Referendum, durissimo scontro Pd-Anpi. 70 senatori scrivono una lettera ai partigiani: “Sbagliate ad opporvi” da. huffngitonpost

Difendere la Costituzione, per l’Anpi, “è un obbligo, è un dovere”. Carlo Smuraglia, presidente dell’associazione partigiani d’Italia, risponde così, pacato ma fermo, agli inviti arrivati alla sua associazione di rivedere la decisione, consacrata nel congresso delle scorse settimane, di votare “No” al referendum di ottobre sulla riforma della Costituzione.

Ai vertici dell’Anpi hanno fatto appello alcuni iscritti che fanno parte del Pd che, a Bologna, hanno cominciato a raccogliere le firme. Ma anche 70 senatori, fra i quali Valeria Fedeli, Anna Finocchiaro, Luciano Pizzetti e Riccardo Nencini, che hanno chiesto a Smuraglia, con una lettera sull’Unità, “di non perseverare sulla linea del “No” senza un confronto dialettico con gli aderenti all’associazione che intendano invece sostenere le ragioni della conferma referendaria e impegnarsi a favore del Sì, nella convinzione di concorrere a rafforzare la democrazia”.

Smuraglia ha replicato ribadendo la legittimità del percorso congressuale dell’Anpi, con una relazione che si è conclusa con 347 voti a favore e tre astensioni, dopo che tutti gli iscritti hanno avuto modo di esprimersi nei congressi sul territorio.
“Forse il nostro metodo – ha scritto – sarebbe un esempio da seguire per tutti”.

“Nello nostro Statuto – ha detto Smuraglia – è scritto che noi siamo obbligati a difendere la Costituzione nello spirito dei costituenti, quando si fanno riforme che vanno contro a quello spirito siamo obbligati, abbiamo il dovere di opporci. Io a mandare a casa Renzi non ci penso nemmeno: se politicamente qualcuno vuole trarre delle conseguenze è affare della politica, non nostro. Il governo sta in carica finché gode della fiducia del parlamento. Ma adesso basta strumentalizzazioni e battute ad effetto”.
In sua difesa è intervenuto anche il segretario Fiom Maurizio Landini, al fianco di Smuraglia, a Bologna, in un’iniziativa organizzata dal comitato del “No”: “Troverei singolare – ha detto – che chi ha combattuto per la Costituzione non si battesse per applicarla”. E anche i Comitati per il “No” hanno espresso solidarietà al presidente dell’Anpi per “l’attacco” che due storici De Bernardi dell’Università di Bologna e Flores dell’Univeristà di Siena gli hanno lanciato dalle colonne de “L’Unità”.

Per ragioni anagrafiche, non sono rimasti in molti i partigiani attivi dentro l’Anpi. Al congresso di Rimini hanno preso la parola in cinque e in cinque hanno tuonato contro la riforma. Nelle fila del “Sì”, invece, si è schierato il comandante “Diavolo”: il 97enne reggiano Germano Nicolini, protagonista di una delle più controverse vicende della storia del dopoguerra, completamente scagionato dopo essere stato ingiustamente accusato di un omicidio. “Io non sarò mai – ha assicurato ‘Al Dievel’ – in compagnia di Salvini, di Casapound, del comico e della Meloni”.

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