Ucraina, “Tutto il Gue/Ngl ha votato compatto contro la risoluzione maggioritaria” Autore: redazione da: controlacrisi.org


Circola in rete la notizia secondo cui diversi deputati del GUE/NGL avrebbero votato, il 15 gennaio a Strasburgo, a favore della risoluzione di mozione comune “RC-B8-0008/2015” sull’‪#‎Ucraina‬ (tra questi Barbara Spinelli e alcuni deputati della Linke) o si sarebbero astenuti (Curzio Maltese e SYRIZA). In una nota il Gue/Ngl chiarisce che quella notizia è destituita d’ogni fondamento: il GUE/NGL ha votato compatto contro la risoluzione maggioritaria, radicalmente antirussa. Purtroppo l’approvazione di quella risoluzione non ha permesso al GUE di votare la propria mozione “B8-0027/2015″, che difendeva una linea diametralmente opposta.”La tesi di chi accusa Spinelli e la Linke di appoggio alla mozione maggioritaria rimanda a una pagina del sito indipendente http://www.votewatch.eu. Quella pagina riporta dati corretti, registrando la divisione all’interno del GUE su dei singoli emendamenti alla risoluzione approvata, ma non sulla risoluzione stessa”, si legge nella nota. “Tutti gli emendamenti presentati dal GUE/NGL sono stati bocciati dal Parlamento europeo. Le differenze all’interno di ciascun gruppo parlamentare sugli emendamenti non sono infrequenti, soprattutto quando si discutono argomenti particolarmente drammatici. Ben altra rilevanza avrebbe la divisione sul voto finale, che tuttavia non c’è stata. Ed è bene che non ci sia stata, alla luce dell’offensiva militare che il governo di Kiev ha lanciato in questi giorni nell’Est dell’Ucraina”, conclude la nota GUE/NGL

Giornalismo, l’appello dei redattori di Left per non essere fatti fuori senza colpo ferire Autore: fabio sebastiani da: controlacrisi.org

Il tempo stringe. mercoledì 21 gennaio ci sarà l’asta per la vendita della testata left, l’ultimo tentativo da parte del collettivo, pardon, cooperativa, di non farsi “stampare addosso” un licenziamento sile jobsact. Hanno lanciato in rete una appello per la raccolta dei fondi necessari. Un tentativo disperato ma necessario. Pagina Fb “iosonoleft”. “Se non ce la facciamo vi ridiamo i soldi”, scrivono sui social. Sono molti i giornalisti che hanno aderito. Anche firme importanti del Tg3. Siamo un po’ tutti stufi di questo clima piratesco, a dire la verità. Nel campo dell’editoria in questi mesi, e anni, sta accadendo di tutto. Pensavamo di averne viste abbastanza.

E invece la storia di left, settimanale di area centrosinistra costretto sempre a rinascere dalle sue ceneri, tra mille fotogrammi di sgarri e colpi di mano, ancora ci costringe a riflettere. Una situazione molto ingarbugliata, quella attuale, in cui redazione, testata ed editore viaggiano su binari diversi. Tutto fila liscio finché left, reduce da una crisi precedente, esce come allegato all’Unità. I dolori cominciano con la sospensione delle pubblicazioni. E si amplificano con l’attuale fase politica, che nel centrosinistra, e non solo, rischia di provocare più di qualche movimento tellurico.

Ma non basta perché l’amministratore unico della cooperativa riesce anche a divergere dall’opinione dei soci-giornalisti deliberando la rinuncia al comodato d’uso della testata e la “non partecipazione” all’asta (determinazione poi ritirata) per la sua acquisizione. In questo modo Matteo Fago, l’editore, diventa l’unico attore in campo pronto a prendersi tutto. E nel frattempo incassa, particolare non indifferente in tutta questa brutta storia, l’addio del direttore Giovanni Maria Bellu (intervista), “reo” di aver chiesto il gradimento alla sua redazione. Ce ne è abbastanza per un film “in giallo”, nel senso dell’ittero? No, perché in questo caso la realtà supera davvero la fantasia. E dal cappello di Fago left arriva in edicola con un numero nuovo di zecca “strillato” grazie al popolare faccione di Tsipras. Messaggio chiaro: “Eccoci, ci siamo pure noi sul carro dei vincenti”. Il punto, però, è che la redazione, otto giornalisti e due poligrafici, quelli che hanno sudato fino a poche settimane prima, giura di non aver mai schiacciato un tasto per quel numero. E allora?

