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Filed under: Patria Indipendente - il mensile dell'ANPI | Leave a comment »
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Vediamo che effetto produrrà dire che NOIDONNE chiude per aprire. Perché si tratta di riflettere sul mondo che cambia. Le giovani non riescono a riviverlo come era 72 anni fa: le loro mamme non erano ancora nate e la distanza fra tre se non quattro generazioni non recupererà mai il vissuto degli altri. Ma anche le vecchie partigiane del ’44 che ancora ci seguono anagraficamente sono bisnonne, però, pur continuando ad accusare i governi e le artrosi, si sono adattate all’epoca delle merci, colgono i benefici della chirurgia tecnologica e dei cellulari. Se potessimo far incontrare le ragazze con le avventure della resistenza capirebbero e condividerebbero i rischi di pedalare in montagna con un mitra nascosto nella sporta delle verdure, ma non ce le farebbero a superare lo sgomento di trovarsi in una Rimini del 1945, devastata da quasi 400 bombardamenti, in mezzo a precarietà e obbligo di faticare, in mezzo alle contadine di Romagna vestite di lunghe gonne nere con il foulard sul capo: un villaggio marocchino tenuto in piedi da donne che avevano combattuto contro l’occupazione.
Per questo noi del giornale non abbiamo mai smesso di parlarne, di fare memoria, non per esaltare lo sforzo eroico di tutto quello che è stato fatto per uscire dalla miseria materiale e morale sperimentata durante il fascismo, ma per fare di quel valore la piattaforma di lancio verso il futuro. Proprio perché donne – in particolare perché “Noi Donne” – registriamo qualche amarezza perché proprio i sacrifici e il lavoro assiduo dedicato a tutte le pratiche, a tutte le cure materiali, intellettuali e politiche che le donne hanno dedicato alla società in tutti i tempi e le crisi della storia non hanno impresso l’immagine femminile ai poteri e a cambiarne le gerarchie.
Trump è una metafora: Trump, l’esecrabile che potrebbe aver usato strumentalmente il linguaggio volgare del peggior populismo per vincere, è il potente al quale nessuna di noi perdonerà il disprezzo di cui ci ha investite. Ma sappiamo anche che, se avesse vinto Clinton, gli Usa non avrebbero finalmente avuto “una” Presidente perché, pur donna da noi auspicata, ha sempre fatto parte di quelle donne che vogliono essere “come un uomo”. Una situazione che in settant’anni abbiamo visto spesso ripetersi nelle cariche che ormai occupiamo, senza poterne condizionare le regole ed eliminare i pregiudizi.
Come giornale non abbiamo mai alimentato illusioni e certo oggi le crisi economiche e culturali che ci invadono non facilitano le speranze. Ma proprio per questo dobbiamo volere che la “piattaforma verso il futuro” funzioni davvero.
Le nuove tecnologie non sono più bambine; anzi, anche se non siamo particolarmente abili, incominciamo a intravedere, oltre i limiti delle “fogne” di social calunniosi e violenti e del “comunicare senza relazione” tra esseri umani, orizzonti di nuova e possibile cultura globalizzata dietro un mondo che non può produrre solo merci e denaro virtuale: mentre i bisogni umani crescono e le persone hanno bisogno di tutto, deve venire un futuro non egoistico e non di guerre, in cui il benessere umano sia la finalità di ogni politica.
NOIDONNE ha seminato tutte le sementi possibili tratte dal granaio del femminismo e la carta è stata un gran bel veicolo: anche se piaceva a tutti, la manutenzione dell’impresa costa e, soprattutto in questo periodo, bisogna far quadrare i conti. I boss che detengono le borse ti regalano complimenti, ma non intendono farsi carico di un interesse sociale che ingenuamente reputiamo democratico e comune alla società tutta intera.
Dunque lasciamo la carta: è bella ma non ce la possiamo più permettere. Le amiche che non si sono mai arrese al pc, ascoltato il nostro richiamo al futuro, vorremmo che imparassero che per trovare Noi Donne sul web non sono necessarie capacità superiori: buttatevi, l’occasione vale la pena. Quindi anch’io ringrazio chi ha diretto, amministrato e lavorato in totale dedizione e generosità, ma non mi preoccupo, perché nessuna di noi pensiona idee ed energie: cambia solo il mezzo. Oggi molto dell’informazione corre su rete e il virtuale consente di evidenziare e conservare gli articoli di maggior interesse, di interagire con altre lettrici e di collaborare con la redazione.
Il rischio è di naufragare nella folla dei periodici in rete che si incrociano navigando; ma anche le edicole sono piene di testate e di richiami. Se saremo brave – e se le nostre grandissime amiche che hanno sempre tenuto Noi Donne sulle loro braccia manterranno la generosità – cambierà poco: l’occhio che si abituerà a leggere sul desk, i ditini che faranno scorrere le parole, la memoria che deve diventare curiosa.
Quello che conta è che resti immutata l’amicizia tra “noi donne”, insieme con la “cura” di noi stesse. Quello che accade nel mondo può essere indirizzato al bene o al suo contrario, ma per noi donne è sicuro che, se non saremo ben attrezzate di idee e di grinta per difenderle, la già manifesta manovra di passare sopra i nostri corpo e i nostri diritti può in breve riportarci alla domesticità funzionale a conservare un sistema in crisi. Come direbbe Delfina della nostra bellissima agenda “i nostri ideali e i nostri sogni mica finiscono in spam”…
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Mi è difficile fare un editoriale in questo numero “speciale” di NOIDONNE senza mettere dentro a quello che scrivo molto di me stessa, non solo come attuale presidente della Cooperativa Libera Stampa impegnata intensamente in questa impresa straordinaria e difficile ma come donna che ha vissuto in diretta tanti passaggi importanti di questa testata.
