La scorsa settimana il rapporto Hotspot Italia di Amnesty International ha denunciato gli episodi di violenza e illegalità che ormai da tempo si registrano nel sistema italiano di identificazione e accoglienza. Basandosi su un accurato lavoro di raccolta di testimonianze, Amnesty ha messo media e istituzioni di fronte alla sistematica violazione di principi costituzionali e di convenzioni internazionali, ovvero di quelle pietre miliari della nostra convivenza civile intese a garantire il rispetto dei diritti umani, la libertà e la dignità di ogni persona.Il Capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Viminale ha descritto il rapporto come un insieme di “cretinaggini” e di “falsità” costruite a Londra e non in Italia. Un attacco violento, “difficile da comprendere in una normale dialettica democratica tra cittadini e istituzioni”, si legge in un appello lanciato da una lunga lista di associazioni che si occupano di accoglienza e di difesa dei diritti umani -. L’obiettivo comune, infatti, dovrebbe essere la tutela di quegli standard di accoglienza e rispetto della persona che sempre più vengono erosi dalle politiche di respingimento ed esternalizzazione delle frontiere imposte dall’Unione dopo il varo, nel maggio 2015, dell’Agenda europea sulla migrazione”.
“Riteniamo essenziale fare quadrato attorno a chi ha avuto il coraggio civile e politico di denunciare senza mezzi termini – continua l’appello – gli abusi ripetuti e comprovati delle forze di polizia perpetrati dentro e fuori i centri: episodi di ingiustificabile violenza nel corso delle procedure di identificazione e di prelievo forzato delle impronte come pestaggi, utilizzo di manganelli elettrici e umiliazioni sessuali; violazione dei diritti della persona messi in atto nei trattenimenti prolungati all’interno dei cosiddetti hotspot; violazione del diritto internazionale agita nei respingimenti semplificati e nei rimpatri di massa verso paesi retti da regimi come il Sudan e l’Egitto”.
Amnesty ha tenuto a sottolineare, nel rapporto, che molte operazioni vengono compiute senza che si verifichi alcuna violazione, “grazie alla professionalità degli agenti di polizia”. “È per questo che è necessario che tutti i soggetti che si occupano di migrazione – a cominciare da quelli istituzionali – accolgano – conclude l’appello – con gratitudine il lavoro di denuncia fatto dalla società civile e appoggino la richiesta avanzata da Amnesty International di un’indagine indipendente su quanto avviene nei centri di identificazione o negli altri luoghi in cui si registrano forme di detenzione amministrativa, comunque denominati”.
Noi siamo a fianco di Amnesty, pronti a rilanciarne e continuarne il lavoro.
ADIF (Associazione Diritti e Frontiere)
Campagna LasciateCIEntrare
Per adesioni info@a-dif.org
Yasmina14@hotmail.it
Hanno già aderito
Progetto Melting Pot Europa
Lunaria
Lunaria, Volontariato Internazionale
Coop. Sociale Be Free
Associazione Garibaldi 101
Associazione K-Alma
Antigone
CILD (Coalizione Italiana Libertà e Diritti)
Ri-Make milano
Clinica Legale per i Diritti Umani (Università di Palermo)
Osservatorio Migranti Basilicata
Oltreconfine-Scuola di italiano per Stranieri (Benevento)
Associazione Africa Insieme (Pisa)
Rifondazione Comunista, Sinistra Europea
Tenda per la Pace e i Diritti
Rete Antirazzista Catanese
Ospiti in Arrivo
Comitato Verità e Giustizia per i nuovi Desaparecidos
Rete Solidale Pordenone
Associazione Immigrati di Pordenone
Archivio Memorie Migranti
Campagna Welcome Taranto
CostituzioneBeniComuni
La Kasbah
Milano Senza Frontiere
Possibile
Zeroviolenza
CSA Ex Canapificio (Caserta)
Confederazione COBAS Sicilia
Associazione Energiafelice
Associazione per i Diritti Umani
Cittadinanzattiva
Naga
Ex Opg Occupato
Comitato 3 Ottobre
Asus (Messina)
Migralab Sayab (Messina)
Palermo Senzafrontiere
Organizzazione 24 marzo Onlus
Borderline Sicilia
Scuola Mondo San Giuliano Terme (Pisa)
Missionari Comboniani Palermo
Associazione Parsec
Borderline Europe
Leftlab (Prato)
MSNA Minori Stranieri Non Accompagnati Blog
Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani”
Casa Internazionale delle Donne
ACAT Italia (Azione dei Cristiani per l’Abolizione della Tortura)
ARCI Grottaglie
Comitato per i Diritti Civili delle Lucciole – Pordenone
Collettivo Antigone
Progetto Rebeldia – Pisa
MEDU (Medici per i Diritti Umani)
Associazione Ambulatorio Internazionale Città Aperta (Genova)
Rete dei Comuni Solidali
Articolo 21
Laboratorio 53