VALLE – RICORDATA LA FONDAZIONE DEL BATTAGLIONE PINO BUDICIN L’Istria rispetterà sempre i valori dell’antifascismo. da “La Voce del Popolo”

VALLE – Nella radura di Stanzia Bembo a pochi chilometri da Valle, l’Associazione dei combattenti antifascisti e quella degli antifascisti di Rovigno ha ricorsato sabato il 63° anniversario della costituzione del battaglione italiano “Pino Budicin”. La manifestazione è iniziata con l’intervento del sindaco di Valle Edi Pastrovicchio, che ha ringraziato i rappresentanti delle numerose organizzazioni presenti, primi tra tutti gli ex combattenti del battaglione “Pino Budicin” e quelli della guerra popolare di liberazione, il presidente della Regione istriana Ivan Jakovčić, i membri del Consiglio e della Giunta della Città di Rovigno e del Comune di Valle, le delegazione dell’Associazione dei combattenti antifascisti della Regione e delle città di Pola, Pisino, Parenzo, Umago, Buie, Albona, Abbazia e Fiume, la delegazione dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Trieste e i numerosissimi cittadini intervenuti al raduno. La cerimonia è continuata con la tradizionale deposizione di una ghirlanda di fiori ai piedi del monumento che ricorda la fondazione del battaglione, avvenuta il 4 aprile del 1944.
Con un discorso Mario Jedreicich, che fu commissario del battaglione, ha commemorato così i suoi compagni: “I combattenti del nostro battaglione hanno lottato fraternamente insieme agli antifascisti istriani di altre nazionalità, contro un comune nemico: il nazifascismo. Nella guerra del 1943-1945 caddero in combattimenti 17 mila istriani. Oggi come allora, gli istriani di tutte le nazionalità devono essere compatti ed uniti come lo sono stati gli antifascisti nel passato, per l’ottenimento di un futuro migliore.”

Il discorso del sindaco Giovanni Sponza

Nel suo intervento anche il sindaco di Rovigno Giovanni Sponza ha sottolineato che il battaglione Pino Budicin ha gettato le basi della convivenza, della giustizia e dei valori sociali che sono il simbolo dell’Istria contemporanea. “Bisogna sempre celebrare le vittorie che hanno condotto alla liberazione di un paese da un regime oppressivo – ha detto Sponza nel suo discorso. – Non si deve dimenticare e assolutamente non si deve sminuire il sacrificio di chi ha dato la vita per la libertà” – ha aggiunto.
Il pubblico, formato in gran parte da ex combattenti del battaglione istriano, ha applaudito molto anche il discorso di Roberto Birsa, rappresentante dell’ANPI, che ha ricordato così la nascita del battaglione Pino Budicin: “Il 4 aprile del 1944 a Stanzia Bembo più di 200 operai, contadini, pescatori, uomini e donne di Rovigno e di Valle acclamarono i primi 120 combattenti italiani in armi. Essi furono il seme da cui germogliò il valoroso battaglione Pino Budicin”.

Gli appelli alle autorità

Nel suo intervento Birsa ha ricordato anche la tragica uccisione di Pino Budicin, che condannato dai fascisti a dodici anni di reclusione, l’8 febbraio del 1944 fu catturato assieme ad Augusto Ferri. Ferito e ciò nonostante costretto dai suoi aguzzini a portare il compagno morente fino a Rovigno, Pino Budicin durante il percorso rispose agli insulti e alle percosse dei fascisti cantando orgogliosamente canzoni partigiane e pronunciando la nota frase che fu poi scolpita sulla sua lapide: “Da ogni goccia del mio sangue cento partigiani”. In conclusione del suo discorso Birsa ha rivolto un appello alle istituzioni regionali e statali croate invitandole a riportare allo stato originale il busto di Pino Budicin che si trovava nel Parco della libertà di Pisino e che ignoti hanno recentemente divelto.
È seguito un discorso del rappresentante dell’Associazione dei combattenti della guerra di liberazione croata Marijan Mužinić, che ha definito ingiusto il trattamento impari che lo Stato continua a mantenere nei confronti dei combattenti della II guerra mondiale e di quelli della guerra per l’indipendenza croata perché, come ha rilevato “la guerra del 91 ha avuto lo scopo di liberare e conservare i confini che i combattenti antifascisti definirono nel 1945”. Per questo motivo al parlamento croato è stato richiesto di concedere gli stessi diritti per gli invalidi di guerra di ambedue i conflitti.
In rappresentanza degli ex combattenti del battaglione Pino Budicin, Antonio Bišić, che subentrò a Ferruccio Pastrovicchio nell’incarico di comandante e commissario di guerra della formazione, il quale non ha potuto partecipare alla manifestazione per problemi di salute, ha detto che la creazione del battaglione istriano resterà un avvenimento di eccezionale incidenza nella storia e nella vita delle popolazioni italiane dell’Istria. Ha anche ricordato i nomi di diversi combattenti che ne fecero parte, tra i quali quelli di Matteo Benussi-Cio, Giuseppe Alizzi, Milan Iskra, Quintinio Privileggio , Spartaco Zorzetti, Domenico Medelin, Caenazzo, De Martini, Jedreicich, Sponza e tanti altri tra i circa 200 che caddero nei combattimenti.

L’intervento del presidente della Regione

L’ultimo intervento è stato quello di Ivan Jakovčić: “Se il battaglione Pino Budicin non fosse esistito oggi l’Istria non sarebbe sicuramente quella che è: una regione di convivenza, di fratellanza e di giustizia – ha detto il presidente della Regione Istriana. “Quest’anno ci saranno le elezione parlamentari e sono già iniziate le prime scorrettezze dei politici tese a creare scompiglio e a disunire l’elettorato istriano. Troppi politici sono venuti in Istria a dirci che questa è una regione leader in Croazia, in quasi tutti i settori, per poi sostenere che con altri partiti al potere si sarebbe potuto fare di più. Ma è da quindici anni che io ed i miei collaboratori della Dieta democratica istriana manteniamo le promesse fatte. E una di queste è anche quella di considerare i valori dell’antifascismo. Noi della DDI non vogliamo un’Istria nazionalista, piene di speculatori e di bugie. Vogliamo invece poter amministrare le nostre risorse per il bene di queste terre e dei suoi abitanti, che non tollerano trucchi ed imbrogli. Dopo tanti anni i crimini commessi dai fascisti e dai nazionalisti si potranno anche perdonare: ma dimenticarli è assolutamente impossibile”.
Prima di concludere il suo discorso Jakovčić ha fatto anche riferimento alla sentenza che ha annullato il suo acquisto del paesino di San Giacomo. “Sono stato condannato per aver riscattato due ruderi e una soffitta che appartenevano a mia nonna e che ho pagato quanto concordato. Sono pronto a rispondere davanti alla legge per ciò che ho fatto, ma pretendo che siano giudicati anche coloro che sfruttando la guerra d’indipendenza hanno fatto sparire dalla Croazia oltre cinquanta miliardi di dollari”.
Al termine della manifestazione si sono esibiti in un programma artistico culturale i membri della Banda d’ottoni di Rovigno, quelli del coro partigiano di Basovizza “Pinko Tomažić”, della società artistico culturale “Cere” di Gimino, del gruppo “Batanola” composto dai giovani della Comunità degli Italiani di Rovigno, diretti da Vlado Benussi ed il coro dei mini e midicantanti della CI, diretti da Biba Benussi.

Sandro Petruz