Domani sit in di protesta davanti all’ambasciata turca a Roma | Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

 

Ci sarà anche Amnesty International Italia all’iniziativa, promossa dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), in programma a Roma domani, dalle 18 alle 20, di fronte all’Ambasciata di Turchia, in via Palestro 28.Nelle ultime tre settimane, ricorda una nota, Amnesty International ha piu’ volte sollecitato, raccogliendo anche migliaia di firme in Italia, le autorita’ turche a porre fine all’uso eccessivo della forza, a garantire il diritto di manifestazione pacifica e a rilasciare le persone arrestate a Istanbul e in altre citta’ della Turchia.

Secondo l’Associazione medica turca, nel corso delle proteste sono morte quattro persone e i feriti sono stati oltre 7600. Decine di
persone versano in condizioni critiche, almeno 12 hanno avuto danni alla vista e molte sono ricoverate con fratture agli arti.

Statali, continua il blocco degli stipendi da: controlacrisi.org

 

Le commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera hanno dato il parere favorevole al decreto del presidente della Repubblica per la proroga del blocco degli stipendi dei pubblici dipendenti fino al 31 dicembre 2014.

Salati congelati allora anche per il prossimo anno, nonostante le due commissioni hanno posto due condizioni. non ci devono essere altre misure che congelino gli stipendi degli statali. E che il governo apra subito la trattativa sulla contrattazione collettiva per la parte normativa, dopo l’entrata in vigore del decreto.“Un altro anno di proroga del blocco della contrattazione è assolutamente inaccettabile e la manifestazione di sabato prossimo di Cgil Cisl Uil lo sosterrà con forza”. E’ quanto afferma la Cgil Nazionale in merito alla decisione assunta. “Nonostante quattro anni di blocco salariale con la perdita del potere di acquisto e la negazione di tutto il sistema contrattuale e delle relazioni sindacali – prosegue la Cgil -, la commissione ha preferito esprimere un parere positivo su un provvedimento varato dal Governo Berlusconi”.

“Senza modifiche legislative – aggiunge la Cgil – la stessa ‘condizione’ posta al Governo di aprire immediatamente le trattative sui contratti per la parte normativa è contraddittoria. Non ci si può limitare ad una sola parte, soprattutto dopo che siamo al quarto anno di blocco salariale e poi dire che esiste una caduta di consumi.Continuiamo a chiedere al Governo di fissare un incontro per affrontare la questione e aprire una reale stagione contrattuale”.

Le donne di Roma contro la nomina di Isabella Rauti da: controlacrisi.org

 

L’assemblea permanente delle donne di Roma contro la proposta di legge Tarzia esprime sconcerto e indignazione per la nomina di Isabella Rauti a consigliera del ministro dell’Interno per il contrasto alla violenza di genere. “Riteniamo dunque la sua nomina un fatto vergognoso, dovuto evidentemente a logiche di equilibri interni al partito, dopo la sconfitta elettorale di Alemanno di cui per amor di patria non vogliamo ricordare le posizioni sulla violenza sulle donne”, si legge in un documento.

“Noi ricordiamo bene che Isabella Rauti, da vicepresidente del Consiglio regionale, – è scritto ancora – è stata la seconda firmataria della sciagurata proposta di legge, destinata a definanziare i consultori pubblici e dare soldi ai consultori confessionali, che abbiamo osteggiato fermamente perchè genera controllo e violenza contro le donne; ricordiamo bene che quella proposta negava alla radice il diritto all’autodeterminazione della donna sulle sue scelte procreative e sulle sue scelte tout court”. L’assemblea permanente delle donne, inoltre, ricorda la partecipazione di Isabella Rauti con neofascisti e neonazisti alle marce per la vita contro le donne. “Ricordiamo che la Regione Lazio in quella consiliatura non ha fatto niente di significativo contro la violenza alle donne – continua il documento -. Ricordiamo che niente di significativo Isabella Rauti ha fatto come Capo Dipartimento per le Pari Opportunità. Ricordiamo inoltre che Isabella Rauti, è indagata insieme agli altri componenti dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale, per abuso d’ufficio”.

