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Scuola, fine d’anno tra le proteste. La Fiom chiama lo sciopero generale Autore: fabio sebastiani da: controlacrisi.org
Posted on Maggio 14, 2015 by anpict
Si scalda il fronte della scuola dopo il nulla di fatto nel confronto di ieri a palazzo Chigi. Tre ore di faccia a faccia tra ministri e vertici sindacali con momenti di forte tensione hanno rafforzato la convinzione che questa fine d’anno sarà davvero schioppettante. Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals, che non hanno alcuna intenzione in questa occasione di rompere l’unitarietà d’azione, hanno dichiarato di voler mettere in campo nuove iniziative di mobilitazione anche durante il periodo degli scrutini. Non sarà un vero e proprio blocco perché la legge sulla regolamentazione degli scioperi non lo consentirebbe, ma certamente un gran bel disagio. “Si sta concludendo l’anno scolastico in un clima di conflitto” si rammarica il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna. “Nei prossimi giorni organizzeremo presidi in occasione dell’inizio del dibattito alla Camera, assemblee e iniziative di lotta nelle scuole. La mobilitazione continua” promette il leader della Flc, Mimmo Pantaleo. Il leader della Fiom Maurizio Landini, intanto, in una intervista a Repubblica sottolinea la necessità di mettere in campo addirittura uno sciopero generale sulla scuola. E’ uno dei tre punti che Landini ha definito come un programma sindacale e politico necessario per fermare Renzi. “chce ha scelto di stare con le imprese”. Gli altri due sono: Ripristinare le pensioni di anzianità per alcune categorie di lavoratori, e introdurre il reddito minimo di cittadinanza “contro il ricatto della precarietà. I Cobas, che si muovono per proprio conto, oltre a interferenze in tempo di scrutini, vogliono proporre agli altri sindacati di scegliere una data, una domenica (che potrebbe essere il 7 giugno, suggeriscono) “per difendere tutti insieme la scuola bene comune”. “Vogliono andare avanti come un treno”, hanno mostrato “un’arroganza sbalorditiva” e “aperture zero” chiosa il leader del movimento, Piero Bernocchi.