A colpire, però, sono soprattutto le testimonianze dei dipendenti del Cara. C’è chi è stato assunto solo “fino alla fine del periodo elettorale“, chi non ha ottenuto il rinnovo del contratto per “scarsa partecipazione alla campagna elettorale della Aloisi”, chi ricorda che “all’interno del consorzio Sol Calatino si sono svolte riunioni politiche alle quali mi veniva espressamente richiesto di partecipare da parte del Ragusa”. E poi c’è anche chi mette a verbale episodi dettagliati. “Nell’ufficio della Sol Calatino – dice davanti ai pm una dipendente – capitava di occuparsi anche delle procedure di apertura dei circoli di Ncd della zona del Calatino. Io stessa mi sono occupata anche di queste incombenze unitamente a Ragusa. I soggetti che intendevano aprire un circolo dovevano versare 150 euro al partito che in alcuni casi raccoglievamo direttamente”.
Ma non solo. Perché a tutti i dipendenti della coop Sol Calatino – che come detto gestiva il Cara – veniva richiesto di iscriversi a uno dei circoli di Ncd della zona. “Non si tratta di una imposizione – spiega sempre la stessa dipendente – anche se quasi tutti i dipendenti del Cara sono effettivamente iscritti a Ncd. Io stessa sono iscritta a uno dei circoli, quello coordinato da Paolo Ragusa”. Un particolare non dà poco se si pensa che in quattro anni circa 500 persone hanno prestato servizio nell’accoglienza dei migranti ospiti del residence degli Aranci: centinaia di tessere che diventavano voti in tempi di elezioni per il partito dell’ex ministro dell’Interno. Secondo le accuse, dunque, Castiglione e Ragusa trasformano il centro richiedenti asilo di Mineo in una sorta di massiccia macchina elettorale. E non è un caso che – come racconta Luca Odevaine, l’uomo dell’immigrazione di Mafia capitale – ad ogni nuova assunzione al centro, “tutti i sindaci appartenenti al consorzio si sono riuniti con Paolo Ragusa per spartire il numero delle assunzioni da fare”. Una ricostruzione confermata anche da uno dei pochi “nemici” del sistema Mineo, e cioè Valerio Marletta sindaco di Palagonia con Rifondazione Comunista, che davanti ai pm mette a verbale: “Tutti quelli del mio paese entrati al Cara sono miei avversari politici e questo perché non sono entrato nel consorzio. Posso affermare con ragionevole certezza che, se avessi deciso di aderire, come comune, al consorzio, avrei verosimilmente avuto a disposizione un pacchetto di assunzioni”.