Le donne invitano le istituzioni, in primis il presidente del Consiglio e l’intero Consiglio dei Ministri, nonché i gruppi parlamentari, “a chiedere conto di questa nomina che riteniamo offensiva per la storia delle donne e del movimento femminista e a chiederne pertanto la revoca”.

Disarmo sì, disarmo no Fonte: il manifesto | Autore: Angelo Baracca

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Si sarebbe tentati di liquidare l’ennesimo discorso di Obama con poche parole: «Signor Presidente, basta con le chiacchiere, vogliamo fatti»! Ma sarebbe un’offesa per il pubblico, che su queste questioni è costantemente tenuto all’oscuro di come stanno veramente le cose. Le omissioni e gli inganni sono molti, e possono cambiare radicalmente la natura delle cose. I media riportano che con il Nuovo-Start del 2010 sulla riduzione delle armi strategiche gli arsenali di Usa e Russia sono ridotti a 1.550 testate per parte.
Ma il trattato pone questo obiettivo per il 2017, e ad oggi si valuta che le testate strategiche schierate operative (specificazioni non marginali) siano circa 1.950 per gli Usa e 1.800 per la Russia: perché qui c’è il primo imbroglio del Nuovo-Start, che conteggia come 1 testata ogni bombardiere strategico che ne porta parecchie! Ma vi sono anche le testate tattiche, che non rientrano nei trattati recenti: il numero per la Russia non è certo ed è valutato in circa 2000; per gli Usa ne fanno parte quelle che ci riguardano direttamente, le 180-200 ancora schierate in Europa, di cui 70-90 ad Aviano e Ghedi in Italia. In tal modo si valutano per Usa e Russia circa 2500-2700 testate intatte non schierate, di riserva: col che gli arsenali crescono a 4.500 per parte. E in più si valutano circa 3.000 e 4.000 testate ritirate in attesa di smantellamento: e si arriva a 7.700 e 8.500 rispettivamente (più migliaia di nuclei di plutonio e secondari di bombe smantellate immagazzinati).
La ventilata riduzione di un terzo di Obama si riferisce alle 1.550 previste dal Nuovo-Start (a parte l’inganno del conteggio dei bombardieri): oggi questa riduzione lascerebbe 7.200 e 8.000 testate intatte rispettivamente. Senza contare poi almeno 1.100 testate degli altri 7 Stati nucleari, che per ora non rientrano in nessun negoziato (a parte la recente tensione dovuta, e ingigantita, alla Corea del Nord, ben più pericolosi sono gli arsenali di India e Pakistan in perenne contesa). E si arriva a più di 17.000 testate esistenti nel mondo!
Ma questo non è forse l’aspetto peggiore. In primo luogo Obama bara pesantemente sparando nuovi accordi ma tacendo di violare il Nuovo-Start. Infatti la destinazione di ben dieci miliardi di dollari per trasformare le testate schierate in Europa in bombe intelligenti da montare sui famigerati F-35 configura nuove armi, violando l’impegno sia del Nuovo-Start che della Nuclear Posture Review a non sviluppare armi nucleari nuove. Al G8 Letta era forse distratto da altri problemi.
Ma gli investimenti e ammodernamenti radicali degli armamenti nucleari vanno ben al di là di questo, che pure è l’aspetto che ci tocca direttamente. Le testate sono solo un aspetto del sistema degli armamenti nucleari: e neanche il principale, perché senza gli altri componenti uno se le farebbe esplodere fra i piedi; e nemmeno il più costoso. Tutti gli Stati nucleari (non solo la Cina, che viene accusata ordinariamente) hanno programmi di ammodernamento e sostituzione dei missili, dei bombardieri (vedi F35), dei sommergibili, dei sistemi di allarme e controllo: si tratta di decine di miliardi, e di sistemi d’arma che rendono l’intero sistema sempre più pericoloso.
E qui c’è il punto di fondo: le armi nucleari vengono mantenute e ammodernate perché si prevede di usarle!Si badi bene: il mantenimento di un arsenale nucleare costa moltissimo, e riduzioni molto più sostanziose di quelle sparate da Obama sarebbero possibili e convenienti.
Il problema, di solito trascurato, sta nelle altre rivoluzioni militari in corso, in particolare i sistemi di difese missilistiche, che costituiscono la più grande, e pericolosa, innovazione dopo l’introduzione dei missili balistici negli anni ’60. Chi possieda un tale sistema efficiente può effettuare un first-strike, poiché può distruggere i missili della ritorsione nucleare. Le armi nucleari integrate in un tale sistema potrebbero essere ridotte probabilmente a poche centinaia (sempre troppe, comunque). Se nel 2010 il Nuovo-Start non stabilì riduzioni maggiori è perché Mosca ha il terrore, giustificato, delle difese missilistiche sviluppate e schierate da Washington, e il solo modo che ha per contrastarle è il numero di testate. Questo è tra gli sviluppi più allarmanti, ma non se ne parla.
La strategia degli Usa non cambia, la potenza militare rimane lo strumento cardine per conservare una supremazia mondiale. E il fumo negli occhi gettato da Obama porta a dimenticare che questo personaggio ha gravi responsabilità, come i suoi predecessori, con l’uso illegale dei droni, Guantanamo, e tutto il resto. Ci vorrebbe ben altra levatura dei nostri governanti per portare veramente a un mondo di pace.

