“La civiltà del disastro”. Aumenta il disagio mentale tra i migranti. Andreoli: “La nostra società si basa esclusivamente sulla logica del nemico”Autore: fabio sebastiani da: controlacrisi.org

Il 60% dei pazienti migranti visitati in Italia da Medici senza frontiere tra il 2014 e il 2015 presentava sintomi di disagio mentale connesso a eventi traumatici subiti prima o durante il percorso di fuga. L’87% dei pazienti ha dichiarato di soffrire delle difficolta’ di vita nei centri.
“Il disagio mentale associato all’esperienza migratoria e/o alle condizioni di accoglienza in Italia e’ un fenomeno sempre piu’ preoccupante e gravemente sottovalutato”, avverte Msf nel rapporto ‘Traumi ignorati’ pubblicato nei giorni scorsi. Il rapporto e’ il risultato di una ricerca condotta in Italia tra luglio 2015 e febbraio 2016 in vari Centri di accoglienza straordinaria (Cas) di Roma, Trapani, Milano e Ragusa.
Da anni l’organizzazione medico-umanitaria fornisce supporto medico e psicologico nelle strutture di prima e seconda accoglienza. Oggi chiede alle autorita’ italiane ed europee di “adottare un modello di accoglienza che prenda in carico i bisogni specifici legati alla salute mentale per questa popolazione particolarmente vulnerabile”.
“I richiedenti asilo- spiega Silvia Mancini, esperta di salute pubblica per Msf e curatrice dell’analisi- si ritrovano a stare per periodi molto lunghi in strutture che sono spesso in zone particolarmente isolate, dove rimangono a lungo, a causa dei tempi legati all’attesa dell’esito della procedura di asilo. Il clima ostile che trovano “fuori” e la quasi totale mancanza di possibilità di integrazione fanno il resto. Cosa sta succedendo alle nostre societa’ occidentali? “Sono stati consumati, se non distrutti, alcuni principi, che erano alla base della nostra civilta’- risponde lo psichiatra Vittorino Andreoli – che nasce in Grecia, a cui si aggiunge il cristianesimo. Non c’e’ piu’ rispetto per l’altro, la morte e’ diventata banale, tanto che uccidere e’ una modalita’ per risolvere un problema”.
L’episodio di Fermo secondo Vittorino Andreoli va inserito in “una cornice di civilta’ disastrosa. Non esiste piu’ – prosegue l’esperto- l’applicazione dei principi morali della societa’ e c’e’ un affastellarsi di leggi, come se potessero sostituire i principi. Oggi domina la cultura del nemico: la superficialita’ porta l’identita’ a fondarsi sul nemico. Se uno non ha un nemico non riesce a caratterizzare se stesso. Questa e’ una regressione antropologica perche’ si va alle pulsioni. Tutto questo e’ favorito da partiti che sostengono l’odio, lo stesso agire sociale e’ fatto di nemici. Perfino nelle istituzioni religiose qualche volta si affaccia il nemico. In questo quadro tornano le questioni razziali”.Secondo Emma Bonino, “se non affrontiamo da punto di vista politico anche la questione demografica, rischiamo di farci sorprendere. L’Europa e’ il continente piu’ ricco al mondo, ma attraversa un drammatico declino demografico e in Italia nel 2030-50 non si sa chi paghera’ le pensioni”. Intanto, spiega ancora, “la popolazione mondiale cresce al ritmo di 1 milione ogni 4 giorni molto localizzati. Nella costa sud del mediterraneo negli anni 50 c’erano 70 mln di persone, l’anno scorso 430 mln e nel 2050 saranno 600 mln di abitanti senza adeguate prospettive di sviluppo economico”.
Davanti a questa situazione, con un’Europa politicamente non all’altezza da una parte e dall’altra un’area instabile, bisognerebbe usare la testa, ad esempio, “fare leva sull’emancipazione femminile”. Ma perche’ gli “argomenti razionali prevalgano su quelli elettorali, sulla paura, sulla pancia” e’ necessario “sconfiggere la grande bugia della classe politica e cambiare il racconto sull’immigrazione”.
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