COMUNICATO
Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania, si unisce alle studentesse e agli studenti, a tutto il mondo scolastico nel chiedere con forza l’annullamento dell’alternanza scuola lavoro o PTCO, figlia di una campagna ideologica che, creando il falso mito dell’alternanza come occasione di sviluppo, di crescita, di innovazione, ha causato la morte di giovani vite.
Non vogliamo seppellire altri morti, vogliamo onorare la vita del diciottenne Lorenzo Parelli e di Giuseppe Lenoci di soli sedici anni, morti per stage e di stage, facendo in modo che non siano morti invano. Cosa altro dobbiamo aspettare per eliminare un esperimento fallimentare della scuola italiana? Che cosa dobbiamo aspettare per rendere sicuri i percorsi di alternanza nelle scuole professionali come quello in cui ha perduto la vita Giuseppe che sognava di fare il calciatore, ma che nel frattempo voleva prendere il diploma di termo idraulico?
La Costituzione, negli artt. 33 e 34, afferma che l’Istruzione è un “diritto”, non che la scuola debba “formare” al lavoro o per il lavoro. Il pensiero neoliberista, in nome di un efficientismo e di una “economicità” vaga , ha spinto ad introdurre nelle aule scolastiche un’ idea di scuola dove i saperi, le conoscenze, le abilità, lo studio delle discipline venissero affiancati da una pseudo metodologia didattica finalizzata ai percorsi di “alternanza scuola lavoro”, resi obbligatori per le classi del triennio finale delle scuole a partire dalla legge 107 del 2015,la famigerata Buona scuola. Il principio del sapere e del “sapere fare” è penetrato pervicacemente negli istituti scolastici che hanno allargato gli orizzonti introducendo tra le finalità “formare lavoratori”. Dal 2019, l’alternanza scuola lavoro, trasformata in PTCO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ha visto diminuire il numero di ore, ma è rimasta obbligatoria. Gli studenti devono svolgere un percorso di esperienza presso Enti pubblici o privati, conditio sine qua non per poter accedere agli esami di Stato.
Il PTCO non si è fermato neanche con la pandemia, ed ha sempre di più evidenziato bassa qualità dei percorsi, assenza di formazione sulla cultura del lavoro sui diritti e doveri, sulla sicurezza, sui requisiti medico sanitari. In determinati contesti l’alternanza scuola lavoro ha fornito manovalanza a costo zero, in un sistema di “sfruttamento” di una manovalanza giovanile ignara e priva di diritti sindacali.
Vorremmo invitare il Ministro a non considerare la scuola come “un’azienda”, un percorso utile a formare giovani per il mondo del lavoro riducendo gli anni dei corsi di studio, da cinque a quattro, in modo da avere individui pronti a “saper fare”, ma privi dei “saperi fondamentali”, scarsamente critici e incapaci di leggere i processi sociali e politici. Si utilizzino piuttosto i fondi previsti per il PTCO per mettere in sicurezza le scuole, spesso fatiscenti e prive di sicurezza, per provvedere a recuperare aule scolastiche e ad incrementare il personale scolastico docente e ATA. Si utilizzino le risorse disponibili per ripristinare il tempo scuola rubato in questi anni ai nostri studenti per risparmiare. Per noi la scuola deve essere luogo di formazione accessibile a tutte e a tutti, un luogo dove mettere al centro la cultura, il bello, il pensiero, la tecnica, la scienza insieme alla poesia e all’arte, dove costruire ponti per il futuro, in cui dare ali al libero pensiero, le ali che Lorenzo e Giuseppe non avranno più.
Il Comitato Provinciale ANPI Catania
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