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Rodotà “‘Renzi leva il segreto? Inizi dal patto del Nazaren
Aldrovandi, al congresso Sap ovazione per agenti condannati. La madre di Federico: “Paura e ribrezzo”. Ferrero (Prc): “Schifosi, intervenga il governo”Fonte: controlacrisi.org | Autore: A. F.

I tre agenti presenti al congresso del Sap sono stati condannati dalla Corte di Cassazione il 21 giugno del 2012 per eccesso colposo in omicidio colposo a tre anni e sei mesi, tre anni dei quali coperti dall’indulto.
«Sono allibita, è una cosa terrificante. Non se quelle mani che applaudono mi fanno più paura o ribrezzo. Forse entrambe le cose», sono le prime parole della mamma di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti.
«Come fanno i tutori dell’ordine – ha detto ancora la madre di Federico interpellata dall’AGI – ad applaudire questi agenti condannati? È una cosa terrificante», le parole della donna che ha assicurato di rivolgersi al capo dello Stato Giorgio Napolitano per chiedergli se è possibile che in uno Stato succedano episodi simili.
Nell’esprimere la mia solidarietà e quella dei compagni e delle compagne di Rifondazione Comunista a Patrizia, vorrei fare due considerazioni. Questo applauso ci dice che una parte della polizia è fatta da individui schifosi che applaudono chi ha ucciso a sangue freddo un diciottenne indifeso. Un applauso di questo tipo ce lo si potrebbe aspettare in una riunione della mafia, in una riunione di criminali, difficile immaginare come uomini e donne che dovrebbero garantire l’applicazione della legge possano applaudire chi ha ucciso a sangue freddo un ragazzo indifeso. In secondo luogo questo applauso ci dice che c’è un problema politico: una parte della polizia ha maturato un tale spirito di corpo da ritenersi in guerra con la società italiana, da considerare nemici coloro che stanno dall’altra parte. Non solo nelle manifestazioni, ma anche per strada. Questo pone un problema politico di prima grandezza perché parla della crisi verticale della democrazia. Di fronte a questo livello di degrado io non penso che occorra passare ad urlare ACAB. Non tutti i poliziotti sono espressione di questa sottocultura criminale e non ci possiamo permettere una situazione in cui ACAB diventi la realtà. Per questo il Ministro degli interni e il capo della polizia devono intervenire duramente. cosa dicono Pansa e Alfano? Quell’applauso non è un fatto privato, è un atto politico e come tale deve essere punito. Per questo vorremmo sentire la voce di altri poliziotti, perché i primi nemici dei poliziotti democratici sono i poliziotti che applaudono gli assassini di un ragazzo di 18 anni.
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Milano, migliaia di persone al corteo antifascista “Nazisti no grazie” Autore: fabio sebastiani da. controlacrisi.org

Bello e colorato e soprattutto partecipato da migliaia di persone il corteo aperto dallo striscione “Milano 29 aprile: nazisti no grazie”. Il serpentone e’ partito da piazza Oberdan per concludersi in via Uberti, dove nel 1976 un commando di estrema destra uccise il militante del “Comitato rivoluzionario antifascista” Gaetano Amoroso.
In mattinata il sindaco di Milano aveva partecipato, senza fascia tricolore, alla commemorazione di Ramelli. Memoria Antifascista – coordinamento di associazioni in ricordo di alcuni giovani milanesi uccisi negli Anni di Piombo – gli aveva scritto una lettera chiedendone la presenza a due cerimonie per le vittime di ”aggressioni fasciste”.
In particolare, il coordinamento chiedeva la presenza di sindaco, Giunta e Consiglio comunale, alle commemorazioni di domani per Amoroso e, il 25 maggio, per Alberto Brasili, studente assassinato nel 1975.
”Rinnoviamo, dopo lo scorso anno, l’invito al sindaco e alla sua Giunta – scrive Valter Boscarello di Memoria Antifascista -, affinche’ nella citta’ Medaglia d’Oro per la Resistenza tutti i giovani caduti nel dopoguerra per mano fascista siano dall’amministrazione adeguatamente ricordati poiche’ con il loro sacrificio hanno contribuito a difendere la liberta’ del Paese e la sua Costituzione nata dalla Resistenza”.
