Giusto riconoscimento al martire antifascista catanese Carmelo Salanitro
– 6 novembre 2006 –
Intitolata l’aula del Consiglio Provinciale di Catania.
Dopo 61 anni dell’assassinio del prof. Carmelo Salanitro realizzata dai nazisti il 24 aprile 1945 nelle camere a gas del lager di Mauthausen, anche la sua città ( di adozione, – il professore era adranita -) ha alfine determinato un importante riconoscimento al martire antifascista.
Giorno sei novembre l’aula del Consiglio è stata ufficialmente intitolata a Salanitro.
Circa otto mesi addietro era stata presentata un’apposita mozione firmata da numerosi consiglieri provinciali.
Un atto molto importante, questo effettuato dalla principale struttura istituzionale locale catanese, considerato che proprio nella nostra città alcuni anni addietro la giunta comunale del sindaco Scapagnini deliberò l’intitolazione di una strada cittadina all’ex gerarca fascista Filippo Anfuso e altre due furono intestate a rappresentanti di primo piano del Msi.
Meglio tardi che mai, si potrebbe aggiungere.
Bene così. Un plauso al Consiglio Provinciale.
Carmelo Salanitro è un fulgido esempio, di “lottatore” contro il fascismo, per tutti i cittadini e per le nuove generazioni. Un tenace propugnatore che si impegnò nel corso di tanti anni di violenta dittatura per cercare di tenere alti i valori fondamentali della libertà e di democrazia che erano stati schiacciati dal fascismo.
Emblema di Pace, contro la Guerra.
E’ oltremodo significativo l’inizio della sua detenzione. Fu arrestato ( il 14 novembre 1940) mentre segretamente deponeva bigliettini scritti a mano che denunziavano gli orrori della guerra, vera e propria carneficina, scatenata dal fascismo in combutta con la Germania nazista.
Da vero e proprio solitario eroe lasciva i bigliettini in svariati posti: cassette delle lettere, sui banchi della scuola dove insegnava, liceo Cutelli di Catania, unico tra gli insegnanti che in maniera non vile e servile non era iscritto al partito fascista (pnf).
In un biglietto aveva scritto: “ il fascismo sta ricoprendo la nazione di sangue e di rovine” ; in un altro: “ il fascismo ha scatenato senza motivo una guerra criminosa, ove i nostri figli e fratelli trovano la morte. Siciliani, non combattiamo. Il vero nemico dell’Italia è il fascismo”.
Fu tradito dal preside del Liceo ( Rosario Verde).
Il Tribunale speciale lo condannò a 18 anni di carcere. Dopo l’8 settembre, a Sulmona, dove si trovava incarcerato, le autorità fasciste lo consegnarono ai tedeschi. Dopo diversi passaggi in vari campi di sterminio fu trasportato nel famigerato lager di Mauthausen.
Fu gasato ( aveva 51 anni) il 24 aprile del 1945, a pochissimi giorni dall’arrivo dei liberatori ( 5 maggio).
C’è ancora una diretta testimonianza, molto vibrante e significativa, di un partigiano catanse – nativo di Linguaglossa – ( è il vicepresidente dell’ANPI di Catania) che ha avuto l’onore di conoscere direttamente Carmelo Salnitro, nei meandri dell’orrore di Mauthausen: Nunziato Di Francesco.
Nel suo libro “Il costo della Libertà” scrive così: “…….incontrai il prof. Carmelo Salanitro, insegnante di latino e greco nei licei;…..era nudo come gli altri, fisicamente mal ridotto, annichilito, scheletrico ai minimi termini, più che gli altri…privato dagli occhiali quasi non vedeva….sentito il mio accento etneo, mi abbracciò procurandomi un senso di gioia…….mi chiese il perché io così giovane fossi stato deportato. Partigiano, risposi, condannato a morte dal tribunale nazifascista di Torino. E lei, professore, perché qui?……Educavo, mi disse, i miei studenti a lottare contro le guerre, per la pace e la libertà a cui per la mia fede tanto credo…..”
Una testimonianza toccante e appassionata.
Salanitro era un pacifico intellettuale, aveva contrastato il fascismo a mani nudi, disarmato.
Prima della totale soppressione delle libertà da parte del fascismo era stato anche un uomo politico ( in quella fase che ancora rappresentava il primo stadio della democrazia italiana), infatti, aveva aderito ed operato nel cattolicesimo politico.
