Rottama Italia, la denuncia contro lo Sblocca Italia Fonte: sbilanciamoci | Autore: Anna Donati

“Rottama Italia” è un libro, un istant book, in cui sedici autori, architetti, urbanisti, archeologi, giuristi, ambientalisti e giornalisti, affrontano i 45 articoli del Decreto Sblocca-Italia – che dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 12 novembre – e spiegano articolo per articolo, perché lo Sblocca-Italia rappresenta una minaccia per la democrazia e per il nostro futuro.

Edito da Altreconomia, il testo è corredato da 13 vignette e disponibile gratuitamente scaricandolo dal sito www.altreconomia.it/rottamaitalia

Il punto di vista degli autori è quello dell’articolo 9 della Costituzione, più volte citato nel testo, per ribadire i valori della tutela del territorio e richiamare l’esigenza di legalità e di una visione sostenibile del futuro. Non quindi solo critiche, ma anche una idea di sostenibilità, di legalità, di innovazione, di bene comune, per l’Italia purtroppo assente nel Decreto Sblocca Italia.

“Rottama Italia” nasce da un’idea di Sergio Staino, ed è stato curato da Tomaso Montanari. Hanno partecipato al progetto tra gli altri, Edoardo Salzano, Paolo Berdini, Vezio De Lucia, Salvatore Settis, Luca Martinelli, Maria Pia Guermandi, Domenico Finiguerra, Anna Maria Bianchi, Antonello Caporale e Carlo Petrini.
Il volume è un esempio di informazione indipendente, che ha ragione d’essere nelle azioni che genera – ha spiegato Pietro Raitano, direttore di Altreconomia-. Ogni contributo vale per sé, e al tempo stesso costituisce la voce di una composizione corale. C’è voluto coraggio per pensarlo, scriverlo e pubblicarlo. C’è voluto tempo per capire, spiegare (una vera rivoluzione, nell’epoca dei tweet ). Ma ci vorrà coraggio anche a leggerlo con attenzione e farne un manifesto di azione”.
“La prima, e più importante, resistenza allo Sblocca-Italia passa attraverso la conoscenza, l’informazione, la possibilità di farsi un’opinione e di farla valere -scrive Tomaso Montanari,docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Napoli Federico II-. Discutendone nelle piazze e nei teatri, nelle televisioni e alla radio. Richiamando al progetto della Costituzione i nostri rappresentanti in Parlamento. E se necessario, anche ricorrendo al referendum: se -alla fine e nonostante tutto- questo sciagurato decreto ‘Rottama-Italia’ diventerà legge dello Stato”.
“Il decreto in esame non difende affatto il territorio, né dalla devastazione ambientale provocata dall’edilizia, dalle cementificazioni e dalle impermeabilizzazioni stradali, né tanto meno dalle privatizzazioni ed alienazioni a privati -spiega Paolo Maddalena, già vicepresidente della Corte Costituzionale-. Va perciò affermato con forza che il ‘territorio’, elemento costitutivo della comunità politica, non è un bene liberamente disponibile da parte del governo o di amministratori locali, ma è nella ‘proprietà collettiva demaniale’ o nella ‘superproprietà’ del popolo, a titolo di sovranità”.

L’urbanista Edoardo Salzano, già Preside della Facoltà di Pianificazione del territorio dello IUAV di Venezia, spiega nel suo intervento che lo Sblocca-Italia “per eliminare le regole sull’uso del territorio” va ad “abbattere i due baluardi che sorreggono la loro efficacia: la pianificazione urbana e territoriale come metodo e strumento dell’azione pubblica, e la burocrazia delle istituzioni (quella privata si moltiplica a dismisura). Quella burocrazia pubblica che è essenziale perché le regole stabilite nell’interesse pubblico siano effettivamente rispettate”
Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, già direttore della Scuola normale superiore di Pisa, ed editorialista de la Repubblica , sottolinea come “a quel che pare sarà un governo nominalmente di Centro-sinistra a celebrare, dopo vari tentativi andati a vuoto, il trionfo del silenzio-assenso, trasformandolo da tutela del cittadino contro l’inerzia della pubblica amministrazione in un trucco che cestina un principio fondamentale della Costituzione. […] le eccezioni di incostituzionalità sollevate da alcuni parlamentari (Atti Camera, nr. 2629) sono state respinte dalla maggioranza di governo. Dobbiamo perdonare loro perché non sanno quello che fanno, o sperare che si ravvedano?”.