E allora siamo alle solite. In qualche sperduta stanza di una qualche segreteria più o meno politica, ci stanno un manipolo di colleghi pronti a “cogliere al volo” l’occasione. Piccola nota stonata in una partitura presa para para da una esibizione tutto sommato clownesca: Curzio Maltese e Barbara Spinelli, che con Tsipras possono vantare qualche contatto in più di Fago, fanno sapere di non aver gradito che l’immagine di Alexis Tsipras venga utilizzata quasi come una “copertura” da un giornale che manda via i giornalisti. E sembra che di questo “fattarello” un po’ spiacevole per la verità ne abbiano parlato addirittura a Bologna, nel corso dell’assemblea nazionale dell’Altra Europa, dove si dovrebbe riunire la sinistra.
Il leader greco, attraverso il suo portavoce, aveva espresso la propria solidarietà ai giornalisti “buttati fuori dalla redazione”. Una solidarietà “scontata” non solo da parte di Tsipras ma da “tutto Syriza”. Fago risponde dicendo che lui non ha chiuso le porte a nessuno.
“Ora Fago sostiene di essere aperto al dialogo? Bene, non vediamo l’ora di incontrarlo, sperando di poter tornare a lavorare”, dice a Repubblica.it Cecilia Tosi, fiduciario sindacale di Left.

Europarlamentari Gue/Ngl in visita a Lampedusa, per capire gli effetti della ‘Fortezza Europa’ nel Mediterraneo

Cinque eurodeputati GUE / NGL saranno in Sicilia e Lampedusa, per una missione di quattro giorni, con l’obiettivo di indagare le conseguenze della politica migratoria dell’UE nel Mediterraneo. Su questa pagina http://www.guengl.eu/policy/action/lampedusa ci saranno aggiornamenti e maggiori dettagli sulla missione.

I deputati Malin Björk (Svezia), Cornelia Ernst (Germania), Eleonora Forenza (Italia), Barbara Spinelli (Italia) e Marie-Christine Vergiat (Francia) prenderanno parte alla delegazione che visiterà i centri per i migranti, incontreranno le ONG, partecipano a workshop e dibattiti sulla sorveglianza delle frontiere, sui diritti dei migranti, parteciperanno al Festival Sabir delle culture mediterranee, incontreranno l’agenzia delle frontiere esterne dell’UE Frontex, e assisteranno alla commemorazione simbolica del naufragio del 3 ottobre in cui 368 persone in cerca di asilo sono morte.

Il gruppo GUE / NGL si è a lungo opposto alla costruzione della ‘Fortezza Europa’ e ha lavorato in prima linea della campagna No-Fortress Europe, per evidenziare gli aspetti positivi dell’immigrazione e proporre politiche basate sulla libera circolazione delle persone e sulla promozione dei diritti umani. I deputati GUE / NGL sono stati in prima linea nel denunciare la disumanità della detenzione dei migranti e le persistenti violazioni dei diritti fondamentali che si registrano purtroppo in molti centri di detenzione in tutta Europa.

I deputati della delegazione saranno: Eleonora Forenza, Barbara Spinelli, Cornelia Ernst, Marie-Christine Vergiat e Malin Björk.

Stefano Rodotà: «Una sinistra fuori dagli schemi è necessaria» da: ilmanifesto

Lista Tsipras. Il giurista si prende la scena alla conferenza stampa con Tsipras: «Per non disperdere le energie serve una nuova cultura politica». «Questa lista è un patrimonio da non disperdere e non può essere intrappolata nelle vecchie logiche. Oggi c’è tutto un mondo da valorizzare». Tra le proposte: apertura generazionale e una legge di iniziativa popolare anti-austerità

Rodotà alla conferenza stampa della lista Tsipras ieri a Roma. Da sinistra, Eleonora Forenza, Alexis Tsipras e Barbara Spinelli

«Se servo, alla mia vene­ra­bile età, ci sarò». Sala delle ban­diere nella rap­pre­sen­tanza del par­la­mento euro­peo a Roma. Con­fe­renza stampa di pre­sen­ta­zione del tour romano del lea­der di Syriza Ale­xis Tsi­pras con le euro­de­pu­tate dell’«Altra Europa» Bar­bara Spi­nelli e Eleo­nora Forenza. Ste­fano Rodotà ieri si è preso la scena e ha pas­sato al setac­cio la non invi­dia­bile situa­zione della sini­stra ita­liana dopo le euro­pee di mag­gio. «Avverto il rischio che le ener­gie accu­mu­late dalla lista Tsi­pras fini­scano intrap­po­late nelle vec­chie logi­che della sini­stra – ha detto Rodotà – Non dev’essere così, que­ste ener­gie devono essere recu­pe­rate e valorizzate».

