Cinema e Resistenza 18-19-20 Aprile 20223

Comunicato del Comitato Provinciale di Catania sull’Autonomia Differenziata

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania esprime fortissima preoccupazione per la sciagurata decisione intrapresa dal Governo di portare avanti il ddl sull’autonomia differenziata. La ministra Gelmini per gli affari regionali ha recentemente incontrato I Presidenti delle regioni Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana con l’intento di voler accelerare il processo di destrutturazione della Repubblica Italiana, quasi in un clima di segretezza, con il silenzio dei media e l’assenso quasi unanime del Parlamento. Il Paese è tenuto volutamente all’oscuro delle intenzioni del Governo e delle conseguenze nefaste che indebolirebbero soprattutto ancora di più le fasce più deboli del nostro Paese e le regioni meridionali.

Durante il Congresso nazionale l’ANPI ha già espresso il proprio giudizio negativo sul disegno di autonomia differenziata regionale per la consapevolezza del “rischio di rottura dell’unità nazionale e di allargamento delle diseguaglianze sociali e territoriali”, ma la ministra Gelmini va avanti approfittando del grave periodo di crisi che il Paese sta attraversando in balia della pandemia e delle drammatiche conseguenze della guerra in Ucraina. La ministra Gelmini, sorda ad ogni richiesta, ha annunciato entro luglio l’uscita di una bozza di Ddl che la segreteria nazionale dell’ANPI ritiene inaccettabile “perché assegna alla negoziazione tra Stato e Regione interessata la definizione delle materie e delle risorse conseguenti da attribuire alla potestà regionale, senza coinvolgere il Parlamento che vota a maggioranza assoluta solo la legge di puro recepimento dell’intesa”. In tal modo si sottrarrebbe alla discussione parlamentare e all’opinione pubblica una materia fondamentatale per la vita delle cittadine e dei cittadini. Il ddl prosegue la strada indicata dalle pre-intese, avviate nel 2018 dal governo Gentiloni con Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, che intervengono su Scuola e Formazione, Sanità, Tutela del lavoro, Ambiente, Beni culturali, Politica internazionale ed europea, pre intese che prevedono la distribuzione della spesa pubblica tra le regioni in base alla popolazione e al Pil e sottraggono alla potestà del parlamento gli accordi Stato-Regione. Inoltre, riguardo alle risorse economiche, il ddl fa riferimento alla” spesa storica” e non al fabbisogno della popolazione, penalizzando così le regioni più povere e più carenti di servizi, con grave danno per l’istruzione, che fino ad ora ha garantito l’unità del Paese, e la sanità, in particolare delle regioni meridionali già provate da scelte e decisioni non sempre a beneficio delle cittadine e dei cittadini. In poche parole le regioni più ricche avrebbero più soldi e le più povere sempre meno.

Chiediamo a gran voce e con forza il ritiro del ddl che destrutturerebbe la Repubblica italiana creando diseguaglianze regionali, ingiustizie, indebolendo diritti universali e principi che stanno alla base del nostro sistema giuridico. La segreteria nazionale dell’ANPI ritiene che “ il ddl sull’autonomia differenziata non solo non rispetti l’art. 2 (doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale) e l’art.3 (uguaglianza dei cittadini) della Costituzione ma mortifichi anche l’art.5, travisando il disegno di autonomia delle istituzioni locali che dovrebbe essere funzionale alla partecipazione dei cittadini alla vita politica e amministrativa”.

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania chiede il ritiro del ddl sull’autonomia differenziata ed invita associazioni, cittadini, comitati, forze sindacali e politiche a mobilitarsi insieme per bloccare questo nefasto progetto di destrutturazione dell’unità della Repubblica.

Il Comitato Provinciale ANPI Catania

2 Giugno a Catania

CIAO CARLO

31 Maggio 2022

Il testo del comunicato con cui la Segreteria nazionale ANPI annuncia la scomparsa del nostro Presidente emerito Carlo Smuraglia. Pagliarulo: “Grazie di tutto Caro Carlo”. Lo saluteremo venerdì 3 giugno alle ore 11 nella Casa della Memoria di Milano (Via Confalonieri 14). La camera ardente si aprirà, nello stesso luogo, alle ore 10

Con immenso dolore annunciamo la scomparsa del nostro Presidente emerito Carlo Smuraglia. Il suo nome resterà nella storia di questo Paese per l’appassionata partecipazione alla Resistenza, lo strenuo impegno per la piena attuazione della Costituzione, dei diritti, della democrazia.

