Dario Fo. Bob Dylan. E un costituzionalista che ha ragione da: blog nandodellachiesa.it

Non c’è più Dario Fo. Chissà che infinità di cose si potebbero scrivere su di lui. Per quelle però vi rimando ai servizi che occuperanno ampi spazi su quotidiani, siti e tivù. Io lo ricordo così: un uomo di cultura raffinata che seppe fare anche il giullare, un uomo libero che seppe fare solo l’uomo libero. Non è proprio poco, al di là del Nobel, che certo non arrivò per niente. Non ho condiviso sempre le sue idee, fu eccessivo e talora ingiusto verso alcuni bersagli delle sue invettive. Ma in una vita così lunga e soprattutto così intensamente vissuta sarebbe stato impossibile non fare nulla di discutibile. Io voglio qui ricordare un grande merito suo e di Franca che non vedo mai ricordare. Una specie di giro d’Italia con centinaia di sagome che rappresentavano le vittime delle mafie e dei poteri occulti o legittimi. Era la fine degli anni novanta. Rivedo queste processioni di sagome, trascinate da altrettanti volontari per le vie di questa o quella città. Lui e Franca si misero generosamente in gioco, dopo il premio Nobel, per denunciare l’ingiustizia e la violenza nella forma più visibile, con questa specie di teatro mobile collettivo. Credo gli spettino gli onori che toccano agli uomini liberi, specie rara di fronte alla storia. Un saluto a Jacopo.
Un saluto a Francesco, amico di infanzia che mi fece conoscere Bob Dylan, ora premio Nobel a sua volta. Giusto premiare, finalmente, la poesia che si fa musica, il canto del simbolo più alto di una generazione che voleva un destino diverso, e strinse solo sogni profumati. Giusto premiare chi, con la sua musica, ha bussato alle porte del paradiso, e ha appeso la libertà al vento.
E a proposito di libertà, parola bella e leggera ma assai esigente quando scende in terra, vedo che nessuno riesce a dire che Valerio Onida ha torto quando chiede la libertà di voto. Chi lo critica o lo attacca lo fa su altro, parlando di suoi comportamenti non graditi su cose affatto diverse. Ma senza confrontarsi con il merito, limpido,cristallino, della sua posizione: una sola risposta a tutte le domande del referendum è un colpo alla libertà di voto. Ma possibile che in questo paese ci siano tante persone a cui della libertà importa così poco? Brutta cosa le folate ideologiche, brutta cosa l’incapacità di porsi i problemi. Ma ci torneremo. Anzi, personalmente tornerò tutti i giorni su questo tema. Lo sento come un dovere, vedendo l’impazzimento cortigiano della Rai. Di cui naturalmente, a molti “liberali”, non frega assolutamente niente.

Autore: redazione Sanità, i medici ospedalieri non ci stanno. “Basta falsi annunci. Altro che assunzioni, il Governo sta tagliando. Ci prepariamo alla mobilitazione” da: controlacrisi.org

Continuano i proclami sulla sanità da parte del governo Renzi, stile televendita pre-elettorale. A settembre 2016 la Ministra della Salute dichiara irrinunciabili 113 miliardi per il FSN, con lo slogan “più soldi alla sanità”, per poi essere smentita da un ulteriore salasso al “bancomat” della sanità con uno stanziamento previsto per il 2017 inferiore ai 113 mld già messi in conto, da una intesa con le Regioni. In questi giorni, il Presidente del Consiglio promette 10.000 assunzioni tra carabinieri, medici ed infermieri, per assicurare un’assistenza in corsia fatta da “giovani forze”, riproponendo uno stile noto che già nel dicembre 2015 si arricchiva delle dichiarate ambiziose 6.000 assunzioni di personale per la sanità nel 2016. “Al momento, però, neanche l’ombra dei bandi promessi – si legge in una nota dei giovani medici dell’Anaao-Assomed – lasciando un SSN in brandelli a lavorare costantemente al di sopra delle proprie possibilità, con sacrifici ormai intollerabili per gli utenti e i dipendenti, ed un Sud che nel frattempo continua ad affannarsi per poter erogare un’assistenza più dignitosa a garanzia dei Lea”.”Anche la Ministra della Salute partecipa all’abbuffata mediatica – continuano i medici – elargendo rassicuranti dichiarazioni in cui stigmatizza il precariato e sbandiera lo sblocco del turnover. Intanto l’età dei medici in corsia sale a 53 anni di media, mentre i giovani specialisti sono costretti ad espatriare per vedersi riconoscere senza fardelli burocratici ed imprimatur baronali un posto di lavoro dignitoso”.