“Ci sono manifestazioni in cui è importante esserci – scrive Luciano Muhlbauer su suo blog – e il corteo antifascista del 29 aprile è una di queste. Si tratta infatti di riaffermare un punto fermo, di ribadire un principio, cioè che Milano ripudia le ideologie nazifasciste, negazioniste e razziste e che non ci può essere spazio e legittimità per chi ne ri-propone i discorsi, i simboli e le pratiche”.
In serata,infine, è stata danneggiata una piccola sede di Forza Nuova in via Palmieri, dove gia’ nei giorni scorsi si erano verificate tensioni.
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Aldrovandi, intervista al legale della famiglia: «Un arresto avvenuto con modalità violente» Fonte: Il Manifesto | Autore: Carlo Lania

«Riccardo Magherini non era un delinquente, era una persona incensurata, un uomo che non aveva mai fatto del male a nessuno. Era soltanto una persona in condizioni psichiche precarie. Beh, da quando i malati li arrestiamo? Vorrei che qualcuno mi spiegasse qual è la norma del codice che prescrive l’arresto di un invalido psichiatrico». C’è indignazione nella voce dell’avvocato Fabio Anselmo, il legale che assiste la famiglia dell’ex calciatore della Fiorentina morto la notte tra il 2 e il 3 marzo scorso a Firenze dopo essere stato fermato dai carabinieri.
Le nuove testimonianze confermano che Magherini è stato colpito dai carabinieri mentre era ammanettato a terra.
Certo, nella denuncia parlo di calci a terra, quanto meno all’addome, e un testimone riferisce anche in testa. Non c’è molto da dire: l’immobilizzazione di Magherini è avvenuta in modo violento.
Le fotografie sul corpo dell’ex calciatore evidenziano numerose lesioni. Nonostante questo la procura di Firenze in una nota ha negato l’esistenza di violenze. Come spiega questo comportamento?
Sarà come è successo nel caso Aldrovandi: Magherini se le sarà fatte da solo… Francamente quello della procura è un comportamento che non mi spiego.
Anche perché in una mail lo stesso pm riconosce che almeno uno tra i carabinieri potrebbe aver usato violenza a Magherini.
Sa queste sono circostanze che si commentano da sole. Le perplessità sono già state espresse dal senatore Manconi che ne ha fatto oggetto di una interrogazione parlamentare.
Esistono responsabilità anche da parte dei soccorsi?
È inspiegabile che una persona che prima di essere fermata era particolarmente agitata e chiedeva aiuto, e che improvvisamente diventa silente e inerme, non venga soccorsa ma lasciata ammanettata per una presunta pericolosità che non ha mai avuto prima e tanto meno poteva avere in quel momento in cui, a terra, non dava più nessun segno di agitazione.
La famiglia chiede che i carabinieri vengano indagati.
Chiede che tutti i protagonisti di quella drammatica vicenda vengano indagati, i carabinieri per omicidio preterintezionale e i soccorritori per omicidio colposo.
Lei ha seguito anche i casi Aldrovandi, Ferulli, Cucchi, tutte persone morte dopo essere state fermate dalle forze dell’ordine. In base alla sua esperienza, cosa determina simili vicende?
Certamente le censure che vengono rivolte al nostro paese dai Comitati di prevenzione della tortura di emanazione europea sono importanti anche se nessuno ne parla. Le faccio un esempio: si parla tanto della sentenza Torreggiani a proposito del sovraffollamento carcerario e sembra che il problema sia solo quello. Ma la sentenza Torreggiani dice altro, parla di trattamenti disumani e degradanti che non necessariamente sono solo conseguenza del sovraffollamento. Esiste un problema culturale perché, al di là della vicenda Cucchi, che è terribilmente drammatica e incompatibile con uno Stato che si vuole definire civile e democratico, le altre sono storie drammatiche ugualmente ma in modo similare. Ferrulli, Aldrovandi e Rasman, ad esempio, sono tre soggetti che, Aldrovandi apparentemente e Ferrulli e Rasman di fatto, si trovavano in una situazione di agitazione. Io mi chiedo: ma in quale Paese civile si affronta una persona che si trova in una situazione sanitaria precaria come quella di Riccardo Magherini, e in cui chiede aiuto, come confermano tutti, in quale Paese la si affronta in questo modo, come se fosse un delinquente. È questo il trattamento sanitario che, per esempio, viene riservato nei vari istituti ai pazienti psichiatrici? Nessuno si scandalizza di fronte a un fatto di un’evidenza sconcertante?
