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Usa, spara sulla folla in locale gay di Orlando: aggressore ucciso. Sindaco: “50 morti e 53 feriti” E’ stato ucciso l’uomo che si era introdotto nel club “Pulse” di Orlando, in Florida, sparando all’impazzata. L’uomo è stato identificato: Omar Mateen, americano figlio di afghani da. rainews.it
Giornalismo, il 15 giugno manifestazione a Montecitorio contro il reato di diffamazione Autore: redazione da: controlacrisi.org
Si terrà mercoledì 15 giugno dalle ore 16 alle ore 19 davanti al Parlamento, sotto l’obelisco di Montecitorio. Sono invitati a partecipare i giornalisti e i cittadini interessati ad ottenere un’informazione completa, corretta e senza condizionamenti. Ora basta: per far tacere i giornalisti e non farli lavorare in un clima di libertà da tempo è invalso l’uso di minacciarli di querele per diffamazione a mezzo stampa, reato che prevede non solo la sanzione pecuniaria, ma anche la possibilità di una richiesta risarcitoria di qualsiasi importo e, dulcis in fundo, il carcere fino a 6 anni. E che NON prevede la “prova liberatoria”, ovvero chi è accusato non è ammesso a provare, a sua discolpa, la verità o la notorietà del fatto attribuito alla persona che si ritiene offesa. Per accusare di diffamazione a mezzo stampa basta che qualcuno si ritenga messo in cattiva luce da un articolo o da un servizio giornalistico e l’autore del pezzo si trova subito incastrato in un girone infernale che lo porta ad incaricare immediatamente un avvocato a proprie spese, a seguire poi il lunghissimo iter processuale che gli fa perdere tempo e denaro, a rischiare il posto di lavoro e il grande valore aggiunto della credibilità personale. E tutto questo in ogni caso, anche se alla fine si viene dichiarati innocenti.
“C’è stata una goccia che ha fatto traboccare il vaso” commentano gli organizzatori: “il tentativo della Commissione Giustizia del Senato di inserire nel Disegno di Legge sul contrasto alle intimidazioni ai danni degli amministratori locali, una norma che nulla aveva a che vedere con l’argomento in oggetto e che prevedeva l’aumento dal 30 al 50% della pena detentiva per il reato di diffamazione a mezzo stampa, dunque arrivando a 9 anni di carcere per i giornalisti, qualora i querelanti fossero politici, magistrati o amministratori pubblici. Una norma tra l’altro in contrasto con un altro Disegno di Legge, presentato nel 2013 e di fatto fermo ora sempre al Senato, in cui si parlava invece di depenalizzare il medesimo reato.
La manifestazione – tengono a precisare i componenti del Comitato organizzativo – è libera, autonoma e non ha alcun colore, non segue alcun gruppo precostituito, non segue alcuno schieramento né politico né giornalistico. Abbiamo invitato ad aderire tutte le istituzioni e i gruppi organizzati di giornalisti. Può partecipare CHIUNQUE, anche per lanciare un segnale di unità e condivisione su un tema tanto delicato come la libertà di stampa, correlata al diritto dei cittadini di essere informati”.
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Deforma Renzi, protesta del Comitato per il No con una lettera a Boldrini e Grasso: “La propaganda del Governo dilaga” Autore: redazione da: controlacrisi.org
Alessandro Pace, presidente del Comitato per il No nel referendum costituzionale, ha preso carta e penna e ha scritto ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Nella lettera, il professor Pace, sollecita un loro «autorevole e sensibile intervento sulla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi perché si riunisca in tempi brevi e finalmente affronti il grave problema posto dal macroscopico squilibrio informativo a danno delle ragioni del No».
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