I non detti, gli imba­razzi, la melina che, per il momento, hanno tra­sfor­mato gli incon­tri della lista in una rifles­sione meto­do­lo­gica sull’organizzazione, invece che sulle pra­ti­che poli­ti­che, sono stati spaz­zati via dal giu­ri­sta: «Dico cose dirette che non sem­pre ven­gono apprez­zate – ha pre­ci­sato Rodotà – ho il timore che, una volta in più, l’unità a sini­stra diventi un discorso sulle quote da dare a Sel o a Rifon­da­zione, ma se sce­gliamo que­sta strada non andremo verso l’unità ma verso la ripro­po­si­zione di vec­chi con­flitti. Biso­gna invece ricreare le con­di­zioni di una nuova cul­tura poli­tica per sba­ra­gliare que­sto tipo di impostazione».

Per un sog­getto che, in que­ste ore, sta discu­tendo se essere un par­tito, una fede­ra­zione oppure un coor­di­na­mento leg­gero tra reti e cam­pa­gne, Rodotà vede due strade: quella gene­ra­zio­nale e un’iniziativa poli­tica che fac­cia rien­trare in gioco la sini­stra. «La cam­pa­gna elet­to­rale per le euro­pee ha attratto infi­nite per­sone gio­vani che non hanno visto in Tsi­pras il cava­liere bianco, ma il sim­bolo dell’esperienza di Syriza che ha svi­lup­pato una cul­tura poli­tica che poi è diven­tata un dato sociale. In Ita­lia, noi siamo solo all’inizio. Que­sta lista è un patri­mo­nio che non può essere disperso».

Sul «che fare», Rodotà ha pro­po­sto una legge di ini­zia­tiva popo­lare per modi­fi­care l’articolo 81 della Costi­tu­zione che san­ci­sce il vin­colo di bilan­cio. Una pro­po­sta che sta facendo discu­tere la sini­stra, insieme a quella inau­gu­rata dalla rac­colta firme per i quat­tro que­siti del refe­ren­dum «Stop auste­rità, sì alla cre­scita» che durerà fino alla fine di set­tem­bre. Sono in molti a pen­sare che que­sti stru­menti, diversi per moda­lità e fina­lità, pos­sano essere affian­cati e pro­ce­dere paral­le­la­mente. Rodotà pro­pone alla lista Tsi­pras la prima e dice di volerla agire in prima persona.

Insieme ad una mani­fe­sta­zione autun­nale con­tro l’austerity, nell’agenda espo­sta da Spi­nelli e da Forenza il Gue, il gruppo della sini­stra euro­pea a cui ha affe­rito la lista Tsi­pras, farà da sponda alla cam­pa­gna nazio­nale e inter­na­zio­nale con­tro il Trat­tato tran­sa­tlan­tico sul com­mer­cio e gli inve­sti­menti (Ttip). Si comin­cerà dal seme­stre ita­liano alla guida del Con­si­glio euro­peo: «Non ci sono infor­ma­zioni sul con­te­nuto delle trat­ta­tive segrete tra Ue e Usa – ha detto Rodotà – Ma que­sto trat­tato com­porta gravi rischi, tra cui la pri­va­tiz­za­zione delle riso­lu­zioni delle con­tro­ver­sie tra stati e mer­cati. Saranno i grandi inve­sti­tori a por­tare in tri­bu­nale gli stati facendo sal­tare i diritti costi­tu­zio­nali e quelli sociali».

L’altro tema che la sini­stra vuole met­tere al cen­tro del seme­stre euro­peo in corso è l’immigrazione. Su que­sto verrà pre­sto lan­ciata una peti­zione per l’apertura di cor­ri­doi uma­ni­tari nel Medi­ter­ra­neo. «Il Con­si­glio euro­peo, e il mini­stro tede­sco delle finanze Schäu­ble non solo hanno con­fer­mato che le poli­ti­che dell’austerità con­ti­nue­ranno, ma verrà ina­sprito anche Fron­tex – ha detto Eleo­nora Forenza – Al di là delle reto­ri­che di Renzi sulla gene­ra­zione Tele­maco, che resta la più pre­ca­ria d’Europa, il lavoro del Gue nella nuova legi­sla­tura sarà quello di rimet­tere in discus­sione i trat­tati e pro­muo­vere un «New Deal» euro­peo fatto di inve­sti­menti pub­blici per rilan­ciare l’occupazione».