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Rodotà: “Renzi tolga il segreto di Stato dall’accordo del Nazareno”Fonte: L’Huffington post | Autore: red.
“Se Renzi vuole levare il segreto, come ha detto, cominci a levare il segreto sull’accordo del Nazareno, perché ancora non si sa quale sarà il testo su cui il Senato discuterà”.
Sibilano le parole del costituzionalista Stefano Rodotà , a margine dell’evento “Una questione democratica”, organizzato dall’Anpi al Teatro Eliseo di Roma. Rodotà ha poi definito il testo sulle riforme costituzionale ed elettorale “a mio giudizio, sgrammaticato e impresentabile dal punto di vista costituzionale” . Un parere impietoso che già aveva espresso in passato.
Alla domanda se discuterebbe le riforme con il Governo se ne avesse la possibilità, il candidato alle elezioni per il presidente della Repubblica lo scorso anno ha replicato riferendosi a Maria Elena Boschi (Pd) : “Io non faccio altro che discutere. Ancora oggi la ministra ha definito quest’iniziativa pretestuosa, almeno poteva aspettare di sapere che cosa avremmo detto. Noi ci mettiamo tutta la buona volontà”.
Durante l’intervento dal palco invece Rodotà ha tirato un’altra bordata al governo: “La Costituzione non è affare dei professori, per carità, ma non è neanche affare e proprietà di Matteo Renzi”
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Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS comunicato stampa : Guerra e pace
Il 25 aprile, giorno della liberazione dal nazifascismo e dall’ideologia militarista che il nazifascismo ha espresso in una serie di sanguinose guerre d’aggressione, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha scelto di muovere un attacco senza precedenti nella storia repubblicana a chi a tale ideologia di prepotenza, spreco e morte si oppone.
Dopo aver reso uno stupefacente onore ai due fucilieri della Marina che, impiegati a protezione di interessi privati, in India sono accusati di aver ucciso due pescatori inermi, Napolitano si è fatto garante del “rinnovamento dello strumento militare”, aggiungendo che sarebbero inaccettabili “incomprensioni di fondo e perfino anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare, vecchie e nuove pulsioni demagogiche antimilitariste”. Nessuno statista italiano era mai arrivato a tanto.
Il Movimento No Muos e tutti coloro che da anni, in Sicilia e ovunque, si battono contro una cultura militarista che, con le sue ininterrotte guerre d’aggressione, devasta territori e distrugge popoli e di cui lo Stato italiano è parte attiva, respinge come irricevibile e inqualificabile questa dichiarazione. Si tratta di un virulento attacco mosso ai valori di pace sanciti dalla Costituzione e dal suo articolo 11 che ripudia la guerra, valori di cui il Capo dello Stato avrebbe il dovere primario di essere garante.
In tempi recenti Giorgio Napolitano ha ribadito la sua passione per lo strumento militare opponendosi alla sospensiva che il Parlamento aveva deciso per l’acquisto dei famigerati cacciabombardieri d’attacco F-35.