Il pezzo di Luca Martinelli ed il mio, si soffermano sulla politica di rilancio delle autostrade e delle grandi opere, contenuta nel Decreto, mediante norme ad hoc per la proroga delle concessioni autostradali – che non è detto convincerà la Commissione Europea- e con uno specifico comma che aiuta l’Autostrada Orte-Mestre con la defiscalizzazione retroattiva del progetto del Promotore. Il Decreto aiuta anche altre opere inutili e devastanti, come il terzo valico AV Milano-Genova, opera da sei miliardi di euro, che procede a “pezzi”. Ma quello che manca davvero nello Sblocca Italia, è una politica seria per muoversi in città, dato che solo l’8,8% delle risorse viene destinato alle reti tramviarie e metropolitane, mentre ben due terzi dei cittadini si sposta ogni giorno nelle aree urbane. Treni per pendolari, tram, autobus, piste ciclabili, questo è quello che servirebbe al futuro dell’Italia.
Le conclusioni di “Rottama-Italia” le firma Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che provando a ripercorre il dibattito parlamentare in corso negli ultimi anni, sul tema dello stop al consumo di suolo, spiega come “questo decreto Sblocca-Italia è così surreale e fuori dal tempo e dal luogo in cui ci troviamo a vivere, che è quasi impossibile scacciare il pensiero che a scriverlo non sia stato l’uomo della rottamazione (che però, siamo sicuri, lo ha battezzato), ma un manipolo di lobbisti disperati: quasi il risultato della clonazione del primo Tremonti, che favorì il pullulare dei capannoni oggi miseramente vuoti e abbandonati, ovunque”.
E, affonda la penna Petrini, “evidentemente costoro non hanno minimamente a cuore il destino della comunità che vive in questa nostra povera Patria e soprattutto non hanno nessuna lungimiranza per il suo futuro, per la sopravvivenza dei nostri figli, per la bellezza che i loro occhi hanno il sacrosanto diritto di vedere nonostante le nostre ambizioni di produzione interna lorda!”.

La speranza e l’impegno è che anche questo e-book aiuti la mobilitazione ad ogni livello ed induca il Parlamento a cambiare in meglio il Decreto Sblocca Italia. Ed il 15 e 16 ottobre, comitati, ed associazioni da tutta Italia, si sono già dati appuntamento davanti alla Camera dei Deputati, dove è in discussione il Decreto, all’insegna dell’appello “Difendi la tua Terra”.

Bolivia, grande vittoria di Morales: “La dedico a Fidel, Chavez e a tutti i popoli del mondo che lottano contro l’imperialismo” da: controlacrisi.org

Come previsto, arriva senza problemi la vittoria di Evo Morales alle elezioni di ieri in Bolivia. Gli exit poll danno il presidente a circa il 60% dei voti. L’avversario di di Morales, il leader di Unidad Democrata, il conservatore Samuel Doria Medina, non andrebbe oltre il 25% dei voti.Grandi i festeggiamenti per le strade del Paese, da La Paz a Cochabamba, da Oruro a Potosì.

Morales, al potere dal 2005, potrà governare la Bolivia fino al 2018 con questo terzo mandato. Il voto si è svolto regolarmente e lo hanno confermato anche gli osservatori dell’Unasur, Unione delle nazioni sudamericane.

Il presidente ha «ringraziato questo nuovo trionfo del popolo boliviano» perché questo risultato elettorale garantirà di continuare a promuovere «l’integrazione non solo tra i boliviani ma anche tra i latinoamericani». Hanno vinto «la dignità e la sovranità del nostro popolo» e la vittoria è dedicata a Fidel Castro, al presidente venezuelano Chavez, morto nel 2013, e a «tutti i popoli del mondo che lottano contro l’imperialismo».

