazione per la nostra terra. Ha segnato uno spartiacque, l’inizio di una nuova tappa per la nostra regione e poi per il nostro Paese. L’operazione Husky è stata certamente una pagina drammatica, nel contesto di una guerra dall’illimitata violenza, che non ha fatto differenza tra civili e militari e che ha causato 50 milioni di morti. E anche in Sicilia ci sono stati gravi fatti di sangue che hanno avuto per protagonisti tedeschi e truppe alleate. Il conflitto in terra siciliana è stato violento, aspro, caotico e paradossale”. Secondo il sindacato è dunque saggio lasciare agli storici la narrazione di queste vicende, il coglierne difficoltà di lettura e aggiornamenti nel corso dei decenni. “Vogliamo rimarcare con forza il nostro credo storico, la nostra posizione, anche se nessuno vuole negare gli effetti di certe scelte che produssero una democrazia imperfetta, a tratti malata”, conclude il segretario generale. E aggiunge Pina Palella: “Ci auguriamo che le istituzioni stimolino la ricerca finanziandola a dovere, creando rapporti virtuosi e costanti tra istituzioni museali e ricercatori, sfruttandone il lavoro e le conoscenze per fare buona divulgazione. Perché non esiste una «storiografia ufficiale» ̶ come qualcuno dice ̶; esiste solo la buona storia, fatta di documenti, fonti e metodo scientifico. Una storiografia che dibatte e si confronta. Non stiamo pensando ad un “turismo” storico, ma ad una maggiore conoscenza di ciò che accadde in quegli anni nella nostra terra a partire dai luoghi. Una chiave che potrebbe rivelarsi interessante per la cultura stessa del territorio”.
 Ma c’è un’altra ricorrenza che cade proprio in questi giorni, che la Cgil ha voluto con forza commemorare oggi. Proprio l’8 luglio 1960 un ventenne di Agira, Salvatore Novembre, disoccupato edile, arrivò a Catania per cercare un lavoro. Quel giorno in città era in corso una manifestazione che seguiva ai fatti di Genova, Reggio Emilia, Licata, Palermo, centri dove si erano verificati durissimi scontri di piazza, con morti e feriti, contro il governo Tambroni e il congresso del Movimento Sociale Italiano che doveva tenersi a Genova. La sera, coinvolto nella manifestazione, il giovane fu ucciso dai colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia. I suoi funerali scatenarono una grande manifestazione popolare a Catania il 13 luglio a cui parteciparono decine di migliaia di persone.
 “Chiederemo all’amministrazione comunale di ricordare Novembre dedicandogli una targa che non ne disperda la memoria”, ha voluto sottolineare la Sconza, riprendendo l’analoga richiesta già avanzata ufficialmente dalla Cgil in occasione del sessantesimo anniversario di quei fatti. La presidente dell’ Anpi, in coerenza con i temi legati alla democrazia e ai valori di libertà, non ha mancato di ricordare come in questi giorni il Parlamento stia per modificare l’articolo 138 della Costituzione (sulla leggi di revisione della Costituzione stessa).
 
RMDN

Ultimo aggiornamento Lunedì 08 Luglio 2013 21:31

Catania Pride, in forse la presenza di Bianco Caloggero: «Sfilata dedicata all’Hiv» da: ctzen

 

 

E’ tutto pronto per l’edizione 2013 della giornata dell’orgoglio omosessuale e transessuale. Che quest’anno, per la prima volta, avrà un tema specifico: la salute e in particolare il mondo sieropositivo. Una sfilata, sabato 29 giugno, preceduta da molti eventi e caratterizzata da colori ed eccentricità. Invitato speciale il neo primo cittadino. «E’ stato possibilista, dipende dalla sua agenda, ma sono convinto che ci sarà», dice  Giovanni Caloggero, presidente dell’Arcigay etnea. Guarda le foto del backstage

 