Il caso Gambaro e il suicidio dei grullini Fonte: Il Fatto Quotidiano | Autore: Marco Travaglio

 

Fino a due mesi fa, all’indomani della candidatura di Rodotà al Quirinale e del conseguente suicidio del Pd che si riconsegnò nelle mani del suo peggior nemico (Napolitano) e del sottostante governo-inciucio Letta-Berlusconi, tutti i partiti lavoravano indefessamente per il Movimento 5Stelle.

Dopo averlo creato dal nulla, ignorando tutte le battaglie di Grillo e dei suoi ragazzi e rinchiudendosi nel sarcofago in attesa che passasse ‘a nuttata, l’avevano pasciuto e ingrassato demonizzandolo e facendolo linciare da tv e giornali al seguito. E con le presidenziali e il governo-vergogna l’avevano trasformato nel punto di riferimento della base del Pd in dissenso coi vertici che avevano resuscitato un’altra volta un Caimano morto e sepolto.

Poi, proprio mentre l’inciucio confermava platealmente dieci anni di campagne grillesche contro “Pdl e Pdmenoelle”, il nastro s’è riavvolto a ritroso. Complice, certo, la disinformazione e la memoria corta degl’italiani. Ma soprattutto colpa del M5S che, da lepre inafferrabile, s’è trasformato in inseguitore trafelato. E ha preso a lavorare indefessamente per i partiti, facendo dimenticare tutte le magagne della politica politicante che a febbraio avevano spinto 9 milioni di italiani a mandarla al diavolo. Un suicidio di massa coronato dalla geniale operazione Gambaro.

Intendiamoci: cacciare, o far cacciare dalla “rete”, una senatrice che ha parlato male di Grillo, manco fosse la Madonna o Garibaldi, è demenziale, illiberale e antidemocratico in sé. E non solo perché serve su un piatto d’argento agli eterni Gattopardi e ai loro camerieri a mezzo stampa la miglior prova di tutte le calunnie che hanno sempre spacciato per dogmi di fede.

Non è nemmeno il caso di esaminare l’oggetto del contendere, cioè le frasi testuali pronunciate dalla senatrice nell’intervista incriminata a Sky, perché il reato di lesa maestà contro il Capo è roba da Romania di Ceausescu. Certo, affermare che il guaio del movimento fondato e portato al successo da Grillo è Grillo, è una fesseria. Certo, lo stillicidio di interviste in dissenso (le sole che interessino ai media italiani) per oscurare quanto di buono fanno i 5Stelle in Parlamento e di pessimo fanno i partiti, è fastidioso e altamente sospetto. Certo, senza Grillo e i suoi forsennati tour per l’Italia i 5Stelle non avrebbero preso un voto e le Gambaro non sarebbero state votate nemmeno dai parenti stretti. Ma il reato di cazzata non esiste e non deve esistere in un movimento che si dice democratico, anzi iperdemocratico.

