Scienziati italiani scoprono i meccanismi di crescita del più aggressivo tumore del cervelloScienziati italiani scoprono i meccanismi di crescita del più aggressivo tumore del cervello da: corrieremezzogiorno.corriere.it

Pubblicato su «Nature» lo studio di Antonio Iavarone (beneventano) e Anna Lasorella (barese), professori alla Columbia University e, nella vita, marito e moglie

Antonio Iavarone e Anna Lasorella
Antonio Iavarone e Anna Lasorella

Passi avanti nella ricerca sui tumori al cervello. È stato individuato l’importante meccanismo che favorisce il mantenimento delle cellule staminali tumorali del glioblastoma, il più aggressivo e letale dei tumori cerebrali. Elemento cardine di questo meccanismo è una proteina, chiamata ID2, in grado di mettere in atto una cascata di eventi che promuovono sia lo sviluppo che la progressione del glioblastoma. La scoperta viene riportata dalla rivista Nature nel formato di un “full Article” ed è stata condotta da un gruppo di ricercatori della Columbia University di New York guidati da Antonio Iavarone ed Anna Lasorella. Gli scienziati ritengono che “disattivando” questa proteina si riuscirà a bloccare la crescita del tumore.

La proteina ID2 agisce favorendo la riproduzione di una popolazione
di cellule tumorali, le cellule staminali tumorali, che da’ inizio al tumore, ne sostiene la crescita generando sempre nuove cellule e viene difficilmente eliminata anche da terapie molto aggressive come radioterapia e chemioterapia. L’importanza di questo studio consiste nella identificazione dei meccanismi che attivano ID2 ma anche nella scoperta di come la proteina ID2, quando attivata nel tumore umano, agisce per promuovere la crescita incontrollata delle cellule staminali tumorali. Bloccando i meccanismi di attivazione di ID2, i ricercatori intendono contenere l’espansione del tumore o prevenirne la ripresa dopo intervento chirurgico. Il glioblastoma è il tumore più frequente e maligno del cervello. Esso colpisce individui di tutte le età inclusi i bambini ma è più frequente tra i 45 e i 70 anni.

L’immagine mostra la crescita tridimensionale (gliomasfere) delle cellule staminali tumorali isolate dal glioblastoma umano
L’immagine mostra la crescita tridimensionale (gliomasfere) delle cellule staminali tumorali isolate dal glioblastoma umano

Purtroppo la chirurgia, combinata ai trattamenti radio e
chemioterapici, non è ancora in grado di curare questo tipo di cancro e la sopravvivenza è in genere inferiore ai due anni. Per questo aumentare le conoscenze sui meccanismi che promuovono il glioblastoma e lo rendono così difficile da curare è l’unica strada per poterlo aggredire più efficacemente. La proteina ID2 è conosciuta per la sua funzione di inibizione del differenziamento cellulare durante la vita embrionale, quando la attiva divisione ed il successivo differenziamento delle cellule staminali dei diversi tessuti è necessaria alla formazione di organi specializzati in diverse funzioni (cervello, muscoli, ossa, ecc.). In condizioni normali, ID2 viene disattivata quando le cellule smettono di dividersi e si differenziano. Nel glioblastoma ID2 è abnormemente attivato.

«Il nostro studio ha stabilito che ID2 rimane attiva a causa della ridotta concentrazione di ossigeno nel tumore in espansione. Quando in forma inappropriatamente attiva, ID2 è in grado di bloccare il sistema di distruzione di due proteine chiamate Hypoxia Inducible Factor (HIF) alfa 1 e 2 della cui azione particolarmente le cellule staminali tumorali si servono per sopravvivere in mancanza di livelli adeguati di ossigeno e nutrimento. In pratica ID2 consente alle cellule più maligne del glioblastoma di adattarsi a condizioni sfavorevoli, sopravvivere anche in condizioni estreme e continuare a moltiplicarsi senza perdere l’identità staminale», ha detto Anna Lasorella, professore di Pediatria e patologia alla Columbia University e responsabile con il Professor Antonio Iavarone della supervisione del gruppo di scienziati che hanno portato a termine la ricerca.

