Il 2016 per l’ANPI di Catania è stato caratterizzato interamente per la grande campagna per il NO al referendum costituzionale che ha avuto specialmente in Sicilia e a Catania un successo che ha superato le più ottimistiche valutazioni. Una grande campagna è stata fatta per il Referendum abbiamo collaborato con i Comitati per Il No, ma soprattutto con il Coordinamento per la Democrazia di cui insieme con altre associazioni siamo stati a Catania fra i fondatori.
L’ANPI di Catania, prima ancora che il nazionale si schierasse, ha combattuto per la difesa della Costituzione, ricordiamo il mio intervento davanti alla lapide del Comune, il 25 Aprile del 2015, che produsse pesanti critiche dal mondo politico che vedeva in modo negativo la posizione intransigente dell’ANPI di Catania, e che ebbe un grande risalto sulla stampa a livello nazionale.
Noi non siamo intransigenti ma rispettiamo lo Statuto e in particolare l’articolo due che cita la difesa della Costituzione.
Abbiamo organizzato e partecipato a dibattiti, convegni, comizi in piazza, volantinaggi, porta a porta e partecipato alle manifestazioni regionali e nazionali dell’ANPI in difesa della Costituzione.
La forza ci è stata dal nostro presidente Carlo Smuraglia, che alla sua giovane età di 93 anni, è stato non solo il più attivo di tutti noi, ma è riuscito ad accendere nei nostri animi quella fiamma che anima i partigiani che hanno fatto la Resistenza.
Ricordiamoci che questi No non sono tutti frutti raccolti per la difesa della Costituzione, molti se vogliamo fare un’attenta analisi politica, sono No di cittadini che hanno bocciato le politiche di austerità del governo Renzi, ma anche di coloro che appoggiano il populismo e il razzismo. I numerosi interventi di Renzi e ministri a Catania si sono caratterizzati per le politiche repressive nei confronti dell’opposizione.
Anche in queste occasioni l’ANPI si è mobilitata abbiamo protestato con il Comune che non aveva dato l’autorizzazione di fare un banchetto davanti alla villa Bellini ed inoltre come presidente con una lettera a tutti i giornali le affermazioni della giornalista Meli sui fatti accaduti a Catania.
Noi tutti che abbiamo fallito la raccolta delle firme contro l’Italicum abbiamo mostrato la nostra debolezza, non abbiamo saputo far rete con le associazioni che raccoglievano le firme contro la buona scuola e con la CGIL. Una parte di sinistra che non voleva rompere il patto con il Pd di Renzi ignorava in maniera miope il Referendum.
Siamo sicuri che chi verrà dopo questo governo non attaccherà pesantemente la Costituzione?
La battaglia per la difesa della Costituzione non solo non è conclusa ma dobbiamo prepararci ideologicamente e politicamente alla creazione di un grande movimento per arginare e debellare pericoli antidemocratici.
La forza dell’ANPI sta nel fatto che coinvolge tutte e tutti colori che credono nei valori della Resistenza, della Libertà e della Democrazia, guai schierarsi con uno o l’altro partito, proficua è stata l’alleanza con la CGIL, ARCI e Giustizia e Libertà.
Non è vero che aver difeso la Costituzione, contrariamente alla polemica della ministra Boschi su veri o falsi partigiani, ha allontanato gli iscritti, anzi al contrario moltissimi si sono avvicinati ringraziandoci di esistere e per l’impegno profuso.
Dopo la vittoria del No al referendum l’ANPI si ritira dai comitati perché noi non siamo un partito è chiaro che a livello personale ognuno farà le proprie scelte ma non in nome dell’associazione.
Se ci saranno altri referendum come l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori o altri che riguardano la Costituzione o la difesa della democrazia la nostra associazione sarà sempre in prima linea.
Altre iniziative sono state svolte durante l’anno in corrispondenza della giornata della Memoria, 8 Marzo e del 25 Aprile.
A livello internazionale e nazionale è in pericolo la democrazia, basta pensare che con il terrorismo di matrice islamica e l’esodo dei migranti è aumentato in modo esponenziale il razzismo.
L’arroganza delle banche, la crisi economica ha impoverito larghe fasce di popolazione.
La crisi dei partiti di sinistra ha lasciato il campo all’avvento di nuovi populismi di estrema destra in tutta Europa e in Italia con Lega e Movimento 5 stelle.
Gli ultimi avvenimenti hanno dimostrato che esiste un reale pericolo per la democrazia.
Non vorrei che l’Italia diventasse, la nuova America, dove basta avere il colore della pelle un po’ più ambrata per spararti addosso, con la scusa del terrorismo attuare leggi sempre più antidemocratiche, aumentare il potere militare non solo con la militarizzazione del territorio ma soprattutto aumentandone il potere decisionale ed economico.
Questo è accaduto anche per l’assenza dei movimenti pacifisti, che negli anni 60 erano nati dal ricordo dell’orrore delle guerre e che erano un’opposizione dura alle politiche belligeranti. Gli insuccessi del pacifismo con l’incremento delle guerre negli ultimi decenni hanno fatto in modo che si esaurisse la loro forza critica.
