Art. 18, grazie all’assist di Alfano e Sacconi Renzi va a punto: “Cambiare lo Statuto dei lavoratori”Autore: fabio sebastiani da: controlacrisi.org

L’articolo 18 e’ un “totem ideologico”, un “simbolo”, di cui e’ “inutile discutere adesso”. Molto meglio “riscrivere lo Statuto dei lavoratori”. Ha tutta l’aria di essere un gioco di squadra quello tra il premier Renzi da una parte e Alfano e Sacconi dall’altra. Qualche giorno di polemiche, e via: la “deregulation” dei diritti va avanti. E ora sul Jobs act, e su Sblocca Italia. si gioca tutta la partita. La tensione estiva nell’esecutivo riavvicina Forza Italia, almeno su questo tema, ai vecchi compagni di viaggio: per Renato Brunetta il terreno dell’art.18 e’ un modo per tentare l’asse con Ncd; la proposta di Sacconi piace (“noi ci stiamo”) e sui “contenuti siamo d’accordo con Alfano”, mettendo in campo anche la sua idea di una “moratoria di tre anni”. La palla, poi Brunetta, la passa al Pd. Da un lato la titolare della Pa, Marianna Madia, dice di smetterla con la “retorica” e chiede di non sganciare il concetto dalla “sviluppo”, dall’altro il responsabile economia del Pd, Filippo Taddei, fa presente che l’abolizione dell’art.18 “non e’ in cantiere” ma che semmai “si parla di tutele crescenti”, che è un altro modo di dire la stessa cosa seguendo lo schema del professor Ichino. I sindacati sembrano aver sentito il campanello e scendono in campo con la leader della Cgil Susanna Camusso, che conia l’hashtag ‘#Si’art18’ (“bisogna creare lavoro non discriminazione”), e di nuovo con Maurizio Landini, segretario della Fiom, il quale spera che Renzi non ascolti Alfano. Infine i dati della Cgia mostrano che le aziende interessate dall’art.18 sono soltanto il 2,4% del totale, e riguarda il 57,6% dei lavoratori dipendenti nel settore privato dell’industria e dei servizi.