Grillo aveva tutto il diritto di incazzarsi e di farlo sapere, ma la cosa doveva finire lì. Il cerino sarebbe rimasto nelle mani della Gambaro e dei 10-20 furbetti che trescano con i partiti dopo aver intascato i voti e i posti grazie a un movimento anti-partiti (tutti). E che se la sarebbero vista con i loro elettori. O, se davvero hanno dietro qualche progetto ribaltonista, sarebbero usciti prima o poi allo scoperto. Lunedì bastava una dichiarazione, firmata da chi voleva, per ribadire gl’impegni assunti con l’elettorato. Mettere ai voti le fesserie di una senatrice (che, diversamente da Salsi e Mastrangeli non ha violato alcuna regola interna) invitandola al pubblico autodafé, è una versione da Asilo Mariuccia del socialismo reale.

Dopo aver trascorso i primi quattro mesi di vita parlamentare a guardarsi dalle presunte trappole dei partiti (che, così come sono ridotti, sono capaci al massimo di intrappolare se stessi), i “cittadini” hanno piazzato l’autotrappola perfetta. E ci sono cascati con tutte le scarpe. D’ora in poi i dissenzienti senz’arte né parte, magari pilotati dai soliti compratori di parlamentari, hanno di fronte un’autostrada: gli basterà rilasciare un’intervista critica al giorno per finire tutti dinanzi al tribunale del popolo, o della rete, e guadagnarsi l’insperata fama di nuovi Solgenitsin, con piedistallo e aureola di martiri. Al confronto, la partitocrazia più inetta, corrotta e antidemocratica dell’universo profumerà di Chanel numero 5. Un capolavoro.

Rappresentanza, sit in Cub e Usb sotto la Camera del lavoro di Torino Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

 

”L’accordo sulla rappresentanza ribadisce il monopolio dei diritti per Cgil, Cisl e Uil, colpisce il diritto ad una rappresentanza democratica dei lavoratori, limita ulteriormente il diritto di organizzazione e di sciopero”. Così la Confederazione Unitaria di Base e l’Unione Sindacale di Base che questa mattina hanno manifestato davanti alla sede della Camera del Lavoro di Torino.
”Il presidio, assolutamente pacifico e volto ad un confronto aperto” sottolineano i due sindacati. L’iniziativa e’ stata blindata da un cordone di poliziotti e funzionari della Cgil che si sono schierati di fronte alla Camera del Lavoro “trasformando un’occasione di chiarimento nel merito delle questioni in una paradossale prova di forza”. Cub e Usb considerano quella di oggi solo la prima iniziativa di una campagna di informazione che si sviluppera’ nelle aziende, nei quartieri, ovunque e che proseguira’ con assemblee pubbliche alle quali invitiamo sin da ora, noi non abbiamo nulla da nascondere, i militanti della Cgil che riterranno di dire la loro”.

Ibm taglia 8.000 posti in Europa (355 in Italia) per garantire dividendo e valore delle azioni Autore: fabrizio salvatori da: controlacrisi.org

