Scuola, fine d’anno tra le proteste. La Fiom chiama lo sciopero generale Autore: fabio sebastiani da: controlacrisi.org

Si scalda il fronte della scuola dopo il nulla di fatto nel confronto di ieri a palazzo Chigi. Tre ore di faccia a faccia tra ministri e vertici sindacali con momenti di forte tensione hanno rafforzato la convinzione che questa fine d’anno sarà davvero schioppettante. Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals, che non hanno alcuna intenzione in questa occasione di rompere l’unitarietà d’azione, hanno dichiarato di voler mettere in campo nuove iniziative di mobilitazione anche durante il periodo degli scrutini. Non sarà un vero e proprio blocco perché la legge sulla regolamentazione degli scioperi non lo consentirebbe, ma certamente un gran bel disagio. “Si sta concludendo l’anno scolastico in un clima di conflitto” si rammarica il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna. “Nei prossimi giorni organizzeremo presidi in occasione dell’inizio del dibattito alla Camera, assemblee e iniziative di lotta nelle scuole. La mobilitazione continua” promette il leader della Flc, Mimmo Pantaleo. Il leader della Fiom Maurizio Landini, intanto, in una intervista a Repubblica sottolinea la necessità di mettere in campo addirittura uno sciopero generale sulla scuola. E’ uno dei tre punti che Landini ha definito come un programma sindacale e politico necessario per fermare Renzi. “chce ha scelto di stare con le imprese”. Gli altri due sono: Ripristinare le pensioni di anzianità per alcune categorie di lavoratori, e introdurre il reddito minimo di cittadinanza “contro il ricatto della precarietà. I Cobas, che si muovono per proprio conto, oltre a interferenze in tempo di scrutini, vogliono proporre agli altri sindacati di scegliere una data, una domenica (che potrebbe essere il 7 giugno, suggeriscono) “per difendere tutti insieme la scuola bene comune”. “Vogliono andare avanti come un treno”, hanno mostrato “un’arroganza sbalorditiva” e “aperture zero” chiosa il leader del movimento, Piero Bernocchi.

Scuola, cresce il malcontento, in arrivo altre mobilitazioni Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

Cresce il malcontento dei sindacati in attesa del Consiglio dei ministri di venerdì, quando sul tavolo di discussione approderà la “Buona scuola”, questa volta sotto forma di decreto legge e di disegno di legge delega. Ok al piano di assunzione dei precari,a nche se si teme che i numeri non saranno quelli dichiarati dall’esecutivo, ma un bel “No” all'”editto”, ovvero al fatto che l’assetto retributivo degli insegnanti sia imposto attraverso decreto legge. Perché‚ i docenti – chiarisce il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – “non possono essere trattati come sudditi”. Sulla loro retribuzione e sulla loro progressione economica, temi propri della contrattazione, occorre aprire il dibattito. Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, annuncia dunque “risposte di lotta” al disegno del governo, mentre l’Anief ha già proclamato uno sciopero del personale precario docente per martedì 17 marzo.
I sindacati ribadiscono le loro posizioni, soprattutto sul piano contrattuale: “Stanno facendo in modo di assumere, e qui siamo d’accordo, 130 mila precari – afferma Barbagallo riferendosi alle intenzioni del Governo – ma con i soldi di quelli che già lavorano nella scuola. A loro insaputa stanno facendo praticamente un contratto di solidarietà Bastava dirlo, ne avremmo discusso”. Se ci sarà un “editto”, “faremo sentire le voci degli insegnanti con la protesta”: “non è escluso lo sciopero”, aggiunge Di Menna. Anche il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, prende la parola e, riferendosi agli scatti di anzianità, dice che “si mistifica la realtà quando si afferma che per pagarli si sono prosciugate le risorse per le attività a favore degli studenti”. “Inserimento in Gae, scatti di anzianità, ferie, primo gradino stipendiale, censimento posti vacanti – conclude l’Anief – sono le parole d’ordine di uno sciopero e di una manifestazione che martedì 17 marzo intendono contrastare la precarietà, stabilizzare il personale, recuperare i diritti e la dignità del lavoro”. All’appello sono invitati a rispondere “140 mila supplenti”. L’appuntamento è a Roma, nei pressi del Parlamento, per un sit-in.

Ma non è solo la questione docenti a sollevare “preoccupazione”. Ai parlamentari del M5s delle Commissioni Cultura di Camera e Senato non vanno giù le indiscrezioni secondo cui “nel decreto in arrivo venerdì” verrà inserita anche “la detrazione fiscale per i genitori che iscrivono i propri figli nelle scuole paritarie”. “Questo governo – dicono – fa cadere i costi della scuola sulle spalle delle famiglie che iscrivono i propri figli alla statale, dove i contributi volontari di fatto sono diventati obbligatori, mentre alle scuole private vengono destinati più di 500 milioni di euro all’anno, oltre a numerose agevolazioni”.