È tutto pronto per il Catania Pride, la festa dell’orgoglio omosessuale e transessuale che quest’anno,sabato 29 giugno, sarà caratterizzata da un tema. Non più una parata generalista ma, «per la prima volta nella storia dei pride, dedicheremo la nostra sfilata al tema della salute, in particolare al mondo sieropositivo e a tutte quelle persone che lavorano e vivono con questo problema e che sono stigmatizzate per questo», spiega Giovanni Caloggero, presidente di Arcigay Catania. L’evento è organizzato insieme all’associazione Plus, alla Lila «e a tutti quelli che si battono per la difesa dei diritti», continua Caloggero. Con una dedica speciale al popolo turco, «che sta subendo una repressione inaudita, proprio per difendere i diritti».

Una parata a tema, ma sempre colorata e in cui l’eccentricità la fa da padrona. Caratteristica che non è gradita a tutti. «Il nostro è un movimento di liberazione sessuale dove ognuno deve essere libero di apparire come vuole», risponde il presidente dell’Arcigay etnea a chi chiede meno carnascialate e più normalità. «Preferiamo l’eccentricità genuina che l’ipocrisia di chi va in giacca e cravatta e poi è un lestofante», aggiunge. Un concetto reiterato anche sul profilo Facebook del’evento: «Nel 2013 ancora c’è chi, in modo bacchettone, critica i colori e si anche gli eccessi dei Pride – scrivono gli amministratori della pagina – Mentre nulla viene detto in merito al dispiegarsi di un sistema pubblicitario di marketing, dalla vendita del pentolame all’intimo, che regolarmente e sistematicamente fa ricorso alla mercificazione del corpo, maschile e femminile, come norma condivisa. Questo significa cedere a chi ci vorrebbe a propria immagine e somiglianza». E la comunità Lgbt etnea non cede, come dimostrano i colorati scatti del backstage del video di presentazione dell’evento.

E in attesa della parata di sabato 29 – con partenza alle 17.30 da piazza Cavour e arrivo in piazza Vincenzo Bellini – la settimana Pride è ricca di eventi. Il lunedì precedente, alle 19 nel cortile della sede Cgil, avverrà la presentazione del documento politico; martedì e mercoledì l’appuntamento è con l’atteso workshop di Drag King più proiezioni e conferenze; giovedì e venerdì sarà la volta di spettacoli, mostre e presentazioni di libri. Per venerdì sera è prevista la festa di autofinanziamento al Pegaso’s in versione estate.

Al di là delle polemiche sui colori e l’abbigliamento, tutto è pronto per dare inizio al Pride 2013. Compresi gli ospiti. A comunicare la sua presenza è già stato il segretario generale della Cgil etnea Angelo Villari. Mentre un invito importante è stato fatto questa mattina al neo primo cittadino Enzo Bianco. Gli uomini e le donne della comunità Lgbt gli hanno chiesto di presenziare alla conferenza stampa di apertura e di stare con loro sul palco la sera.  «Bianco è stato possibilista, ha detto che dipende tutto dalla sua agenda – racconta Giovanni Caloggero – Ma sono convinto che ci sarà», dice soddisfatto. Una presenza importante, specie dopo le polemiche per l’assenza alla parata romana del neo sindaco Ignazio Marino.

Ma, al contrario della comunità Lgbt della Capitale, nessun riferimento al registro delle unioni civili è stato fatto nell’incontro di oggi con Enzo Bianco. Un tema che non rappresenta una priorità tale da farne il primo argomento di discussione con il nuovo sindaco, secondo il presidente Arcigay. «Non hanno un valore civilistico – spiega – Ma solo dimostrativo che, per quanto valido, non porta a nulla di concreto». Il piano politico su cui intervenire non dovrebbe essere dunque quello comunale, ma quello nazionale. «Solo il Parlamento può deliberare perché i diritti possano essere concreti per tutti e noi questo vogliamo», conclude.

[Foto di Catania Pride]