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Mercoledi 16 il presidente partigiano ANPI Nazionale Carlo Smuraglia a Palermo Siete tutte e tutti invitati a partecipare Noi che votiamo al Referendum il 4 Dicembre NO
L’ANPI VOTA NO AL REFERENDUM il 4 Dicembre Statuto ANPI L’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha lo scopo di : Art. 2 L) concorrere alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume , della Costituzione Italiana , frutto della Guerra di Liberazione , in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli. Tra i tanti scopi che da statuto si prefigge l ‘Anpi , e che ogni iscritto “sarebbe ” tenuto a rispettare. Io voto NO !
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NON UNA DI MENO! LE DONNE SCENDONO IN PIAZZA IL 26 E 27 NOVEMBRE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE. inserito da Redazione da: ndnoidonne
NON UNA DI MENO!
LE DONNE SCENDONO IN PIAZZA IL 26 E 27 NOVEMBRE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE
“Crediamo fermamente che mettere fine alla violenza maschile contro le donne sia oggi la priorità di questo Paese e non solo. La mobilitazione del 26 e 27 novembre a Roma è la prima tappa di un percorso che porterà a un Piano Femminista contro la violenza maschile”.
Niente bandiere di partito o sindacato, nessuna campagna referendaria, protagoniste solo e soltanto le donne.
“Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai propri figli – dichiara la rete italiana #NonUnaDiMeno, promossa da D.i.Re (Donne in rete contro la violenza), la rete romana Io Decido e UDI (Unione Donne in Italia) – Dall’inizio dell’anno oltre 70 donne sono state uccise in Italia per mano di mariti, conviventi o ex.
La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato, non è un’emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società, che attraversa ogni aspetto dell’esistenza, controlla e addomestica i corpi e le vite delle donne: in famiglia, sui luoghi di lavoro, a scuola, all’università, per strada, di notte, di giorno, negli ospedali, sui media, sul web”. Un fenomeno, quello della violenza maschile contro le donne, per troppo tempo negato dalle istituzioni o affrontato come un problema di ordine pubblico: Adesso basta! è il grido che si alza da più parti nel mondo, come abbiamo visto in questi mesi in Polonia, Argentina, Spagna.
La violenza maschile sulle donne può essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come insegnano l’esperienza e la pratica del movimento delle donne e dei centri antiviolenza in Italia, che da 30 anni resistono agli attacchi e alla mancanza di risorse per accogliere e accompagnare le donne in percorsi di autonomia e autodeterminazione.
Gli appuntamenti a Roma:
– Manifestazione nazionale: sabato 26 novembre alle ore 14.00 in piazza della Repubblica. Il corteo attraverserà le vie del centro di Roma e terminerà in Piazza San Giovanni.
– Assemblea nazionale: domenica 27 novembre dalle 10, nella scuola elementare Federico Di Donato (via Nino Bixio 83).
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Fonte: help consumatoriAutore: redazione “In Italia esiste un problema di povertà sanitaria”. In aumento le persone che rinunciano a curarsi
In Italia esiste un problema di povertà sanitaria. Lo dicono dalla Fondazione, che ha presentato oggi il Rapporto 2016 – Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci. Quest’anno il fabbisogno di farmaci è cresciuto. La povertà sanitaria è aumentata e nel 2016 è cresciuta dell’8,3% la richiesta di medicinali da parte dei 1.663 enti assistenziali (+1,3% rispetto allo scorso anno) sostenuti da Banco Farmaceutico. Il raccolto di farmaci della Giornata di Raccolta del farmaco dello scorso 13 febbraio ha consentito di coprire il 37,5% del fabbisogno espresso. A queste, tuttavia, vanno aggiunte 1,2 milioni confezioni raccolte nei primi 8 mesi del 2016 attraverso il sistema delle donazioni aziendali.
II rapporto evidenzia la grande disparità nel budget che i cittadini possono destinare alle cure mediche e all’acquisto dei medicinali. In Italia si spendono in media 682 euro annui a persona per curarsi, ma per le persone indigenti questa spesa scende a 123 euro. Rispetto al totale della spesa media mensile, nelle famiglie non povere si destina il 4,4% del budget domestico per curarsi, in quelle povere si scende al 2,6%. All’interno di questa spesa, le persone povere destinano 72,60 euro all’anno pro capite per comprare farmaci, mentre in media se ne spendono 268,80. “Le difficoltà – aggiunge la ricerca – non sono solo dei poveri: oltre 12 milioni di italiani hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazioni di tipo economico”.
I numeri del rapporto indicano dunque quanto sia diffusa, anche se spesso silenziosa, quella povertà che non permette di curarsi. Da un anno all’altro sono aumentate del 37% le persone assistite dalla rete del Banco Farmaceutico: sono aumentati soprattutto gli stranieri, i maschi e per la prima volta anche le persone sopra i 65 anni di età, per i quali evidentemente la pensione non basta più. “Poveri di tutto, anche di salute – spiegano dal Banco Farmaceutico –Perché ogni persona in media spende per curarsi (tra visite, esami e medicine) 682 euro all’anno, mentre i poveri si fermano a 123 euro: di più non possono permettersi, e dunque c’è chi evita di curarsi, mentre altri (quei 557 mila di cui si è detto sopra) trovano aiuto grazie alla carità, ai volontari, ai donatori privati (350 mila confezioni donate durante la Giornata di Raccolta di febbraio, più altre 80 mila depositate negli appositi contenitori per la raccolta dei farmaci inutilizzati negli armadietti di casa) e alle decine di aziende che continuano a non far mancare il loro apporto con otre 800 mila farmaci donati nei primi otto mesi dell’anno”.
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