«L’immondo bal­letto sulle pol­trone in Europa» ha con­fer­mato in Bar­bara Spi­nelli la con­vin­zione che il mes­sag­gio delle ele­zioni non sia giunto alle tec­no­cra­zie e ai governi. «Anzi – ha detto la gior­na­li­sta – hanno raf­for­zato le poli­ti­che di lar­ghis­sime intese: oltre ai popo­lari e ai socia­li­sti, oggi ci sono anche i libe­rali. Insieme vogliono con­ti­nuare le poli­ti­che di auste­rità che hanno pro­vo­cato la crisi. Stiamo assi­stendo ad uno svuo­ta­mento della demo­cra­zia sia dal punto di vista for­male che da quello mate­riale. In que­ste ore Renzi si sta bat­tendo per la pol­trona da mini­stro degli esteri, ma la can­di­data Moghe­rini non ha detto nulla sulla sua idea di poli­tica estera. È un gioco delle parti dove le mino­ranze con­ti­nue­ranno ad avere uno spa­zio ridotto di azione».

È il ritratto di un’Europa ampu­tata dei diritti e della demo­cra­zia. L’Italia ren­ziana ne ha incor­po­rato più di altri lo spi­rito da quando ha deciso di «stra­vol­gere la Costi­tu­zione e di appro­vare una legge elet­to­rale liber­ti­cida» ha detto Tsipras.

Lista Tsipras, Furfaro e Fratoianni contro Spinelli: “Scelta maturata nelle stanze”. Prc: “No al capro espiatorio” | Autore: fabio sebastiani da: controlaCRISI.ORG

Come era prevedibile, la decisione di Barbara Spinelli di sbarcare al Parlamento europeo sta generando un intricato groviglio di polemiche. Nella rete impazzano soprattutto le critiche. Il tasto su cui si insiste di più non è tanto sull’esclusione di uno piuttosto che dell’altra. L’elemento, che fin dall’inizio ha lasciato l’amaro in bocca, è l’aver riconsiderato un impegno chiaro preso davanti agli elettori e ai militanti della lista. Marginali le critiche complottiste, così come sono marginali gli schieramenti verso una o l’altra delle varie articolazioni della sinistra. Insomma, per una volta non si mettono in campo le bandiere.

“Sono amareggiato, non lo nascondo”, scrive Marco Furfaro, escluso dalla scelta di Spinelli di tenersi il seggio conquistato nella circoscrizione del Centro Italia, in una lettera aperta indirizzata a lei, ma “non importa se sono, anzi, siamo, perche’ con me c’era Eleonora”, Forenza (candidata del Prc), “stati trattati come carne da macello”. Scelta “fatta in stanze sconosciute, sotto campane di vetro e in una logica proprietaria”. “Fare il parlamentare europeo, non lo nego perche’ non sono ipocrita, sarebbe stato un sogno”, ammette Marco Furfaro nella lettera aperta. “Ma – aggiunge – la politica, fatta da soli sotto una campana di vetro, isolati dal mondo e da tutti, non vale niente”. Furfaro imputa a Spinelli una lunga serie di “cadute di stile”, ma il punto politico di maggior critica è stata la scelta di non presentarsi a un appuntamento post-elettorale “o a un’assemblea come quella di sabato pomeriggio che le ha chiesto un confronto. Non importa se una decisione che non riguardava me, ma un processo politico”.
A rinforzare le critiche arriva anche la presa di posizione di Nicola Fratoianni, che parla di scelta “grave e sbagliata”. “Lo e’ nel metodo e nel merito”, dice Fratoianni. “Nel merito – sottolinea Fratoianni – perche’ nei fatti, e nelle argomentazioni che hanno accompagnato la comunicazione di ieri, questa scelta decide di espellere da questo percorso non un partito che pure ha partecipato generosamente alla lista ma una cultura politica. Quel 4% della lista Tsipras cosi sudato e importante – conclude – e’ stato costruito grazie al lavoro di tutti. Questa scelta con le caratteristiche che la hanno accompagnata e’ innanzitutto contro di loro”.
In difesa di Spinelli c’è Paolo Ferrero, segretario del Prc. “Visti i molti commenti che vedo sulla rete – a volte indecenti ed un po’ ipocriti – voglio ribadire la mia solidarietà a Barbara Spinelli, che qualcuno sta trasformando in un vero e proprio capro espiatorio. Pur in presenza di un dissenso rilevante sulla scelta fatta, considero questo un degrado della cultura politica della sinistra da cui prima ci liberiamo e meglio è”.

