Sanità. Domani duecentomila camici bianchi contro 8 miliardi di tagli. A Gennaio ci saranno altri due scioperi. Dopo la scuola, il presidente del Consiglio si è messo contro tutti i sindacati dei medici che protestano contro la precarietà, il blocco del turn-over e lo stravolgimento della professione medica. Per il governo spunta un’altro problema: i suoi annunci sulle 6 mila assunzioni non erano veri. Non c’è copertura finanziaria. Ecco perché
Anche alle truffe del governo sulla sanità c’è un limite. Quello della sostenibilità finanziaria delle promesse di Renzi sulle assunzioni dei nuovi medici, ad esempio. La notizia è stata ufficializzata ieri dai sindacati e dalle associazioni dei medici in una conferenza stampa che ha presentato lo sciopero generale di domani, uno dei più grandi degli ultimi tempi. Tutti i sindacati uniti contro il governo, duecentomila camici bianchi faranno saltare oltre 2 milioni di prestazioni. Protestano contro gli 8 miliardi di euro di tagli alla sanità previsto entro il 2019, 2,3 solo il prossimo anno per «risparmiare» sui costi della cosiddetta «medicina difensiva», l’eccesso di prescrizione di analisi mediche.
Il colpo di scena
Secondo il governo una parte dei risparmi ottenuti dal taglio di oltre 200 prestazioni, pari a 350 milioni di euro, avrebbero dovuto finanziare 6 mila assunzioni di medici e infermieri. Praticamente una partita di giro: il governo avrebbe preso le risorse dal taglio delle prestazioni e, grazie alla nuova legge sulla responsabilità professionale e civile dei medici, avrebbe risposto alle esigenze nate a seguito dell’entrata in vigore della direttiva europea sugli orari di lavoro e di riposo del personale sanitario. Ma alla resa dei conti, i numeri sono risultati errati.
Il colpo di scena è avvenuto nella commissione Bilancio alla Camera. Il governo è stato costretto a rinunciare all’emendamento alla legge di stabilità. «Sono saltate le norme relative alla responsabilità medica contro il fenomeno della cosiddetta medicina difensiva dalla legge di stabilità perché nessuno ha ritenuto credibile il meccanismo economico che parte dai risparmi ottenibili per finanziare le assunzioni» ha confermato Giacomo Milillo, segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg).
Lavorare meno, lavorare tutti
L’Unione Europea ha imposto un ridimensionamento dell’orario di lavoro, uno degli effetti prodotti dalla precarizzazione della professione medica. La sua direttiva impone al governo italiano di rispettare il diritto dei medici e dirigenti sanitari italiani al tempo massimo di lavoro settimanale (non più di 48 ore per ogni sette giorni, compresi gli straordinari), al riposo minimo garantito di 11 ore continuative ogni 24 e a un periodo di riposo settimanale ogni 7 giorni di almeno 24 ore.
Per evitare pesanti sanzioni, e la condanna della Corte di Giustizia Ue, Renzi e il ministro della Sanità Lorenzin hanno dovuto ricorrere a un complicato stratagemma contabile per aggirare il blocco del turn-over nella pubblica amministrazione. La proposta sembrava essere già esecutiva, dopo il parere favorevole da parte della Ragioneria dello Stato. Ma non ha retto alla prova della realtà.
Saltano le assunzioni
Una volta affondata questa norma, anche quella sulle assunzioni è venuta meno. Se ne riparlerà l’anno prossimo. Tutto questo mentre il governo aveva giocato la carta delle assunzioni sul tavolo degli annunci in stile Leopolda. Nessuno sarà assunto dal primo gennaio. La manovra sulla sanità risulta azzoppata.
«Per procedere con le assunzioni, necessarie per far fronte all’emergenza del personale sanitario dopo l’entrata in vigore della normativa Ue — sostiene il segretario dei medici ospedalieri Cimo Riccardo Cassi — sarebbero necessari circa 600 milioni di euro». Per l’esecutivo si prepara un futuro in tribunale. «Ora le cause che i medici intenteranno sicuramente, a fronte dei limiti di lavoro non garantiti, peseranno molto di più sui bilanci dello Stato dei fondi necessari per le assunzioni». A cascata, ecco un altro effetto dell’improvvisazione dell’esecutivo: «Il rinnovo del contratto di categoria sarà di fatto rinviato di un altro anno — sostiene il segretario di Anaao-Assomed Costantino Troise — Allo stato l’emendamento è svanito e mancano fondi adeguati».
Sanità: contro frontale
Lo sciopero di 24 ore di tutte le organizzazioni sindacali dei medici e infermieri coglie il governo Renzi più debole. Le previsioni per domani sono imponenti: salteranno visite specialistiche, esami di laboratorio, interventi chirurgici programmati. Per questi ultimi si fa la cifra di 40 mila operazioni saltate. Il costo dell’ostinazione dell’esecutivo produrrà altre mobilitazioni a partire da gennaio.
Sono state annunciate altre due giornate di sciopero, insieme alla protesta dei medici di famiglia. Il segretario nazionale dello Smi Pina Onofri ha parlato di uno «sciopero informatico»: non invieranno all’Inps i certificati di malattia online. Nelle prossime settimane il fronte della protesta andrà allo scontro frontale e non sembra avere alcuna intenzione di fare un passo indietro. Dopo la scuola, Renzi si è messo contro la Sanità italiana che sta reagendo con fermezza. Il Natale a Palazzo non passerà tranquillamente.
Accorta è la precisazione di Roberta Chersevani, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri: «I medici scioperano per e non contro le persone — ha detto — Le nostre mobilitazioni del 21 ottobre e del 28 novembre non hanno sortito effetti tra le istituzioni». «L’organo politico ha costretto i medici a questo passo, che è sempre difficile e doloroso».
Il Pd ieri ha cercato di rimediare al disastro politico. Il presidente del partito Orfini ha garantito l’impegno ad approvare il Ddl sul rischio professionale. Il relatore della proposta di legge Federico Gelli (Pd) sostiene che è stata calendarizzata alla Camera oggi e sarà approvata in primavera. Nel frattempo il governo incasserà tre scioperi nel Sistema sanitario nazionale.
*** Dossier tagli alla Sanità
Sanità agli sgoccioli per tagli (21 gennaio 2015)
La Camera ha votato 2,35 miliardi di tagli alla Sanità (5 agosto 2015)
Tagli alla sanità, pazienti doppiamente fregati (7 agosto 2015)
Le Regioni: «Basta tagli alla sanità» (11 settembre 2015)
Lo strappo delle regioni sulla Sanità. E spunta l’aumento di tasse e ticket (23 ottobre 2015)
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