Lasciato un pacco davanti all’ingresso della casa al mare di Salvatore Borsellino, il fratello del giudice Paolo assassinato da Cosa nostra nel 1992. Lui commenta: “Le minacce vere sono quelle verso Lucia”
Alle sei del mattino hanno suonato con insistenza al citofono e sono scappati. Lasciando un pacco davanti all’ingresso della casa al mare di Salvatore Borsellino, il fratello del giudice Paolo assassinato da Cosa nostra nel 1992. La mattina del 9 agosto (lo si è appreso solo ieri) c’è stato un gran via vai di polizia nel centro di Mondello. Dopo l’allarme al 113 è arrivata anche una squadra di artificieri, che ha fatto brillare il pacco con una microcarica. All’interno, c’era sterco. Sull’episodio indaga la polizia, che si sta occupando anche delle minacce che riguardano la figlia di Paolo, Lucia. Qualche giorno dopo l’episodio di Mondello, una fonte dell’Interpol in Germania ha riferito del rischio di possibili ritorsioni nei confronti dell’ex assessore regionale alla Sanità. Alla vigilia di Ferragosto, dopo un giro di comunicazioni fra Interpol e Viminale, a Lucia Borsellino è stata assegnata una scorta. È un’estate complicata per i Borsellino, impegnata su vari fronti.
In questi ultimi mesi, Salvatore ha realizzato un progetto alla Kalsa, nei locali della farmacia di famiglia: “La casa di Paolo “, un centro di formazione informatica. Dice Salvatore Borsellino: “Forse, alla Kalsa, qualcuno non avrà gradito questa iniziativa, ma io vado avanti con decisione, perché credo molto nel lavoro con i ragazzi “. Sull’episodio di Mondello, Salvatore Borsellino allarga le braccia. E prova a gettare acqua sul fuoco. Ma per gli inquirenti resta comunque un episodio inquietante, nessuna pista viene esclusa. Attorno ai Borsellino, l’attenzione è massima.
“Non volevo che questa notizia trapelasse, non volevo che gli fosse data importanza, ma soprattutto in un momento in cui ci sono minacce veramente serie a Lucia non volevo che le due cose potessero essere sovrapposte o anche in qualche modo accostate”. Così Paolo Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nel 1992, commenta all’Adnkronos la notizia. Il fratello del giudice è tranquillo e anzi non crede che quel pacco contenente dello sterco, fosse una minaccia rivolta a lui. “In pochi sanno che ho questa casa a Mondello – spiega – e poi si tratta di una palazzina in cui vivono cinque famiglie, alcune delle quali hanno esercizi commerciali, non è detto che il pacco fosse per me”. Salvatore Borsellino è restio anche a pensare che la presunta minaccia possa essere in qualche modo collegata al progetto che sta realizzando nel quartiere Kalsa di Palermo: un centro di formazione informatica dal nome “La casa di Paolo”. “Non credo che questo progetto possa avere dato fastidio – dice – Siamo ancora agli inizi e la gente di questo quartiere non ha mostrato alcuna ostilità, anzi ho ritrovato figli di persone che conoscevano mio padre e ho instaurato buoni rapporti”. Ma quello che lascia perplesso il fratello del giudice è soprattutto il tipo di intimidazione. “Purtroppo conosco bene i metodi e le regole della mafia – aggiunge – se fosse il progetto alla Kalsa ad aver dato fastidio a qualcuno il pacco sarebbe arrivato lì. Certe cose devono essere autorizzate e all’esterno di un mandamento non si fa nulla se non hai l’autorizzazione”.
Filed under: Antimafia | Tagged: Borsellino, Paolo Borsellino, Salvatore, Salvatore Borsellino |