“Le diseguaglianze nel mondo sono in aumento”, la denuncia della Banca mondiale Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

Le diseguaglianze sociali nel mondo sono in aumento, mettendo a rischio gli obiettivi fissati dalla comunita’ internazionale per sconfiggere la poverta’. E l’epidemia dell’ebola non aiuta. Anzi, al di la’ della tragedia umana, sta avendo effetti “devastanti” anche sul fronte economico e sociale. E’ l’allarme lanciato dalla Banca Mondiale, che rivolge un appello a tutti i Paesi, sviluppati e in via di sviluppo, perche’ agiscano sempre piu’ insieme nel mettere a punto le giuste politiche.
“Sono essenziali un’azione coordinata e un sostegno finanziario per contenere e mitigare l’impatto diretto e di lungo termine della crisi”, si legge nel documento finale del Development Committee riunitosi a Washington. Perche’ – come ha sottolineato nel suo intervento il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco – “le diseguaglianze sono salite a livelli senza precedenti”. Non solo tra Paese e Paese, ma all’interno dei singoli Paesi dove ”sono aumentate le diseguaglianze di reddito”, e dunque gli squilibri sociali, con tutte le conseguenze negative del caso sul fronte dello sviluppo, anche economico.

Secondo Visco la priorita’ dei governi deve essere innanzitutto quella di “aumentare i redditi, essenziale per sfuggire alla poverta’”. Nei loro interventi i numeri uno di Banca Mondiale e Fondo monetario internazionale hanno quindi insistito sul bisogno di dare la giusta risposta all’emergenza ebola, i cui effetti vanno al di la’ dei morti, provocando danni enormi all’economia. “Non abbiamo scelta, dobbiamo agire in fretta per fermare l’epidemia, ma senza isolare questi Paesi”, dice il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim. Parole a cui fanno eco quelle della direttrice generale del Fmi, Christine Lagarde, che invita “a non terrorizzare il mondo rispetto ai Paesi africani che stanno vivendo il dramma dell’ebola”. “L’epidemia va fermata, contenuta. Ma dobbiamo aiutare il piu’ possibile le nazioni che stanno vivendo questo dramma anche continuando a lavorare e a commerciare con loro”.

Merloni: Cgil Umbria e Fiom Perugia, 2.000 famiglie sul lastrico | Fonte: rassegna

“Con l’esaurimento della cassa integrazione per circa 1400 operai della Antonio Merloni di Umbria e Marche si apre da oggi una fase di ulteriore drammatizzazione di una delle crisi più antiche e dolorose del nostro territorio e dell’intero centro Italia”. E’ quanto affermano in una nota Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell’Umbria e Simone Pampanelli, segretario della Fiom Cgil di Perugia che hanno preso parte oggi, 13 ottobre, alla riunione convocata d’urgenza presso la Regione Marche, ad Ancona, con il presidente Gian Mario Spacca, l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Umbria Vincenzo Riommi, l’imprenditore Giovanni Porcarelli (titolare della Jp Industries, subentrata in parte nelle attività della Antonio Merloni dopo il fallimento) e i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Umbria e Marche, insieme alle categorie Fiom, Fim e Uilm delle province di Perugia e Ancona.

“La drammaticità della situazione è ormai sotto gli occhi di tutti – affermano Bravi e Pampanelli – con circa 2000 persone (oltre ai licenziati ci sono infatti i lavoratori riassunti dalla Jp, fermi anche loro e con la cassa integrazione bloccata per mesi, ndr) nella fascia appenninica umbro-marchigiana che sono letteralmente sul lastrico. L’imprenditore Porcarelli – proseguono – arrivato al terzo anno del suo progetto quadriennale è fermo, in attesa dello sblocco della vicenda giudiziaria, mentre sul fronte dell’accordo di programma che doveva lanciare nuove attività sul territorio per creare occupazione siamo a zero”.

In tutto questo, sottolinea la Cgil, manca clamorosamente un intervento del governo nazionale: “Tutte le parti presenti al tavolo di oggi hanno concordato sull’assoluta necessità di un intervento immediato del premier Renzi in prima persona – concludono Bravi e Pampanelli – per scongiurare l’esplosione di una bomba sociale di proporzioni inaudite. O questo governo comincia davvero a prendere di petto l’emergenza industriale del paese, oppure il fallimento sarà totale e irreversibile”.