Barbara Spinelli ci ripensa: “Potrei tenere il seggio” | Fonte: il manifesto | Autore: Francesco De Palo

“Non ho ancora deciso, sto avendo molte pressioni dai miei elettori”. Così, in un’intervista al giornale greco Avghì, la giornalista che aveva definito la candidatura un puro “traino” per la Lista Tsipras. Alla figlia di Altiero, padre nobile dell’europeismo, sarebbero arrivate offerte di incarichi di prestigio

Barbara Spinelli , capolista nell’Italia meridionale de L’Altra Europa con Tsipras , potrebbe cambiare idea. La figlia di quell’ Altiero Spinelli , uno dei padri fondatori dell’ Unione , intervistata dal quotidiano ellenico Avghì , vicino alle istanze di Syriza, solleva dubbi sul passo indietro che aveva annunciato durante la campagna elettorale, quando in comizi e interviste ripeteva che la sua era una candidatura “di traino” , assieme a quella di Moni Ovadia (scatterà al suo posto il giornalista Curzio Maltese ), e che una volta eletta si sarebbe fatta da parte per favorire il secondo della lista. “Non ho ancora deciso, sto avendo molte pressioni dai miei elettori – risponde la Spinelli alla domanda del giornalista Argiris Panagopulos -. Ho ancora delle riserve . La verità è che daremo la nostra battaglia a tutti i livelli con Alexis Tsipras e con la sinistra europea”.

Insomma, la certezza di ieri si sta trasformando progressivamente in un’inversione di rotta. Pare infatti che molti gruppi parlamentari non italiani abbiano avanzato delle proposte concrete alla Spinelli, anche in riferimento a un ruolo di prestigio nel prossimo europarlamento, e c’è chi non esclude anche in altri ambiti. Troppo forte il richiamo del suo cognome, a quell’Altiero anima del Manifesto di Ventotene e il cui nome troneggia all’ingresso dell’emiciclo di Bruxelles . E così dall’ assemblea dei circa settanta candidati della lista riuniti a Roma si è sollevata una certa preoccupazione per l’evoluzione della cosa.

Una settimana fa la L’Altra Europa era riuscita a superare tutti gli ostacoli iniziali eleggendo tre eurodeputati. Sul punto la Spinelli ha ribadito dalle colonne del quotidiano greco i propositi del movimento: dura lotta contro l’austerità , creazione di una sinistra forte, radicale e democratica in Italia; pungolo verso Renzi e Grillo affinché si cambi il panorama politico. E certificando la crisi della socialdemocrazia europea, anche perché in Italia, dice, “c’è una parte coinvolta nel gruppo socialista che non si può descrivere esattamente come un partito di sinistra”. E ancora, “la grande novità delle elezioni europee è stata quella di rafforzare la componente della sinistra radicale: l’unico gruppo che ha registrato un aumento, se si escludono le formazioni che sono contro l’euro, l’estrema destra e il neo- fascismo”.

Su Renzi osserva che le ha ricordato la prima vittoria di Blair in Gran Bretagna, “inghiottendo le destre e divorando gli slogan neoliberisti di Margaret Thatcher”. Poi lo etichetta come populista, anche se “non si sgonfierà presto”, dal momento, sottolinea, che “una gran parte dell’elettorato è alla disperata ricerca dell’uomo della Divina Provvidenza e piuttosto che andare in strada per protestare e combattere, molti si rassegnano all’idea di deporre le loro speranze in coloro che raccontano storielle”.

Al termine dell’intervista Argiris Panagopoulos, a sua volta candidato nella lista l’Altra Europa con Tsipras, le chiede se farà o mano il passo indietro, così come aveva promesso in campagna elettorale e la Spinelli replica testualmente: “Non ho ancora deciso, sto avendo molte pressioni dai miei elettori. Ho ancora delle riserve . La verità è che daremo la nostra battaglia a tutti i livelli con Alexis Tsipras e con la sinistra europea”.

“Una vittoria della sinistra”. Altra Europa aderirà al gruppo del Gue. Al Parlamento: Furfaro, Maltese e Forenza | Autore: fabio sebastiani da: controlacrisi.org

