Sito Stormfront, la denuncia degli antirazzisti Usa:”Da lì input per almeno 100 omicidi” | Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

Almeno cento persone sono state uccise, solo negli ultimi cinque anni, dai frequentatori di un sito web amato dai suprematisti bianchi, www.Stormfront.org, una sorta di covo nazista definito dall’Huffington Post ”la capitale degli omicidi su internet”.
E’ la denuncia choc del Southern Poverty Law Center, una celebre organizzazione anti-razzista americana.

I forum di questo sito che promuovono ”la lotta per la sopravvivenza della minoranza bianca” nel corso degli anni sono stati animati da tantissimi filo-nazisti. Ma hanno avuto un boom, +600% di click, a partire dal 2009, l’anno in cui s’e’ insediato Barack Obama,
primo presidente afro-americano nella storia degli Stati Uniti. Tra chi ha partecipato ai suoi forum c’era anche Anders Behring Breivik, che nel 2011 prima fece saltare in aria un edificio pubblico e poi uccise a sangue freddo 69 ragazzi socialdemocratici nell’isola norvegese di Utoia.

Il sito in Italia da anni e’ al centro di molte iniziative giudiziarie. Oltre a essere stato oscurato nel 2012, alcuni frequentatori del forum in italiano hanno subito una condanna penale, confermata in appello, per aver diffuso scritti di incitamento all’odio razziale. Alcuni di loro avevano perfino minacciato apertamente non solo genericamente le minoranze, gli ebrei, i neri e i rom, ma anche i componenti di ‘lista nera’ che conteneva i nomi di esponenti delle forze dell’Ordine, politici di sinistra, magistrati e giornalisti tra cui Maurizio Costanzo, Gad Lerner e Roberto Saviano.

Ma negli States il primo emendamento difende la liberta’ d’espressione di tutti, anche di queste formazioni neo-naziste. Cosi’ il sito e’ aperto: sul banner c’e’ una croce celtica bianca su sfondo nero, circondata dalla scritta: ”White Pride World Wide”. E piu’ avanti il titolo: ”Siamo sotto attacco per aver detto la verita’: diamo solo la voce alla nuova minoranza bianca, ora in pericolo”.

Ma secondo lo studio dell’organizzazione anti-razzista, ovviamente Stormfront non si limita a dare voce a libere opinioni. Altro frequentatore di Stormfront era Wade Michael Page, autore della strage nel 2012 al tempio Sikh nel Wisconsin, quando massacro’ sei fedeli. “E’ abbastanza chiaro – spiega l’autrice del rapporto, Heidi Beirich – che siti come Stormfront sono terreno fertile per soggetti che provano gia’ dell’odio e della rabbia per la loro situazione. E’ li’ che questa gente trova le ragioni per spiegare come mai le loro vite non stanno andando come avrebbero sperato. Stormfront aiuta loro a individuare un nemico, un responsabile che ai loro occhi infrange i loro sogni di felicita’, che si tratti di ebrei, afroamericani, immigrati e cosi’ via”. “Purtroppo – aggiunge Beirich – non sorprende che persone che vivono in questo contesto intriso di razzismo violento, alla fine prendano una pistola e agiscano secondo le loro convinzioni”.

India, impennata dei suicidi tra gli agricoltori. La causa? La fluttuazione dei prezzi dei prodotti agricoli | Autore: fabrizio salvatori da : controlacrisi.org

La globalizzazione? Tra gli agricoltori indiani indebitati ed emarginati, sta provocando una impennata dei suicidi. Secondo un nuovo studio della Cambridge University e dello University College London, si registrano tassi di suicidi elevatissimi nelle aree con il maggior numero di contadini oppressi dai debiti che si aggrappano a piccole aziende – con meno di un ettaro – e cercano di dedicarsi a colture di cotone e caffe’, estremamente sensibili alle fluttuazioni dei prezzi mondiali. Gli agricoltori che sono piu’ a rischio possono essere divisi in tre categorie: quelli che coltivano caffe’ e cotone, quelli con aziende agricole marginali con meno di un ettaro di terreno e quelli con debiti da trecento o piu’ rupie. Gli stati indiani in cui queste caratteristiche ricorrono piu’ frequentemente sono quelli che hanno i tassi di suicidi piu’ alti. In realta’, tali caratteristiche rappresentano quasi il settantacinque per cento della variabilita’ dei suicidi a livello statale. La maggioranza dei contadini si uccide perche’ non puo’ piu’ mantenere economicamente la propria famiglia. Spesso anche le moglie seguono i mariti nell’infelice destino. Il metodo piu’ diffuso e’ l’ingestione dei pesticidi che causano paralisi muscolare e respiratoria rapida. Il Kerala e’ lo stato con il piu’ alto tasso di suicidi maschili dell’India. Aree come Gujarat, in cui le colture sono gestite da aziende di grandi dimensioni, hanno tassi di suicidio bassi. “La liberalizzazione dell’economia indiana e’ spesso associata alla crescita e all’ascesa dell’India come potenza economica e all’emergere delle ricche classi medie urbane” hanno spiegato gli autori su Globalisation and Health “ma ci si dimentica che oltre 833 milioni di persone, quasi il settanta per cento della popolazione indiana, vivono ancora nelle zone rurale. La gran parte di questi abitanti rurali non ha beneficiato della crescita economica degli ultimi venti anni. In realta’ la liberalizzazione ha portato ad una crisi del settore agricolo che ha spinto molti piccoli agricoltori in debito ad uccidersi”.