Grazie Smuraglia, non ci spazzeranno via da: libertàegiustizia.it

Grazie Smuraglia, non ci spazzeranno via

La strategia di insultare, deridere e delegittimare gli avversari politici; la strategia di isolarli quando si teme di non riuscire a sconfiggerli sul piano delle idee e della politica viene da lontano. E’ la strategia preferita dalla mafia e in questo Paese ha fatto molte vittime, alcune illustri, altre sconosciute, uomini e donne che hanno pagato per non essersi allineati ai potenti, per essersi messi di traverso.

 

In questo senso, il governo Renzi ha un catalogo  abbastanza lungo e non guarda in faccia nessuno. Anzi, tanto più l’avversario è illustre per meriti che tutti riconoscono, tanto più va colpito, nella sua saggezza, negli atti della sua vita, nella sua onorabilità.

 

Così, il disgustoso attacco di Fabrizio Rondolino su l’”Unità” era chiaramente volto a diffondere una caricatura del Presidente dell’Anpi, uomo a cui molti di noi  sentono di dover gratitudine, rispetto, ammirazione. Uomo che nella sua vita è stato un esempio e che continua a esserlo anche oggi che si batte per il NO allo stravolgimento della Costituzione, il Sì all’abolizione dell’Italicum. Uomo in prima fila contro le manifestazioni fasciste, che ha saputo spalancare le porte dell’Anpi a generazioni nuove, come pochi hanno saputo fare.

 

Insomma, ci voleva l’Unità dei tempi di Matteo Renzi per osare questa vigliaccata. Immagino che lo stratega della comunicazione di Palazzo Chigi abbia un elenco di avversari da ridicolizzare e colpire. Avversari evidentemente che sono temuti. Avversari da annientare con la strategia mafiosa, e infatti passate poche ore, è toccato a Roberto Saviano (tempo fa nel mirino ci fummo la sottoscritta, che non ha nessun merito da rivendicare nella sua vita, e il presidente emerito della Corte Costituzionale, nonché presidente onorario di Libertà e Giustizia, Gustavo Zagrebelsky).

 

Così, dunque, faceva la mafia. E quando aveva deriso e isolato il suo obiettivo si sentiva più forte e, qualche volta, lo era davvero. Ma oggi le cose non stanno così.

 

Attorno allo scontro sulla Costituzione c’è un’Italia che capisce e che fa paura a questo governo. Un’Italia che il “ragazzo di Rignano, un ragazzo semplice” (come si è definito Renzi in trasmissione da Lucia Annunziata) invece non capisce perché la sua Italia ha un solo obiettivo: il potere. Conquistato nei modi che conosciamo: lo “stai sereno” a Enrico Letta, il giglio magico fatto dagli amici di sempre e dagli amici degli amici di sempre, i grandi poteri delle banche grandi (che chiesero di cambiare la Costituzione) e i grandi poteri delle banche piccole, che hanno messo sul lastrico i piccolissimi risparmiatori.

 

La sua Italia fa le riforme con la  destra di Verdini e gli accordi con Cl, Opus Dei, massoneria , la sua Italia non si scandalizza se Flavio Carboni è considerato un esperto in presidenze bancarie…

 

La sua Italia non capisce che oggi, attorno a Carlo Smuraglia, siamo in tanti a dirgli di farla finita. Lui, che ha già cominciato da tempo a invadere le tv per propagandare la Costituzione del suo governo, sappia che la nostra debolezza, la debolezza di noi del NO, ci costringe ad essere ancora più uniti, ancora più decisi, ancora più convinti che la sua manovra di indebolire l’assetto della Repubblica parlamentare e la sovranità popolare sarà sconfitta il prossimo ottobre.

 

E quel lugubre avvertimento in linguaggio dittatoriale di “spazzarci via” non ci fa nessuna impressione.

 

Caro Carlo, grazie di tutto quello che fai, Libertà e Giustizia e tutti noi del No ti ringraziamo di essere con noi. Altro che isolamento e derisione!

Grave aggressione fascista a Trento. Un ragazzo accoltellato e preso a martellate Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

Ieri notte a Trento dopo una festa organizzata dalla Rete contro i fascismi un attivista del Centro Sociale Bruno è stato inseguito, martellato e accoltellato da un neofascista. Si tratta dell’ennesima azione squadrista che avviene nel territorio trentino. A colpire, secondo quanto riferisce l’Osservatorio contro i fascismi Trentino AA – Sudtirol, “il responsabile locale di CasaPound”.

