Mafia, soldi e discariche: l’arresto in Sicilia che imbarazza il Vaticano da: linckiesta

Salvatore Bucolo, ex sindaco di Mazzarrà, vantava amicizie nella Santa Sede. È ancora in carcere per lo scandalo di Tirrenoambiente. Le indagini
Bertone, Padre Georg e Ratzinger

C’è odore di “santità” intorno all’operazione «Riciclo» sulla discarica di Tirrenoambiente a Mazzarrà Sant’Andrea in provincia di Messina, su cui indagano diverse procure in Italia (tra cui Vercelli e Palermo), e che nell’aprile del 2015 è finita nelle carte dell’inchiesta “Gotha 5” che ha svelato gli intrecci tra i clan mafiosi dei Barcellonesi e dei Mazzarrotti con la politica. Non c’è quindi solo il puzzo di «munnizza» di una discarica già sequestrata perché illegale, contro cui da anni si battono gli amministratori locali dei paesi limitrofi, tra cui Mario Foti di Furnari.

Dopo l’arresto del sindaco di Mazzarrà Salvatore Bucolo – già decaduto come primo cittadino e che nei giorni scorsi si è visto respingere la richiesta di scarcerazione insieme con gli ex tre amministratori delegati della società (tra cui Giuseppino Innocenti, Giuseppe Antonioli e il piemontese ex senatore di Forza Italia Lorenzo Piccioni) – le indagini della procura di Barcellona Pozzo di Gotto con la Guardia di Finanza messinese proseguono. E ogni giorno emergono sempre più esponenti della Chiesa già coinvolti tra le carte dell’inchiesta.

Tutto ruota intorno alle amicizie di Bucolo, ex seminarista e iscritto per anni all’Università Pontificia, che vanta tra le sue frequentazioni quella del vescovo Giuseppe Sciacca, ex segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano – tassello fondamentale della gestione delle casse vaticane prima di Vatileaks e molto vicino all’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone poi rimosso nel 2013 da Papa Bergoglio – e soprattutto quella di Georg Genswein, segretario personale di Papa Ratzinger: il 10 gennaio del 2013 furono portati nei Giardini Vaticani dodici alberi di Mazzarrà al costo di 12mila euro, sponsorizzate anche da TirrenoAmbiente. La stampa locale li definì gli alberi della «munnizza».

Sciacca non è un personaggio di poco conto. È un bertoniano di ferro. Fu nominato al posto di quel monsignor il vescovo Carlo Maria Viganò che aveva accusato Bertone nel 2011 di cattiva gestione delle finanze vaticane. Viganò venne mandato a fare il nunzio apostolico negli Usa, dove è tuttora. Sciacca, invece, è stato allontanato dal Governatorato dopo l’elezione di Papa Francesco e messo fare il segretario aggiunto del supremo tribunale della Segnatura apostolica: una sorte di corte di cassazione del Vaticano. In realtà lo mise da parte.

Tutto ruota intorno alle amicizie di Bucolo, ex seminarista e iscritto per anni all’Università Pontificia, che vanta tra le sue frequentazioni quella del vescovo Giuseppe Sciacca, ex segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano

Gli inquirenti continuano a scavare sui soldi che sarebbero stati elargiti dall’azienda nel periodo che va dal 2009 al 2013, quando gli amministratori delegati di Tirrenoambiente «hanno erogato in favore di svariate associazioni sportive e/o culturali importanti somme di denaro a titolo (formalmente) di sponsorizzazioni»: la società che gestiva la discarica veniva usata secondo gli inquirenti come un bancomat. Soldi, secondo l’accusa, «illeciti», perché, tramite il mancato versamento della tassa di mitigazione ambientale, oltre a essere stati sottratti al Comune di Mazzarrà – dove si calcola un danno erariale di 12 milioni di euro -, le dazioni in denaro non avrebbero avuto alcun tipo di documentazione ufficiale.

Il Sindaco Bucolo con Padre Georg da Facebook

Le somme sono ingenti. Oltre all’associazione sportiva Borgopal, 715mila euro, o a quella di Mazzarrà per 723mila, ci sarebbero appunto i 76mila destinati alla Parrocchia Santa Maria delle Grazie. O ancora alle parrocchie San Paolo Apostolo e San Michele Arcangelo di Messina del sacerdote Giuseppe Brancato, da giugno alla direzione della Caritas di Messina. Brancato non è indagato, ma è un prelato che conta nel messinese, tanto che sul giornale online Messinaora si legge che «la sua posizione starebbe mettendo in imbarazzo la diocesi: da più parti, infatti, si chiede la remissione del mandato e un intervento da parte dello stesso Arcivescovo, considerando il ruolo di alta responsabilità  sociale del sacerdote».

Non solo. Dalle delibere del comune di cui è in possesso Linkiesta, si evince che Bucolo avrebbe negli anni continuato a pagare profumatamente i prelati. In particolare il Cardinale Giovanni Coppa, piemontese, nominato cardinale nel concistoro del 24 novembre 2007 da papa Benedetto XVI, che fu accolto in città per i festeggiamenti del Santo Patrono alla fine di agosto del 2012. Si tratta di una visita costata più di ventitremila euro alla cittadinanza mazzarrese. Una somma molto ingente, considerando che il cardinale Coppa pernottò due notti in albergo, anche se tra le voci c’è persino quella di 2mila euro per «rinfresco bar». Caso vuole che la sua biografia si intitoli: «Rialza il povero dall’immondizia».

Cardinale Coppa

Non solo. Altri 4mila euro furono stanziati sempre dal sindaco Bucolo nel settembre di quell’anno per organizzare una nuova delegazione in Vaticano. E ancora. Un’altra delibera di fine settembre dello stesso anno indica la richiesta di spesa per un importo di 5mila euro, con l’obiettivo di acquistare circa 2mila dvd che avevano immortalato la festa patronale. Era passato già un mese, ma per il sindaco non sembrava essere un problema. «In questo periodo di crisi ci sono alcuni settori che sono definiti strategici e in alcuni casi attirano anche traffici illegali e sono utilizzati quindi per fini diversi da quelli istituzionali. È il caso del settore dei rifiuti, che spesso qui al Sud ma in generale anche in Italia e in ambito internazionale, è stato trasformato in un business per interventi illegali», spiegò alcune settimane fa il capo della Procura di Barcellona Emanuele Crescenti. In Vaticano, forse, non se ne erano accorti.