I giovani medici – conclude Anaao Giovani – in attesa di un più fisiologico ricambio generazionale e di una radicale riforma delle modalità di accesso alla professione, non resteranno ad ascoltare passivamente un Governo che promette una cosa e ne fa un’altra, ma parteciperanno a tutte le iniziative sindacali che l’Associazione metterà in campo per difendere il diritto alla salute e il lavoro dei professionisti”.

“Ritorno alla realtà o fughe metafisiche?” è il titolo del nuovo numero di MicroMega (7/2016) in edicola, libreria, su ebook e iPad a partire da giovedì 13 ottobre da: micromega.net

Da oggi in edicola l’Almanacco di filosofia di MicroMega

Dopo la sbornia postmoderna novecentesca, in cui la realtà era scomparsa a tutto vantaggio di un mondo fatto di interpretazioni, infatti, pare sia finalmente tornato di moda in filosofia il realismo. Ma qual è il senso di questa inversione di tendenza rispetto all’antirealismo che ha caratterizzato lo scorso secolo? Dal ‘nuovo’ realismo al realismo ‘speculativo’, infatti, è tutto un affannarsi a definirsi realisti con-qualche-aggettivo, ognuno con una diversa sfumatura. Quanto questo richiamo al realismo rappresenta un autentico ritorno alla realtà e non invece una nuova fuga nella metafisica? Parlare di realismo ‘speculativo’, per esempio, non è già una contraddizione in termini che fa rientrare dalla finestra quel che si era fatto uscire dalla porta?

 

L’Almanacco di filosofia è aperto da uno scambio di lettere fra il direttore di MicroMega, Paolo Flores d’Arcais, e Maurizio Ferraris: si tratta dell’ultimo botta e risposta di una corrispondenza iniziata un paio di anni fa (i primi due scambi sono stati pubblicati sui numeri 2/2015 e 3/2016 di MicroMega), in cui i due filosofi affrontano uno dei nodi principali della loro controversia: la natura della morale, la distinzione fra essere e dover essere.

 

Nella sezione successiva MicroMega propone contributi di Graham Harman e Quentin Meillassoux, due dei maggiori esponenti del realismo speculativo, mentre Markus Gabriel propone il suo realismo neutrale. A porre in discussione la possibilità stessa di un realismo ‘speculativo’ è Alberto Toscano, con un saggio in cui critica le posizioni di Meillassoux utilizzando Lucio Colletti, mentre Gloria Origgi analizza le ingenuità che caratterizzano questo revival realista.

 

Chiude il volume un prezioso inedito: la trascrizione e traduzione per la prima volta in italiano di un’intervista televisiva a Simone de Beauvoir, in cui l’autrice di Il secondo sesso spiega il nesso tra il primato riservato all’esistenza sull’essenza, il suo impegno politico e la sua opzione atea. Questa supremazia del finito, del qui e ora, in cui persino la questione Dio diventa secondaria, fece abbattere la censura religiosa sull’intervista che, registrata nel 1958, andò in onda per la prima volta solo nel 1986, poco dopo la morte di de Beauvoir.

 

Anche con questo numero, per festeggiare i trent’anni della rivista, in regalo due volumetti con la ristampa di testi di Antonio Tabucchi e Giorgio Prodi.

