Fonte: agenzia direAutore: redazione Il 4 novembre si fermano il lavoratori delle poste contro privatizzazione e disservizi

Si avvicina il giorno dello sciopero nazionale di giovedi’ 4 novembre (non succedeva da 20 anni) e sale la rabbia di lavoratori e sindacati delle Poste: la consegna della corrispondenza a giorni alterni, “non puo’ funzionare senza gli investimenti previsti e condanna i cittadini dei paesi piu’ piccoli e gli anziani ad attendere per giorni la posta o a fare i salti mortali per ricevere la pensione e pagare un bollettino”, segnala la Slc-Cgil ricordando i vari uffici “chiusi negli ultimi anni in nome di una razionalizzazione che non tiene conto del ruolo di servizio essenziale svolto da Poste”.

Ma soprattutto ora, “i lavoratori vengono sottoposti a vessazioni per tentare di dimostrare che anche con questa scellerata organizzazione le cose possono funzionare, con un aumento dei disagi per tutti, dipendenti e clienti”. La realta’, dice ancora la sigla della Cgil, e’ fatta di “giacenze di corrispondenza negli uffici postali che si contano a centinaia di chili e tutto questo in ogni territorio della regione, compreso Modena, che rimane uno dei territori piu’ penalizzati anche dal calo degli addetti”. L’altro motivo dello sciopero e’ la privatizzazione: “Non si puo’ svendere un servizio pubblico, come quello di Poste”. In Emilia-Romagna i  lavoratori di Poste avevano gia’ scioperato il 27 giugno “e non si fermeranno fino a quando non sara’ scongiurata la vendita a
privati di Poste, e non sara’ ripristinato un vero diritto alla consegna della corrispondenza”, promettono dalla Cgil.

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