21 ottobre 1928-16 dicembre 1969, a mio padre una canzone che non avrei mai voluto sentire. Ma le idee non muoiono e oggi la dedico ai Compagni Anarchici uccisi sulla strada della libertà

Fonte: helpconsumatoriAutore: redazione Elusione fiscale, gli amici che Renzi vuole condonare. La denuncia dei consumatori: “McDonald’s deve dare 224 milioni”

“Ogni giorno milioni di cittadini italiani lavorano onestamente e pagano le tasse. Le pagano anche per qualcuno che non lo fa. È un’ingiustizia che deve finire subito”. Questo il messaggio lanciato dal sito web Unhappymealitalia.com, da oggi online, con il quale la Rete si mobilita per contrastare la presunta elusione fiscale del colosso dei fast food McDonald’s. Il portale è promosso dalle associazioni di consumatori Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Cittadinanzattiva. Le associazioni da tempo sono impegnate nel chiedere alle istituzioni italiane, in particolare all’Agenzia delle Entrate, di indagare su una possibile elusione fiscale di circa 74 milioni di euro a vantaggio di una società del Gruppo con sede in Lussemburgo. Se accertata, l’evasione potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 224 milioni di euro. Ai 74 milioni vanno infatti aggiunte le multe e gli interessi legati al mancato pagamento delle imposte passate.
A rivelare per la prima volta la condotta della multinazionale statunitense è stato il rapporto Unhappy Meal, pubblicato a febbraio 2015 da una coalizione di sindacati americani ed europei. Lo studio denuncia nei dettagli la strategia adottata dalla multinazionale per eludere le tasse e ha avuto importanti conseguenze in Europa e nel mondo, incoraggiando la Commissione Europea e paesi come Spagna, Francia e Brasile ad aprire delle inchieste.
Il sito di Unhappy Meal Italia permette agli utenti, attraverso una navigazione semplice e intuitiva, di essere costantemente aggiornati sulle vicende che riguardano la presunta elusione fiscale a carico della multinazionale. Oltre a consultare il testo dell’esposto e del sollecito effettuati dalle tre associazioni di consumatori presso l’Agenzia delle Entrate, i cittadini possono accedere alla rassegna stampa sulla vicenda e scaricare i comunicati precedentemente diffusi.
All’interno di unhappymealitalia.com sono contenuti diversi strumenti di mobilitazione e di ingaggio attraverso i quali gli utenti potranno partecipare attivamente e manifestare il proprio dissenso. Con pochi click è infatti possibile pubblicare un tweet o un post di Facebook e condividere i contenuti della campagna. Nella stessa sezione, gli interessati possono firmare la petizione su Change.org “L’Agenzia delle Entrate indaghi su McDonald’s” diretta all’Agenzia delle Entrate, al Ministero dell’Economia e alla Presidenza del Consiglio.
A completare il sito, un conto alla rovescia, fissato al 31 dicembre 2016, che ricorda alle istituzioni italiane il rischio di poter perdere fino a 53 milioni di euro di potenziali sanzioni se l’Agenzia delle Entrate non dovesse aprire un’indagine entro tale data. Situazione già verificatasi nel 2015, in cui 42 milioni di euro andarono persi per la mancata apertura dell’inchiesta in tempo utile.

Autore: fabio sebastiani Il mondo del lavoro dice NO. Riesce lo sciopero del sindacalismo di base. E domani il “No Renzi Day”

Contro le politiche sul lavoro del Governo Renzi, la truffa di una Legge di Stabilità elettorale e per dare il proprio contributo contro lo stravolgimento della Costituzione. Su queste parole d’ordine il mondo del lavoro pubblico e privato oggi ha dato vita al primo sciopero generale di un autunno caldo che quest’anno si presenta con forti connotazioni politiche. A dichiarare lo sciopero molte sigle del sindacalismo di base come Usb, Unicobas e Usi. A loro si sono uniti Adl e SiCobas, insieme a Cub/Trasporti di Roma e Lazio.Si sono registrate chiusure di asili nido, scuole, uffici pubblici e servizi. Massiccia la partecipazione dei lavoratori del trasporto pubblico locale, con una media nazionale del 60% di adesione, destinata a salire nella fascia notturna. Fermi impianti industriali, della logistica e dell’indotto.

A Roma, dove ha scioperato il 90% del personale viaggiante in Roma Tpl, il 70% dei bus ed il 40% dei tram, sono chiuse le metro A, B1 e C, con la B fortemente rallentata. In Campania è completamente fermo il servizio ferroviario delle linee flegree, oltre l’80% in sciopero all’ANM e all’Atc Capri. A Torino si registra una percentuale di adesione in seconda fascia del 67%. Nelle varie aziende del Trentino la media è del 70%, con punte del 100% negli impianti di Egna e Castel San Pietro e chiusura di biglietterie e parcheggi gestiti dalla Sad. A Bologna, gomma 70%, ferroviario 90%. All’ATP di Genova il 30%. A Ferrara il 70%. A Gorizia il 55%; Udine il 40 % Pordenone il 35 %. A Belluno Dolomiti Bus 35%, Nord Est Mobility 80%. A Cosenza oltre il 40%.

