Autore: fabrizio salvatori Colombia, domani il referendum confermativo degli accordi di pace. Intanto, dall’Italia parte un appello di appoggio al processo e “alla soluzione politica del conflitto armato” da: controlacrisi.org

Appena archiviato l’accordo di pace con i guerriglieri delle Farc (domenica 2 ottobre ci sarà il referendum confermativo), si apre in Colombia la partita delle trattative con l’altro gruppo della guerriglia, l’Esercito di liberazione nazionale. Intanto è partito un appello italiano, che pubblichiamo qui di seguito, che appoggia “il processo di pace e la soluzione politica del conflitto armato”. Conflitto che in cinquant’anni ha provocato più di 200mila morti, senza contare alcune decine di migliaia di scomparsi.

Noi firmatari uniamo le nostre volontà nell’impegno di contribuire ad una soluzione politica al conflitto che da oltre cinquant’anni affligge il popolo Colombiano.
Coscienti che la pace con giustizia sociale, dignità e sovranità per la Colombia è un tema d’importanza strategica per tutta l’umanità, che è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica assieme al maggior numero di parlamentari di tutti gli schieramenti politici, ai leader e militanti delle organizzazioni di volontariato, delle organizzazioni sindacali, di tutte le confessioni religiose per appoggiare il processo di pace ed il post-conflitto.
Ci uniamo a quanti nel mondo vogliono una chiara vittoria del SI’ al referendum che si svolgerà il 2 ottobre in Colombia sull’ accordo di pace tra il governo Colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC-EP) sottoscritto all’ Avana Cuba il 26-9-2016.
Dichiariamo il nostro appoggio al processo di pace e alla soluzione politica del conflitto armato, che in 50 anni ha provocato 220.0000 morti, 25.000 scomparsi, oltre 6 milioni di rifugiati interni ed oltre 400.000 esuli.
Appoggiamo la campagna che realizza il Foro Internazionale delle Vittime, in Colombia e in oltre 20 Paesi, per unire i familiari di tutte le vittime, nella costruzione della pace, nella ricostruzione della memoria storica del conflitto e per ottenere una giusta compensazione per i danni subiti.
Per la pace con giustizia sociale in Colombia e nel mondo.

Primi firmatari:Zanotelli Alex, Missionario comboniano.
Agnoletto Vittorio, medico, già parlamentare europeo, prof. Università degli Studi di Milano
Basso Piero, Costituzione e Beni Comuni
Biacchessi Daniele, giornalista, scrittore, autore di cinema e di teatro di impegno civile
Camposampiero Anna, Resp. Esteri Federazione Milano PRC-SE
Ceriani Jorge, Casa del Popolo Torpignattara
Consolo Marco, analista internazionale
Del Roio Jose Luíz, già parlamentare
Ferrero Paolo, Segretario Nazionale PRC-SE
Gesualdi Franco, coordinatore Centro Nuovo Modello di Sviluppo.
Giudici Roberto, Fiom Milano
Grandi Cristina, Radio Redonda
Iacovino Luciano, Ass. La Villetta per Cuba
Limonta Paolo, maestro elementare e Consigliere Comunale a Milano
Mantovani Ramon, già parlamentare
Marcelli Fabio, Associazione Internazionale Giuristi Democratici
Meriggi Maria Grazia, professoressa di storia, Università di Bergamo
Molinari Emilio, Contratto Mondiale per l’acqua
Muhlbauer Luciano
Notarianni Maso, giornalista
Pesce Tiziana
Piccardi Silvano, attore e regista
Pisa Gianmarco, Istituto Italiano di Ricerca per la Pace
Rizzo Basilio, Consigliere Comunale a Milano
Russo Spena Giovanni, già parlamentare
Somoza Alfredo Luis, presidente ICEI
Torelli Massimo, L’altra Europa con Tsipras
Zanchetta Aldo, Presidente Fondazione Neno Zanchetta

Associazione Pisorno
GIGA (Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati)
Gruppo Argentini per la Verità Memoria e Giustizia
Collettivo Beli
Comitato Immigrati in Italia (CII)
Rete Caracas ChiAma

Autore: fabrizio salvatori Epatite C, quella battaglia per il farmaco salvavita va vinta a tutti i costi. Alleva: “Il Governo riconosca l’emergenza sanitaria e imponga la licenza obbligatoria sul farmaco” da: controlacrisi.org