 

IL SOMMARIO

DIA-LOGOS
Paolo Flores d’Arcais / Maurizio Ferraris – Controversia sull’essere. Terzo e quarto scambio: la natura della morale
Sui numeri 2/2015 e 3/2016 di MicroMega sono stati pubblicati i primi due scambi di lettere/saggi fra Paolo Flores d’Arcais e Maurizio Ferraris sul nuovo realismo. Nel primo Flores d’Arcais ha esposto sistematicamente e analiticamente tutte le sue obiezioni al New Realism, sottolineando le divergenze di fondo nella comune istanza ‘realistica’, soprattutto in relazione al rapporto della filosofia con le scienze, la separazione tra scienze e ‘scienze’ sociali, la dicotomia tra essere e dover-essere. Ferraris rispondeva riepilogando i pilastri principali della sua teoria. Nel secondo scambio l’attenzione si è concentrata su uno dei maggiori punti di controversia: lo statuto della scienza e la teoria dei paradigmi di Kuhn. In queste ultime quattro lettere si affronta un altro dei maggiori nodi teorici: la natura della morale, la distinzione fra essere e dover essere. I valori sono dei fatti? E se sì, in che senso? ?E se invece non sono dei fatti, in che rapporto stanno con essi? ?Qual è il ruolo della filosofia? I valori li troviamo nel mondo ?o li creiamo?

ICEBERG – realismo / realismi
Gloria Origgi – Le ingenuità del ‘nuovo’ realismo
Finalmente pare che ci si stia svegliando dal sonno (postmoderno) della ragione – nel quale non esistevano fatti ma solo interpretazioni – per riscoprire la ‘realtà’. Ossia l’acqua calda. Se la storia del ‘nuovo’ realismo finisse qui, non varrebbe neanche la pena parlarne. Però, come tutti i convertiti, i nuovi realisti sono, è proprio il caso di dirlo, più realisti del re, e con l’acqua sporca dell’ermeneutica postmoderna vogliono buttar via anche il bambino, ossia il costruttivismo, non riconoscendo la natura sociale di un sempre maggior numero di oggetti ‘reali’.

Graham Harman – La strada verso gli oggetti
Uno dei fondatori del realismo speculativo ‘orientato agli oggetti’ spiega la differenza tra questo e il materialismo speculativo, divergenza che ruota attorno alla domanda: le cose in sé sono direttamente accessibili all’essere umano? Semplificando, il materialismo speculativo risponde affermativamente a tale quesito, mentre l’ontologia orientata agli oggetti si pronuncia negativamente.

Markus Gabriel – Realismo neutrale
Storicamente il problema del realismo è stato spesso interpretato come un’estensione del problema del mondo esterno. Allo stesso tempo si è affermata l’idea secondo cui il realismo sarebbe appropriato solo a certi domini di realtà, mentre per altri sarebbe invece più adatta una forma di antirealismo. In questo saggio l’autore propone un realismo ‘neutrale’ che rigetta entrambe queste convinzioni in modo da trattare il dibattito intorno al realismo indipendentemente dal dibattito sul naturalismo.

Quentin Meillassoux – Solo la contingenza è assoluta   
È possibile costruire una teoria materialista – o realista – che risponda all’argomento principale dell’idealismo, ossia che non possiamo mai conoscere la ‘cosa in sé’ perché non possiamo mai prescindere dal soggetto che conosce? È questo il tentativo portato avanti dall’autore di Dopo la finitudine, che in questo testo espone le principali tesi della sua spéculation factuale.

Alberto Toscano – Contro il ‘realismo’ speculativo di Meillassoux (a partire da Colletti)
È compatibile il materialismo con la speculazione, inevitabilmente metafisica? È pensabile addirittura un ‘materialismo speculativo’? Sulla scorta di Lucio Colletti – e in particolare della sua distinzione fra Kant ed Hegel – l’autore conduce qui una serrata critica al tentativo di Quentin Meillassoux di conciliare l’inconciliabile.

INEDITO
Simone de Beauvoir in conversazione con Wilfrid Lemoine – Dio è superfluo. Il mio esistenzialismo contro ogni metafisica   
Trent’anni fa moriva Simone de Beauvoir. In questa intervista tradotta per la prima volta in italiano, l’autrice di Il secondo sesso spiega il nesso tra il primato riservato all’esistenza sull’essenza, il suo impegno politico e la sua opzione atea. Questa supremazia del finito, del qui e ora, in cui persino la questione Dio diventa secondaria, fece abbattere la censura religiosa sull’intervista che, registrata nel 1958, andò in onda per la prima volta solo nel 1986, poco dopo la morte di de Beauvoir.