La Festa dell’Unità parte in sordina mentre Crocetta rilancia e si ricandida da: sudpress.it

Scarsa partecipazione alla giornata inaugurale della kermesse nazionale del Pd aperta dal presidente Orfini e dal vicesegretario Serracchiani. Poca gente tra gli stand montati nel piazzale delle Carrozze, “cuore” della manifestazione che si è aperta con un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in centro Italia. Nessun  passo indietro del presidente della Regione che punta a ottenere dal partito una nuova investitura. Contestato il ministro Delrio

Al via la Festa nazionale dell’Unità. Un appuntamento condizionato dal tragico terremoto che ha seminato morte e distruzione nel centro Italia e messo in secondo piano l’infuocato dibattito interno al Pd sulla campagnia per il referendum costituzionale.

In chiave locale, la vigilia è stata caratterizzata dalle polemiche per la concessione e l’utilizzo della Villa Bellini, negata in passato dall’amministrazione Bianco ad altre forze politiche.

Per ragioni di sicurezza, lo storico giardino è blindato: si entra solo dall’ingresso di via Etnea. Off limits le entrate di via Cimarosa e piazza Roma. Lo schieramento di forze dell’ordine non passa inosservato. Al cancello principale, i controlli sono accurati, ma anche mirati. Ne sanno qualcosa Matteo Iannitti, leader di Catania Bene Comune, e un  gruppo di docenti. Il primo denuncia di essere stato bloccato all’ingresso, identificato e di aver varcato l’ingresso della Villa, solo dopo una lunga attesa. Stessa sorte per i docenti arrabbiati per la “Buona scuola” che ha determinato migliaia di trasferimenti al Nord Italia. Il via libero all’accesso arriva solo dopo un’accurata perquisizione delle borse delle insegnanti.

Il rischio attentati è alto, certo. Ma anche quello di azioni di disturbo e contestazioni.  Che fanno capolino durante l’ultimo dibattito. Protagonisti proprio gli insegnanti e alcune mamme in emergenza abitativa,  I due gruppi prendono di mira il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Eloquenti i cartelli esposti: “Cacciamo Renzi e tutta la cricca” e “Matteo stai sereno”.

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Per la  prima volta della kermesse del Pd in Sicilia, c’è lo stato maggiore siciliano al gran completo, che una tantum mette da parte le profonde divisioni, presentandosi unito al  cospetto del presidente Matteo Orfini e del vicesegretario Debora Serracchiani.

“L’Italia che dice sì” è lo slogan della Festa. Un riferimento tutt’altro che casuale, fortemente voluto da Renzi, che è andato dritto noncurante delle polemiche interne della minoranza del partito schierato contro la riforma costituzionale. La quindici giorni catanese, infatti, secondo il segretario-premier dovrà essere l’ideale cassa di risonanza per dare slancio alla campagna elettorale referendaria.

Sullo sfondo, anche il dibattito locale che riguarda la Sicilia e il Pd siciliano, dilaniato da mille polemiche. L’anno prossimo si voterà per rinnovare l’assemblea regionale. C’è da sciogliere il nodo del candidato a presidente. Crocetta è pronto a scendere nuovamente in campo. E lo ha ribadito anche dallo storico giardino catanese,  lanciando stoccate all’indirizzo di chi insegue “alleanze con i camaleonti”. Anche in questo caso ogni riferimento agli ex cuffariani non è casuale, ma fortemente voluto.

L’attuale governatore però dovrà fare i conti con una concorrenza agguerrita. A cominciare da quella del sottosegretario all’Istruzione Faraone. Ma anche il sindaco di Catania Bianco accarezza il sogno di correre per Palazzo d’Orleans. Da mesi nel partito siciliano c’è una lotta serrata, dai toni aspri, a conferma di quanto siano profonde le divisioni in casa democratica.

Vedremo se dalla kermesse catanese arriveranno segnali di distensione e se, soprattutto, sarà individuato il nome su cui puntare alle elezioni dell’ottobre 2017. Anche perché  i Dem non possono permettersi di perdere ancora tempo. Devono serrare necessariamente sciogliere il nodo candidato e serrare i ranghi per poter contrastare il centrodestra, anch’esso in cerca di autore, ma soprattutto il M5S, dato favorito dai sondaggi. A dimostrazione di quanto sia importante la partita siciliana, specie in ottica nazionale, anche i pentastellati, che a meno di sorprese clamorose il candidato ce l’hanno, Giancarlo Cancelleri, terranno il loro raduno nazionale in Sicilia, il 24 e 25 settembre a Palermo.

La Festa si è aperta con un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in centro Italia. E di rischio sismico e di messa in sicurezza hanno parlato sia Serracchiani che Bianco nel discorso di saluto al popolo dem. Il presidente Orfini invece ha teso la mano alla minoranza interna dicendo che il palco della Festa è aperto a tutte le opinioni perché “non temiamo il confronto”. Parole che strappano gli applausi alla platea del padiglione Italia, che non registra  l’atteso pienone. Poca gente anche tra gli stand montati nel piazzale delle Carrozze “cuore” della kermesse (VEDI GALLERIA FOTOGRAFICA). 

E andata meglio, in termini di pubblico, con il concerto dell’evergreen Patti Pravo. All’ex ragazza del Piper, il compito di chiudere la prima giornata della festa. Prima del suo “Pensiero stupendo”, spazio al dibattito con il ministro Delrio , Maurizio Gentile e il vicesegretario Serracchiani chiamati a a mettere sul tavolo le prime concrete linee guida per un percorso di ricostruzione delle zone colpite dal terremoto e di prevenzione. “Servono interventi pubblici per le scuole,  la tragedia di Amatrice non si deve ripetere più” ha anticipato  sibillino Del Rio ai giornalisti prima di salire sul palco.

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