Il farmaco per curare l’Epatite C (pare la faccia scomparire nel 95% dei casi) in Italia costa qualcosa come 43.000 euro. E il servizio sanitario lo fornisce solo ai pazienti piu’ gravi, quelli dove gia’ compare la sclerosi del fegato (tra le possibili conseguenze dell’epatite C ci sono la cirrosi epatica e il tumore al fegato).
La vicenda e’ esplosa qualche tempo fa con la decisione del Tribunale del riesame di Roma di dissequestrare l’antivirale ordinato da un paziente dall’India, dove il costo almeno per le tasche italiane e’ decisamente piu’ basso. Ma e’ stata una vittoria parziale per i malati di epatite C: il giudice ha semplicemente riconosciuto che la quantita’ era talmente piccola che non poteva avere fini commerciali.
Nel frattempo c’e’ chi si e’ messo ad organizzare viaggi ‘sanitari’ in India per comprare il sofosbuvir, ma ovviamente nemmeno le trasferte intercontinentali sono a buon mercato. Per Gavino Macciocco, il medico dell’Universita’ di Firenze che ha promosso l’appello sul caso epatite portandosi dietro buona parte del mondo sanitario, l’unica soluzione e’ un intervento governativo per riconoscere l’emergenza sanitaria e dunque portare ad una licenza obbligatoria sul farmaco. “E’ una vicenda che non si era mai verificata nella storia del servizio sanitario nazionale. Si sta togliendo a migliaia di pazienti un farmaco salvavita- dice- bisogna stanare i politici, qualcosa su questo devono dire”.
Intanto, la battaglia per rendere la cure all’epatite C alla portata di tutti arriva anche in Emilia-Romagna. Dove le persone affette da questo virus sono stimate in 100-130.000, ma solo un numero molto piu’ basso, tra le 30 e le 40.000, sanno di esserlo. “Intanto noi abbiamo stanato il Pd”, rivendica allora il consigliere regionale dell’Altra Emilia-Romagna Piergiovanni Alleva, che ha lanciato la campagna nell’Assemblea legislativa di viale Aldo Moro provocando una risoluzione analoga anche da parte del Pd, presentata proprio ieri. Ora l’obiettivo della sinistra (della partita fa parte anche il gruppo di Sel in viale Aldo Moro) e’ coinvolgere la Regione nella campagna perche’ il Governo adotti la licenza obbligatoria e quindi renda il farmaco a disposizione a prezzi piu’ bassi. In Toscana ci stanno pensando e la mozione presentata dalla sinistra e’ tornata in commissione. “Ma nessuno ha voglia di discuterne”, lamenta Macciocco. Per Alleva non ci sono dubbi: “Il servizio sanitario nazionale si e’ allontanato dal principio dell’universalita’ della cura. Questo non e’ un problema commerciale”, sottolinea.
Iniziative partiranno anche nelle diverse citta’. Raffaella Sutter di Ravenna in Comune dice: “E’ importante muoversi a anche a livello locale. Porteremo la stessa mozione anche nei Consigli comunali e faremo anche azioni informative”. Per Federico Martelloni di Coalizione civica, la lista di opposizione a sinistra nel Consiglio comunale di Bologna, “c’e’ un elemento drammatico di disuguaglianza. E’ una cosa che se portata in chiaro grida vendetta in modo cosi’ forte che i nostri ordini del giorno in Comune si diffonderanno come un virus. Se poi il Pd ci verra’ dietro ne saremo felici, purche’ poi non affidi la campagna al ministro Lorenzin”.

Fonte: www.rifondazione.itAutore: giovanna capelli Polonia, la lotta europea contro un parlamento reazionario e misogino che vuole ripristinare il divieto di aborto. Il testo dell’appello

 