Il tentato omicidio fascista arriva alla vigilia della manifestazione, sempre in Trentino Alto Adige, contro i confini della Fortezza Europa, che domenica 3 aprile alle 13.30 partirà dalla stazione ferroviaria del Brennero. Oggi pomerigio c’è stata una iniziativa di solidarietà con l’antifascista aggredito.
Solidarietà all’attivista colpito e ai suoi compagni arriva dalla Rete della Conoscenza. “Negli ultimi mesi episodi come questo si sono ripetuti in tutta Italia con una frequenza inaudita – aggiungono gli studenti nella nota – E’ il segnale preoccupante del risveglio di chi vuole alimentare la guerra tra poveri, la caccia al migrante e al diverso, per mascherare i veri responsabili delle disuguaglianze e delle ingiustizie crescenti, qui in Italia come altrove nel mondo. L’antifascismo è per noi innanzitutto un’operazione verità: dietro la violenza di questi gruppi si nasconde l’accettazione di uno status quo che è necessario cambiare, per togliere terreno al neofascismo e ai suoi rigurgiti discriminatori, razzisti, xenofobi e omofobi. Anche per questa ragione risulta ancora più importante essere in tante e tanti domani, 3 aprile, sul confine del Brennero, per affermare la necessità di costruire l’Europa dei diritti e dell’accoglienza, contro l’Europa dell’austerità e dei confini”.

“L’arrogante caporale del generale Marchionne”. Intervento di Giorgio Cremaschi da: controlacrisi.org

In difficoltà per gli affari petroliferi il presidente del consiglio si appella ai suoi sostenitori e protettori, i grandi padroni e la grande finanza, e con suo solito modo servile e livido da crumiro impenitente esalta Marchionne e offende chi gli si oppone. Per Renzi il capo di FCA, la Fiat non esiste più, ha fatto per il lavoro più dei sindacati che lo hanno contrastato.
Lo dica ai cinque operai licenziati a Nola perché protestavano per il suicidio di una donna messa da anni in cassa integrazione. Lo dica ai migliaia di dipendenti Fiat che tuttora son in cassa e non lavorano. Lo dica ai lavoratori di Termini Imerese, a quelli della CNH di Imola, a quelli della Irisbus di Avellino a cui Marchionne ha semplicemente chiuso la fabbrica. Lo dica a quelli che lavorano con turni massacranti e straordinario obbligatorio, sì nelle fabbriche di Marchionne si fa straordinario mentre migliaia di operai stanno in cassa. Lo dica a quegli operai che parlano delle loro condizioni di lavoro solo se si garantisce l’incognito, perché nella moderna FCA vige il più antico e feroce autoritarismo e ogni offesa alla libertà e alla dignità della persona è giustificata in nome della competitività. E se non vuol dire nulla agli operai perché in fondo ne ha paura e li odia, dica qualcosa a quei tecnici che lamentano la crisi dei progetti e dei programmi, sì la FCA ex Fiat non ha in Italia alcun vero programma per il futuro, se non quello di essere un decentramento degli stabilimenti USA, dove si è trasferito il comando vero del gruppo. E se non vuole parlare neppure di questo, chieda almeno al suo ministro del Tesoro qualche spiegazione sul fatto che la sede fiscale dell’azienda di quello che lui chiama benefattore si è trasferita a Londra per pagare meno tasse.
Ma a Renzi di tutto questo non importa, lui verso Marchionne così come verso tutti i poteri forti e le multinazionali che lo hanno messo lì dove sta, lui può solo essere riconoscente. Al massimo può sperare che qualche auto americana della FCA si chiami Leopolda.
Renzi è il presidente del consiglio ma parla come un caporale che guidi l’auto contro un picchetto di sciopero. Renzi è il presidente del consiglio più servo dei grandi padroni e dei loro interessi di tutta la storia della Repubblica. Renzi è lì solo per distruggere ciò che resta della repubblica fondata sul lavoro. E lo fa con sfacciataggine, ignoranza, arroganza. Renzi rappresenta al meglio il degrado del paese, quando ce ne liberemo sarà sempre troppo tardi.