La libertà che caratterizza la storia di questo giornale mi consente tale privilegio. E allora lasciando a ricostruzioni dettagliate che si potrebbero e potranno fare sui tanti capitoli che hanno caratterizzato la vita di NOIDONNE come giornale e come impresa al femminile nella metà del secolo scorso, scelgo di concentrare l’attenzione di chi legge questo numero sul significato, il lavoro e i risultati del periodo che va dal 2000 ai giorni nostri. Il primo grande risultato è che si è assicurato alle donne e al mondo dell’informazione altri 16 anni di presenza giornalistica, culturale e politica in una fase di grandi cambiamenti generali e per le donne. E questo non è avvenuto per caso, né con facilità.
Dopo la chiusura nel 1999 di Noi Donne a causa di una forte crisi di carattere finanziario della cooperativa e in presenza di una situazione debitoria molto grave sembrava ineluttabile la definitiva chiusura della testata. Ma così non è stato. Grazie a uno scatto di vero coraggio di alcune, all’emergere di tante energie positive e generose, al ricorso di tanto lavoro volontario e al sostegno di tante amiche e lettrici, si sono riannodati lentamente i fili di una nuova o meglio rinnovata storia, quella del ventunesimo secolo. Si è ricominciato da fogli poveri, non cessando mai di essere un riferimento libero per le donne e, grazie a sacrifici personali, a tanta creatività e convinzione anche sul piano del reperimento di risorse, si è riusciti a poco poco non solo a ripianare i debiti pregressi ma a rimettere i bilanci a posto e quindi, sempre con grande prudenza di gestione, a ricreare le condizioni per fare uscire nuovamente un mensile a colori, ricco di articoli, rubriche, apporti giornalistici e culturali. La carrellata delle copertine di questi anni parla da sola e scandisce la capacità di stare comunque, anche con risorse scarse, nelle cose e nella società.
In linea con i tempi NOIDONNE è divenuto anche on line, con un sito attivissimo e una presenza in crescita sui canali social. Ma su questo incredibile lavoro, che ha trovato un riscontro vero nella tenuta e nello sviluppo degli abbonamenti, si è inserita negli ultimi cinque anni quella che è oggi una delle principali cause – ma non l’unica – della nuova situazione di criticità dell’impresa: il taglio continuo e progressivo dei contributi pubblici all’editoria, che ha eroso via via anche ogni margine di risparmio prodotto in questi anni, in un bilancio peraltro già ridotto alle sole spese incomprimibili. Malgrado questo si è resistito ancora, ricorrendo anche alla cassa integrazione e sperando in una inversione di tendenza che purtroppo non è avvenuta. Anche l’importante riforma dell’editoria approvata di recente dal Parlamento – dopo un’azione forte di pressione cui abbiamo attivamente contribuito – con la creazione di un fondo specifico per il pluralismo dell’informazione arriva quando i tempi sono scaduti per molte testate piccole e medie come la nostra.
La decisione di sospendere l’edizione cartacea di NOIDONNE è figlia dello stesso senso di responsabilità, che ha spinto 16 anni fà a tentare in tutti i modi una strada per riprendere un cammino, per garantire comunque la continuità di una storia importante, ma con una attenzione particolarmente vigile alle sostenibilità economiche. Anche perché stiamo parlando di una cooperativa composta liberamente da donne che apportano lavoro, volontariato, passione ma non hanno capitali. La Cooperativa Libera Stampa, ha una storia lunga che andrebbe raccontata di più nel mondo imprenditoriale, con i suoi meriti ma anche suoi errori o limiti, come altre imprese del resto. Va ricordato che è stata la prima libera cooperativa nel mondo dell’informazione, una scelta lungimirante fatta da tante donne, in primo luogo dell’Udi, che alla fine degli anni ‘60 hanno pensato ad un modo autonomo e innovatore di fare informazione. Tra le protagoniste di questa sfida anche manageriale non si può non citare Marisa Ombra.
La Cooperativa Libera Stampa ha partecipato poi con convinzione a tutte le battaglie nel nostro paese per una libera informazione, concorrendo ad affermare il principio della necessità di un sostegno pubblico alle testate autogestite, parlando non solo come operatrici e professioniste dell’informazione ma anche a nome di tante lettrici a cui NOIDONNE ha sempre guardato come parte della propria impresa. Noi Donne ha certamente vissuto negli anni ‘80-‘90 una fase che oggi possiamo leggere come “privilegiata” per le condizioni politiche e di mercato rispetto alle quali – e io lo posso dire in libertà avendola vissuta – non sempre ha colto al momento giusto il senso dei cambiamenti e dei nuovi limiti economici e politici.
Da anni il mondo dell’informazione sta attraversando profondi cambiamenti, in peggio e in meglio. E NOIDONNE ha deciso di prenderne atto, con senso di realtà e di verità, senza vittimismi, continuando a contare su chi ha creduto nel ruolo speciale di questa testata. Ma anche con la curiosità del nuovo da affrontare. Il nuovo è soprattutto la dimensione multimediale, è la rapidità dei movimenti di informazione, è la difficoltà a riconoscere i confini tra dimensione nazionale e internazionale. Ma per noi anche l’urgenza e la testardaggine di collocare in questo quadro sempre e comunque l’occhio e la testa delle donne come soggetti liberi.
L’invito a tutte le nostre lettrici e amiche è di aprire un confronto su tutto questo, di seguirci nelle nuove imprese, di sostenerci con quello che ciascuna può, come abbiamo fatto in questi anni.
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