Facendo il punto sulle relazioni bilaterali Xi Jinping ha detto al proprio omologo che “la cooperazione e’ l’unica scelta corretta per Cina e Stati Uniti”, mentre il 45esimo Presidente americano ha risposto che, sotto la propria amministrazione, “le relazioni certamente raggiungeranno un maggiore sviluppo”.Nella sua prima intervista ufficiale all’emittente Cbs Trump ha confermato di voler andare avanti con la costruzione del muro
lungo il confine con il Messico. A Pechino si chiedono se l’imprenditore sara’ altrettanto risoluto nel mettere in pratica quanto affermato in campagna elettorale: ovvero tariffe del 45% sul Made in China e pugno di ferro contro le manipolazioni valutarie di cui Pechino e’ accusato.
A preoccupare i cinesi e’ soprattutto la possibilita’ non troppo remota che il nuovo inquilino della Casa Bianca faccia un passo indietro sull’accordo di Parigi considerato uno dei principali successi delle amministrazioni di Xi Jinping e Barack Obama. Il monito a “non toccare l’accordo” arriva da Marrakech dove la scorsa settimana si e’ tenuta la prima tornata di colloqui dopo la sigla dell’intesa di dicembre. Durante la campagna elettorale Trump ha piu’ volte affibbiato alla Cina la responsabilita’ per una serie di problemi che affliggono la societa’ americana, arrivando persino a definire il cambiamento climatico una “stramberia” inventata dai cinesi per danneggiare l’industria americana.
Se una volta insediatosi nello Studio Ovale il 45esimo presidente americano decidera’ effettivamente di rescindere dall’accordo i tempi tecnici prevedono almeno 4 anni di attesa a meno che Trump non decida di abbandonare anche il Un Framework
Convention on Climate Change, in questo caso le tempistiche sarebbero accorciate ad appena un anno.
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