La Ibm pur di garantire un valore “dignitoso” alle proprie azioni alla Borsa di New York, e un dividendo di 20 dollari nel 2015 ha deciso di effettuare un’ulteriore riduzione di personale in tutta Europa, circa 8.000 persone. E Ibm Italia ha dichiarato un obiettivo, è proprio il caso di dire, di 355 unita’. Cio’ nonostante i consistenti utili conseguiti anche nel 2012, pari a 100 milioni di euro”. La denuncia dell’assurda situazione nella multinazionale Usa arriva dalla Fiom, che annuncia, per bocca di Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del Gruppo Ibm, una manifestazione a Roma per il prossimo lunedì (lunedi’ dalle 18 alle 20 in piazza San Marco, angolo piazza Venezia).
Il fatto che la pesante azione di licenziamento coinvolga anche numerosi dirigenti, sottolinea il sindacalista, ”potrebbe indicare che altri tagli, dismissioni e spostamenti in Paesi low cost di attivita’ presenti oggi in Italia sono in prospettiva possibili. Anche per questo -aggiunge- e’ opportuno che il Governo rilanci una forte politica industriale di settore per entrare in una partita che vede oggi l’Europa, ed in particolare il nostro Paese, tagliata completamente fuori dagli investimenti delle multinazionali dell’Ict; multinazionali che, in questa fase, stanno riportando negli Stati Uniti attivita’ strategiche, rimettendo in discussione alcune scelte di delocalizzazione compiute negli anni scorsi”.
Gli investimenti necessari in relazione all’annunciato scorporo della rete Telecom, nonche’ lo sblocco dei fondi e delle iniziative legate all’Agenda Digitale, sottolinea Potetti, ”possono invece determinare rapporti diversi con le multinazionali che hanno forti interessi rispetto a queste attivita’. Non dobbiamo permettere che le risorse pubbliche che verranno utilizzate finiscano per produrre utili e lavoro all’estero. Per protestare contro i licenziamenti in Ibm, e rivendicare una forte politica di settore, sono in corso mobilitazioni e iniziative in tutte le citta’ dove sono presenti sedi della multinazionale statunitense”

Domenica 23 giugno ore 15 presso il teatro della coperativa : Saverio Ferrari presenterà il suo libro : I Denti del Drago

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Voci per la giustizia : video per l’incontro del 25 giugno 2013 presso la biblioteca di Casa Professa a Palermo

Fascisti. A volte ritornano di CAAT – Arezzo da: contropiano.org

 

I fascisti nostalgici della RSI si riuniscono alla Cicogna, vicino ad Arezzo. Una  rimpatriata di ex repubblichini, agenti di Gladio e ciarpame neofascista. Gli antifascisti aretini non ci stanno.
In Provincia di Arezzo (città medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza), esattamente a Terranuova Bracciolini località la Cicogna esiste una fondazione dedicata alla Repubblica Sociale. Tale fondazione, nasce nel 1986 su iniziativa di una ventina di reduci della Repubblica di Salò come Istituto Storico della Repubblica Sociale Italiana, nonché museo e sacrario. In effetti si tratta di una bella villa di 17 stanze con 8.000 mq di parco, venduta per un prezzo inferiore al valore al comitato promotore . Nonostante le iniziali proteste da parte dei cittadini, ma anche di tutte le Istituzioni, partiti dell’arco costituzionale, sindacati e ANPI , l’Istituto Storico RSI ha continuato indisturbato la sua attività fino ad oggi   trasformandosi nel frattempo in Fondazione.

La Fondazione oltre ad avere la sede della Cicogna , ne ha altre a Bologna e a Roma ed è sostenuta da vari gruppi nazisti e fascisti. Il nucleo principale è praticamente quello che fa capo ai fondatori dell’Istituto Storico (un po’ morti, e un po’ vecchi e rincoglioniti…), ma che vede attivi anche giovani, è Il Raggruppamento Nazionale Reduci e combattenti R.S.I. – Comunità ideale – : è un movimento politico culturale che inneggia al nazional socialismo , la vicepresidenza di questo gruppo è di Stelvio Dal Piaz aretino ex repubblichino e tra i fondatori dell’Istituto Storico. Questo movimento ha varie ramificazioni in diverse regioni italiane: è praticamente formato da delegazioni regionali capeggiate da elementi appartenenti a varie organizzazioni fasciste e naziste. Ha anche collegamenti internazionali : con il Movimento Peronista Tercera Posicion, con la Falange spagnola, con l’IRNA irlandese, con i fascisti francesi, belgi, rumeni, giapponesi e via discorrendo…