La sinistra in Italia è la lista Tsipras, anche perché ormai il Pd è in piena “mutazione antropologica” verso il modello Dc. Barbara Spinelli usa tutta la proverbiale calma mentre formula, nel corso della conferenza stampa di questa mattina, il condensato politico dell’Altra Europa con in tasca un 4% tondo tondo. E le sue parole risuonano, nella sala piena zeppa di giornalisti, molto chiare e nette. Se ancora c’è un pezzo di sinistra aggiunge Spinelli, questo si ferma al limite a Civati. Discorso chiuso,quindi. Un discorso, che ha come primo corollario l’adesione dell’Altra Europa al gruppo della Sinistra Europea. Chi aveva dei dubbi, soprattutto per la “strana” posizione di Vendola, sempre altalenante tra Shulz e Tsipras, con questo passaggio li dovrà dissipare in fretta. E i tre deputati che siederanno a Strasburgo saranno, con molta probabilità, Maltese, Furfaro e Forenza. Un terzetto reso possibile dal ritiro di Spinelli e OVadia, come del resto annunciato dall’inizio.
Il ragionamento di Spinelli parte dalla chiarissima osservazione sul successo di Renziche,evidentemente, “ha divorato l’elettorato di destra”. Il Pd “somiglia molto alla democrazia cristiana” mentre la lista Tsipras “e’ una sinistra radicale ma direi che e’ la sinistra italiana”. Spinelli ammette che nel Pd ci sono “forze chiaramente di sinistra come il gruppo dei civatiani che non e’ democristiano ma la linea vincente ha abbandonato le parole della sinistra. Renzi- conclude la giornalista capolista- ama paragonarsi a Blair ma lui ha salvaguardato lo stato sociale, ho molti dubbi che Renzi lo fara’”. Insomma, ci sarà ben poco da aspettarsi da Renzi sul piano del “governo della crisi”. La tasca della carità non è sempre aperta. E, soprattutto, non è sempre tempo di elezioni, quando con soli 8 euro si può andare ben otto punti sopra le previsioni dei sondaggi. Ora si tornerà all’austerità. E la reazione euforica delle borse la dice lunga.
“In un’Europa in cui c’e’ una forte critica delle politiche di austerita’, una nostra lista come la nostra avrebbe avuto ancora piu’ successo se non ci fosse stato il silenzio dei media nei primi mesi”, aggiunge Spinelli.
In quanto al risultato della lista,Marco Revelli, parla di “piccolo miracolo”. “Siamo partiti con zero euro in cassa, abbiamo speso 220 mila euro – aggiunge Revelli – che e’ meno di quanto ha speso un solo candidato del Pd e di Fi”. Revelli sottolinea il buon risultato nella grandi citta’ e tra i giovani “nonostante il silenzio dei media. Siamo riusciti comunque a comunicare che possa esserci una sinistra. Ora inizia un percorso in Europa e in Italia dove c’e’ un bisogno disperato di una sinistra autorevole”.

I sondaggi premiano la lista Tsipras: “5 eurodeputati” Fonte: Il Fatto Quotidiano | Autore: Alessio Pisanò

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Gli ultimi sondaggi internazionali sull’esito delle elezioni europee di maggio premiano in Italia la lista new entry ‘L’altra Europa con Tsipras’: PollWatch2014, il sito internet lanciato dall’associazione indipendente Vote Watch, prevede addirittura cinque deputati per la lista civica di Barbara Spinelli, Marco Revelli e altri intellettuali italiani che appoggia alla presidenza della Commissione europea il greco 39enne Aléxis Tsípras. Salgono ancora, rispetto a due settimane fa, le quotazioni del Partito democratico (da 22 a 25 deputati) e del M5S (dal 18 a 19). Si registra anche l’impennata di Forza Italia (da 15 a 19) e la scomparsa definitiva di e Ncd. La Lega nord resta sull’orlo del baratro con quattro deputati (il minimo in caso di superamento della soglia nazionale del 4 per cento). Non pervenuti Fratelli d’Italia, Lista civica e Udc ben al di sotto di tale soglia.

La novità più di rilievo sempre essere proprio la lista degli intellettuali italiani che il 5 marzo a Roma ha presentato nome, simbolo e candidati. Tra loro i nomi di Barbara Spinelli, Curzio Maltese, Giuliana Sgrena, Moni Ovadia e Adriano Prosperi, anche se, come detto dalla stessa Spinelli, in alcuni casi si tratta di candidature simboliche. È scomparso in extremis il nome di Andrea Camilleri, uno dei primi a sottoscrivere l’appello della lista. All’ultimo congresso il partito di Nichi Vendola, Sinistra ecologia e libertà, ha deciso di appoggiare la lista Tsipras. Tre le priorità politiche: porre fine all’austerity e alla crisi, avviare la trasformazione ecologica della produzione e riformare le politiche europee sull’immigrazione.

Guida della lista degli intellettuali è il 39enne greco Aléxis Tsípras, leader del partito della sinistra greca Syriza e candidato simbolicamente dal partito europeo della Sinistra unita alla presidenza della Commissione europea. Una candidatura che fa del concetto “no austerity” e “no Troika” le proprie parole d’ordine. Ma se la possibilità che Tsípras vada alla guida dell’esecutivo comunitario è praticamente impossibile, è molto probabile la sua elezione a premier in Grecia alle prossime elezioni visto che Syriza è abbondantemente sopra il 20 per cento a fronte di un tracollo dei socialisti del Pasok.

A questo punto rimane da chiedersi dove andranno a sedersi nel Parlamento europeo i deputati italiani eletti nelle file della lista Tsipras. Secondo fonti del gruppo politico della Sinistra unita all’Europarlamento (Gue), il leader greco avrebbe chiesto alle liste non greche che appoggiano la sua candidatura di confluire, non obbligatoriamente però, nella Gue stessa. Tant’è che agli ipotetici cinque deputati eletti secondo PollWatch potrebbe essere lasciata carta bianca.

