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Palestina, il processo di pace si blocca prima di iniziare: Israele dà il via a centinaia di nuovi insediamenti | Autore: fabio sebastiani da: controlacrisi.org

 

Israele prosegue nella politica di costruzione di nuove colonie. E il segretario di Stato statunitense John Kerry, che avrebbe dovuto far ritorno nella regione questa settimana con l’obbiettivo di far ripartire il processo di pace israelo-palestinese – bloccato ormai da quai tre anni proprio a causa del mancato congelamento delle attività edilizie negli insediamenti -, è costretto a rinviare la missione diplomatica, ufficialmente a causa della crisi siriana. Kerry aveva messo a punto un approccio graduale per condurre israeliani e palestinesi verso un accordo definitivo di pace: subito negoziati senza precondizioni su alcune questioni centrali del conflitto, cosa che garantira’ ai palestinesi aiuti economici immediati. Una volta registrati primi progressi, Israele compira’ ‘gesti di buona volonta’ ‘ verso i palestinesi, fra cui il congelamento di progetti edili ebraici nei territori contesi e la liberazione di 100 palestinesi detenuti nelle sue carceri da oltre 20 anni. Solo in una fase ulteriore verrebbe affrontata la questione di Gerusalemme, aggiunge il giornale filogovernativo Israel ha-Yom. Secondo il Jerusalem post, però, già da questa settimana il governo ha presentato una richiesta alle autorita’ per la pianificazione regionale per il via libera alla costruzione di 538 case nell’insediamento di Itamar, nel nord della Cisgiordania, e per la sanatoria di altre 137 unita’ abitative gia’ edificate. Nela marzo 2011 Itamar era stata teatro dell’uccisione di una coppia di coloni e dei tre figli da parte di due palestinesi, condannati all’ergastolo, e da allora sono cresciute le pressioni per ampliare l’insediamento. Il Jerusalem Post ha riferito che e’ stata anche presentata richiesta per 550 nuove abitazioni a Bruchin, un avamposto ebraico illegale che era stato “sanato” ad aprile dal premier Benjamin Netanyahu, con una decisione criticata dalla rappresentante della politica estera dell’Ue, Catherine Ashton.

Italia, il 69,3% dei ginecologi nel pubblico è obiettore di coscienza da: controlacrisi.org

 

Il 69,3% dei ginecologi che lavora nel pubblico è obiettore di coscienza, non pratica interruzioni volontarie di gravidanza.

“È necessario rispettare la piena libertà di scelta individuale sia delle donne che dei medici – afferma Nicola Surico, presidente della Società italiana di ginecologia ed ostetricia (Sigo) – ma ci sono alcuni ospedali che per poter assicurare le interruzioni volontarie di gravidanza devono chiamare personale da fuori. È una situazione intollerabile”. Una possibile soluzione “è quella di riservare nei concorsi pubblici – suggerisce – un numero di posti per medici non obiettori di coscienza, ma senza stravolgere gli attuali criteri di assunzione per entrambe le categorie”.

Secondo l’ultima Relazione sullo stato di attuazione della legge 194 del ministro della Salute, in Italia il maggior numero di ginecologi obiettori si trova nel Sud continentale (76,9%), con la punta più alta in Molise (85%). Nel nostro Paese continua a diminuire il numero di aborti volontari. Nel 2011 ne sono stati effettuati 109.538. Il decremento è stato del 5,6% rispetto al dato del 2010.
“Promuovere la procreazione responsabile è il modo più efficace di prevenire l’aborto – sottolinea il presidente Sigo – la mozione di Sel propone giustamente il potenziamento dei consultori familiari. Questi luoghi sono stati istituiti dalla Legge 194 e possono avere un ruolo fondamentale nell’educazione sessuale – sottolinea – delle categorie attualmente più a rischio, ovvero i giovani e la popolazione d’origine straniera. Anche nelle scuole pubbliche è necessario istituire al più presto corsi obbligatori di educazione alla sessualità”.

Celestini, Ciotti, Ingrao, Saviano, Zanotelli: “La Camera voti lo stop agli F-35” da: controlacrisi.org

 

Nei prossimi giorni la Camera dei Deputati discuterà una mozione di 158 parlamentari di Sel, Pd e M5S che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri F-35 Joint Strike Fighter.

In linea con le richieste e indicazioni della campagna «Taglia le ali alle armi» (che dal 2009 si batte contro i caccia) sosteniamo questa nuova iniziativa parlamentare e tutte quelle che si renderanno necessarie per bloccare una scelta così sbagliata.
Spendere 14 miliardi di euro per comprare (e oltre 50 miliardi per l’intera vita del programma) un aereo con funzioni d’attacco, capace di trasportare ordigni nucleari, mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale è una scelta incomprensibile che il Governo deve rivedere.

Per questo chiediamo a tutti i Deputati di sostenere questa mozione e tutte le iniziative parlamentari tese a fermare il programma degli F35 e a ridurre le spese militari a favore del lavoro, dei giovani, del welfare e delle misure contro l’impoverimento dell’Italia e degli italiani.

Ascanio Celestini, Luigi Ciotti, Riccardo Iacona, Chiara Ingrao, Gad Lerner, Savino Pezzotta, Roberto Saviano, Cecilia Strada, Umberto Veronesi, Alex Zanotelli

Frase choc del consigliere leghista: «Mai nessuno che si stupri la Kyenge» da: controlacrisi.org

 

Razzismo allo stato puro e voglia di speculare su fatti di cronaca per fini politici. C’è tutto in quella frase pubblicata in un post su Facebook dalla consigliera leghista di quartiere a Padova, Dolores Valandro, indirizzata a Cècile Kyenge, la cui unica colpa è quella di essere originaria di un altro paese (pur essendo cittadina italiana). «Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato? Vergogna». Una frase choc che Valandro, che oltretutto è vice coordinatrice della commissione sanità, interventi sociali e politiche giovanili, si accompagna ad un articolo preso da un sito specializzato nel raccontare «i crimini degli immigrati», dei quali evidentemente il ministro per l’intergazione Kyenge deve essere ritenuta responsabile per il solo fatto di avere la pelle nera. Dichiarazioni che stanno già facendo il giro della Rete, scatenando l’indignazione di molti utenti. Valandro si era appena vista annullare la «sospensione» dai probiviri della Lega Veneta per i tafferugli con contestazione a Flavio Tosi successi a Pontida.
Proprio lunedì scorso il ministro Kyenge era stato in visita in città: una giornata nella quale aveva avuto l’occasione di incontrare una rappresentanza dei ragazzi del liceo Cornaro e riceverne le scuse per quanto successo all’indomani della sua nomina, con una scritta razzista comparsa sui muri dell’istituto. Dolores «Dolly» Valandro con la sua scritta pubblica rischia anche di finire in tribunale, come è successo al consigliere comunale Vittorio Massimo Aliprandi, condannato dai giudici patavini per alcune scritte che «istigavano alla violenza» nei confronti dei Rom.