26 febbraio – Sit In per la pace

Comunicato Anpi di Catania

COMUNICATO

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania, si unisce alle studentesse e agli studenti, a tutto il mondo scolastico nel chiedere con forza l’annullamento dell’alternanza scuola lavoro o PTCO, figlia di una campagna ideologica che, creando il falso mito dell’alternanza come occasione di sviluppo, di crescita, di innovazione, ha causato la morte di giovani vite.

Non vogliamo seppellire altri morti, vogliamo onorare la vita del diciottenne Lorenzo Parelli e di Giuseppe Lenoci di soli sedici anni, morti per stage e di stage, facendo in modo che non siano morti invano. Cosa altro dobbiamo aspettare per eliminare un esperimento fallimentare della scuola italiana? Che cosa dobbiamo aspettare per rendere sicuri i percorsi di alternanza nelle scuole professionali come quello in cui ha perduto la vita Giuseppe che sognava di fare il calciatore, ma che nel frattempo voleva prendere il diploma di termo idraulico?

La Costituzione, negli artt. 33 e 34, afferma che l’Istruzione è un “diritto”, non che la scuola debba “formare” al lavoro o per il lavoro. Il pensiero neoliberista, in nome di un efficientismo e di una “economicità” vaga , ha spinto ad introdurre nelle aule scolastiche un’ idea di scuola dove i saperi, le conoscenze, le abilità, lo studio delle discipline venissero affiancati da una pseudo metodologia didattica finalizzata ai percorsi di “alternanza scuola lavoro”, resi obbligatori per le classi del triennio finale delle scuole a partire dalla legge 107 del 2015,la famigerata Buona scuola. Il principio del sapere e del “sapere fare” è penetrato pervicacemente negli istituti scolastici che hanno allargato gli orizzonti introducendo tra le finalità “formare lavoratori”. Dal 2019, l’alternanza scuola lavoro, trasformata in PTCO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ha visto diminuire il numero di ore, ma è rimasta obbligatoria. Gli studenti devono svolgere un percorso di esperienza presso Enti pubblici o privati, conditio sine qua non per poter accedere agli esami di Stato.

Il PTCO non si è fermato neanche con la pandemia, ed ha sempre di più evidenziato bassa qualità dei percorsi, assenza di formazione sulla cultura del lavoro sui diritti e doveri, sulla sicurezza, sui requisiti medico sanitari. In determinati contesti l’alternanza scuola lavoro ha fornito manovalanza a costo zero, in un sistema di “sfruttamento” di una manovalanza giovanile ignara e priva di diritti sindacali.

Vorremmo invitare il Ministro a non considerare la scuola come “un’azienda”, un percorso utile a formare giovani per il mondo del lavoro riducendo gli anni dei corsi di studio, da cinque a quattro, in modo da avere individui pronti a “saper fare”, ma privi dei “saperi fondamentali”, scarsamente critici e incapaci di leggere i processi sociali e politici. Si utilizzino piuttosto i fondi previsti per il PTCO per mettere in sicurezza le scuole, spesso fatiscenti e prive di sicurezza, per provvedere a recuperare aule scolastiche e ad incrementare il personale scolastico docente e ATA. Si utilizzino le risorse disponibili per ripristinare il tempo scuola rubato in questi anni ai nostri studenti per risparmiare. Per noi la scuola deve essere luogo di formazione accessibile a tutte e a tutti, un luogo dove mettere al centro la cultura, il bello, il pensiero, la tecnica, la scienza insieme alla poesia e all’arte, dove costruire ponti per il futuro, in cui dare ali al libero pensiero, le ali che Lorenzo e Giuseppe non avranno più.