In ogni caso lo schieramento della Gue al Parlamento europeo è dato in aumento: ben 67 deputati rispetto agli attuali 35, quasi il doppio. Questo spingerebbe notevolmente a sinistra gli equilibri di un Parlamento oggi a maggioranza di centrodestra, se non fosse per l’aumento della componente euroscettica composta da formazioni politiche di estrema destra. Resta forte, infatti, la quotazione del futuro gruppo euroscettico guidato da Marine Le Pen (francese) e Geert Wilders (olandese) che contrariamente all’estrema sinistra, si pone come obiettivo quello di eliminare l’Unione europea e la sua moneta unica.

E proprio sulla visione dell’Euro si gioca il futuro della seconda formazione politica italiana data in aumento (19 deputati): il Movimento 5 Stelle. Il referendum sulla moneta unica, chiesto a gran voce da Beppe Grillo e da parte della base del M5S, guiderà come un filo conduttore le alleanze in Europa, sulle quali oggi vige il più totale mistero. Non sapendo dove andare a parare, PollWatch attribuisce i 19 pentastellati al gruppo dei Non iscritti, un’accozzaglia di estremisti di destra, espulsi e fuoriusciti vari che passerebbe da 32 rappresentanti a 92 al lordo dei 20 deputati francesi del Front National, dei 5 dell’olandese Partij voor de Vrijheid e degli altri che formeranno il gruppone euroscettico uscendo così dal limbo dei non iscritti.

Elezioni Europee: Spinelli, Camilleri, Ovadia e Prosperi candidati nella lista Tsipras | Fonte: www.repubblica.it

Quattro nomi di altissimo profilo intellettuale sposano L’altra Europa e spiegano il perché. “Lista della società civile, autonoma dai partiti”. E una posizione inequivoca: “No all’Europa delle oligarchie finanziarie e delle grandi intese, sì a un Parlamento costituente e all’Europa dei cittadini e della lotta contro i privilegi”. Se eletti, lasceranno il posto ad altri candidati con maggiori “energie e competenze”

La giornalista Barbara Spinelli, lo scrittore Andrea Camilleri, il poeta, musicista, attore e scrittore Moni Ovadia, lo storico e giornalista Adriano Prosperi. Quattro nomi italiani di altissimo profilo intellettuale sposano L’altra Europa, la proposta per l’Europa di Alexis Tsipras, leader di Syriza e della giovane sinistra greca, candidato alla presidenza della Commissione Ue alle ormai prossime elezioni europee, come riporta l’Huffington Post. Spinelli, Camilleri, Ovadia e Prosperi, quattro candidature di certo non qualunque per la lista Tsipras. Che però, se eletti, annunciano già che lasceranno il posto ad altri “candidati che più di noi hanno le energie e le competenze” per compiere un “lavoro quotidiano che sarebbe al di sopra delle nostre forze”.Consapevoli del “rumore” che il loro passo avanti avrebbe generato, hanno voluto spiegarsi attraverso un documento firmato in calce da tutti e quattro. Spiegando con chiarezza di non essere specchietti per le allodole chiamati per affascinare l’elettorato e poi lasciare il campo ad altri, ma convinti della bontà politica di una proposta davvero alternativa, capace di soddisfare in chiave europea tante aspettative andate deluse nel panorama politico nazionale.

“Siamo convinti – scrivono – che L’altra Europa con Tsipras costituisca alle prossime elezioni europee uno straordinario elemento di novità: una lista della società civile, autonoma dai partiti, capace di dar vita, raccogliere, rilanciare le lotte civili e sociali, di opinione e di piazza, che nel corso del ventennio berlusconiano, e di compromessi di potere tutt’altro che estinti, hanno tenuto alta la bandiera dei principi di giustizia e libertà della nostra Costituzione repubblicana, indicandola come la ‘via maestra’ da realizzare, anziché una carta obsoleta da calpestare”.

“Proprio perché la lista dei candidati è la ‘carta d’identità’ di questa iniziativa politica – spiegano Spinelli, Camilleri, Ovadia e Prosperi -, siamo felici di essere candidati di L’altra Europa con Tsipras, per sottolineare il nostro impegno pieno e convinto. Ci rivolgiamo in primo luogo ai cittadini delusi dalla politica e tentati dall’astensione. Ma siamo persuasi che tanti militanti ed elettori del Pd e del M5S troveranno uno strumento più coerente con le aspirazioni che li hanno fin qui spinti ad appoggiare, magari criticamente, i rispettivi partiti e movimenti, tanto più che la nostra lista è la sola ad avere sul tema europeo una posizione inequivoca: no all’Europa delle oligarchie finanziarie e delle Grandi Intese fra Socialisti e Popolari, sì a un Parlamento costituente e all’Europa dei cittadini e della lotta contro i privilegi. Dunque più Europa, non meno. E un’Altra Europa, radicalmente”.