Tutta l’ANPI, nel ricordare l’umanità, la sapienza e la forza con cui Carlo ha presieduto l’Associazione, si stringe al dolore della moglie Enrica, dei figli e dei nipoti

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

Il Presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo: “Grazie di tutto, caro Carlo. Grazie per la tua ininterrotta battaglia per la Costituzione. Grazie per essere stato sempre dalla parte dei lavoratori. Grazie di essere stato partigiano, oramai uno degli ultimi. Grazie per aver sempre difeso in modo rigoroso l’autonomia dell’Anpi. Grazie di una vita al servizio degli ideali che ci accomunano. Che la terra ti sia lieve, compagno Carlo Smuraglia”.

25 Aprile a Catania

Sezione ANPI Catania Graziella Giuffrida


Il Comitato della sezione ANPI Catania Graziella Giuffrida ha eletto Presidente Claudio Longhitano. 

Il Comitato è così composto:

 Presidente: Claudio Longhitano

Vicepresidente: Angela Battista

Tesoriere: Simone Centamore

Irina Cassaro

Cinzia Colajanni

Sara Costanzo

Dario Gulisano

Gianni Latino

Antonello Longo

Ivana Parisi

Franco Russo

 

26 febbraio – Sit In per la pace

Comunicato Anpi di Catania

COMUNICATO

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania, si unisce alle studentesse e agli studenti, a tutto il mondo scolastico nel chiedere con forza l’annullamento dell’alternanza scuola lavoro o PTCO, figlia di una campagna ideologica che, creando il falso mito dell’alternanza come occasione di sviluppo, di crescita, di innovazione, ha causato la morte di giovani vite.

Non vogliamo seppellire altri morti, vogliamo onorare la vita del diciottenne Lorenzo Parelli e di Giuseppe Lenoci di soli sedici anni, morti per stage e di stage, facendo in modo che non siano morti invano. Cosa altro dobbiamo aspettare per eliminare un esperimento fallimentare della scuola italiana? Che cosa dobbiamo aspettare per rendere sicuri i percorsi di alternanza nelle scuole professionali come quello in cui ha perduto la vita Giuseppe che sognava di fare il calciatore, ma che nel frattempo voleva prendere il diploma di termo idraulico?

La Costituzione, negli artt. 33 e 34, afferma che l’Istruzione è un “diritto”, non che la scuola debba “formare” al lavoro o per il lavoro. Il pensiero neoliberista, in nome di un efficientismo e di una “economicità” vaga , ha spinto ad introdurre nelle aule scolastiche un’ idea di scuola dove i saperi, le conoscenze, le abilità, lo studio delle discipline venissero affiancati da una pseudo metodologia didattica finalizzata ai percorsi di “alternanza scuola lavoro”, resi obbligatori per le classi del triennio finale delle scuole a partire dalla legge 107 del 2015,la famigerata Buona scuola. Il principio del sapere e del “sapere fare” è penetrato pervicacemente negli istituti scolastici che hanno allargato gli orizzonti introducendo tra le finalità “formare lavoratori”. Dal 2019, l’alternanza scuola lavoro, trasformata in PTCO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ha visto diminuire il numero di ore, ma è rimasta obbligatoria. Gli studenti devono svolgere un percorso di esperienza presso Enti pubblici o privati, conditio sine qua non per poter accedere agli esami di Stato.

Il PTCO non si è fermato neanche con la pandemia, ed ha sempre di più evidenziato bassa qualità dei percorsi, assenza di formazione sulla cultura del lavoro sui diritti e doveri, sulla sicurezza, sui requisiti medico sanitari. In determinati contesti l’alternanza scuola lavoro ha fornito manovalanza a costo zero, in un sistema di “sfruttamento” di una manovalanza giovanile ignara e priva di diritti sindacali.

Vorremmo invitare il Ministro a non considerare la scuola come “un’azienda”, un percorso utile a formare giovani per il mondo del lavoro riducendo gli anni dei corsi di studio, da cinque a quattro, in modo da avere individui pronti a “saper fare”, ma privi dei “saperi fondamentali”, scarsamente critici e incapaci di leggere i processi sociali e politici. Si utilizzino piuttosto i fondi previsti per il PTCO per mettere in sicurezza le scuole, spesso fatiscenti e prive di sicurezza, per provvedere a recuperare aule scolastiche e ad incrementare il personale scolastico docente e ATA. Si utilizzino le risorse disponibili per ripristinare il tempo scuola rubato in questi anni ai nostri studenti per risparmiare. Per noi la scuola deve essere luogo di formazione accessibile a tutte e a tutti, un luogo dove mettere al centro la cultura, il bello, il pensiero, la tecnica, la scienza insieme alla poesia e all’arte, dove costruire ponti per il futuro, in cui dare ali al libero pensiero, le ali che Lorenzo e Giuseppe non avranno più.