Buona risposta nel trasporto aereo, in particolare fra il personale navigante di Alitalia e Meridiana, con voli cancellati e ritardati negli aeroporti Roma, Firenze, Pisa, Napoli, Lamezia Teme, Bologna, Genova, Milano e Olbia.

Intorno alla mezzanotte di ieri, in preparazione dello sciopero, in alcune città come Roma e Bologna, studenti e precari sono andati portare solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dei supermercati Carrefour che restano aperti tutta la notte. A Roma un corteo di circa 100 giovani si è poi snodato nelle strade del quartiere San Lorenzo, lanciando slogan contro la precarietà della vita e del lavoro e contro  la cultura della produzione e del consumo H24.

A Piacenza, snodo strategico per la logistica dove alcune settimane fa è stato ucciso Abd El Salam, operaio e delegato USB travolto da un camion durante una manifestazione sindacale, i picchetti per bloccare i camion sono cominciati dalla mattina ed i magazzini/parcheggio della GLS sono rimasti vuoti.

Sempre nella logistica, dalla mattina è stato bloccato lo snodo strategico di tutto il Meridione a Nola (Napoli) con centinaia di Tir bloccati:  all’interporto di Nola, i lavoratori della logistica sono stati in picchetto insieme  a quelli di Almaviva, licenziati Fiat, precari, bloccando la circolazione delle merci.
“A Renzi, che tenta di screditare questo sciopero generale, rispondiamo che le migliaia di lavoratrici e lavoratori oggi in sciopero ed in piazza in tutta Italia dimostrano che non si sono fatti ingannare dalle mancette concesse in questa legge di stabilità, che su 27 miliardi ne dà 20 a banche imprese e che regala l’ennesimo condono agli evasori”, attacca Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo confederale USB.

“Non ne possiamo più di lavorare senza diritti, con salari miseri, in uno stato di assoluta precarietà senza contratti e senza certezze per il futuro. Dicono basta i giovani – prosegue il dirigente USB – che trovano solo lavoretti e voucher; i pensionati, che non ce la fanno più a sopravvivere; i vecchi e nuovi poveri che perdono la casa, o che non riescono a pagarsi le cure minime necessarie; i nuovi schiavi, che si curvano nei campi di pomodori delle nostre campagne per pochi euro il giorno”.
“Le piazze di oggi e di domani (No Renzi Day, ndr) rappresentano un passaggio importante, un punto di partenza per riaccendere quel conflitto sociale che solo può produrre un mutamento radicale e positivo delle condizioni di questo paese e delle decine di milioni di persone che ci vivono”, conclude Tomaselli.

Autore: fabio sebastiani 21-22 ottobre, tante piazze in movimento. I resoconti (audio) dei sit-in romani: Fiumicino, Mise, Miur da: controlacrisi.org

Tante le piazze che ieri in Italia si sono riempite delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e privati, dei precari, dei disoccupati, dei senza casa, dei migranti, dei pensionati, per le manifestazioni dello sciopero: dai lavoratori della scuola, insegnanti ed ex LSU delle pulizie in presidio a Roma sotto il MIUR, a quelli della Piaggio di Pontedera, in corteo a Pisa; dai lavoratori del trasporto aereo, in presidio all’aeroporto di Fiumicino, a quelli della logistica campana, all’interporto di Nola, e tutte le altre numerose vertenze che sono confluite nelle iniziative territoriali. Studenti e lavoratori, infine, hanno dato vita a un presidio sotto le finestre del ministero dell’Economia a Roma.

Resoconti audio

– Sit in ministero economia + fiumicino
– Sit in Miur

ANPI Catania condivide e fa prorio il comunicato dell’associazione UDI Catania

UDI Catania

Sia chiarito se una donna è morta perché un medico obiettore non è intervenuto

La magistratura accerterà le cause della morte di Valentina e le eventuali responsabilità dei medici e della struttura sanitaria presso cui era ricoverata. A noi resta la responsabilità di fare tutto ciò che possiamo affinché il diritto alla salute delle donne sia salvaguardato. Per questo non possiamo accettare e non accettiamo che a Catania e in Sicilia, dove le obiezioni di coscienza non si contano più, la legge 194 che abbiamo voluto per garantire il diritto alla maternità libera e responsabile sia violata e inapplicata. Chiediamo ai Direttori generali interessati di dire con chiarezza come intendono garantire i servizi e le prestazioni in materia di interruzione della gravidanza. La legge è tanto chiara quanto ignorata e non applicata. Intervengano finalmente l’Assessorato regionale alla sanità e il Ministro per la salute. Chiediamo con determinazione che vengano aperte le necessarie inchieste per verificare ritardi e inadempienze e perseguire i responsabili. È il nostro modo per non dimenticare Valentina.

Adesso BASTA

UDI Catania

Catania, 20.10.16