«E’ evidente — spiega Antonio Iavarone — che la disattivazione di ID2 priverebbe il tumore di un circuito indispensabile al suo mantenimento. Capire la sequenza di eventi di cui il glioblastoma e probabilmente anche altri tumori umani si sono dotatii affiche’ il tumore, questo organo abnorme, continui a vivere è un passo importante verso l’ideazione di nuove strategie di cura. Tuttavia, non è ancora una cura ed ulteriori studi sono necessari prima che la nuova scoperta possa tradursi in una terapia».

Rai, lettera-appello promossa da Landini per scongiurare l’affossamento del servizio pubblico da. controlacrisi.org da. redazione

Il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ha sottoscritto la lettera-appello inviata da una serie di associazioni, giornalisti, intellettuali e giuristi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per esprime la più profonda preoccupazione per la sorte del servizio pubblico televisivo alla luce della riforma della Rai approvata dal Parlamento, invitando il Presidente della Repubblica a intervenire contro quella che nel testo viene definito il progetto di “portare la Rai sotto il controllo esclusivo del Governo, trasformando il Direttore Generale in un Amministratore Delegato con poteri assoluti, estromettendo il Parlamento, l’unico potere espressione dei cittadini”.
Di seguito il testo della lettera e l’elenco dei primi firmatari.“Egregio Signor Presidente,

dopo decenni di critiche trasversali e di annunci sulla Riforma della Rai, siamo dunque arrivati all’anno della svolta: quello che avrebbe portato a ridefinire un nuovo modello di servizio pubblico radiotelevisivo: capace di garantire una informazione libera, indipendente e plurale; governato con criteri di efficienza e trasparenza; espressione della ricchezza della società civile italiana.
Valori di primaria importanza per il nostro Paese se, nel Suo discorso di insediamento, anche Lei ha ritenuto opportuno fare un doveroso richiamo al pluralismo e all’autonomia dell’informazione quale presidio della Democrazia e del rispetto della Costituzione.
Mai come ora la Rai avrebbe bisogno di un cambiamento radicale per tornare a essere centro di eccellenza, al servizio del Paese, arginando le spinte che hanno progressivamente eroso il sistema pubblico radiotelevisivo: l’omologazione dei contenuti, l’ingerenza della politica, la distrazione di fondi, la mancanza di autonomia finanziaria, la scarsa pianificazione strategica nella gestione delle risorse economiche e umane, la disaffezione dei cittadini.
Invece rileggendo la Riforma della Rai approvata di recente dal Parlamento, sembra di trovarci di fronte a una sorta di ‘bignami’ della legge 112/2004, quella che a suo tempo fu rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con condivisibili motivazioni.
Siamo molto lontani da quanto da Lei auspicato e dalle aspettative.
Dopo una sommaria discussione di sei mesi scarsi, il Senato ha varato un testo deludente, all’insegna della restaurazione. Una “controriforma” che sembra avere un solo obiettivo: portare la Rai sotto il controllo esclusivo del Governo, trasformando il Direttore Generale in un Amministratore Delegato con poteri assoluti. Estromesso il Parlamento, l’unico potere espressione dei cittadini. Ignorato il ruolo di garanzia del pubblico Bene Comune.
Una non-Riforma che non solo mantiene la logica spartitoria della legge precedente ma apre una fase più centralistica e conservatrice, in un momento storico in cui sono continui gli attacchi censori dei partiti verso la stampa libera. Cinque articoli (di cui due di delega al Consiglio dei Ministri) che sembrano aggirare la Costituzione – così rigorosa e chiara nell’affermare i principi di indipendenza, autonomia e pluralismo dell’informazione pubblica – ignorando anche la Sentenza 225/1974 della Corte Costituzionale nonché la Direttiva del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa del 16 febbraio 2012 che invita gli Stati Membri a modernizzare il quadro di governance dei media di servizio pubblico, emancipandoli dal controllo dei Governi.
La Riforma della Rai doveva essere un’occasione straordinaria per coinvolgere fattivamente i cittadini, il mondo della cultura e gli operatori dell’informazione, come sta accadendo nel Regno Unito per il rinnovo della Royal Charter. Un percorso che sarebbe stato possibile prendendo spunto dalle proposte alternative presentate in Parlamento, frutto di un lungo lavoro di confronto con la società civile avviato da MoveOn Italia, Articolo 21, associazioni, movimenti, sindacati confederali e di categoria. Proposte ignorate dalla maggior parte delle forze politiche.
Noi in realtà pensiamo che qualcosa ancora si possa e si debba fare.
Per questo ci appelliamo a Lei, in qualità di garante della Costituzione. Memori del fatto che fu proprio Lei, Presidente Mattarella, a dimettersi da Ministro nel 1990, in dissenso dall’insostenibile pesantezza della legge Mammì sull’emittenza pubblica radiotelevisiva.
Lei ha la sensibilità e il ruolo per sollecitare una ulteriore riflessione sulla Riforma della Rai, facendone una questione democratica e culturale che riguarda tutti i cittadini, non solo gli operatori dell’informazione.
La Rai deve tornare a essere un Servizio Pubblico, un Bene Comune patrimonio di tutti i cittadini, e garantire la libertà dell’informazione come fondamento della democrazia.
Certi che la nostra richiesta non resterà inascoltata, l’occasione ci è lieta per porgerLe i nostri migliori auguri per le festività in corso”.