A sostegno della richiesta di intervento immediato su questa ennesima emergenza del lavoro, Cgil, Cisl e Uil di Umbria e Marche, insieme alle categorie dei metalmeccanici, hanno indetto una manifestazione unitaria a Fabriano (Ancona) per il prossimo 7 novembre.

Riceviamo e pubblichiamo dall’armatore Amadeo Matacena ex deputato di Forza Italia questa lettera su alcuni punti dell’articolo “Il potere della ‘Ndrangheta da: antimafia duemila” che riguardono la sua persona

Gentile Presidente,

Gentile Direttore,

con riferimento all’articolo a titolo “Il potere della ‘Ndrangheta da: antimafia duemila”, apparso sul vostro sito web: ANCI Catania in data 13 Ottobre u.s., con la presente preciso e chiarisco che, contrariamente a quanto scritto non sono mai stato, nel citato ristorante di Abu Dhabi di proprieta di tale Sig. Andrea Nucera, che trovandosi ad Abu Dhabi dista 150 kilometri da Dubai dove io sono, ed è in un altro emirato.

L’articolo cita pertanto fatti e circostanze che non corrispondono assolutamente al  vero e tendono per contro a creare nel lettore una falsa rappresentazione della realtà che io qui smentisco nella  maniera più assoluta e categorica.

A mero titolo informativo ricordo ad emtrambi che le motivazioni di merito che hanno portato le Autorità giudiziarie emiratine a rigettare la richiesta di estradizione avanzata dalle autorità italiane sono relative soprattutto alla non esistenza nell’ordinamento emiratino del reato per il quale sono stato condannato (a torto) ch’è quello di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre la richiesta d’estradizione firmata dal Ministro Cancellieri è stata, con falso in atti, espressa quale membro intraneo di associazione mafiosa! Ove voleste avere copia della relativa documentazione potete richiederla ai miei legali, Avv. Enzo Caccavari  e Corrado Politi.

Le Autorità emiratine, inoltre, non hanno riscontrato alcuna possibilità di integrare la fattispecie del reato per il quale sono stato condannato con altre fattispecie normative previste invece dal loro ordinamento locale.

In più, sempre a titolo informativo, colgo qui l’occasione per evidenziare che il reato di riciclaggio non mi è mai stato contestato dall’autorità giudiziaria italiana e, quindi, non poteva da quest’ultima essere richiesta la mia estradizione, se non con un falso, per detto reato appunto non contestato, non commesso ed in assenza per esso di una condanna definitiva passata in giudicato.

Inoltre la condanna comminatami per concorso esterno in associazione mafiosa, tra l’altro, non è di fatto definitiva essendo pendente il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che può annullarla. Infine nella prossima settimana i miei legali depositeranno un ricorso al giudice dell’esecuzione, come indicato nell’ultima sentenza della Cassazione che mi ha ridotto la pena a soli tre anni, per ottenere la dichiarazione di prescrizione del relativo reato.

Di fronte alla gravità di tali affermazioni mi riservo ovviamente la facoltà di inviarne  comunicazione alle competenti Autorità emiratine affinchè ne acquisiscano conoscenza e decidano la posizione da prendere.

Devo concludendo ribadire che mai il sottoscritto ha avuto l’intenzione di andare in Libano che, proprio per l’esistenza di un accordo bilaterale di estradizione fra esso e l’Italia, non è un posto più sicuro degli Emirati Arabi Uniti, che non hanno alcun accordo bilaterale d’estradizione con la nostra Italia, e l’avvenuta negazione della mia estradizione paragonata a quella concessa dal Libano per Dell’Utri dimostra come detto assunto sulla maggiore sicurezza del Libano sia sempre stata un’assunto senza senso!

V’invito pertanto a voler cortesemente ospitare la presente nel vostro sito, rammentandole le norme italiane che invitano in tal senso.

L’occasione mi è gradita per inviare cordiali saluti.