Il Comitato Provinciale ANPI Catania

Solidarietà al prof. Tomaso Montanari


Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania esprime solidarietà al prof. Tomaso Montanari, definito in prima pagina su Il Foglio “Il Rettore delle foibe”, e attaccato sulle pagine del Corriere della Sera da Aldo Grasso per avere organizzato, presso l’Università di Siena, un convegno a suo dire “negazionista” sulle foibe. Evidentemente Grasso non ha partecipato al convegno e non ha ascoltato le relazioni di Mauro Moretti, Alberto Cavaglio, Marta Verginella, Luca Casarotti, Filippo Focardi , Carlo Greppi ed Eric Gobetti, che hanno analizzato le complesse vicende del confine giuliano dalmata dal punto di vista storico. Aldo Grasso definisce il prof Montanari “un mitomane ossessionato dalle foibe “, l’offesa è tipica di Grasso, ma meraviglia desta il fatto che lo faccia attraverso le pagine di un giornale, Il Corriere della Sera, che non è Il Foglio, e neanche il portavoce ufficiale di partiti di destra (?).
Pericoloso è non solo ciò che Grasso scrive cioè che l’Università non si può permettere di organizzare un convegno storico sulle foibe, ma anche il presupposto che ci sta dietro e cioè il volere mettere in discussione la libertà delle Università nell’affrontare temi di natura storica non graditi ai nostalgici del “regime”, che stanno diventando molto più audaci nel rivendicare spazi di consenso politico nazional popolare a partire dalle azioni di stampo nazifascista di Forza Nuova. Così come “aberrante e inaccettabile”, per dirla con le parole del presidente nazionale dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo, è la circolare del Ministero dell’Istruzione a firma del Capo Dipartimento Stefano Versari, che paragona le foibe alla Shoah.
Purtroppo ancora una volta si assiste all’utilizzo di eventi dolorosi e laceranti non per “ricordare” e ricucire le ferite ancora aperte, le cui radici affondano in una molteplicità di cause “storiche”, ma per alimentare nel Paese discordie, a tutto vantaggio di quelle forze politiche di ispirazione neofascista che sperano così di cavalcare l’onda di un consenso politico e sociale utile ai fini propagandistici e del consenso, non provando alcuna vergogna nell’uso strumentale delle drammatiche vicende del confine orientale con tutta la scia di sangue che si trascinano. L’ANPI auspica che “il Giorno del Ricordo sia davvero una memoria osservante di tutte le memorie: delle foibe, dell’esodo, dell’occupazione italiana e delle conseguenti stragi, dei delitti del fascismo di confine. Prevalga il rispetto e non l’oltraggio, l’analisi storica e non la propaganda, la verità e non l’impostura, la fraternità e non l’odio”.
Il Comitato Provinciale ANPI Catania

Solidarietà alle manifestazioni studentesche

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Catania condanna le cariche delle forze dell’ordine contro gli studenti che hanno manifestato in varie parti di Italia per la morte di Lorenzo Parelli, avvenuta mentre svolgeva uno stage previsto nelle attività di alternanza scuola lavoro in una fabbrica di Udine. I giovani manifestanti si sono trovati di fronte ai manganelli delle forze dell’ordine che hanno poi cercato di giustificare una reazione eccessiva e sproporzionata, sostenendo che fra i giovani vi fossero dei provocatori infiltrati.

Reazione eccessiva e sproporzionata, soprattutto se paragonata ad altre situazioni come sostenuto dalla segreteria nazionale dell’ANPI “Brucia ancora la drammatica esperienza di Genova nel 2001. Stupisce fra l’altro il contrasto fra le cariche contro gli studenti e l’inerzia delle forze dell’ordine in altre circostanze ben più pericolose, una per tutte la manifestazione di Roma egemonizzata da Forza Nuova il 9 ottobre 2021 che sfociò nell’ignobile assalto alla sede nazionale della CGIL”

Stupisce tale reazione delle forze dell’ordine in considerazione del fatto che gli studenti manifestavano, con una comprensibile rabbia giovanile, sdegno ed incredulità, per la morte assurda di un coetaneo che, anziché stare sui banchi di scuola, “lavorava” gratuitamente e in assenza di sicurezza. Vittima due volte Lorenzo: vittima di un’idea sbagliata di scuola e vittima del lavoro, quando non era neanche un “lavoratore”.

Anche il Presidente della Repubblica, nel suo discorso alla Nazione dopo l’elezione, ha richiamato la grave piaga della mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro richiamando l’assurda morte di Lorenzo.

Il Comitato Provinciale ANPI Catania

“Salvatrice Benincasa”