I siciliani e le siciliane si onorano di nutrire “vecchie e nuove pulsioni antimilitariste”. Sono state coltivate dalle distruzioni e sofferenze subite per mano del militarismo nazifascista, come, oggi, dalla riduzione della propria terra, da secoli crocevia di culture e armonie, a piattaforma di guerre d’aggressione. Grazie a “pulsioni militariste”, come quelle manifestate da Napolitano, la Sicilia è stata privata di sovranità e autodeterminazione e ridotta a colonia di una potenza straniera
Il Movimento No Muos, riunito in assemblea regionale a Niscemi, dove è stato installato il centro di comunicazione, controllo e comando militare per le guerre degli Usa e dell’Alleanza Atlantica, da anni si batte pacificamente contro questo strumento di guerra e di attacco alla salute dei cittadini. Non si farà intimidire né dai vaticinii militaristi di Napolitano, né dalla repressione poliziesca e giudiziaria che li accompagna. Il suo impegno a promuovere sacrosante “pulsioni antimilitariste”, in sintonia con il dettato della Costituzione e del sentire di tutte le persone di pace, si è espresso in un altro modo di celebrare il 25 aprile. È stato il taglio delle recinzioni che circondano la base Muos e la riconquista di un pozzo d’acqua che dai militari statunitensi era stato sottratto ai cittadini di Niscemi. Siamo certi che la Resistenza, che ci ha dato una Costituzione nella quale le pulsioni militariste sono state annientate per sempre, si sente più vicina a quel pozzo e ai No Muos che non al Quirinale.
Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS
http://www.nomuos.info/?p=5931
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I trattati ritrattati | Fonte: il manifesto | Autore: Mumia Abu Jamal
Sulla recente annessione della Crimea alla Russia, i politici negli Stati uniti hanno fatto la voce grossa, paragonando l’annessione all’occupazione della Polonia da parte di Hitler. Hanno parlato di violazione della legge internazionale e di «furto della terra». Quasi all’unisono, americani ed europei, adducendo minacce alla «stabilità della regione» hanno annunciato sanzioni contro la Russia.
Che gli statunitensi blaterino di «furto della terra» è soprattutto un insulto alla storia degli Stati uniti. Perché, come sarebbe stato possibile per gli Usa diventare quelli che sono se non attraverso un gigantesco furto di terre di quelli che hanno chiamato e continuano a chiamare «indios» e poi dei messicani? Furono furti illegali? Si. E violarono questi furti la legge internazionale? Ovviamente, sì.
I trattati sono accordi tra nazioni. Gli Stati uniti hanno violato tanti di quei trattati con le Nazioni native che mette vergogna solo contare quanti sono stati. Vi ricordate del Texas? Era parte del Messico, finché i nordamericani che vivevano lì si ribellarono. Per quasi 10 anni fu un paese indipendente (La Repubblica del Texas), fino al 1845 quando venne annessa agli Stati uniti. Il Nevada? Il Nuovo Messico? L’Arizona? Uta? Colorado? California? Tutto questo era parte del Messico, finché gli Usa non scatenarono una guerra per giustificare il furto di quelle terre. E nel 1848, tutto si era consumato, e oltre mezzo milione di chilometri quadrati passarono a far parte degli Stati uniti.
Io non sono specialista nelle questioni della Crimea e nemmeno molto di quelle russe. Però so che la Crimea fu annessa dalla Russia nel 1783. Rimase parte della Russia fino al 1991, quando fu ceduta all’Ucraina. Vista da questa prospettiva, la Russia ha più diritto della Crimea di quanto non ne avessero gli Stati uniti sul nord-est del Messico. Gli Usa devono allora rendere la terra del Messico che hanno rubato? Devono anche restituite i milioni di chilometri quadrati che — anche con la truffa — hanno rubato alle Nazioni native mediante la violazione della Legge dei Trattati internazionali? Pare assurdo anche solo porsi la domanda, vero?
Tuttavia, nel 1999, il nostro vicino del nord, il Canada, ha rinunciato a gran parte del suo territorio del Nord-est per restituirlo ai discendenti di un popolo nativo, tradizionale, il popolo Inuit. Si chiama Nunavut — ed è più o meno della grandezza di quel che si chiamò Territorio Comprato di Luisiana, quando la Francia vendette le terre degli Stati uniti, raddoppiandole dalla notte alla mattina. Restituire la terra rubata è un’idea folle negli Usa. In Canada è storia.
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