Le scuole sono finite due settimane fa. Ma non si placano le proteste delle madri che chiedono a gran voce una riforma del sistema scolastico e dei metodi di insegnamento.
inserito da Zenab Ataalla
Si tratta anche di vedere le modalità di insegnamento apprendimento delle materie. Ad esempio i genitori che hanno i figli alle scuole elementari lamentano un eccessivo carico di studio, ricordando come per la sola materia di Storia, i ragazzi e le ragazze dai sei ai sette anni devono studiare un periodo storico di larga portata che va dal 1800 al periodo post rivoluzione del 2011. Ma c’è anche la disapprovazione nei confronti di un metodo antiquato di studio, basato sulla memorizzazione delle nozioni e non sullo sviluppo della capacità critica e di analisi.
E l’universo scuola sembra non migliorare, se si prende in considerazione anche il malcontento degli insegnanti.
A causa di pessime condizioni di lavoro e di salari che rasentano la povertà, capita spesso che nelle scuole statali gli insegnanti si assentino per interi giorni, costringendo di fatto gli alunni a frequentare le lezioni private per passare l’anno ed incidere non poco sul bilancio familiare.
“Le madri rivoluzionarie” così sono state chiamate richiedono a gran voce una riforma del sistema scolastico. Vogliono una riforma globale che coinvolge l’istruzione in Egitto. Le madri vogliono programmi adeguati all’età degli studenti e studentesse egiziani perché “il problema non è nel numero delle pagine da studiare, ma è nell’avere contenuti che rispettino la mente degli studenti e delle studentesse e la loro età”, secondo quanto si legge in una dichiarazione del Centro per il diritto alla formazione in Egitto.
E non si è fatta attendere la risposta del ministero dell’Istruzione che in una nota ufficiale di qualche settimana fa ha dichiarato che già alcuni cambiamenti si avranno nel biennio 2016-2017, senza però specificare di quali cambiamenti si tratta.
Quello che è certo è che ad oggi il livello della scuola primaria è pessimo. A dirlo è anche l’Economic Forum’s Global Competitiveness 2015-2016 che colloca l’Egitto alla 139 esima posizione su 140 Paesi presi in esame.
Secondo poi all’agenzia di Stato Capmas nell’anno accademico 2014-2015 sono stati circa nove milioni gli studenti che hanno frequentato le scuole primarie statali, mentre quasi un milione sono stati quelli delle scuole private. Le cose devono cambiare ed anche in fretta perchè un Paese può crescere anche partendo dall’istruzione dei bambini e delle bambine che un giorno guideranno il Paese.
Foto di AlJazeera.com
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