“Se eletti – concludono -, lasceremo il nostro posto al Parlamento a candidati che più di noi hanno le energie e le competenze per portare a Bruxelles e Strasburgo la nostra voce e i nostri valori in un lavoro quotidiano che sarebbe al di sopra delle nostre forze. Non ci consideriamo però ‘candidati di bandiera’, come spesso riduttivamente si dice, ma protagonisti, insieme a tutti voi elettori che lo condividerete, di un progetto in cui crediamo fermamente”.

“Taglio del 60% del debito come condizione per lo sviluppo”. La conferenza stampa di Tsipras a Roma Autore: fabio sebastiani da: controlacrisi.org

Sala gremita per la conferenza stampa di Alexis Tsipras, il candidato europeo dell'”opposizione radicale”, come lo definisce Barbara Spinelli. In via dell’Umiltà, a due passi dal quartier generale di Forza Italia, c’è l’associazione Stampa estera, che ha aperto molto volentieri le porte al personaggio contro il quale nel Vecchio continente si stanno mobilitando “due o tre” cancellerie che contano, nel tentativo di fermare la sua corsa. Più che alla commissione europea, sicuramente a capo del futuro governo di Atene. Il mix di scadenze elettorali, infatti, è micidiale per il partito dell’Austerity e per la Troika: a maggio il voto per l’Europa e a giugno quello per la Grecia. E lui stesso non si nasconde che c’è il rischio concreto di un “monocolore” al Partenone. Se il Der Spiegel l’ha definito il “nemico pubblico numero uno” qualche ragione c’è. Quindi, par di capire, che se negli ultimi dieci giorni qualcuno ha lavorato per spargere la voce su possibili allungamenti del periodo di rientro dal debito, oppure di altri prestiti in arrivo, la posta in gioco deve essere molto alta. La Grecia è davvero l’anello debole dell’Europa. E lo è in tutti i sensi, mostrando che una via d’uscita all’unilateralismo dei poteri forti c’è eccome.
E Tsipras sfrutta a pieno i riflettori puntati su di lui per dire con chiarezza che intanto l’Europa, se vuole uscire dall’alternativa “disintegrazione per mano del populismo di destra e austerità folle” deve tagliare il debito del 60%, altro che rientro nei parametri. Quelli erano altri tempi. Oggi serve lo sviluppo, e quindi serve una politica economica per lo sviluppo. ”La cancellazione del debito perlomeno del 60% – ha spiegato Tsipras, che e’ favorevole alla permanenza nell’euro – non e’ la soluzione ma e’ la precondizione che deve accompagnare le politiche di rilancio”. Del resto, per dirla sempre con le sue parole, la futura Europa “o sarà democratica o non sarà”. Un discorso che sgretola qualsiasi “teoria della colpa” su questo o quel bagordo delle singole nazioni, che i giornalisti tedeschi presenti in sala oppongono al candidato della Sinistra europea con piglio maniacale.
Tsipras non si fa intimorire e dimostra dati alla mano che se prima della cura Merkel Atene aveva un debito del 120% oggi sta arrivando tranquillamente al 175%. Di questo passo l’Europa non arriverà a vedere i “primi cento giorni” della prossima legislatura. E a ben vedere, non è la prima volta che si parla di cancellazione del debito in Europa. La conferenza di Londra del 1953, ricorda Tsipras, nei confronti della Germania escogitò un taglio provvisorio ripagato a sviluppo consolidato. E a chi gli contesta il trucco contabile sui debito Tsipras risponde: “Il tango si balla in due”. Insomma, ha le idee chiare il capo della coalizione della sinistra greca. Così come ce l’ha sulla strategia che è pronto ad usare. In questa fase, spiega, è sicuramente un risultato importante riuscire a trasferire il successo di Syriza in altri paesi europei. La Grecia viene considerata un paese-cavia. “Bene – sottolinea Tsipras – questo vuol dire che se passiamo da noi si può passare anche da altre parti”. E quanto a Martin Shultz, il candidato dell’area socialista europea, non si fa illusioni. “Se la socialdemocrazia non avesse seguito la Merkel, l’Europa sarebbe diversa oggi”. Insomma, il vaso è rotto. “Shultz è simpatico ma quando aveva incarichi importanti ha votato l’austerità. La sua candidatura rappresenta il vecchio che ha fallito”. E già che c’è, dietro l’insistenza dei giornalisti, dice la sua anche su Grillo, che è un politico “a cui manca una dimensione europea”