Pagine dal Diario di Carmelo Salanitro a cura di Rosario Mangiameli

Carmelo Salanitro professore fece parte ad Adrano del direttivo della sezione del nuovo Partito popolare e collaborò con la stampa cattolica.
Reo di propaganda contro la guerra ,perseguitato dai fascisti e assassinato il 24 aprile 1945 dai nazisti a Mauthausen
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18 Dicembre 1931
La grande differenza fra gli insegnanti delle Università Spagnuole e quelle delle Università Italiane. In Spagna i professori universitari per gli anni che durò la dittatura monarchica esercitata per mezzo di Primo De Rivera tennero accesi negli animi degli studenti il sacro fuoco della libertà e seppero con la loro indomita fierezza guidare la Nazione alle giornate del riscatto e alla Repubblica. In Italia invece i rappresentanti dell’alta cultura , adescati o intimiditi, si piegarono subito alla servitù mussoliniana, salvo pochissime eccezioni . E recentemente all’obbligo di giurare fedeltà a un re che ha violato lui il primo i giuramenti di fedeltà allo Statuto e si è messo fuori della Costituzione e perciò fuori dalla legge, facendoci opprimere dal gennaio del 1925 da una banda di volgari delinquenti, su più di 1300 professori universitari e superiori tutti hanno vilmente sottostato, curvando il collo e la schiena ; tutti ad eccezione di undici, i quali col sacrifizio del pane hanno salvato l’onore della scienza che è libera come lo spirito. Onore ad essi! Sono 4 della Univ. di Roma, tre di Torino, uno di Pavia , uno di Firenze, uno di Bologna e uno di Perugia. La stampa prezzolata, gongolando dello spettacolo di suprema viltà offerto da più di un migliaio di persone che dovrebbero rappresentare l’alta cultura italiana, ma rappresentano solo l’alta miseria morale della Nazione e quasi stupita che appena undici si fossero ribellati all’obbrobrioso giuramento , si astenne però dal pubblicare i nomi degli undici Grandi, per togliere ad essi il culto di tutti gli spiriti forti e liberi e l’ammirazione di tutta la Nazione stanca ormai di questo barbaro dominio fascista . Certamente tra gli undici ci sarà stato il prof. Senatore Ettore Ciccotti
Carmelo Salanitro

Questa pagina del diario la dedichiamo ai docenti, affinché questo non accade mai più. Se volete lasciare un contributo sull’argomento “potere e cultura” è a disposizione il sito dell’ANPI Catania

Venezuela, feroce assassinio di un deputato, e della sua compagna, che indagava sulle trame fasciste. Condanna del Prc | Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

l Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea (PRC-SE) esprime il suo ripudio e la sua più ferma condanna per il feroce assassinio del giovane deputato Robert Serra Aguirre, militante del Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV) e della sua compagna María Herrera.Il popolo venezuelano ed il PSUV hanno perso un dirigente, un giovane avvocato e deputato che ha dato la sua vita per la battaglia rivoluzionaria e la liberazione della propia patria.

Pochi giorni fa, il deputato Robert Serra aveva denunciato i piani macabri dell’opposizione contro il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, nei quali sono coinvolti il giovane fascista Lorent Saleh insieme all’ex-presidente colombiano Álvaro Uribe. Serra dirigeva inoltre la Commissione Parlamentare incaricata di investigare quei fatti.

Questo crimine avviene in un contesto di violenza contro il governo costituzionale del Presidente Nicolás Maduro. Da tempo in Venezuela si stanno producendo omicidi selettivi di dirigenti popolari, sindacali, contadini, con le stesse modalità con cui agisce il paramilitarismo nella vicina Colombia.

Lo scorso Aprile, il fascismo oppositore (addestrato, equipaggiato ed armato in terra colombiana) aveva assassinato il Presidente del Consiglio Municipale di Caracas, il Maggiore Eliécer Otaiza ed anche un membro della scorta dello stesso Serra. Fatti coperti dai settori più estremisti della destra venezuelana, nella campagna di destabilizzazione del governo democratico.

Il PRC-SE fa appello alla propia militanza ed ai sinceri democratici per la più amplia mobilitazione a difesa del processo rivoluzionario venezuelano, nel cammino tracciato dal Comandante Chávez ed oggi seguito dal Presidente Nicolás Maduro.

Il PRC-IE si unisce al dolore delle famiglie di Roberto Serra e di María Herrera ed esprime la sua profonda solidarietà con il PSUV e con il popolo venezuelano impegnato nella battaglia per il raggiungimento di profonde trasformazioni sociali

Sei precario? L’Inps ora ti chiede un maxi rimborso Fonte: il manifesto | Autore: Antonio Sciotto

Che fac­cia avranno fatto i pre­cari che negli ultimi mesi hanno rice­vuto una let­te­rina dall’Inps con la richie­sta di rim­borsi a tre zeri? Pos­siamo solo imma­gi­nar­cela: l’ultima beffa di uno Stato che si acca­ni­sce con­tro di loro, costrin­gen­doli ad anni di cococò, impie­ghi sal­tuari e disoc­cu­pa­zione, senza uscita. Adesso tocca all’istituto di pre­vi­denza, che chiede la resti­tu­zione delle inden­nità una tan­tum, ero­gate per la disoc­cu­pa­zione, a par­tire dal 2009: ha sba­gliato e si scusa, ma i soldi devono tor­nare indietro.