L’attacco alla Costituzione non è solo dato dalla modifica dei suoi articoli, ma smontando pezzo per pezzo lo stato sociale, l’eliminazione della sanità pubblica, gli enormi finanziamenti alla scuola e alla sanità privata, il taglio alle politiche sociali riporta l’Italia e l’Europa agli anni 50.
L’assenza totale di un’opposizione reale a queste politiche in parlamento incide fortemente.
Governo e falsi opposizioni sono funzionali all’arricchimento di gruppi privati, banche, mafie, multinazionali a spese della popolazione.
Da chi è colmato questo vuoto?
Fortemente dall’ANPI, il compito per i prossimi anni e dopo la vittoria del Referendum, dovrebbe essere l’acquisizione di tutte queste battaglie che, di fatto, sono un’unica battaglia, l’applicazione della Costituzione di cui l’ANPI per statuto ne è garante.
Occorre che negli organi direttivi vi sia la presenza di dirigenti politici che si prendono a cuore i compiti dell’ANPI e che siano svincolati da condizionamenti politici e associativi e che facciano dell’ANPI il loro primo interesse, molti, prima fanno parte di partiti ed associazioni vari e poi alla fine sono anche negli organi dirigenziali dell’associazione.
Chiedo che questa situazione sia ribaltata è che prioritariamente si sia dirigenti dell’ANPI, la nostra associazione non può essere strumentalizzata da nessuno perché ne perde di credibilità e non può assumere questo oneroso compito.
Una pagina molto dolorosa è stata per me la giornata del 25 Aprile, nonostante che l’ANPI avesse organizzato una serie di riunioni con la volontà di far svolgere la giornata in modo più unitario e sereno non ha avuto l’effetto sperato.
Il giorno della Liberazione, una festa condivisa da tutti, tranne i fascisti, a Catania accade che i vari partecipanti partiti, associazioni e altri fanno del 25 Aprile una giornata di scontro politico! La frattura delle forze antifasciste da spazio ai nuovi fascismi.
Non abbiamo partecipato alle riunioni indette dal Prefetto per la preparazione del 70 anniversario della Liberazione e della festa della Repubblica, perdendo l’opportunità di indirizzare l’organizzazione di queste manifestazioni nel modo più idealmente vicino alla visione dell’ANPI questo perché c’è sempre stato un veto nel dialogo con le istituzioni.
Non accorgersi della grave situazione nazionale ed europea è un gravissimo errore, attaccare l’ANPI pur facendo parte degli organi direttivi sul tema dell’antifascismo significa favorirlo.
L’ANPI è l’unica associazione che si è caratterizzata per una lotta alle attività dei fascisti.
Vi ricordiamo gli interventi presso il prefetto e il questore per vietare le manifestazioni di forza nuova, gli esposti alla magistratura per le messe celebrate in onore di Mussolini e per finire la lotta contro le pagine di fb che inneggiano all’olocausto, battaglia vinta con l’aiuto di circa 30 mila amici che indignati abbiamo segnalato ai gestori le violazioni della legge Scelba.
Nonostante tutto questo in nome non si sa di quale antifascismo (forse quello di una bottiglia di urina) gravi attacchi sono stati fatti alla mia persona come presidente ANPI.
Nonostante che le manifestazioni organizzate abbiano avuto successo spesso alcuni dirigenti hanno usato metodi denigratori sulla presidente, metodi squallidi normalmente utilizzati da questa sinistra per una lotta di potere.
Addirittura qualcuno ha chiesto che la mia testa fosse consegnata su un piatto mi auguro non di plastica?
A qualcuno pur sapendo di essere in torto i miei metodi per la verità sono apparsi aggressivi.
Se difendere l’ANPI è essere aggressiva non solo non mi pento, ma penso che con alcuni, questo è l’unico metodo da usare.
Propongo che sia l’ANPI a organizzare la giornata del 25 Aprile.
La nostra debolezza sta: nel non avere una sede per essere presente quotidianamente nel territorio, nella mancanza di preparazione storica di alcuni, altri affaccendati in altre cause, considerano l’associazione un terreno di scontro politico con gli altri aderenti, si è logorato il rapporto di fiducia e di stima per questi motivi, chiedo che sia rinnovata la segreteria su una reale attività d’impegno dei singoli.
Alla fine dovrò lasciare la presidenza ma non voglio lasciare che l’ANPI s’identifica con la mia persona, perché questo nonostante tutto sarebbe il mio fallimento personale, vorrei che da oggi in poi l’ANPI non sia identificata con me ma abbia un team di persone in cui l’associazione s’identifica.
Propongo che siano organizzati durante l’arco del nuovo anno almeno tre convegni: sull’articolo 11 della Costituzione, sulla sanità pubblica e sulla scuola.
Solo in questo modo l’ANPI attualizza il suo mandato di difesa e dell’applicazione della Costituzione.
Santina Sconza
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