La sua sede legale è a Roma in via Scirè 23, stesso indirizzo di un’altra organizzazione: Raido ( è il ricostruito nome protogermanico della Runa che significa viaggio), se si clicca sul loro sito si trova che organizzano spesso campi (anche femminili…), marce in montagna ecc…si ispirano ad Evola, Guenon e Codreanu. Lo scorso 15 giugno hanno organizzato una festa “comunitaria” nell’Agro Romano a Maccarese, dedicata a Francesco Cecchin , musica vino pogo…. Circa 400 entrate….gruppi di fascisti provenienti da tutta Italia (Tradizione di Trieste, Fascio Etrusco, Rinnovazione Rieti, Tempo di lottare, lealtà e azione, azione punto zero…) stessi gruppi e stessi figuri frequentatori della Fondazione. In effetti Raido è l’organizzazione che dovrebbe raccogliere il Testimone che viene consegnato dai vecchi alle giovani generazioni per “preservare, conservare, tramandare la memoria storica di chi l’8 settembre ha compiuto una scelta difficile” (sic!) come dissero nell’incontro che fecero per sancire la collaborazione.

Altre organizzazioni fasciste o nazional socialiste che collaborano con la Fondazione: Thule Italia, Centro studi Aurhelio

Un altro fondatore dell’Istituto storico rimasto a lungo presidente della fondazione è Bruno Lazzarotto ,   anche lui ex combattente RSI, arruolato nelle prime formazioni della compagnia della morte Servizi informazione X MAS, ha partecipato alle operazioni militari contro l’esercito di Tito, una potenza economica a Roma: ha costruito la stazione della Magliana, urbanizzato l’aeroporto Leonardo da Vinci, pavimentato lo stadio Olimpico di Roma, diretto Capitalia e Tubitalia..(dovrebbe essere morto nel 2011).

Lo “storico” della fondazione è Pietro Cappellari, ufficiale riservista dell’ Esercito Italiano , è stato candidato per la Fiamma Tricolore alle comunali di Roma del 2005, nel 2008 è anche stato segretario generale del gruppo clerico fascista “Patria e Libertà”, frequentatore assiduo delle cerimonie commemorative del campo della memoria di Nettuno, sacrario dei caduti della X MAS, cerimonie che ricorrono in date particolari tipo il 25 aprile…o anche il 9 maggio giorno in cui Mussolini nel 36 proclamò l’impero e oggi si celebra il giorno del guerriero, autore di diverse pubblicazioni improntate sul revisionismo fascista.

Ultima: Una Patria una Nazione un Popolo.

Ultimamente era relatore a Perugia del contestato convegno sulla Marcia su Roma: il prossimo 23 giugno ci riprova in “casa” alla Fondazione dove fin dal giorno prima si raduneranno fascisti da tutta Italia.

Sulle attività “culturali” della Fondazione possiamo trovare riscontro nella loro rivista bimestrale “Acta” che, oltre a riprodurre documentazioni d’epoca sulla RSI ovviamente per esaltarne gesta e valori, riporta sia le sintesi delle assemblee dei soci, sia dei seminari e campi di formazione che si tengono periodicamente alla Cicogna.

Tali seminari naturalmente  tesi ad esaltare i “valori” del fascismo e le gesta dei bravi repubblichini, tendono a recuperare   la memoria storica dell’Impero di Mussolini e sono tenuti da “studiosi” fascisti. I partecipanti sono esponenti di spicco di Fiamma Tricolore, La Destra, Forza Nuova , Socialismo Nazionale, Casapound e blocco studentesco) .

I campi di formazione sono altrettanto inquietanti dei seminari in quanto sono finalizzati non solo all’educazione “spirituale”, ma anche e soprattutto all’esercizio fisico con disciplina di tipo militare.

Negli ultimi anni il CAAT aretino  e Valdarno Antifascista, insieme ad altre realtà hanno organizzato e continuano ad organizzare presidi e volantinaggi contro la presenza di questa fondazione che raduna periodicamente nella zona fascisti di tutti i tipi……   la lotta continua!….

I prossimi appuntamenti dei fascisti sono il 23 giugno per un seminario su La Marcia su Roma con Pietro Cappellari; l’8 settembre con l’incontro “Il dovere di un soldato: non cedere le armi” e il 17 novembre: 35 brigata Nera, un incontro con Mario Pellegrinetti (responsabile della associazione “benefica” Stella Maris) e Sergio Mura (ex ufficiale del Sismi e membro di Gladio). Che personaggetti!!!