«Si tratta di cen­ti­naia di let­tere, par­tite sin dal gen­naio di quest’anno», denun­ciano Nidil e Flc Cgil, i sin­da­cati che tute­lano i lavo­ra­tori ati­pici e quelli della cono­scenza. Gli importi richie­sti – quasi delle “car­telle pazze”, ancor più allar­manti per­ché reca­pi­tate a dei pre­cari – sono in media di 4 mila euro. Dav­vero una bella botta.

I lavo­ra­tori coin­volti si con­cen­trano nel pub­blico impiego: sono pre­cari della scuola, asse­gni­sti di ricerca, dot­to­randi. Hanno un pas­sato (e spesso ancora un pre­sente) da cococò, o sono disoc­cu­pati. Il col­la­bo­ra­tore coor­di­nato e con­ti­nua­tivo, d’altronde, è una figura soprav­vis­suta solo nel pub­blico (o per figure come i pen­sio­nati o i pro­fes­sio­ni­sti), men­tre nel pri­vato que­sta tipo­lo­gia è stata ormai sosti­tuita dal con­tratto a pro­getto, a sua volta rego­lato a maglie più strette dalla riforma Fornero.

«Dall’inizio del 2014 – spie­gano Nidil e Flc Cgil – nume­rosi ex cococò, oggi pre­cari o disoc­cu­pati, si sono visti reca­pi­tare a casa una let­tera dell’Inps con la quale si chiede la resti­tu­zione della somma ero­gata “erro­nea­mente” in pre­ce­denza (media­mente 4 mila euro). L’una tan­tum infatti esclude inspie­ga­bil­mente i col­la­bo­ra­tori del pub­blico impiego, ma a causa di una norma con­fusa e di dub­bia inter­pre­ta­zione, molte sedi Inps negli anni pas­sati hanno ero­gato il bene­fi­cio anche a tali lavoratori».

Insomma, diversi uffici locali dell’Inps hanno inter­pre­tato in maniera espan­siva l’una tan­tum isti­tuita a fine 2008 dal governo Ber­lu­sconi, allar­gando la pla­tea dei bene­fi­ciari. Qual­cuno a Roma deve esser­sene accorto, e ora si deve coprire un buco nei conti.

Nidil e Flc Cgil sono pronte a dare bat­ta­glia: hanno orga­niz­zato un flash mob, mar­tedì alle 12,30 davanti a Mon­te­ci­to­rio, e subito dopo incon­tre­ranno i giornalisti.

«È assurdo – affer­mano le due cate­go­rie Cgil – che a distanza di anni l’Inps pre­tenda la resti­tu­zione di un’indennità di disoc­cu­pa­zione che è già ina­de­guata ed esclu­dente. Cogliamo l’occasione per chie­dere che que­sta assurda distin­zione fra lavo­ra­tori pre­cari sia abo­lita quanto prima, e che gli ammor­tiz­za­tori sociali siano garan­titi a tutti, indi­pen­den­te­mente dalla tipo­lo­gia contrattuale».

L’indennità una tan­tum fu isti­tuita dall’allora mini­stro dell’Economia Giu­lio Tre­monti, per tute­lare i sem­pre più nume­rosi pre­cari “fal­ci­diati” dalla crisi (entrò a regime nel 2009). Fu cri­ti­cata dal sin­da­cato, in par­ti­co­lare dalla Cgil: non solo per l’esiguità degli stan­zia­menti, ma anche per i requi­siti richie­sti, del tutto cervellotici.

Era peral­tro spe­ri­men­tale, intro­dotta per gli anni 2009–2011, e fu poi sosti­tuita da Aspi e mini Aspi del governo Monti. A fine 2011, pro­prio a causa dei requi­siti troppo restrit­tivi, era stato uti­liz­zato solo il 17% dei fondi, con l’83% che restava intatto (34 milioni ero­gati a fronte di 200 milioni stanziati).

I requi­siti: dovevi essere coco­prò del lavoro pri­vato (escluso appunto il pub­blico), ed aver avuto una mono-committenza (ma tanti pre­cari per sbar­care il luna­rio devono som­mare più impie­ghi). Il red­dito dell’anno pre­ce­dente doveva essere non supe­riore ai 20 mila euro e non infe­riore ai 5 mila; e il con­tratto doveva essere sca­duto da almeno due mesi, ma dove­vano risul­tare ver­sati almeno 3 mesi di con­tri­buti nell’anno pre­ce­dente e uno in quello in corso.

Facile capire come su 42.550 domande pre­sen­tate a fine 2011, solo 13.197 erano state ammesse, con un tasso di boc­cia­tura che aveva rag­giunto il tetto del 69%. E ora, a parec­chi di quei pochi che ebbero la for­tuna di acce­dere all’indennità, la beffa della let­te­rina Inps.