Il Comitato Provinciale ANPI Catania

Solidarietà al prof. Tomaso Montanari


Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania esprime solidarietà al prof. Tomaso Montanari, definito in prima pagina su Il Foglio “Il Rettore delle foibe”, e attaccato sulle pagine del Corriere della Sera da Aldo Grasso per avere organizzato, presso l’Università di Siena, un convegno a suo dire “negazionista” sulle foibe. Evidentemente Grasso non ha partecipato al convegno e non ha ascoltato le relazioni di Mauro Moretti, Alberto Cavaglio, Marta Verginella, Luca Casarotti, Filippo Focardi , Carlo Greppi ed Eric Gobetti, che hanno analizzato le complesse vicende del confine giuliano dalmata dal punto di vista storico. Aldo Grasso definisce il prof Montanari “un mitomane ossessionato dalle foibe “, l’offesa è tipica di Grasso, ma meraviglia desta il fatto che lo faccia attraverso le pagine di un giornale, Il Corriere della Sera, che non è Il Foglio, e neanche il portavoce ufficiale di partiti di destra (?).
Pericoloso è non solo ciò che Grasso scrive cioè che l’Università non si può permettere di organizzare un convegno storico sulle foibe, ma anche il presupposto che ci sta dietro e cioè il volere mettere in discussione la libertà delle Università nell’affrontare temi di natura storica non graditi ai nostalgici del “regime”, che stanno diventando molto più audaci nel rivendicare spazi di consenso politico nazional popolare a partire dalle azioni di stampo nazifascista di Forza Nuova. Così come “aberrante e inaccettabile”, per dirla con le parole del presidente nazionale dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo, è la circolare del Ministero dell’Istruzione a firma del Capo Dipartimento Stefano Versari, che paragona le foibe alla Shoah.
Purtroppo ancora una volta si assiste all’utilizzo di eventi dolorosi e laceranti non per “ricordare” e ricucire le ferite ancora aperte, le cui radici affondano in una molteplicità di cause “storiche”, ma per alimentare nel Paese discordie, a tutto vantaggio di quelle forze politiche di ispirazione neofascista che sperano così di cavalcare l’onda di un consenso politico e sociale utile ai fini propagandistici e del consenso, non provando alcuna vergogna nell’uso strumentale delle drammatiche vicende del confine orientale con tutta la scia di sangue che si trascinano. L’ANPI auspica che “il Giorno del Ricordo sia davvero una memoria osservante di tutte le memorie: delle foibe, dell’esodo, dell’occupazione italiana e delle conseguenti stragi, dei delitti del fascismo di confine. Prevalga il rispetto e non l’oltraggio, l’analisi storica e non la propaganda, la verità e non l’impostura, la fraternità e non l’odio”.
Il Comitato Provinciale ANPI Catania

Solidarietà alle manifestazioni studentesche

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania condanna le cariche delle forze dell’ordine contro gli studenti che hanno manifestato in varie parti di Italia per la morte di Lorenzo Parelli, avvenuta mentre svolgeva uno stage previsto nelle attività di alternanza scuola lavoro in una fabbrica di Udine. I giovani manifestanti si sono trovati di fronte ai manganelli delle forze dell’ordine che hanno poi cercato di giustificare una reazione eccessiva e sproporzionata, sostenendo che fra i giovani vi fossero dei provocatori infiltrati.

Reazione eccessiva e sproporzionata, soprattutto se paragonata ad altre situazioni come sostenuto dalla segreteria nazionale dell’ANPI “Brucia ancora la drammatica esperienza di Genova nel 2001. Stupisce fra l’altro il contrasto fra le cariche contro gli studenti e l’inerzia delle forze dell’ordine in altre circostanze ben più pericolose, una per tutte la manifestazione di Roma egemonizzata da Forza Nuova il 9 ottobre 2021 che sfociò nell’ignobile assalto alla sede nazionale della CGIL”

Stupisce tale reazione delle forze dell’ordine in considerazione del fatto che gli studenti manifestavano, con una comprensibile rabbia giovanile, sdegno ed incredulità, per la morte assurda di un coetaneo che, anziché stare sui banchi di scuola, “lavorava” gratuitamente e in assenza di sicurezza. Vittima due volte Lorenzo: vittima di un’idea sbagliata di scuola e vittima del lavoro, quando non era neanche un “lavoratore”.

Anche il Presidente della Repubblica, nel suo discorso alla Nazione dopo l’elezione, ha richiamato la grave piaga della mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro richiamando l’assurda morte di Lorenzo.

Il Comitato Provinciale ANPI Catania

“Salvatrice Benincasa”