Riportiamo qui il testo in italiano della raccolta di firme europea per l’autodeterminazione delle donne polacche contro una contro riforma legislativa che farà dell’aborto un reato, perseguito penalmente, anche nel caso fosse conseguenza di uno stupro. Firmiamo in tante e tanti e facciamo girare il testo. Non è solo un atto di solidarietà, ma è difesa di noi stesse e di quel grado di civiltà che l’Italia ha raggiunto riconoscendo alle donne il diritto all’autodeterminazione, a decidere di sè in tutti i momenti della vita a partire dal se e quando mettere al mondo. (Dal rapporto uomo-donna si può giudicare il grado di civiltà dell’uomo. Karl Marx). Ma queste conquiste non sono irreversibili e date per sempre.
Quel che succede in Polonia è la punta più clamorosa e tangibile di un regresso misogino e autoritario che colpisce tutta l’Europa. L’Europa della finanza e della banche, impoverita dalle politiche neoliberiste vuole riprendere la signoria sul corpo delle donne e sulla loro sessualità. Vigilare, punire, controllare, giudicare: vietare il burkini, impedire l’aborto con leggi restrittive o con un sistema sanitario in cui prevalgono gli obiettori e di conseguenza rinascono le reti clandestine,far conoscere male la contraccezione,ostacolare le iniziative di educazione sessuale nelle scuole, incentivare la maternità giovanile come fatto obbligato ed eticamente condivisibile,stigmatizzare la genitorialità delle coppie gay e lesbiche ,assediare con divieti e carichi economici le coppie che cercano la fecondazione assitita, e intanto nidi, asili pubblici e strutture sociali sono sempre meno e sempre più costose.
La resistenza delle donne polacche è grande, testarda e anche poco conosciuta: ha bisogno di visibilità, di solidarietà politica, di sostegno economico. Questo appello è solo l’inizio.
sotto il link per le adesioni
Italiano: https://act.wemove.eu/campaigns/aborto
La loro libertà, la nostra lotta!Lettera aperta
Alle donne polacche: In tutta Europa stiamo osservando con orrore come il vostro parlamento provi a portarvi via i vostri diritti umani fondamentali. Condanniamo questo attacco alla vostra libertà di scelta. Sosteniamo i vostri sforzi per fermare questo divieto terribile di tutti gli aborti e stiamo dalla vostra parte come segno di solidarietà che supera i confini.
Perché è importante?
Il Parlamento polacco sta cercando di vietare l’aborto: interrompere una gravidanza diventerà un atto criminale. Le donne vittime di stupro saranno costrette a partorire e i dottori potrebbero far fronte a un periodo in carcere per aver eseguito degli esami prenatali. Gli aborti spontanei non saranno trattati con cure mediche, ma sottoposti a domande da parte del pubblico ministero.
Gruppi di donne in tutta la Polonia stanno partecipando a proteste e boicottaggi. Per affrontare questi tempi difficili con forza e coraggio, hanno bisogno della tua solidarietà, ma anche di un sostegno concreto per continuare la loro lotta in un ambiente politico ostile. “Per continuare a organizzare proteste e a lavorare con le donne, abbiamo estremo bisogno di sostegno finanziario”, afferma Dorota, una delle attiviste del movimento della società civile “Ragazze per le ragazze”.
Uomini e donne della comunità WeMove stanno inviando una lettera aperta insieme a delle donazioni per le donne che protestano contro questo attacco ai loro diritti e libertà fondamentali, per mostrare la loro solidarietà e sostegno. Questa domenica, decine di migliaia di persone si uniranno in una grande marcia nella città polacca di Lodz. Noi saremo lì con i vostri nomi e le vostre donazioni per il movimento, quindi aggiungi il tuo nome e contribuisci anche tu!
Oggi, inviamo questa lettera come segno per marcare la Giornata Internazionale per l’Accesso all’Aborto Sicuro. “Non è soltanto la nostra lotta: si tratta dei diritti di tutte le donne, ovunque in Europa, ma ci sentiamo come se stessimo combattendo da sole” dice Dorota. Insieme, possiamo mettere insieme un’enorme dimostrazione di solidarietà e, contribuendo anche con poco, possiamo avere un impatto reale per aiutare questi gruppi della società civile a continuare con il loro lavoro essenziale.
La legge sull’aborto in Polonia è già una delle più restrittive in Europa. La nuova proposta di legge renderebbe l’aborto illegale e punibile in tutti i casi, eccetto quello in cui ci sia un’immediata e innegabile minaccia alla vita della donna.
Vi è già un’enorme spinta in Polonia per fermare questa legge repressiva. Insieme possiamo aiutare a rinforzarla. Aggiungi il tuo nome alla lettera aperta e aiutaci a raccogliere fondi per sostenere gli attivisti locali in ciò di cui hanno più bisogno!
In partenariato con la European Women’s Lobby (EWL)