Hanno finora sottoscritto la lettera
MoveOn Italia – La Rai ai cittadini, Articolo 21, Associazione Rai Bene Comune – IndigneRAI
Appello Donne e Media, Arci, Associazione Stampa Romana,
Assoprovider, Fials – Federazione italiana autonoma lavoratori spettacolo,
Giuristi Democratici, Liberacittadinanza, Libertà e Giustizia, Net Left,
Sindacato Lavoratori Comunicazione CGIL, Snap Rai, Unams, UIL COM.
Sergio Bellucci, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Francesca Chiavacci, Gabriella Cism,
Gabriele Coen, Carlo Cosmelli,
Roberta De Monticelli, Giuseppe De Marzo, Tana de Zulueta, Remigio del Grosso, Francesco Devescovi, Domenico Gallo, Dora Liguori, Roberto Mandolini, Ugo Mattei, Tomaso Montanari, Lazzaro Pappagallo, Renato Parascandolo, Piero Pellegrino, Leandro Piccioni,
Lorella Pieralli, Enzo Pietropaoli, Elisabetta Rubini, Alberto Vannucci, Carlo Verna, Vincenzo Vita, Roberto Zaccaria, Gustavo Zagrebelsky

Salva Banche, le vittime saranno a Roma il 12 gennaio davanti alla Consob Autore: redazione da. controlacrisi.org

I risparmiatori vittime del Salva Banche si danno appuntamento il 12 gennaio alle ore 10:00 davanti alla Consob, in Piazza Verdi a Roma. Dopo la grande partecipazione e il grande seguito della manifestazione del 22 dicembre in Via Nazionale (Banca d’Italia), Federconsumatori, Adusbef e il comitato delle Vittime del Salva Banche annunciano un nuovo presidio a tutela dei risparmiatori.
“Tutti i responsabili saranno chiamati all’appello. Dopo le proteste a Montecitorio, davanti alle banche coinvolte e a Bankitalia, stavolta sarà il turno della Consob. Colpevole anch’essa della mancata vigilanza su una situazione che ha mandato in fumo i risparmi di migliaia di cittadini indotti ad acquistare prodotti finanziari ad alto rischio senza la dovuta informazione” dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
“I cittadini hanno diritto a vedere rimborsate le somme che hanno perduto a causa della scorrettezza dei comportamenti delle banche e della “distrazione” delle autorità che avrebbero dovuto vigilare. Non ci accontenteremo di soluzioni parziali e insoddisfacenti palliativi – aggiungono i due Presidenti – Invitiamo tutti i cittadini coinvolti, ma anche tutti coloro che sono solidali e sensibili a questa gravissima vicenda, a prendere parte alla manifestazione per far sentire la propria voce e richiamare la Consob alle proprie responsabilità. L’obiettivo che ci siamo prefissati non è solo quello di veder risarcite tutte le vittime, ma anche far sì che quanto accaduto non possa più ripetersi, grazie ad una vera ed attenta vigilanza, nonché all’adozione di normative e provvedimenti efficaci per superare l’asimmetria informativa tra chi investe e chi propone l’investimento”.