Proveniva da una famiglia popolare, molto religiosa, di Adrano. Il padre era un piccolissimo artigiano. Dopo la laurea si impegnò operativamente nel neonato Partito Popolare dove militava Luigi Sturzo. Il 7 novembre del 1920 fu eletto nel consiglio provinciale.
Nel frattempo era già iniziata, acutizzandosi sempre più nei periodi successivi, la violenza fascista.
Poi venne la “marcia su Roma”, la dittatura, la cancellazione violenta di tutte le strutture civiche, democratiche ed istituzionali.
Salanitro era un cattolico molto libertario, scevro da ritualità e servilismi culturali dettati dall’alto, e senza peli sulla lingua..
Nel suo “Diario”, tra l’altro scrive: ( 18 dicembre 1931) “..in Italia, invece i rappresentanti dell’alta cultura, adescati o intimiditi, si piegarono subito alla servitù mussoliniana, salvo pochissime eccezioni. E recentemente all’obbligo di giuramento di fedeltà a un re che ha violato lui il primo i giuramenti di fedeltà allo Statuto e si è messo fuori dalla Costituzione e perciò fuori dalla legge, facendoci opprimere dal 1925 da una banda di volgari delinquenti, su più di 1300 professori universitari e superiori tutti hanno vilmente sottostato, curvando il collo e la schiena; tutti ad eccezione di undici, i quali con il sacrificio del pane hanno salvato l’onore della scienza che è libera come lo spirito…..”.
Inoltre (11 febbraio 1932): “ Oggi festa civile per ricordare che tre anni come oggi il Prete, Pio XI, e il Birro, Mussolini, si accordarono insieme per opprimere e martoriare la misera Nazione……se si potesse parlare, si alzerebbe da tutti un tale formidabile grido di condanna e di riprovazione da raggiungere il Prete nella più remota delle innumerevoli stanze del palazzo Vaticano, dove a quest’ora si conta i miliardi avuti dal Birro, sudore e sangue del popolo…….”
Catania, la città e la provincia, sono stati molto ingrate, già a partire dalla fine della guerra, con Carmelo Salanitro, così come avvenuto con i tanti antifascisti che si operarono nel nostro territorio contro la dittatura, e i tanti martiri catanesi, uomini e donne, che sacrificarono la propria vita durante la Lotta di Liberazione. Tanti furono costretti ad emigrare per cercare pane e lavoro.
Il nuovo potere democristiano che flirtava fin dall’inizio con i nostalgici fascisti non aveva nessuno interesse di onorare i figli migliori, quelli caduti per ridare Libertà.
Sono seguiti lunghissimi anni di totale oblio. La memoria di Salanitro si era….persa, a parte alcuni piccolissimi spicchi.
E’ stata l’ANPI ( Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) catanase, assieme a diversi uomini e donne di buona volontà democratica, in particolare, che da diversi anni ha iniziato una continua e pressante opera di “rimemorizzazione” pubblica della figura martire del nazi-fascismo.
Parecchie sono state le iniziative promosse, anche in propositiva risposta alla violenta provocazione antidemocratica della giunta comunale a intestare stradi catanesi a gerarchi fascisti.
Non solo durante le manifestazioni celebrative del 25 Aprile, ma, in particolare, con l’apposito convegno, “ Memoria e Libertà”, organizzato tre anni addietro presso il Liceo Cutelli di Catania, con la proposta formale di intitolare la scuola catanese al martire antifascista ( quest’anno è stata intitolata l’aula magna della scuola), e con la pubblica iniziativa effettuata il 24 aprile del corrente anno presso la facoltà di Scienze Politiche, dove, con la presenza della nuora, prof.ssa Maria Scavezzo Salanitro, di fronte ad un foltissimo pubblico è stato presentato “ Pagine dal Diario” di Carmelo Salnitro ( scritti dal 28 ottobre 1931 -6 giugno 1932)- a cura della Libreria Editrice Cuecm di Catania-
La Scavuzzo ha donato 500 copie del libro ai tanti professori catanesi convenuti per darne appropriata conoscenza agli studenti.
L’iniziativa assunta dal Consiglio Provinciale di Catania è un giusto coronamento ai tanti sforzi profusi….per riportare in luce le gesta antifasciste di Carmelo Salanitro.
ANPI Catania
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