“Il sindacato è un’altra cosa”, l’area di opposizione nella Cgil, ancora interessata da sommovimenti e abbandoni. Dopo l’addio di Sergio Bellavita insieme a una lunga lista di delegati, ecco che va registrato l’abbandono di altri due esponenti di rilievo: Claudio Amato e Giuliana Righi. I due, in una lettera, annunciano di lasciare l’area ma di voler rimanere in Cgil. Una posizione che può essere considerata “nuova” perché fino a pochi giorni fa ci si è divisi tra chi usciva dalla Cgil e chi rimaneva.
“Abbiamo atteso qualche giorno prima di esprimere il nostro punto di vista in merito alle vicende che hanno riguardato da vicino la nostra esperienza collettiva di opposizione in Cgil”, scrivono Amato e Righi.
“Abbiamo condiviso con Giorgio Cremaschi e tanti altri compagni e compagne l’esperienza della Rete 28 Aprile e nell’ultimo congresso abbiamo sostenuto il documento alternativo “il sindacato è un’altra cosa. Il licenziamento di Sergio Bellavita – continuano – e la conseguente destituzione da portavoce nazionale dell’area, e la decretata “incompatibilità” tra l’appartenenza alla CGIL e la libera iniziativa sociale che ha cosi’ pesantemene colpito i delegati FCA in prima linea contro il modello Marchionne ci mettono davanti ad una condizione del tutto inedita”.
Righi e Amato pur sottolineando che la CGIL ha voluto sancire “il superamento della possibilità di organizzare e praticare in forma collettiva l’opposizione interna a favore di un pluralismo confinato alla mera discussione degli organismi dirigenti”, affermano di non avere intenzione “di smettere di lottare in CGIL contro l’attuale linea e gestione dell’organizzazione, ma allo stesso tempo non intendiamo sottostare alle nuove compatibilità imposte alle esperienze collettiive. Per questa ragione riteniamo superata l’area il sindacato è un’altra cosa”.
“Abbiamo atteso qualche giorno prima di esprimere il nostro punto di vista in merito alle vicende che hanno riguardato da vicino la nostra esperienza collettiva di opposizione in Cgil”, scrivono Amato e Righi.
“Abbiamo condiviso con Giorgio Cremaschi e tanti altri compagni e compagne l’esperienza della Rete 28 Aprile e nell’ultimo congresso abbiamo sostenuto il documento alternativo “il sindacato è un’altra cosa. Il licenziamento di Sergio Bellavita – continuano – e la conseguente destituzione da portavoce nazionale dell’area, e la decretata “incompatibilità” tra l’appartenenza alla CGIL e la libera iniziativa sociale che ha cosi’ pesantemene colpito i delegati FCA in prima linea contro il modello Marchionne ci mettono davanti ad una condizione del tutto inedita”.
Righi e Amato pur sottolineando che la CGIL ha voluto sancire “il superamento della possibilità di organizzare e praticare in forma collettiva l’opposizione interna a favore di un pluralismo confinato alla mera discussione degli organismi dirigenti”, affermano di non avere intenzione “di smettere di lottare in CGIL contro l’attuale linea e gestione dell’organizzazione, ma allo stesso tempo non intendiamo sottostare alle nuove compatibilità imposte alle esperienze collettiive. Per questa ragione riteniamo superata l’area il sindacato è un’altra cosa”.
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